Carissimi.
“Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: Andiamo, dunque, a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere” (Lc 2,15).
Mettiamoci in cammino, anche noi, per imparare a trovare la luce di Dio, per imparare a trovare Dio nell’uomo, per imparare a riconoscerlo in ogni persona che ha bisogno.
Se impariamo ad andare a Betlemme, cioè a riconoscere il volto di Gesù sotto tante apparenze sconcertanti, vedremo anche noi qualcosa della gloria di Dio che si manifesta nelle vicende umane.
La strada che porta a Betlemme è piena di imprevisti e faticosa e ci tocca percorrerla nel buio della notte.
E’ la notte che avvolge il mondo nel quale viviamo. E’ in una notte che nasce Gesù il Salvatore; e in quella notte del mondo continua a nascere.
Dio non è un estraneo, ma qualcuno che vuol farsi vicino a noi.
Si è fatto uomo per rivelarci il suo amore: il Figlio che viene in debolezza, indifeso.
Luce che sconfigge le tenebre.
Luce che da Betlemme ci invita alla speranza, ci invita a camminare, ad andare incontro ad un’avventura di bellezza, verità ed amore.
Buon Natale!
Don GianMario
Il Natale "originale" di Gesù, il Figlio di Dio, si è svolto nel silenzio, nell'indifferenza generale, nella semplicità e nella povertà. I presepi che si moltiplicano in questi giorni dappertutto, ancora riproducono la scena di allora.
Tutta la vita del Figlio di Dio si è svolta nella semplicità, non ha mai cercato l'ostentazione, ma la proposta del bene e della verità nei gesti quotidiani, per dare promozione all'umanità disagiata. Anzi, la pubblicità data al suo agire e al suo insegnamento gli ha nociuto estremamente.
Oggi le feste di Natale sono l'esplosione della pubblicità, l'ostentazione della ricchezza, del lusso e dello spreco. Potrebbe essere la cornice, o "segno" per rivelare la ricchezza di grazia e di redenzione dei poveri e degli umili, portata da Gesù. Ma chi pone attenzione a questa realtà? A questo sfarzo di luci e di regali, spesso inutili, che vogliono coprire le difficoltà economiche di tanti, di troppi, in questi tempi?
Siamo sommersi da notizie e immagini quotidiane di guerre e violenze, di corruzioni e truffe colossali e di crimini spietati. Questa realtà ci viene presentata ogni giorno.
In questi giorni, si affacciano timidamente alle cronache i "premi della bontà" e iniziative di beneficienza, che squarciano il velo su alcune, poche realtà belle e stimolanti.
Poi, per il resto dell'anno tutto tace, ma il bene continua, nel silenzio, nell'indifferenza generale, nella semplicità e povertà dei mezzi il bene continua in tante famiglie che vivono nella serenità e concordia, nel lavoro onesto e faticoso di imprenditori, operai e tecnici, di negozianti coscienziosi, sanitari umani nel curare i malati. Nella ricerca scientifica e tecnologica per il bene della società ecc… ecc… E ancora nel volontariato disinteressato e generoso di innumerevoli persone e associazioni che prestano servizi preziosi là dove le istituzioni non arrivano.
Tutto questo non fa notizia, ma esiste, lo vediamo. Lo vediamo ogni giorno senza meravigliarci troppo, perché … è ordinario. Ma tutto questo è il tessuto della società, il fondamento del domani per tutti. Tutto questo è la speranza per i poveri e disagiati.
Questo è Natale che continua e che va promosso. Questo è celebrare il Natale da discepoli di Gesù.
Don Francesco
Domenica 15 dicembre è una data che resterà nella memoria dei nostri ragazzi del Gruppo Gerusalemme che hanno celebrato per la prima volta il proprio incontro personale, sacramentale con la misericordia di Dio: la Prima Confessione.
Nella semplicità che si addice ai momenti importanti e nella consapevolezza di vivere un tappa fondamentale del percorso di iniziazione cristiana, i ragazzi, accompagnati dai catechisti Paola, Sergio e Giulia e dalle famiglie si sono accostati al perdono divino: hanno sperimentato la gioia di sentirsi accolti dal Padre misericordioso nella “festa del perdono”. Probabilmente, sarà il tempo e il proseguo del cammino che daranno loro sempre maggiore coscienza della forza di questo sacramento: uno strumento dirompente per la vita!
Si renderanno conto di avere a disposizione una potentissima arma di distruzione del male che, infido, può annidarsi nel cuore. Capiranno che – come dice Papa Francesco – “non c’è peccato di alcun genere che possa cancellare dalla memoria e dal cuore di Dio uno solo dei suoi figli” e che “Dio non si stanca mai di perdonare e di accogliere”.
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L’edizione 2013 di “Natale in strada – bancarelle della solidarietà”, svoltasi domenica 8 dicembre, è stata quella che ha goduto del clima meteo più favorevole che memoria di “casazzese” ricordi.
Il freddo si è mantenuto entro il “minimo sindacale”, non riproponendo nebbia, neve, strati di ghiaccio e simili come avvenuto in passato e questo ha sicuramente favorito anche un’atmosfera generale di piacevole condivisione.
Una domenica invernale che, sin dal mattino, ha visto all’opera in via Riccardi una nutrita squadra di volontari che ha “edificato” il mercatino in tempi record… ed è stata la familiarità e la reciproca collaborazione a diffondere una piacevole fragranza nello stare insieme.
Le “attrazioni” (soprattutto per i più piccoli, ma non solo…) sono state di spessore internazionale: baby-dance, ospedale dei pupazzi, laboratorio “come i rami degli alberi”, lettura storie, giochi, recita, canti e la straordinaria carrozza trainata dalla Dora.
Per tutti, tra un vin brulè e un “pane e salamina”, c’è stato modo di incontrarsi, di incontrare le realtà più vive del volontariato che hanno proposto innanzitutto spirito di condivisione e poi gli oggetti simbolo, ormai tradizionali per il nostro mercatino.
Come sempre è stata la festa non tanto del dono da acquistare, quanto del donare! Donare tempo agli altri, donare attenzione, donare un sorriso, una parola, un gesto, donare un po’ di … se stessi e costruire insieme qualcosa di inusuale, bello da vivere.
In questo, la Comunità Hebron è fonte di ispirazione e imitazione straordinaria e lo sanno bene le tante persone che ogni anno si donano per la realizzazione di questa domenica speciale per tutto il quartiere.
Dal cuore nasce il desiderio di esprimere ringraziamenti per tutti, perché protagonisti di una simile manifestazione sono proprio tutti coloro che vi prendono parte a qualsiasi titolo: dal semplice “passante” al responsabile di bancarella…
Il tutto quest’anno con una dedica speciale a chi non è potuto essere presente fisicamente, ma che è stato portato nel cuore da chi con quelle bancarelle esprime la propria solidarietà e vicinanza.
Buon Natale… in ogni strada e in ogni casa!
Incontro di riflessione,
mercoledi, 11 dicembre 2013
Relatrice: suor Kati
L’incontro inizia con la lettura del cap. 2 del Vangelo di Luca, sulla nascita di Gesù.
Lo scopo è quello di farcelo rivivere alla luce dell’oggi e di farci riflettere sui segni presenti in quell’evento.
Suor Kati ripercorre le parole di Luca con un’attenta e semplice capacità esegetica, comprensibile a tutti.
Ci fa riflettere su come Dio abbia scelto di incarnarsi, secondo i canoni della quotidianità, in una famiglia semplice, ma praticante, in un luogo modesto e umile.
Se Gesù dovesse nascere oggi, che luogo sceglierebbe, mi sono chiesta? Forse in una famiglia di migranti, ma pur sempre in una famiglia, perché solo un padre e una madre possono garantire l’amore e le cure necessarie alla sana crescita di un figlio.
Perchè nascere in una mangiatoia?
Era pur sempre un luogo caldo e asciutto e suor Kati ci dice che quella scelta possiamo vederla sotto un altro aspetto: come la mangiatoia è il luogo in cui gli animali si cibano, così Gesù in quella mangiatoia diventa il cibo spirituale offerto a tutti, per la salvezza di tutti, senza eccezione.
Un’altra importante riflessione ci giunge dalla scelta dei pastori: perché sono i primi a ricevere l’annuncio?
Non sono colti, conoscono poco la legge, ma come tutti, in Israele, sono in attesa del Salvatore, un Messia. Questa scelta vuol farci capire che l’annuncio della salvezza è per tutti ed è comprensibile a tutti, dal momento che persino dei pastori sono stati in grado di coglierlo.
Vuol farci capire anche come si comporta Gesù nella vita adulta, quali persone e in che modo saranno da lui avvicinate.
Suor Kati ci fa riflettere sulla reazione dei pastori, che furono presi da timore quando “un Angelo del Signore apparve loro e la gloria del Signore li avvolse di luce”. E’ un timore simile a quello provato da Maria all’annuncio dell’Angelo o provato dai profeti nell’Antico Testamento, è un timore che non è paura, ma semplice stupore, meraviglia di fronte a quello che non ci si aspetta.
Alla conclusione dell’incontro, alcuni dei presenti hanno condiviso il loro pensiero e la suora ha potuto mettere in luce un’altra riflessione: non ci viene richiesto di rispondere a tutti i segni, ma di affinare la nostra attenzione per saperli riconoscere. E’ già grande viverne uno o provare gioia e gratitudine se vediamo qualcuno farsi Cristo per un altro.
Amelia
Incontro di riflessione,
mercoledi, 18 dicembre 2013
Relatrice: dott.ssa Flavia Bolis (giornalista)
La dott.ssa Flavia Bolis, parlando della crisi dei modelli familiari, afferma che questa crisi va ascritta al cambiamento dei rapporti orizzontali – cioè del rapporto di coppia che rappresenta il nucleo originario di formazione della famiglia –, e dei rapporti intergenerazionali – rapporto genitori/figli –.
Il rapporto di coppia subisce, negli ultimi trent’anni, notevoli trasformazioni rese mature dalle mutate condizioni di vita delle donne e dal sorgere, in entrambi i sessi, di nuovi bisogni e nuove aspettative rispetto alla realizzazione di sé nell’ambito del privato e della vita affettiva. Vengono ripensati criticamente i tradizionali ruoli, maschili e femminili, sui quali si fondava la stabilità del modello familiare oggi in crisi.
Le stereotipizzazioni di genere (maschio/femmina) sedimentate nel corso dei secoli, convivono, oggi, con una nuova e diversa idea del maschile e femminile.
Sono sempre più numerose, infatti, le aggregazioni a carattere familiare basate sull’uguaglianza di opportunità, di diritti e doveri tra i coniugi più che sull’asservimento dell’una rispetto all’altro.
Sempre più numerose sono le donne che vogliono dimostrare il loro valore e decidere autonomamente della propria vita. Molto più degli uomini le donne riescono a realizzarsi nel sociale, senza rinunciare alla dimensione affettiva dell’amore e della ricerca di gratificazione relazionale.
Gli uomini, dopo aver vissuto con doloroso senso di impotenza le crisi del proprio ruolo tradizionale, cominciano a tentare strade nuove mostrando anche la loro vulnerabilità, desiderosi di consolazione e protezione.
Anche i bambini sono cambiati in una famiglia cambiata.
Sono cambiate le loro paure, sempre paura di essere abbandonati, ma abbandonati più nel senso metaforico che in quello realistico.
È l’abbandono “orientativo”, legato al sentirsi smarriti nel mondo se privi della costante protezione dell’adulto. E questo, purtroppo, anche quando saranno giovani tra i venti e trent’anni.
La famiglia, per gli italiani, è ancora un punto di riferimento, nonostante il continuo susseguirsi di “scosse” che inseguono senza soluzione di continuità, cambiando nei cittadini la percezione di “futuro”. Quella che stiamo vivendo non è solo una crisi economica, ma anche di valori.
La dott.ssa Bolis chiude la sua ampia relazione appellandosi alla “compassione” [in bresciano: compatìs], nel senso etimologico del termine. Noi, in questi momenti difficili, dobbiamo avere la capacità di soffrire-con (patire-con) chi soffre e gioire con chi gioisce.
Le relazioni interpersonali, anche amicali e affettuose, non devono farci temere, anzi devono incoraggiarci ad essere sostegno affettuoso gli uni degli altri. Papa Francesco continuamente ripete questo concetto!
di Cesare
Mi piace, quando il sole fa capolino, e riscalda un po’ l’aria,
percorrere le strade del mio quartiere
e giungere alle porte della mia chiesa,
entrarvi per salutare un Amico che mi attende con pazienza
e non rimprovera mai i miei ritardi.
Tu mi attendi, Signore. Sempre!
In questo Avvento sono venuto alcune volte in più
per non rendere la Tua attesa, ancora una volta, vana.
Seduto nell’ultimo banco, come il pubblicano,
ho conversato con Te.
Sì, Tu mi hai parlato perché finalmente
ero disposto a tacere e ad ascoltarti.
Almeno queste volte non Ti ho annoiato
con le mie solite preghiere.
Per questo ho percepito nitida la Tua voce
nel profondo del mio cuore agitato.
E la Tua voce mi ha interpellato sui Natali
che ho festeggiato nella mia vita
e che ho condiviso con le persone care.
E Tu, sei andato giù di brutto.
Quasi rattristato mi hai chiesto: «Dopo tutti questi Natali
che cosa è cambiato concretamente nella tua vita, nelle tue scelte?».
Signore, Natale è, e resta, la festa che maggiormente
coinvolge il mio immaginario interiore. Tu lo sai!
Mi rammarica che il confronto con tradizioni
provenienti da altre culture,
per una falsa concezione di rispetto nei loro confronti,
ha messo in sordina la portata salvifica della celebrazione.
Per me il Tuo Natale è sempre una grande opportunità.
So bene che la fede non si riduce
ad appartenenza culturale e sociale.
Devo sentirmi cristiano se faccio del Tuo Vangelo
il metro della mia vita e se riconosco in Te
Colui che rivela il Padre.
Non è un’appartenenza acquisita una volta per sempre,
va sempre ribadita, purificata, convertita, celebrata.
Voglio, e devo, essere onesto! Questa festa
che segna l’inizio della nostra salvezza,
ci è stata scippata – noi consenzienti, se non complici –.
È diventata una gigantesca festa di compleanno
in cui ci si dimentica del festeggiato.
Si celebra la Tua nascita, Gesù,
e ci si vergogna a parlare di Te.
Forse il Natale è da evangelizzare!
Devo avere il coraggio di dire
che la Tua nascita non è una finzione annuale,
di chiedere se e come Tu puoi nascere,
oggi, nella mia povera vita.
Quindi il Natale non è semplicemente una festa gentile
che esalta l’infanzia! Il Natale smentisce il luogo comune,
diffuso, di una Tua presunta assenza dalla nostra storia,
invece sono io il grande assente,
siamo noi uomini i grandi assenti dalla nostra storia.
Ma c’è di peggio!
Il clima natalizio, le luci, le immagini pubblicitarie rassicuranti,
la tradizione del pranzo in famiglia…
Per chi vive in solitudine, o vive una situazione problematica,
per un carcerato o per un ammalato,
per la persona ombrosa
il clima natalizio è insopportabile
e non vede l’ora che questo tipo di Natale finisca.
Il messaggio natalizio è che Tu, Dio,
vieni per farti riconoscere dai poveri,
e proprio i poveri, oggi, vivono il Natale
come il peggior giorno dell’anno.
Forse noi cristiani cattolici,
abbiamo un problema di comunicazione.
Tu mi dici che devo riappropriarmi del Natale,
toglierlo dai linguaggi ambigui delle emozioni
per ridargli consistenza e novità.
Mi devo spalancare alla straordinaria notizia
di un Dio che diventa uomo,
perché l’uomo possa tornare ad essere come Dio.
È quanto Carla e Cesare,
dicendovi Buon Natale,
augurano dal profondo del cuore
a tutti voi, amici lettori.
Era l'alba a Betlemme. L'ultimo pellegrino se n'era andato e la stella era scomparsa. La Vergine Maria guardava dolcemente il Bambino che si era addormentato. Lentamente, cigolando, si aprì la vecchia porta della stalla. Sembrava spinta da un soffio di vento più che da una mano. Sulla soglia comparve una donna anziana, coperta di stracci. Maria sussultò, come se avesse visto una fata cattiva. Gesù continuava a dormire. L'asino e il bue strappavano bocconi di fieno e paglia da un mucchio che avevano davanti al muso e non degnarono di uno sguardo la nuova venuta.
Maria la seguiva con lo sguardo. Ogni passo della sconosciuta sembrava lungo come dei secoli. La vecchia continuava ad avanzare, finchè fu accanto alla mangiatoia.
Gesù bambino spalancò gli occhi di colpo e Maria si meravigliò vedendo brillare negli occhi del bambino e della donna la medesima luce di speranza.
La vecchia si chinò sul Bambino. Maria trattenne il fiato.
La vecchia frugò nei suoi abiti stracciati, cercando qualcosa. Parve impiegare dei secoli a trovarla. Maria continuava a guardarla con inquietudine. Finalmente, dopo un tempo lunghissimo, la vecchia estrasse dai suoi stracci un oggetto, che rimase però nascosto nella sua mano, e lo affidò al Bambino.
Dopo tutti i doni dei pastori che cosa poteva mai essere quel dono misterioso?
Maria vedeva solo la schiena della vecchia china sulla culla improvvisata di Gesù.
Poi la vecchia si raddrizzò, come se si fosse liberata di un peso infinito che la tirava verso terra.
Le sue spalle si sollevarono, il suo capo si elevò, e quasi toccava il soffitto. il suo viso ritrovò miracolosamente la giovinezza. I suoi capelli ridivennero morbidi e lucenti come seta. Quando si allontanò dalla mangiatoia, per scomparire nell'oscurità da cui era venuta, Maria potè finalmente vedere il dono misterioso.
Nelle piccole mani di Gesù brillava una mela rossa.
Quella donna era Eva, la prima donna, la madre dei viventi, che aveva consegnato al Messia il frutto del primo peccato.
Perché ora, con Gesù, era nata una Creazione nuova. E tutto poteva ricominciare.
Bruno Ferrero - "Storie di Natale"
della Corale “La Soldanella” di Villa Carcina
direttore Pasquino Zanotti
Non poteva esserci ospite più appropriato per inaugurare la “nuova vita” del nostro Teatro Parrocchiale della corale “La Soldanella” che, domenica 15 dicembre ha eseguito il Concerto di Natale.
Accogliere questa prestigiosa corale che riesce sempre a proporre una mirabile sintesi tra tradizione popolare, precisione armonica e profondità spirituale dei canti eseguiti è stato il migliore esordio di questa nuova stagione.
La serata che abbiamo vissuto ha regalato grandi emozione, grazie a interpretazioni di elevato spessore tecnico.
Chi ha provato a chiudere gli occhi durante il concerto poteva sentirsi avvolto dalle voci, armonicamente fuse in un equilibrato effetto acustico.
Le argute introduzioni del maestro Zanotti, poi, hanno reso consapevoli i presenti che dietro ogni proposta di canti, anche tradizionali e universalmente noti, è presente un attento lavoro di preparazione, adattamento, armonizzazione e rielaborazione che conferisce quella nota di assoluta originalità che, in fondo, è la caratteristica della corale.
Non è stata da meno la capacità di favorire quella elevazione spirituale, tipica dei concerti natalizi, ma con una forte nota di calore che(non solo climaticamente) si respirava in teatro.
Non possiamo che concludere ringraziando questo splendido gruppo che speriamo presto di ospitare nuovamente, anche perché, dopo due concerti natalizi consecutivi, lo cominciamo a sentire un po’ nostro.
Un armonico buon Natale a tutti!
Il Programma degli “eventi” che si svolgeranno nel Teatro Parrocchiale prosegue nel mese di dicembre: nel pomeriggio di domenica 22 con la festa “Sotto l’albero” e la sera di domenica 29 con il Concerto del Coro dei ragazzi che si sono aggregati grazie alla Consulta giovanile, magistralmente diretti da Narcisse Monga.
Siamo tutti invitati!
Siamo a fine anno ed è il momento di fare un po’ il punto della situazione del nostro aiuto a distanza per i bambini e ragazzi delle Filippine sostenuti negli studi e nella loro formazione anche grazie al nostro Sikat.
Sono arrivati i “plichi” con le ultime notizie, foto, pagelle e tutta la documentazione che ci permette di condividere la vita di quanti sono “figli a distanza” e la loro distribuzione porta sempre emozione e gioia a tutti i sostenitori del progetto.
Bisogna ricordare che, fra i tanti ragazzi affidati alle cure delle Madri Canossiane di Bulhian e Tondo, anche quest’anno qualcuno è “uscito” dal programma di sostegno, o perché ha completato il suo corso di studio, o perché la famiglia ha risolto i problemi economici e riesce a sostenerne i costi senza necessità di aiuto, o perché ha deciso di non proseguire ulteriormente il percorso scolastico.
Per quanti hanno sottoscritto una “adozione a distanza”, pertanto, può esserci stato un cambio per quanto riguarda il ragazzo assistito. Normalmente, viene attribuita l’adozione di un ragazzo che frequenta lo stesso anno scolastico di quello ”andato fuori”. Soltanto nel caso in cui questi abbia concluso il percorso formativo del college, la sostituzione avverrà con un bambino che invece inizia il suo cammino dalle elementari (ciascuno viene informato della situazione del proprio figlioccio).
E’ un’emozione straordinaria quella di chi ha potuto seguire l’intero itinerario scolastico di un ragazzo, vedendolo crescere attraverso le annuali fotografie che vengono recapitate. Dai primi anni, su, su, fino al termine con la conclusiva foto, in cui, indossando toga e tocco, nel giorno di consegna del diploma, raggiunge il traguardo dello studio! E poi… si ricomincia! Si accompagna un'altra “speranza di riscatto” verso una vita formata e dignitosa, nella certezza che il poco che possiamo offrire può realizzare cose grandi, con l’aiuto di Dio (e del Sikat).
Amici del Sikat
Ti auguro tempo
Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guadarlo sull'orologio.
Ti auguro tempo per guardare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita. proposta da Luciana
Anche quest’anno la nostra chiesa presenterà una variegata esposizione di presepi, frutto della ricerca e della genialità dei nostri parrocchiani.
I nostri ragazzi del Catechismo hanno realizzato personalmente le “opere d’arte” per invitare alla contemplazione del mistero della Nascita di Dio sulla Terra.
Potremo ammirarli e, magari, potremo magari scoprire, tra i tanti artisti, qualcuno che nei prossimi anni possa coordinare la realizzazione di un presepio grande che nella nostra parrocchia ha una straordinaria ed inarrivabile tradizione. I materiali più diversi, le rappresentazioni più originali tanto potranno aiutarci a rivivere la realtà sempre straordinaria del Dio-con-noi, oggetto di adorazione e di accoglienza da parte degli uomini di buona volontà.
La Redazione
Sabato 14 dicembre le "famiglie in cammino" hanno fermato la loro attenzione sulla storia di Davide e Betsabea, riflettendo sulla "prova dell'attrazione".
Tutti ammiriamo il coraggio del giovane Davide che uccide Golia, ammiriamo la profondità e l’ispirazione dei Salmi composti da Re Davide, ma restiamo quantomeno allibiti nel leggere il comportamento del grande sovrano quando questi incappa nel grave e duplice peccato che segnerà il proseguo della sua vita: prima l’adulterio con Betsabea, poi l’omicidio di suo marito Urìa.
Il profeta Natan lo metterà davanti alla responsabilità e Davide mostrerà il suo profondo pentimento, ma sulla sua casa regneranno la discordia e la rovina.
Ci siamo soffermati sul momento iniziale della vicenda, in cui i due protagonisti compiono i passi fondamentali: il re che, vista la bellezza della donna, la manda a prendere e giace con lei; Betsabea che accetta l’invito di Davide e poi torna a casa.
Abbiamo riflettuto sul fatto che il comportamento dei due amanti è lontano dalle nostre vite da sposi, ma è la conseguenza di ciò che al giorno d’oggi sembra ritenersi quasi un fatto inevitabile: uomini e donne non possono opporsi all’istinto della reciproca attrazione. Ma il Signore ci indica le nostre responsabilità: siamo persone che decidono e compiono scelte che determinano conseguenze!
Ci siamo confrontati sulla necessità di mettere a punto nel nostro vivere quotidiano “strategie” che allontanino dalle nostre famiglie le tentazioni di cercare alternative al nostro matrimonio che trovano terreno fertile laddove la coppia è finita per scivolare nell’insoddisfazione e nella reciproca indifferenza.
Ogni coppia presente ha condiviso un po' del proprio vissuto, in un animato confronto, dove occasioni, colpe, comportamenti di uomini e donne, portati ad esempio, finiscono per provocare “situazioni pericolose” o giustificare atteggiamenti di comodo.
Ci siamo trovati d’accordo, però, nell’individuare alcune condotte come basilari per fare in modo che il nostro matrimonio, nato come dolce progetto d'amore non scivoli in una realtà amara.
Il dialogo fra i coniugi è il fondamento che dà forza e stabilità alla coppia, ancor meglio se accompagnato dalla preghiera e dalla frequenza alla vita sacramentale.
Ciascun coniuge può anche vivere esperienze diverse (persino lontane) da quelle dell'altro, ma ritrovarsi per confrontarsi e mettere in comune le esperienze permette di camminare veramente insieme come famiglia.
Anche nelle situazioni di maggiore incomprensione, vivere la vita cristiana, partecipando ai sacramenti e all’esperienza di Comunità è la strada da percorrere per sanare le crepe (anche se spesso è difficile).
La stanchezza e le delusioni possono indebolire le difese, ma ricordarsi quale impegno abbiamo posto nelle mani di Dio il giorno del "sì" è l'antidoto cui attingere in caso di bisogno.
Nel prossimo incontro ci verrà proposto di incontrare Acab e Gezabele: la prova della complicità nel male.
Per saperne di più e per condividere "in famiglia", appuntamento in oratorio, sabato 11 gennaio, ore 20.30.
Carmine
(Riduzione da P. Crepaz – Cittanuova n. 23/24 - 2013)
Vasco Rossi canta “cambiare opinione non è difficile, cambiare partito è ancora più facile, cambiare il mondo è quasi impossibile. Si può cambiare solo sé stessi: sembra poco, ma se ci riuscissi, faresti una rivoluzione”. (dalla canzone “Cambia-menti”).
All’inizio di ogni nuovo anno sorge il desiderio di cambiare qualcosa… magari di cambiare sé stessi.
Ma cambiare sé stessi non è cambiare un maglione o cambiare canale, non è cambiare pettinatura o cambiare umore; non è neanche solo andare a piedi o in bici anziché in auto, o mangiare sano e più lentamente o smettere di fumare.
E’ provare a dare spazio a quello che la coscienza ti spinge a fare e non ne hai mai avuto il coraggio; è trovare la volontà di chiedere perdono a chi hai umiliato o dimenticato, magari anche senza volerlo; è comprare un fiore a tua moglie anche se non lo fai da così tanto tempo che ormai te ne vergogni; è scommettere sul valore dei tuoi figli adolescenti che non ti fanno dormire la notte; è perdere ancora tempo accanto ad un anziano che ti fissa con gli occhi assenti o vuole raccontarti per l’ennesima volta la sua storia; è credere che lo sport può ancora educare anche quando i tifosi ormai non si picchiano più fra di loro, ma picchiano i propri giocatori; è distribuire la minestra ai poveri la sera di Natale o il 31 dicembre o in qualsiasi giorno dell’anno, smettendola di pensare che non tocca a te; è comportarti da cittadino attivo, rimettendoti in politica quando ci hai già provato mille volte e sei tornato bastonato e deluso.
E se ancora sei convinto che tanto non serve a niente, che nessuno si accorgerà della differenza, che il tuo contributo sarà insignificante, ricordati le parole del Dalai Lama: “Se pensi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara”. E chissà che tu non faccia la rivoluzione.
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Quella sera del 13 marzo, con un semplice “Buonasera” ha spiazzato tutti e quel silenzio di preghiera ha fermato il cuore del mondo. Quella sera si è riaperta l’attesa nel mondo.
E in tanti si sono fatti la domanda dei primi testimoni di Gesù: “Ma chi è dunque costui?”.
Questa domanda permane ancor oggi, per tanti: sono i giovani che lo vanno ad ascoltare, sono i poveri che, nelle loro periferie, si accorgono di avere un amico che li stima, ma sono anche i tanti che si sentono disorientati per una presenza che li spiazza.
Una persona che annuncia che il cristianesimo è questo: l’avvenimento di Cristo presente che ha un amore infinito per l’uomo, per ogni uomo. Papa Francesco ce lo insegna e ce lo mostra, perché lo vive. E brucia, con la sua presenza, tutte le interpretazioni, di destra o di sinistra, che non riescono a leggere quello che accade.
Ci è chiesto allora di guardare a Papa Francesco con gli occhi della fede e con il realismo della speranza. Attenzione: Non esiste il “Papa dei mass-media”, esiste Papa Francesco che vive l’ansia di comunicare a tutti gli uomini l’amore a Cristo presente. E per chi è disorientato perché non ritrova nei discorsi tanto esaltati dai media la autentica tradizione cattolica, ricordiamo che quello che il Papa insegna si trova nel suo magistero ordinario, a cominciare dalla Lumen fidei. Il resto è un tentativo – in altri tempi si sarebbe detto “ironico” – per toccare il cuore dei lontani.
GSO: il Gruppo Sportivo va in letargo!
In realtà, la pausa invernale quest'anno sarà molto breve per i nostri atleti, perché gli impegni sono ravvicinati e limiteranno al minimo il periodo di inattività.
Sabato 21 dicembre, intanto, ci ritroviamo. Prima intorno alla Mensa, per rinvigorire il nostro impegno ad essere sempre e comunque di Cristo e per ricondurre al vero senso tutta l'attività che allenatori, dirigenti e ragazzi mettono sul campo. Poi, intorno alla tavola, per consolidare la convivialità del "fare squadra" piccoli e grandi insieme.
A proposito di grandi, è stato fatto notare che da tempo non parliamo della squadra Open del nostro GSO… Per farci perdonare, pubblichiamo qui accanto gli ultimi risultati della squadra degli "imperterriti" che, a dispetto di età e impegni familiari, continuano a tenersi in forma con gli appuntamenti agonistici del CSI. La loro classifica è significativa, annoverandoli al primo posto (seppure in comproprietà) al termine del girone d'andata.
Ma torniamo ai piccoli… La squadra Under 12 è attesa dalla "ABE Champions League - Torneo dell'amicizia", che vedrà impegnate al Centro San Filippo di Brescia (il 28-29 dicembre e il 6 gennaio) rappresentative del CSI e della FIGC in un evento dalle finalità sportive e sociali. E' prevista, infatti, una raccolta fondi a favore dell'Associazione ABE che offre ospitalità ai bambini emopatici nel periodo post-trapianto.
Le altre rappresentative giovanili, intanto, si godono la meritata pausa e così Under 10, Allievi e Top Junior, dopo le ultime ottime prestazioni, preparano la ripresa dell'attività.
Non conoscono soste i ragazzi del Tennistavolo che i martedì pomeriggio e il giovedì sera in oratorio si sfidano in appassionanti confronti che riuniscono pongisti di tutte le età, dalla grande passione. Si preparano per le prossime prove regionali e provinciali del torneo individuale e per la seconda parte della stagione del campionato a squadre.
A tutti il GSO augura
un sereno Natale e buone feste!