La Bussola - Casazza
SANTO NATALE 2012
"OGGI... PER VOI"

indice degli articoli:
"Carissimi": il messaggio del parroco
Consiglio Pastorale Parrocchiale
Natale in strada
Natale 2012
Lettera del Vescovo agli sposi e alle famiglie per il Natale 2012
La fede come risposta a Dio che si rivela
Il dono del ragno
Iprofessione perpetua di Victor Còrdova Gonzàles
Sikat: aggiornamento
Esposizione di presepi in chiesa
Concerto di Natale de "La Soldanella"
RistruttORATORIAMOCI
Un logo dai vari significati
Accogliere Gesù
Terminato il Sinodo Diocesano sulle Unità Pastorali
GSO:il punto sportivo

Carissimi,

Con voi e in mezzo a voi, per la terza volta, celebro nella gioia il Natale del Signore Gesù.
Noi che siamo mendicanti di speranza, chiediamo al Signore, alla sua potenza e al suo amore, d'entrare nel profondo del nostro cuore e di accendervi una speranza viva, una grande forza d'amore. Nel presentarci davanti al Signore, gli chiediamo, con umiltà, di purificare il nostro cuore da tutti gli egoismi che lo ingombrano.
Un mistico tedesco del XVII secolo ha scritto: "Se anche Cristo nascesse mille volte a Betlemme,ma non nascesse in te, saresti perduto". Queste parole possono aiutarci a trovare l'atteggiamento giusto del cuore per vivere bene il Natale.
E' certo necessario rivolgere l'attenzione al passato, a quanto avvenne a Betlemme più di duemila anni fa e, per questo la tradizione insegna a valorizzare il presepe che vorrebbe riprodurre l'antica scena con Gesù, Maria, Giuseppe e i pastori. Senza questo legame col passato, non c'è Natale, oppure il Natale diventa un'idea aerea, forse elevata, ma inconsistente.
Ma non basta. E’ necessario anche che l’attenzione si rivolga al presente, a noi e alla nostra esistenza, al nostro mondo e ai suoi problemi.
Nel Vangelo di Luca, l’angelo disse ai pastori: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia” (Lc 2,10-13).
“Oggi… per voi…” Queste parole sono rivolte certamente ai pastori, ma anche a noi.
Sì, Dio è diventato solidale con noi, assumendo la nostra natura umana; noi possiamo diventare solidali con Dio attraverso la fede, cioè accogliendo, con stupore e riconoscenza, il dono dell’amore di Dio per noi.
L’amore di Dio, iscritto nel cuore del mondo fin dall’inizio della creazione, si è fatto visibile, gli uomini l’hanno potuto vedere a Betlemme e sulle strade della Palestina. Questo è un amore che rimane per sempre, perché il tempo non lo corrode e non lo indebolisce.
Celebriamo il Natale non spenti nel ricordo nostalgico di un avvenimento suggestivo del passato, ma dal desiderio di ricevere “oggi” il dono dell’amore di Dio, d’innestare “oggi” la nostra vita nel cammino verso la pienezza di quella vita.
Troppi sono i surrogati al bisogno di significato che portiamo nel cuore, troppi illusionisti offrono apparenze come se queste fossero capaci di colmare il vuoto.
Il Natale ci dice: la tua vita è preziosa, non buttarla via; non cercare il suo significato lontano: è nella tua stessa vita che puoi trovare la gioia, basta che tu sappia riconoscervi la chiamata di Dio che ti ama.
Buon Natale a tutti

il vostro parroco,
Don GianMario

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CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE

Martedì 4 dicembre, si è riunito il Consiglio Pastorale Parrocchiale che, dopo aver fatto il punto sugli eventi che caratterizzano quest'anno il tempo d'Avvento in Parrocchia, si è soffermato su un argomento sempre urgente, sempre importante, sempre fondamentale: la Pastorale giovanile.
La riflessione è partita ponendo l'interrogativo: ogni attività oratoriale ove sono coinvolti i giovani ha una valenza valoriale cristiana?
E' iniziato il confronto tra i presenti e sono state avanzate interessanti proposte per apportare alcune modifiche (anche piccole) al contesto degli ambienti dell'oratorio, concordando sulla necessità di allestire uno spazio ancora più accogliente e funzionale alle esigenze emerse.
Ma è stato anche affermato con chiarezza che è prioritario, al momento, sensibilizzare la Comunità, affinché ci sia la disponibilità di persone ad essere presenti in oratorio al pomeriggio e anche la sera, quando è frequentato da un alto numero di giovani.
Si concorda sul fatto che per l'oratorio l'organizzazione degli spazi ha la sua importanza, ma prima serve programmare l'aspetto educativo e quello della testimonianza della fede.
E' vero che quegli ambienti rappresentano un luogo in cui l'aggregazione giovanile incontra e vive valori "umani" in maniera comunque diversa da altre realtà, ma non possono essere solo luogo di svago.
Per fare questo, però, occorre la disponibilità di genitori che collaborino con il Parroco, che assicurino una presenza assidua e costante nello stare vicino ai giovani e "accompagnarli".
Molti dei presenti hanno indicato come necessaria una figura di riferimento (come era il curato un tempo) che svolga il ruolo di educatore, che sia formato e che sappia leggere il vero bisogno che i giovani esprimono.
Alcuni hanno indicato come importante il fatto che tale ruolo sia ricoperto da una persona della Parrocchia, che abbia un progetto educativo e formativo per i giovani, che abbia competenza, passione per l'azione educativa, tempo da dedicare.
Il rischio, però, è quello di prevedere solo astrattamente le corrette azioni da mettere in campo e concretamente di fare solo "accademia", con scarsi risultati pratici; anche perché è estremamente difficile per tutti dare disponibilità in termini di tempo.
Il Consiglio Pastorale ha accolto con favore la proposta di interessare quante più persone possibile, ricordando che comunque tutta la Comunità va continuamente coinvolta, perché un progetto educativo può realizzarsi solo come espressione di una realtà di amore diffuso e condiviso.

Il Segretario

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NATALE IN STRADA

“Natale in strada - bancarelle della solidarietà”, come ogni anno, è stata l’occasione per fare festa nel modo più spontaneo e consueto possibile: incontrandosi per strada e mettendo sul banco un po’ della nostra vita.
Tanti o pochi che siano stati, quanti si sono offerti di animare la giornata di domenica 16 dicembre hanno vissuto una forte esperienza di condivisione.
Il freddo non fa’ più paura a chi già in passato ha sfidato le temperature artiche di via Riccardi nelle scorse edizioni. E così dalle 8 del mattino i primi volontari hanno cominciato a sbracciarsi, allestendo gazebo, tavoli, stufe, luci e tutto quello che ha reso straordinario l’appuntamento.
La straordinarietà è data dallo spontaneo passaparola che ogni volta si innesca quando si dà vita a questo evento.
Sicuramente il merito della riuscita di questa “gara di volontariato” è la Comunità Hebron, dove l’amore per Cristo nel prossimo non viene proclamata a parole, ma viene fatta toccare con mano.
Non servono discorsi per trasmettere quello spirito di servizio, generoso e fecondo che diventa contagioso nei confronti di chi anche solo occasionalmente viene a contatto con la “casa” di via Riccardi.
Quindi, è doveroso un “grazie” a chi ha permesso di vivere una domenica di serena fraternità: ciascuno con il suo contributo.
Tutti determinanti nel rendere presente e tangibile il senso di festeggiare il Natale, ponendo attenzione a vedere Gesù presente, vicino, accanto.
Al prossimo anno e… Buon Natale!


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NATALE 2012

di Cesare Filippini

Signore, un altro anno è trascorso e,
puntuale, arriva il tuo compleanno.
Io sono portato a pensare alle molte occasioni perdute,
a questo anno sprecato e, quello che è peggio,
non so che cosa fare, come comportarmi, come giustificarmi.
Però sento il bisogno di parlare e, per me,
il Natale è l’occasione più propizia per parlare.
E parlo!

E mi lamento con Te perché vedo
che dopo due millenni dalla Tua venuta
l’uomo è sempre contro il suo simile,
perpetra massacri di bambini innocenti,
guerre per il possesso della terra,
stragi per motivi religiosi,
donne violate ed uccise nelle loro stesse famiglie.
Tutti questi Natali non ci hanno insegnato nulla!

Inoltre, tante volte Ti incontro,
ma non voglio perdere il tempo con Te.
Hai fame e non ti do da mangiare,
hai sete, sei nudo, sei straniero, sei drogato,
sei ammalato, Ti prostituisci e non mi muovo a pietà,
anzi qualche volta rido di Te.
E sempre solo a Natale rifletto su queste verità.

Non aver fretta, Signore,
e non lasciarmi in questa angoscia,
dammi il tempo di spiegarmi per liberarmi dai fantasmi
che mi possiedono e riempiono la mia vita.
Ti dicevo, Gesù, che da un Natale all’altro
non Ti ho dato nulla. Nulla!
Non ho dato niente a chi moriva di fame,
quindi alla loro morte ho contribuito anch’io.
Se vuoi proseguo, e posso parlarti
dei vecchi, delle persone sole, dei profughi,
degli ammalati, degli handicappati, degli schiavi
(lo sai, Signore, che ce ne sono ancora tanti?),
e dei tiranni..., scusami,
stavo per scrivere “politici grassi e strafottenti”,
ma, appunto, siamo a Natale…
La Tua voce mi dice:
«Basta! Hai parlato abbastanza!
Ora devi pregare, sì, pregare».
Come vedi ho la sfrontatezza di mettere in dubbio
le Tue capacità, come se Tu non sapessi
come vanno le cose quaggiù.
La mia paura è data dalla certezza
che ci ricascherò,
ed il prossimo Natale risentirai, quindi,
le mie solite “lamentazioni”…
Ma Tu mi rassicuri e mi sussurri
che da solo non ce la farò mai,
ma che sbaglio se penso di essere solo e mi dispero
e mi sussurri che non serve aver paura di sbagliare.

Natale non è una scena
che si avvera solo nel presepio,
ed in esclusiva per i pastori o per i magi.
Tu nasci ogni volta che io ti cerco.
Natale è l’occasione!
Ed ogni volta che cerco la Tua compagnia
Tu mi precedi ed allunghi la Tua mano
per prendere la mia,
perché vuoi che camminiamo insieme
verso Betlemme e poi verso Emmaus.

Ora permettimi, Gesù,
di formulare gli auguri di Buon Natale
a don GianMario, mio Parroco ed amico,
guida sicura e profetica della nostra comunità,
Buon Natale ai sacerdoti dimenticati,
Buon Natale ai sacerdoti che sono ammalati
nell’anima e nel corpo,
Buon Natale ai sacerdoti che si dibattono nella solitudine,
Buon Natale ai sacerdoti che non hanno più certezze
riguardo la loro vocazione.
Infine, Buon Natale a Carla, a Giada, a Gianluca e a Laura.
Buon Natale a tutti, anche a quelli
che hanno deciso di perdere cinque minuti
a leggere queste righe.

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LETTERA DEL VESCOVO AGLI SPOSI E ALLE FAMIGLIE PER IL NATALE 2012

La memoria viva della venuta del nostro Salvatore nel santo Natale, mi offre l’occasione, ancora una volta, di entrare nelle vostre case e sostare con voi in contemplazione dell’amore di Dio, espresso nella piccolezza e nella fragilità del bimbo di Nazareth.
E’ un anno speciale quello che abbiamo iniziato, caratterizzato dall’evento del Sinodo diocesano sulle Unità pastorali e dal forte invito di Benedetto XVI a rinnovare la nostra fede. (...)
Le vostre case, fatte di legami di comunione e di amore, abitate dal sorriso e dalle lacrime, possono diventare ancora una volta luogo ospitale per Gesù, grembo fecondo di crescita e di testimonianza cristiana. Si tratta di una bella occasione per rivedere i legami fondamentali che vi caratterizzano, quelli di sposi e di genitori, confrontandoli sulla roccia solida di Cristo. Una cosa vi deve dare speranza: anche se le fragilità umane e l’insistenza del maligno provocano molti dolori, il Signore non ritira mai le sue promesse e nessun figlio rimane mai solo.
Allora, se Dio crede in noi, chi siamo noi per disperare del futuro?!
Carissimi sposi e genitori, ho bisogno del vostro esempio per nutrire la speranza di questa Chiesa bresciana, per percorrere veramente la strada di una nuova evangelizzazione.
Così, voglio condividere con voi alcune certezze che insieme siamo chiamati a rinnovare…
La vita
C’è bisogno di riconoscere con maggiore forza e chiarezza che la vita è, prima di tutto, dono di Dio. Come tale va accolta e alimentata, secondo l’integralità di ogni persona (nel corpo e nello spirito), curandone le fragilità e accompagnandola in ogni momento e situazione. (...)
Per noi cristiani generare alla vita è già, in certo qual modo, generare alla fede ed educare è amare la libertà nella ricerca della verità che il Creatore ha impresso in ogni cosa.
La comunione
(…) Ritornate a pensare alla grandezza della vostra vocazione!
Divisioni e dissidi non fanno la felicità e non portano a Dio: c’è bisogno di riascoltare, di testimoniare lo slancio di comunione e di pace che il Natale produce in tutta l’umanità.
Gesù bambino rappresenta uno smisurato atto di fiducia di Dio verso ciascuno di noi e, oggi più che mai, la Chiesa di Brescia ha bisogno della vostra capacità di fare comunione, di costruire comunità solidali e pacifiche, di servire il Vangelo.
La fedeltà
Voi famiglie siete portatrici di una chiamata originale e originaria per insegnare a crescere nella capacità di fidarsi e di affidarsi, nell’accompagnare cioè persone degne di fiducia. Le esperienze della coniugalità, genitorialità e figliolanza sono fondamentalmente espressioni diverse di un’unica fiducia esistenziale, di un radicale affidamento all’altro per il bene di ciascuno e di tutti: vivo perché mi fido di te, ma ancor prima perché sono affidato a te!
La misericordia e il perdono
La misericordia e il perdono sono caratteristiche principali dell’identità e dell’agire salvifico di Dio in Gesù Cristo; essere cristiani significa sperimentare l’amore divino e testimoniarlo in tutte le relazioni, mettendo maggior impegno nei legami fondativi, come quelli familiari. Noi crediamo che sia possibile perdonare ogni offesa ricevuta, ogni tradimento subito, memori della consegna di Gesù col segno della lavanda dei piedi. (...)
Carissimi sposi e famiglie, augurandovi di cuore un santo Natale, spero che insieme possiamo accogliere di più e meglio Gesù che viene, rinnovando la nostra fede e restituendo bellezza al nostro vivere quotidiano tra le stanze della vita familiare. Con Lui in casa avremo sempre qualcuno in cui credere e a cui affidarsi!

Buon Natale,
Luciano Monari

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LA FEDE COME RISPOSTA A DIO CHE SI RIVELA
Incontri di Riflessione con Don GianMario
3 – 10 dicembre 2012

Giovedì 11 ottobre, il papa Benedetto XVI ha dato solennemente inizio all’Anno della fede, rivolgendo un invito esplicito alla nuova evangelizzazione.
Egli ritiene che in questo momento "la cosa più importante sia ravvivare in tutta la Chiesa quella positiva tensione, quell’anelito a riannunciare Cristo all’uomo contemporaneo. Se oggi la Chiesa propone un nuovo Anno della fede e la nuova evangelizzazione è perché ce n’è bisogno!". Negli ultimi decenni è avanzata una “desertificazione” spirituale, si è diffuso il vuoto, ma è proprio a partire dall’esperienza di deserto che si può riscoprire la gioia di credere.
“Ecco allora come possiamo raffigurare questo Anno della fede: un pellegrinaggio nei deserti del mondo contemporaneo, in cui portare con sé solo ciò che è essenziale: non bastone, né sacca, né pane, né denaro, non due tuniche, ma il Vangelo e la fede della Chiesa, di cui i documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II sono luminosa espressione”.
Anche la nostra Comunità Parrocchiale è invitata, allora, a vivere l'anno della fede, con la consapevolezza che ci viene offerto un tempo particolare di grazia. La fede ha bisogno di essere ripensata e vissuta con sempre maggiore convinzione, coraggio ed entusiasmo perché a quanti incontriamo sia offerta una parola di speranza e uno sguardo di amore.
Don GianMario ha condotto, in due serate, una profonda riflessione sul senso della nostra fede, dal tema "LA FEDE COME RISPOSTA A DIO CHE SI RIVELA".
Tra tutte le domande che Gesù pone alle persone che incontra, una rimane la più importante. E' quella rivolta ai suoi discepoli a Cesarea di Filippo: "Ma voi, chi dite che io sia?". La risposta chiara e decisa di Pietro, anche a nome degli altri, fu: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!"
Anche noi, oggi dobbiamo farci interpellare da quella domanda che, in realtà, ne veicola delle altre che dobbiamo porre con sincerità a noi stessi: Credo in Cristo? Credo che nulla di più bello poteva capitarmi che divenire cristiano?
E ancora: con la fede vivo meglio il dolore? La mia speranza si vede? E' una speranza che contagia?
Queste domande chiedono, forse inconsciamente, a Cristo stesso: "Tu chi sei?". O addirittura in maniera più dura: "Chi pretendi di essere?".
L'uomo ha bisogno di Dio. Il desidero di Dio è inscritto nel cuore dell'uomo. L'uomo è fatto per andare oltre l'umano, per trovare in Dio il significato del suo essere uomo. Ma non può conoscere Dio solo attraverso le proprie forze o capacità.
L'uomo cerca Dio con il pensiero, con la filosofia, con la scienza, con la poesia. Ma da solo non riesce a raggiungerLo. E quel Dio, che l'uomo desidera ma non può comprendere da solo, si è rivelato all'uomo.
Dio ha rivelato il suo volto in Gesù di Nazareth. E' venuto ad abitare in mezzo a noi, perché lo potessimo conoscere e amare!
L'anno della fede, allora, diventa un invito a riscoprire e ad annunciare nuovamente la semplicità di fede. Dio è il vero e ultimo contenuto della nostra fede. E in questo senso la fede è molto semplice.
Possiamo credere in Dio, perché Dio ci tocca, perché egli è in noi e perché egli anche dall'esterno si avvicina a noi. Solo lui può essere la perla, per la quale noi vendiamo tutto il resto. Dio solo basta. Chi trova Dio, ha trovato tutto.
Katia

 

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IL DONO DEL RAGNO
Perché si mettono dappertutto fili luccicanti

tratto da "Storie di Natale" di Bruno Ferrero

Non tutti erano felici, quando nacque Gesù. Un uomo era furioso e sconvolto.
Il re Erode, che governava la Palestina per conto dei Romani, era morso da una dissennata gelosia. Aveva sentito dai Magi che a Betlemme era nato un re. Immaginò un piano feroce: uccidere tutti i bambini della città.
I soldati di Erode portarono terrore e dolore in molte case felici.
Giuseppe e Maria presero il Bambino Gesù e si incamminarono in fretta verso l’Egitto.
La sera del primo giorno di fuga, stanchi e affamati, cercarono rifugio in una grotta.
Faceva freddo, tanto freddo che la terra era bianca di brina.
La famigliola si sistemò come poté in un angolo. Stavano stretti stretti, per scaldarsi un po’. Di accendere il fuoco non si parlava nemmeno. Si sentivano in lontananza galoppare i cavalli dei soldati.
Giuseppe e Maria credevano che nessuno li avesse visti.
In realtà un testimone c’era.
Un piccolo ragno dondolava attaccato ad un filo proprio all’entrata della grotta.
Quando il ragno vide il Bambino Gesù, desiderò molto fare qualcosa per lui. Sapeva che tanti animali fortunati avevano potuto fargli il loro dono.
Decise di fare la sola cosa che poteva fare un ragno: tessere la sua tela di fronte all’entrata della caverna, per fare una bella e delicata tendina.
Improvvisamente, lungo il sentiero, venne un drappello di soldati di Erode.
Cercavano il bambino per ucciderlo. Quando giunsero alla grotta, stavano per entrare e perquisirla, ma il comandante notò la ragnatela.
La brina bianca l’aveva ricoperta e sembrava una serie di trine stese a chiudere l’entrata della grotta.
“Lasciate stare” disse il comandante. “Non vedete che c’è una grossa ragnatela intatta?
Se qualcuno fosse entrato nella grotta l’avrebbe certamente rotta!”.
I soldati passarono oltre.
Così un piccolo ragno salvò la vita a Gesù facendo l’unica cosa che sapeva veramente fare: tessere la sua ragnatela.
Per questo, ancora oggi, mettiamo “baffi” e frange scintillanti sugli alberi di Natale e nelle case.
I nastri scintillanti rappresentano i fili della ragnatela, bianca per la brina, indorati dai raggi della luna, che stavano all’entrata della grotta sulla via dell’Egitto.
E ricordiamo il dono del ragno che salvò la vita a Gesù.

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PROFESSIONE PERPETUA DI VICTOR CÒRDOVA GONZÀLES

Per la cronaca, i padrini di crocifisso di Victor sono stati i coniugi Gatti, in rappresentanza della nostra Parrocchia ed è bellissimo il messaggio che abbiamo ricevuto qualche giorno dopo e indirizzato a tutta la comunità:
“Cari amici la vostra presenza in questo giorno speciale per la mia vita, è stata molto significativa, ricordatevi che siete mie padrini di crocifisso: grazie per avere fatto festa insieme a noi.”
Tutta la cerimonia è stata documentata da Andrea, eletto a sorpresa fotografo ufficiale. Zapponi junior ha stupito tutti, dimostrando un talento naturale nel saper cogliere gli attimi significativi della cerimonia. Davvero bravo. Pochi scatti, ma efficaci….
Al termine della funzione, siamo stati accolti dalla generosa e ospitale comunità filippina e abbiamo festeggiato nei locali adiacenti alla chiesa con un ricco banchetto di piatti tipici.
Dopo i buonissimi dolci (specialmente la torta) la festa è giunta al termine. Con un filo di malinconia abbiamo salutato il nostro fratello Victor ed il suo sorriso.
La scelta consapevole e gioiosa di fare il missionario lo porterà dove vorrà Dio…
Confidiamo che, come dice il proverbio, il mondo sia davvero piccolo, per poter riabbracciare presto il nostro caro amico e fratello Victor, ma è giusto che anche altre persone abbiano la fortuna di conoscere una persona tanto speciale.
BUENA SUERTE HERMANO, che il Signore sia con te!
Sally, Luisa, Federica, Flavio, Stefano, Andrea, Luigi, Roberto, Sandro, Claudio e Marco

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SIKAT - aggiornamento

Ai tanti sostenitori del progetto “Sikat” devo comunicare che per vari motivi ci sono stati ritardi nell’arrivo dalle Filippine delle notizie relative ai “nostri ragazzi” .
I documenti, le lettere e le comunicazioni sono giunte soltanto sabato 8 dicembre e presto avverrà la distribuzione del “materiale” a quanti ci sono stati vicini quest’anno.
Dobbiamo registrare l’uscita di otto ragazzi dalla nostra assistenza, poiché hanno terminato il ciclo di studi, ma il loro posto è stato prontamente occupato da altri bambini che iniziano il loro percorso e avranno bisogno di tanto affetto e sostegno.
Stiamo organizzando il tradizionale momento di incontro in parrocchia che, salvo imprevisti, anche quest’anno si terrà nel mese di gennaio e ne sarà data tempestiva comunicazione.
Ringrazio tutti per la pazienza e per la collaborazione.

Piero

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ESPOSIZIONE DI PRESEPI IN CHIESA

Ci sono tanti modi di realizzare presepi e ci sono tante maniere per metterli in esposizione per invitare alla contemplazione del mistero della Nascita di Dio sulla Terra.
Quest’anno la nostra chiesa parrocchiale presenterà non presepi realizzati secondo la visione dei vari popoli del mondo, ma quelli frutto dell’ingegno, dell’opera e del sentimento dei nostri fanciulli.
In gruppo, da soli, a casa o in oratorio tanti ragazzi hanno espresso la loro idea del Natale, usando i materiali più disparati, per lo più poveri, come si addice a chi viene posto in una umile mangiatoia.
Apprezzeremo nel corso delle vacanze natalizie queste vere e proprie “opere d’arte” che tanto potranno dirci su come rivivere dopo duemila anni la realtà sempre straordinaria del Dio-con-noi, oggetto di adorazione e di accoglienza da parte degli uomini di buona volontà.
La Redazione

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CONCERTO DI NATALE

Nella nostra chiesa
il Concerto della Corale “La Soldanella”
di Villa Carcina - direttore Pasquino Zanotti

Una serata all’insegna delle vibrazioni più intense. Questo è stato il concerto ospitato, venerdì 21 dicembre, nella nostra chiesa parrocchiale.
Protagoniste le voci della corale “La Soldanella”, che hanno accompagnato i presenti lungo un percorso di canzoni, provenienti dalle più svariate parti del mondo, che ha idealmente condotto alla grotta di Betlemme.
Un “momento di elevazione spirituale” lo ha definito Don GianMario. Ed è stato veramente un elevarsi poter ascoltare un’esecuzione così accurata tecnicamente e tanto ben modulata da riuscire a creare una straordinaria atmosfera natalizia.
Non ci siamo trovati immersi in un repertorio definibile come “classico” del Natale, quanto piuttosto in una sorta di cammino del suono, partito dai quattro angoli del pianeta per fondersi come le voci della corale ai piedi di Gesù.
Grazie allo splendido gruppo che speriamo presto di ospitare nuovamente.
La Redazione

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RistruttORATORIAMOCI

Il contributo che la nostra Comunità ha offerto e continua ad offrire per sostenere le spese per i lavori di ristrutturazione dell’Oratorio e del Teatro Parrocchiale comincia ad essere visibile a tutti.
E’ stato realizzato un pannello che terrà aggiornato lo stato della generosità di quanti credono che sia importante sentirsi parte di un progetto che non è fatto solo di mattoni e calcestruzzo.
Sarà uno spettacolo vedere nei prossimi mesi colorarsi i quadratini che rappresentano quanto il cuore della nostra Parrocchia sia più grande di ogni difficoltà che il momento di crisi ha accentuato negli ultimi anni.
L’apporto in termini economici che la nostra Comunità ha generosamente fatto pervenire, registra, alla data del 30 novembre 2012, l’incoraggiante importo di €. 55.300,00.
Ancora sarà necessario impegnarsi nella raccolta dei contributi che permetteranno di coprire tutte le spese, ma è doveroso un ringraziamento a quanti hanno partecipato al raggiungimento di questo primo passo.
Continuiamo così, con partecipazione e generosità! Coloriamo la “sagoma” del teatro parrocchiale con quanto più possibile fare.

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UN LOGO DAI VARI SIGNIFICATI

Navigando su internet ci si può imbattere in alcune versioni del logo dell’Anno della fede, oggetto di interventi artistici che ne hanno modificato la grafica per dargli significati molto interessanti. Quello che proponiamo a sinistra vuole riassumere quanto è presente in un oratorio: gioco, studio, riflessione, canto…
Tutto all’ombra del campanile e sotto il segno della Croce che, al centro del disegno, dà valore ad ogni cosa.
Chissà quanti altri disegni può ispirare anche agli artisti della nostra parrocchia uno dei simboli dell’Anno della fede...


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ACCOGLIERE GESU'

Segnalato da Sandra

Quando si va ad un congresso, ad una conferenza, ad un concerto, si può tornare a casa delusi o soddisfatti, in genere magari arricchiti in qualche nozione, conoscenza o emozione in più.
Come bisognerebbe invece tornare a casa dopo aver partecipato alla Messa?
Bisognerebbe tornare ogni volta come persone nuove, cambiate.
L'incontro con Gesù nella Messa può renderci ogni volta diversi; può darsi che all'esterno non ci sia niente di nuovo, ma durante la Messa il contatto con il Signore ci trasforma ad un livello profondo.
Come si fa a trovare un cuore nuovo, un cuore amico di Dio, perdonato dal Signore, candidato al Cielo?
Ce lo dice il Vangelo: credendo! Ma che cosa significa credere? Giovanni lo spiega molto bene: credere che Gesù è il Figlio di Dio, mandato dal Padre per noi.
A noi è richiesta una decisione: "Venne tra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio" (Gv 1,11). Quindi ciò che fa la differenza è credere in Gesù, è la fede nel Signore!
Dobbiamo fare, però, un'opera di scavo, perché il nemico primo della fede è l'abitudine, è il credere di credere, il dare per scontato che si crede già, mentre la fede è un atto così personale, così vivo che bisogna che sia ogni volta rinnovato, che esca dalla profondità del cuore.
Nel giorno del battesimo ci fu chiesto: "Credi tu?" e qualcuno, genitori o padrini, ha risposto per noi: "Sì, credo".
Ma è arrivato il momento in cui siamo chiamati a credere e, se non l'abbiamo mai fatto nella vita un atto di fede in un modo così esplicito, facciamolo oggi per la prima volta: noi in prima persona.
Siamo invitati a rinnovare la nostra scelta; tanti cristiani hanno smarrito che significa che Gesù Cristo è il Figlio di Dio, alcuni credono di poter unire Gesù Cristo con il Buddismo o con altre religioni orientali.
Ma se crediamo, in base a quanto Gesù ha detto e operato, che Egli è il Figlio di Dio, non possiamo accontentarci di una fede vacillante, incerta, confusa: dobbiamo confermare invece la nostra fede, credere che Gesù è il Figlio di Dio, il Salvatore unico.
I cinque miliardi e mezzo di uomini che sono sulla Terra sono salvati solo da Gesù Cristo, anche se non tutti lo sanno, anche se alcuni servono Dio come possono, secondo la loro coscienza: noi cristiani sappiamo che se arrivano in paradiso, se si salvano è solo perché una goccia del sangue di Cristo è stata applicata anche ad essi. La fede nella divinità di Cristo è la roccia della nostra salvezza.
Chi crede in Gesù diventa così forte che vince il mondo; ma non il mondo nel senso politico, vince il mondo nel senso più profondo, vince la morte, vince il tempo che passa, entra nell'eternità. Chi crede che Gesù è il Figlio di Dio entra subito, oggi stesso, in una dimensione eterna.
Vogliamo allora oggi e ogni volta che accogliamo Gesù nella celebrazione eucaristica riaffermare, ciascuno di noi, con una nuova consapevolezza che viene dal cuore, cioè con un atto di fede rinnovato, che Gesù Cristo è il mio Signore, il mio Salvatore, colui che mi è stato dato perché anch'io possa vincere il mondo!
Raniero Cantalamessa

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TERMINATO IL SINODO SULLE UNITÀ PASTORALI

Domenica 9 dicembre si è concluso il Sinodo diocesano sul tema delle Unità Pastorali.
Nella quarta e ultima giornata dell’Assemblea sinodale è stato approvato un testo che raccoglie le varie istanze che sono state presentate e i suggerimenti proposti dai tanti interventi che si sono susseguiti nel corso dei lavori del Sinodo.
Adesso, si resta in attesa del Decreto ufficiale del Vescovo che definirà le prescrizioni a cui ci si atterrà nella futura riorganizzazione dell’azione pastorale della Chiesa bresciana.
E’ stato ribadito il senso delle Unità Pastorali che è quello di contribuire a dare nuovo impulso alla missione ecclesiale, attraverso una maggiore comunione e collaborazione fra le parrocchie, fra i presbiteri, le persone consacrate e i laici, come pure tra i gruppi che operano nella pastorale.
E’ stata accolta l’idea che non è opportuno applicare sempre e ovunque un modello di Unità Pastorale, ma bisognerà fare spazio a criteri di opportunità e flessibilità.
Ogni Unità Pastorale, perciò, una volta decretata dovrà dotarsi di Regolamento ad hoc, che il suo proprio Consiglio dovrà redigere e che recepirà e applicherà le indicazioni diocesane alla propria situazione.
La questione fortemente dibattuta circa il dilemma se prevedere un “parroco unico” per ogni Unità o mantenere più parroci sul territorio rimane aperta: da un punto di vista funzionale il parroco unico permette maggiore unitarietà, in presenza di più parroci serve una grande dose di spirito di comunione.
Proprio lo spirito di comunione sarà la carta vincente per far sì che l’esperienza delle Unità Pastorali sia portatrice di reali risposte di evangelizzazione nel mondo contemporaneo.
Il Vescovo Luciano - nella S. Messa di chiusura del Sinodo - ha ricordato qual è la bussola da seguire: “Dobbiamo curare le strutture parrocchiali, promuovere i ministeri, impostare le unità pastorali e le Comunità di base. Ma sappiamo bene che a dare senso a tutte queste cose, a mantenere vivo il tessuto ecclesiale è solo l’incontro con il Dio vivente e, perciò la fede”.

La Redazione

QUATTRO CHIAVI PER QUATTRO PORTE

Vorrei che ognuno di noi avesse quattro chiavi. Una chiave per la porta che dà sul retro: il Signore viene, dove e come non lo sappiamo. Viene in coloro che non ardiscono accostarsi alla grande porta maestra. Una chiave per la porta che dà verso l’interno: il Signore ci è più intimo del più profondo dell’anima nostra. Da lì egli entra nella casa della nostra vita. Una chiave per la porta di comunicazione che è stata murata, ricoperta con l’intonaco, quella che dà su ciò che ci sta accanto: in coloro che ci sono più prossimi, coloro che più ci sono estranei, il Signore bussa alla nostra porta. Una chiave per la porta principale, il portale: su quella soglia Gesù, con Maria e Giuseppe fu respinto. Non esitiamo a lasciarlo decisamente entrare nella nostra vita, nel nostro mondo! Sapremo essere, oggi, la sua Betlemme?

Klaus Hemmerle

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GSO:IL PUNTO

Un dicembre così gelido non lo ricordavamo da molti anni, ma per le nostre rappresentative di calcio è stato assolutamente paralizzante. Le partite da disputare dopo la nevicata di venerdì 7 sono state tutte rinviate per le avverse condizioni atmosferiche e se ne riparlerà soltanto nel 2013, che speriamo sia più clemente.
I ragazzi del tennistavolo, ovviamente, non hanno risentito del clima e sono riusciti a cogliere ottimi risultati nelle prove dicembrine dei tornei individuali regionali e provinciali. Per loro si preparano gli appuntamenti decisivi tra gennaio e marzo.
Considerato che non abbiamo molti risultati da presentare, cogliamo l’occasione per mostrare una carrellata di foto delle nostre squadre.
Auguri di serene festività a tutti, nella certezza che vacanze e sport siano ancora un ottimo balsamo per recuperare le fatiche e lo stress, cui siamo sottoposti un po’ tutti, senza distinzioni d’età.
Il Natale del Signore illumini la nostra vita.