La Bussola - Casazza
OTTOBRE 2014
"Maria Madre della Chiesa"

indice degli articoli:
Maria madre della Chiesa
40° Anniversario della Dedicazione della Chiesa Parrocchiale
Riunione del consiglio pastorale
Famiglie in cammino per scoprire i Cinque Linguaggi dell’amore di Dio
Inizio "cammino di fede" - catechismi
Il saluto della Comunità a Don GianMario Biemmi
Saluto a don GianMario
GSO:il punto sportivo

MARIA MADRE DELLA CHIESA

Mentre la “Madre Chiesa” si accinge a proclamare beato il papa bresciano Paolo VI, noi ci apprestiamo a celebrare Maria Madre della Chiesa. Proprio 40 anni fa, il 12 ottobre, l’edificio, che accoglie la nostra comunità per le celebrazioni, veniva dedicato a Maria Madre della Chiesa. In diocesi di Brescia è la prima e unica chiesa con questo titolo, per la semplice ragione che il titolo è nuovo e dovuto proprio a papa Paolo VI.
Egli con alcuni vescovi aveva chiesto al Concilio in atto nella 2^ sessione del 1964 di inserire il titolo di “Madre della chiesa” nel capitolo VIII della “Lumen Gentium” sulla chiesa dedicato a Maria.
Il che non è avvenuto per motivi ecumenici e teologico-pastorali. Nel 1965, a conclusione della 3^ sessione del Concilio, Paolo VI, con iniziativa personale, nel discorso del 21 novembre, proclamò Maria Madre della Chiesa e ne espose le ragioni giustificative che si possono riassumere così:
a) la maternità di Maria di Gesù, capo del Corpo Mistico, è la radice della sua maternità spirituale su tutti i membri e sull’insieme del corpo;
b) la Chiesa non è solo un corpo esterno, societario e gerarchico, ma racchiude in sé un’essenza misteriosa, che è l’unione mistica delle anime con Cristo e quindi anche con Maria, che Gesù ha voluto così intimamente associata all’opera della salvezza; e questa include una dipendenza come figli da una madre.
In realtà, il Concilio, se non ha espresso esplicitamente il titolo, ha però enunciato la dottrina che il papa ne porta a sostegno. Infatti, dopo aver parlato della “stretta relazione di Maria con Cristo”, passa a parlare della “stretta relazione di Maria con la Chiesa”.
Sappiamo bene che soprattutto il mondo protestante ci rimprovera di sminuire l’azione redentrice di Cristo, mettendogli a supporto l’azione mediatrice di Maria, quasi che la redenzione di Cristo sia insufficiente per la nostra salvezza.
Ma la Chiesa cattolica precisa che anche Maria è salvata da Cristo, è membro eletto della Chiesa e modello di santità, per tutti i discepoli di Gesù.
Se la veneriamo come Madre, è perché ci stimola, col suo esempio, ad accogliere con piena apertura la Grazia che viene da Cristo, come ha fatto lei.

Don Francesco

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40° Anniversario della Dedicazione della Chiesa Parrocchiale
12 ottobre 1974 – 12 ottobre 2014

12 ottobre, per molti è un giorno come un altro, ma … non per la nostra Comunità!
Perché? Il 12 ottobre 1974 l’edificio “chiesa”, tanto desiderato dai fedeli del nuovo quartiere Casazza, viene dedicato-consacrato a Dio e affidato all’intercessione di Maria Madre della Chiesa, sotto il cui manto viene collocato in modo speciale.
Il Vescovo Mons. Morstabilini presiede la solenne celebrazione e il parroco Don Angelo Zanola può dire completata un’operazione immensa: guidare la giovane comunità dalle “catacombe” dei garages, alla luce di un vero “tempio”!
L’anniversario parrocchiale della dedicazione della chiesa è un’occasione straordinaria, perché raramente si ha l’occasione di assistere a quella celebrazione e sicuramente solo pochi degli attuali parrocchiani hanno avuto l’onore di parteciparvi.
Ma quest’anno ha un significato speciale. Perché?
Sì, lo so… subito viene da dire: è un anniversario senza parroco (non capita molto spesso!). Ma c’è di più, è il 40° !
Si sente dire “la vita comincia a 40 anni!”. Se prendiamo per buona quest’affermazione, dobbiamo ritenere che per la nostra Parrocchia stia per iniziare una vita nuova e probabilmente – scrutando con attenzione i segni dei tempi – possiamo proprio dire che è così.
Dove ci porterà lo Spirito, là sarà il nostro cuore e il nostro agire, per rendere sempre più forte la presenza di Cristo nel mondo.
Divisioni all’interno della comunità ce ne sono sempre state, ma Don Zanola diceva che il motivo per cui mise sotto la protezione della Vergine la Parrocchia fu soprattutto che ”dove c’è la mamma anche se esistono tensioni e spigolosità, presto o tardi si trasformano in atteggiamenti armoniosi e di riconciliazione”.
Nel rito della dedicazione di una chiesa vari sono i momenti della celebrazione con altissimo significato simbolico. Due, in particolare, lasciano “segni indelebili”: l’unzione dell’altare e quella delle dodici croci alle pareti.
Con l’unzione, l’altare diventa simbolo di Cristo che è ed è chiamato l’Unto: “il Padre lo unse di Spirito Santo e lo costituì Sommo Sacerdote perché offrisse, sull’altare della croce, il suo corpo per la salvezza di tutti”.
L’unzione delle pareti interne, invece, significa che la chiesa è dedicata in modo totale e permanente al culto cristiano. Dodici unzioni, in corrispondenza di dodici croci, significano che la Chiesa è immagine di Gerusalemme, la città santa che ha dodici porte e poggia su dodici basamenti (Libro dell’Apocalisse cap. 21). Dodici sono gli Apostoli, fondamenta della Chiesa; dodici sono anche gli articoli del Credo, simbolo della Chiesa una, santa, cattolica, apostolica. Ma l’unzione delle pareti ci ricorda anche che la Chiesa è una realtà che va oltre i confini dello spazio e del tempo: la Chiesa siamo noi che viviamo su questa terra, ma lo sono anche tutti i cristiani che sono già nella beatitudine del Cielo.
Aver dato come titolo alla nostra chiesa “Maria Madre della Chiesa”, vuol dire ricordare continuamente che possiamo confidare nell’intercessione di Colei che fu la prima discepola del Signore e ci precede nella gloria di Dio.
La chiesa-edificio (con la “c” minuscola) è segno visibile dell’unico vero tempio che è il corpo personale di Cristo e il suo corpo mistico, cioè la Chiesa-comunità (con la “C” maiuscola). La chiesa-edificio ci richiama la presenza di Dio, ci raccoglie come fratelli, è il luogo della comune lode a Dio e per il silenzioso incontro con il Signore. La Chiesa, edificata con pietre vive, è popolo redento che si riunisce nell’ascolto della Parola e per celebrare i sacramenti, primo fra i quali l’Eucaristia.
Saremo senza parroco, un po’ irrequieti, con tanti desideri diversi nel cuore, ma le dodici croci che campeggiano su drappi rossi alle pareti della nostra chiesa sono lì a ricordarci le verità alla base dell’essere Comunità.
Buon Anniversario!

Carmine

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Riunione del Consiglio Pastorale

26 settembre 2014
E' stato il primo Consiglio Pastorale presieduto dall'Amministratore Parrocchiale Don Luciano Bianchi, dopo che il 14 settembre si è aperta la cosiddetta "vacanza parrocchiale".
Dopo la preghiera, Don Luciano non ha potuto dare “buone notizie” riguardo la nomina di un nuovo parroco, ma ha presentato alcune sottolineature alla "Lettera per l'anno pastorale 2014-2015" del Vescovo di Brescia, con gli impegni che segnano il cammino diocesano dei prossimi mesi.
- L'Anno Montiniano per far tesoro della ricchezza che la beatificazione di Paolo VI porta con sé.
- La particolare attenzione che quest'anno il Vescovo propone riguardo la "vita consacrata". Le Comunità Claustrali invitano a programmare incontri di gruppi parrocchiali (preferibilmente ragazzi e adolescenti) per far conoscere e apprezzare la scelta della vita religiosa.
- La riflessione sul valore e sulla forma della famiglia nel mondo oggetto del prossimo Sinodo dei Vescovi in ottobre. - Il cammino di preparazione al 5° Convegno ecclesiale nazionale (a Firenze in novembre 2015) sul tema "In Gesù Cristo il nuovo umanesimo". - Il percorso di verifica sull'andamento del piano di Iniziazione Cristiana dei Fanciulli e dei Ragazzi. - L'avvio ufficiale di alcune Unità Pastorali nella Diocesi e il nuovo progetto educativo dell'oratorio.
Don Francesco David ha precisato che sono iniziate le iscrizioni dei ragazzi al catechismo per il quale l'avvio è previsto domenica 5 ottobre.
L'incontro è stato, poi, l'occasione per confrontarsi sulla celebrazione della festa della Parrocchia.
Il segretario

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Famiglie in cammino per scoprire i Cinque Linguaggi dell’amore di Dio


Forse non ti sei accorto che esprimi il tuo amore agli altri attraverso un linguaggio specifico? Qual è il tuo linguaggio dell’amore?
Anche Dio usa con te un linguaggio d’amore particolare: riesci a coglierlo?
Partendo da questi “semplici” interrogativi, ci siamo ritrovati, dal 5 al 7 settembre, per un “week-end in amicizia” al Convento francescano di Rezzato: famiglie, diverse tra loro per formazione, età e anni di matrimonio, ma con il desiderio di confrontarsi – alla luce della Parola – alla scoperta dei linguaggi dell’Amore.
Tutto il percorso è partito dal libro “I cinque linguaggi dell’amore” dello psicologo americano Gary Chapman che schematizza i modi di espressione dell’amore in cinque categorie: parole di rassicurazione, momenti speciali, doni, gesti di servizio e contatto fisico.
Anche Dio nella storia della Salvezza universale e particolare si serve di queste forme di trasmissione ed è stato interessante scoprirlo insieme, attraverso la riflessione di alcuni brani biblici.
E’ stata un’esperienza molto toccante, soprattutto per alcune coppie che hanno potuto scoprire aspetti del coniuge che non avevano in passato preso in considerazione e molti hanno potuto riscoprire quei meccanismi di sintonia ed empatia che sono alla base del cammino di famiglia.
Com’è nel nostro stile, non ci sono stati “maestri” ad impartire lezioni, ma nella condivisione delle rispettive esperienze abbiamo soffermato l’attenzione sui modi di espressione dei nostri sentimenti.
Scoprire quale linguaggio adoperiamo e qual è quello dell’altro ci ha aperto orizzonti nuovi, anche nella relazione con il Signore.
Abbiamo riflettuto e pregato insieme, ma soprattutto abbiamo convissuto momenti straordinari di ordinarietà: nel gioco, nel preparare il pranzo, nello stare a tavola, nel mettere semplicemente a disposizione degli altri il nostro modo di esprimere amore.
A partire dal 18 ottobre – e, poi, ogni secondo sabato del mese - riprenderanno i nostri incontri in oratorio che, secondo lo schema che abbiamo sempre seguito, cercheranno di essere un aiuto a “camminare insieme” per essere famiglia, per vivere da famiglia, per condividere quello che la Parola di Dio suggerisce nella riflessione comune.
Non è un cammino chiuso, non è un momento di gruppo per “giovani sposi”, ma un’occasione di incontro per imparare ad ascoltarci e ad ascoltare insieme la Parola.
Ma non finisce qui! Continuiamo l’esperienza di gestione-animazione del bar dell’oratorio per una domenica al mese, con tanta voglia di coinvolgere molte famiglie, in un’esperienza oratoriale piacevole e serena.
L’invito per tutti è di ritrovarsi e camminare insieme…!
Famiglie in cammino

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INIZIO “CAMMINO DI FEDE” - CATECHISMI

I catechisti ricevono domenica 5 ottobre il "mandato" e prendono slancio per il nuovo anno catechistico che va ad aprirsi con grande fiducia e con le problematiche di sempre.
Il "nuovo" piano di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi (ICFR) quest'anno - per volere del Vescovo - è oggetto di un'attenta verifica che ha come obiettivo la correzione e l'arricchimento di quanto vissuto in questi primi anni di attuazione.
Attraverso dei questionari verranno raccolti pareri, suggerimenti, proposte per trovare le vie più efficaci per la trasmissione dei valori del Vangelo, consapevoli che il contesto in cui operiamo non è favorevole. Il Vescovo ci invita ad essere fedeli e gioiosi nell'offrire a tutti il dono dell'amore di Dio, portando la proposta cristiana nel modo più chiaro e più completo possibile.
Ma ci avverte che nessuno può pensare che esista una soluzione perfetta, capace di garantire la fede dei ragazzi che crescono.
Per questo è importante che tutti contribuiscano a rendere la proposta catechistica per le nuove generazioni il più possibile adeguata a rispondere creativamente alla sfida che il mondo contemporaneo pone alla fede.
I catechisti scendono in campo cercando di coinvolgere anche "forze fresche", ci saranno, perciò, alcuni giovani che hanno dato la loro disponibilità a testimoniare la loro fede ai più piccoli.
I genitori che riconoscono nel percorso di catechesi un valido supporto nella formazione umana e cristiana dei propri figli si faranno partecipi sostenitori del cammino.
Tutti gli altri hanno il compito non meno importante di seguire con la preghiera le attività rivolte alle nuove generazioni e con la testimonianza far vedere come è bello essere amici di Gesù ad ogni età.
La Redazione

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Il saluto della Comunità a Don GianMario Biemmi

Brescia, 14 settembre 2014
Carissimo Don GianMario, è il momento dei saluti.
Sappiamo che avrebbe preferito congedarsi quasi in silenzio, ma non si poteva fare diversamente, perché tante persone di questa Comunità le vogliono bene.
E quando ci si vuol bene – insegna papa Francesco – si usano le parole “grazie” e “scusa”. Per questo motivo, innanzitutto, la ringraziamo per i quattro anni di servizio pastorale nella nostra parrocchia e, ringraziamo il Signore per averci fatto vivere insieme questo intenso cammino.
Le chiediamo scusa se le incomprensioni a volte ci hanno allontanato, ma direi che oggi deve essere il giorno in cui le fatiche di questi anni vengono affidate allo Spirito Santo affinché le purifichi: perché, in Dio, tutto è grazia!
- Quattro anni sono forse pochi, ma sono stati sufficienti per lasciare nella nostra Comunità la sua impronta di sacerdote, custode del popolo che il Signore le ha affidato.
- Quattro anni fa ha accettato l’invito del vescovo ad essere guida di questa parrocchia e ora, nel lasciarla, ci consolida nella consapevolezza che, quando si cammina insieme, si diventa più forti e più uniti, avendo presente che "tanti sono i carismi, ma uno solo è lo Spirito che li dispensa".
- Quanti hanno colto la sua profonda sensibilità, la ricorderanno come il fratello con cui confrontarsi, da cui ricevere conforto, che ha insegnato a pregare ricercando la pace interiore.
- In questi anni ci ha donato a piene mani il suo amore per la Terra Santa, quel luogo dove la “Tenerezza di Dio ha fatto irruzione”: ce l’ha resa - direi - "presente" con i costanti riferimenti geografici nelle omelie.
Soprattutto, saranno ricordati i pellegrinaggi in quei luoghi, che l'hanno vista impegnata come guida competente, perché hanno inciso profondamente nella fede di coloro che vi hanno partecipato.
- Non dimenticheremo certamente il suo impegno riguardo al teatro e agli ambienti del nostro oratorio che oggi, anche grazie alla sua azione, sono funzionali e più ordinati.
- Resterà l’affetto che ha mostrato verso i più piccoli e nei riguardi di tutti i gruppi operanti in parrocchia e l’amicizia verso le attività di pastorale familiare.
- Resterà quella particolare attenzione al decoro della Casa di Dio che è diventata caratteristica della nostra chiesa.
- Ricorderemo le "cene povere" con cui ci ha invitato a vivere nella sobrietà e ci auguriamo di riuscire a "trasformare il nostro cuore di pietra in un cuore caldo e di carne", sempre più simile a quello di Dio che in tante occasioni ci ha presentato come "padre dal cuore di madre“.
- Ecco, in circostanze come questa, le parole non riescono mai a dare il senso completo dei sentimenti che ciascuno prova.
Ma riponiamo nella preghiera tutto quanto non riusciamo a dirci adesso.
- Ma non pensi di liberarsi tanto facilmente di noi!
Perché siamo sicuri di occupare ormai stabilmente un angolo del suo cuore. Quindi, le chiediamo di sentirci uniti a lei in Cristo dovunque si troverà a celebrare l’Eucaristia o quando camminerà per le colline della sua amata Franciacorta.
- Uniti ci affidiamo all'intercessione di Maria Madre della Chiesa, affinché nei luoghi e nei modi che il Signore vorrà non abbiamo a smettere mai di seguire Gesù il Maestro e, sostenuti dalla forza dello Spirito, sappiamo essere sempre testimoni del grande amore di Dio.
Grazie Don.
La Comunità della Parrocchia
“Maria Madre della Chiesa”

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Saluto a don GianMario

di Cesare
14/09/2014

Mi è difficile, oggi,
descrivere lo stato d’animo mio
e, permettimi, della Tua Parrocchia,
di quella viva
che ha vissuto accanto a Te,
ma anche di quella che, forse,
vive questo momento
in un’apparente indifferenza,
ma che si è posta,
in questi mesi, molti interrogativi.

Abituato da Te, a confrontarmi ogni giorno
con la Parola di Dio,
non so perché l’annuncio delle Tue dimissioni
mi ha portato immediatamente
al Vangelo di Luca (24,13-35)
che narra dei due discepoli di Emmaus,
di come Gesù si è accostato ai due,
forse in fuga da Gerusalemme, per paura.
Gesù, dice Luca,
«si accostò e camminava con loro.
Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo».

Anche Tu, con molta delicatezza e finezza,
quattro anni fa, Ti sei accostato
ad ognuno di noi.
Hai compreso le nostre paure,
le nostre ansie, i nostri dolori
e li hai fatti Tuoi
ed hai camminato a nostro fianco,
spesso in silenzio,
ma sempre delicatamente presente.
La Tua presenza viva l’hanno compresa
tutti coloro che hanno saputo ascoltare
le Tue parole,
ma soprattutto Ti hanno fissato negli occhi.

Per quattro anni hai saputo porre a noi
la domanda di Gesù ai due discepoli di Emmaus:
«Che sono questi discorsi
che state facendo
fra voi durante il cammino?».
Forse qualcuno, don GianMario,
all’inizio del Tuo ministero fra noi,
Ti ha guardato un po’ incredulo e,
come i discepoli di Emmaus,
non Ti ha riconosciuto
come il più bel dono che lo Spirito Santo
ha fatto alla nostra Parrocchia
e ad ognuno di noi individualmente.
Tutti quelli che Ti hanno seguito
hanno riconosciuto in te il “sacerdote”
«allo spezzare il pane»
ed hanno dovuto confessare
che alle tue parole
«ardeva il nostro cuore nel petto».
Sì, don GianMario,
ci hai sempre riscaldato il cuore
ogni volta che ci parlavi di Lui.

Come i due discepoli di Emmaus dovremmo,
di corsa, senza indugio,
andare dai nostri fratelli e gridare con gioia:
«davvero il Signore è risorto»,
e, se abbiamo compreso questo
Ti diciamo che Tu hai portato a termine
la missione durante il tempo
che il Signore Ti aveva assegnato per noi.

Grazie, don GianMario.
Così, semplicemente, grazie!
Non aggiungo altro.
Troppe sono le cose
per le quali dovrei dirti grazie!

Ad multos annos.
Sempre in cammino,
al termine del quale sicuramente
incontrerai il Maestro.

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GSO:IL PUNTO

Stagione 2014/2015

Abbiamo dato il via alla nuova stagione agonistica con l'ormai tradizionale Torneo Casazza di calcio giovanile, disputato in oratorio dal 26 al 28 settembre.
Per tre serate abbiamo ospitato gli appassionanti confronti tra ragazzi di età dai 6 ai 21 anni, suddivisi in 4 categorie. Ed è stata una festa, soprattutto nelle partite disputate dai più piccoli che, incitati da genitori e nonni al seguito, non si sono risparmiati nel dare il loro meglio, divertendosi a prescindere da vittorie o sconfitte (a parte qualche allenatore ospite...).
Un caloroso ringraziamento a quanti hanno messo a disposizione la loro fatica e il loro tempo per dar vita a un'esperienza piacevole per tutti di accoglienza (stand e bar hanno operato a pieno regime) e gioco.
Per le nostre rappresentative è stato il primo test, in attesa di cominciare i rispettivi campionati CSI.
Registriamo quest'anno un ricambio degli atleti che formano le nostre squadre: molti ragazzi hanno scelto di provare il calcio a 11 e, per questo, sono entrati a far parte di squadre che disputano campionati FIGC.
Per quanti preferiscono il nostro "oratoriale" calcio a 7, invece, si aprono le porte di una nuova stagione, di nuovi gruppi di amici, di nuove esperienze di impegno e di svago "all'ombra del campanile".
Numeroso è il gruppo dei Top Junior (giovani dai 14 ai 21 anni) che sono affidati a uno staff di sicura esperienza (Raffaele "Gary", Marino, Simone, Beppe e Luciano). Sono giovani che hanno scelto di fare squadra sotto le insegne del GSO e rappresentano una bella occasione per coinvolgere la gioventù nell'ambito oratoriale.
Molto più ridotto nel numero l'organico degli Under 14 (ragazzi dagli 11 ai 14 anni) che dovranno trovare l'amalgama seguiti da Mirco, Stefano e Francesco, i loro alleducatori.
La squadra degli Under 10 (8 - 10 anni) è quella che nei suoi elementi mantiene, dopo un anno, quasi la stessa fisionomia e gli stessi sono anche gli alleducatori che li accompagneranno nella crescita di gruppo (Stefano "Pepa", Marcello e Sergio). Per i più piccoli (under 8), dopo un assaggio nel nostro torneo, dovranno attendere la primavera per disputare altri incontri ufficiali. Nel frattempo, avranno modo di allenarsi e divertirsi imparando a stare in campo e a prendere confidenza con il gioco di squadra.
Anche il tennistavolo ha aperto i battenti della nuova stagione. Ma non sono cambiate le "buone abitudini" dei nostri pongisti che nella prima prova provinciale hanno conquistato un primo e un terzo posto nella categoria allievi.
Inizia la stagione e ci portiamo avanti con i ringraziamenti! Un sentito grazie a quanti si renderanno disponibili per far sì che i nostri ragazzi possano vivere l'impegno sportivo con quella serenità che deve essere il segno distintivo dello sport in oratorio; da genitori, alleducatori, dirigenti e simpatizzanti ci aspettiamo il massimo sostegno.
La "paga" è quella di sempre: la gioia di servire per lo sport, per l’oratorio.

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