indice degli articoli:
"Carissimi": il messaggio del parroco
Consiglio Pastorale Parrocchiale
Natale in strada
Natale 2012
Lettera del Vescovo agli sposi e alle famiglie per il Natale 2012
La fede come risposta a Dio che si rivela
Il dono del ragno
Iprofessione perpetua di Victor Còrdova Gonzàles
Sikat: aggiornamento
Esposizione di presepi in chiesa
Concerto di Natale de "La Soldanella"
RistruttORATORIAMOCI
Un logo dai vari significati
Accogliere Gesù
Terminato il Sinodo Diocesano sulle Unità Pastorali
GSO:il punto sportivo
Con voi e in mezzo a voi, per la terza volta, celebro nella gioia il Natale
del Signore Gesù.
Noi che siamo mendicanti di speranza, chiediamo al Signore, alla sua potenza
e al suo amore, d'entrare nel profondo del nostro cuore e di accendervi una
speranza viva, una grande forza d'amore. Nel presentarci davanti al Signore,
gli chiediamo, con umiltà, di purificare il nostro cuore da tutti gli
egoismi che lo ingombrano.
Un mistico tedesco del XVII secolo ha scritto: "Se anche Cristo nascesse
mille volte a Betlemme,ma non nascesse in te, saresti perduto". Queste
parole possono aiutarci a trovare l'atteggiamento giusto del cuore per vivere
bene il Natale.
E' certo necessario rivolgere l'attenzione al passato, a quanto avvenne a Betlemme
più di duemila anni fa e, per questo la tradizione insegna a valorizzare
il presepe che vorrebbe riprodurre l'antica scena con Gesù, Maria, Giuseppe
e i pastori. Senza questo legame col passato, non c'è Natale, oppure
il Natale diventa un'idea aerea, forse elevata, ma inconsistente.
Ma non basta. E necessario anche che lattenzione si rivolga al presente,
a noi e alla nostra esistenza, al nostro mondo e ai suoi problemi.
Nel Vangelo di Luca, langelo disse ai pastori: Non temete, ecco
vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è
nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.
Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in
una mangiatoia (Lc 2,10-13).
Oggi
per voi
Queste parole sono rivolte certamente ai
pastori, ma anche a noi.
Sì, Dio è diventato solidale con noi, assumendo la nostra natura
umana; noi possiamo diventare solidali con Dio attraverso la fede, cioè
accogliendo, con stupore e riconoscenza, il dono dellamore di Dio per
noi.
Lamore di Dio, iscritto nel cuore del mondo fin dallinizio della
creazione, si è fatto visibile, gli uomini lhanno potuto vedere
a Betlemme e sulle strade della Palestina. Questo è un amore che rimane
per sempre, perché il tempo non lo corrode e non lo indebolisce.
Celebriamo il Natale non spenti nel ricordo nostalgico di un avvenimento suggestivo
del passato, ma dal desiderio di ricevere oggi il dono dellamore
di Dio, dinnestare oggi la nostra vita nel cammino verso la
pienezza di quella vita.
Troppi sono i surrogati al bisogno di significato che portiamo nel cuore, troppi
illusionisti offrono apparenze come se queste fossero capaci di colmare il vuoto.
Il Natale ci dice: la tua vita è preziosa, non buttarla via; non cercare
il suo significato lontano: è nella tua stessa vita che puoi trovare
la gioia, basta che tu sappia riconoscervi la chiamata di Dio che ti ama.
Buon Natale a tutti
il vostro parroco,
Don GianMario
Martedì 4 dicembre, si è riunito il Consiglio Pastorale Parrocchiale
che, dopo aver fatto il punto sugli eventi che caratterizzano quest'anno il
tempo d'Avvento in Parrocchia, si è soffermato su un argomento sempre
urgente, sempre importante, sempre fondamentale: la Pastorale giovanile.
La riflessione è partita ponendo l'interrogativo: ogni attività
oratoriale ove sono coinvolti i giovani ha una valenza valoriale cristiana?
E' iniziato il confronto tra i presenti e sono state avanzate interessanti proposte
per apportare alcune modifiche (anche piccole) al contesto degli ambienti dell'oratorio,
concordando sulla necessità di allestire uno spazio ancora più
accogliente e funzionale alle esigenze emerse.
Ma è stato anche affermato con chiarezza che è prioritario, al
momento, sensibilizzare la Comunità, affinché ci sia la disponibilità
di persone ad essere presenti in oratorio al pomeriggio e anche la sera, quando
è frequentato da un alto numero di giovani.
Si concorda sul fatto che per l'oratorio l'organizzazione degli spazi ha la
sua importanza, ma prima serve programmare l'aspetto educativo e quello della
testimonianza della fede.
E' vero che quegli ambienti rappresentano un luogo in cui l'aggregazione giovanile
incontra e vive valori "umani" in maniera comunque diversa da altre
realtà, ma non possono essere solo luogo di svago.
Per fare questo, però, occorre la disponibilità di genitori che
collaborino con il Parroco, che assicurino una presenza assidua e costante nello
stare vicino ai giovani e "accompagnarli".
Molti dei presenti hanno indicato come necessaria una figura di riferimento
(come era il curato un tempo) che svolga il ruolo di educatore, che sia formato
e che sappia leggere il vero bisogno che i giovani esprimono.
Alcuni hanno indicato come importante il fatto che tale ruolo sia ricoperto
da una persona della Parrocchia, che abbia un progetto educativo e formativo
per i giovani, che abbia competenza, passione per l'azione educativa, tempo
da dedicare.
Il rischio, però, è quello di prevedere solo astrattamente le
corrette azioni da mettere in campo e concretamente di fare solo "accademia",
con scarsi risultati pratici; anche perché è estremamente difficile
per tutti dare disponibilità in termini di tempo.
Il Consiglio Pastorale ha accolto con favore la proposta di interessare quante
più persone possibile, ricordando che comunque tutta la Comunità
va continuamente coinvolta, perché un progetto educativo può realizzarsi
solo come espressione di una realtà di amore diffuso e condiviso.
Il Segretario
Natale in strada - bancarelle della solidarietà, come ogni
anno, è stata loccasione per fare festa nel modo più spontaneo
e consueto possibile: incontrandosi per strada e mettendo sul banco un po
della nostra vita.
Tanti o pochi che siano stati, quanti si sono offerti di animare la giornata
di domenica 16 dicembre hanno vissuto una forte esperienza di condivisione.
Il freddo non fa più paura a chi già in passato ha sfidato
le temperature artiche di via Riccardi nelle scorse edizioni. E così
dalle 8 del mattino i primi volontari hanno cominciato a sbracciarsi, allestendo
gazebo, tavoli, stufe, luci e tutto quello che ha reso straordinario lappuntamento.
La straordinarietà è data dallo spontaneo passaparola che ogni
volta si innesca quando si dà vita a questo evento.
Sicuramente il merito della riuscita di questa gara di volontariato
è la Comunità Hebron, dove lamore per Cristo nel prossimo
non viene proclamata a parole, ma viene fatta toccare con mano.
Non servono discorsi per trasmettere quello spirito di servizio, generoso e
fecondo che diventa contagioso nei confronti di chi anche solo occasionalmente
viene a contatto con la casa di via Riccardi.
Quindi, è doveroso un grazie a chi ha permesso di vivere
una domenica di serena fraternità: ciascuno con il suo contributo.
Tutti determinanti nel rendere presente e tangibile il senso di festeggiare
il Natale, ponendo attenzione a vedere Gesù presente, vicino, accanto.
Al prossimo anno e
Buon Natale!
di Cesare Filippini
Signore, un altro anno è trascorso e,
puntuale, arriva il tuo compleanno.
Io sono portato a pensare alle molte occasioni perdute,
a questo anno sprecato e, quello che è peggio,
non so che cosa fare, come comportarmi, come giustificarmi.
Però sento il bisogno di parlare e, per me,
il Natale è loccasione più propizia per parlare.
E parlo!
E mi lamento con Te perché vedo
che dopo due millenni dalla Tua venuta
luomo è sempre contro il suo simile,
perpetra massacri di bambini innocenti,
guerre per il possesso della terra,
stragi per motivi religiosi,
donne violate ed uccise nelle loro stesse famiglie.
Tutti questi Natali non ci hanno insegnato nulla!
Inoltre, tante volte Ti incontro,
ma non voglio perdere il tempo con Te.
Hai fame e non ti do da mangiare,
hai sete, sei nudo, sei straniero, sei drogato,
sei ammalato, Ti prostituisci e non mi muovo a pietà,
anzi qualche volta rido di Te.
E sempre solo a Natale rifletto su queste verità.
Non aver fretta, Signore,
e non lasciarmi in questa angoscia,
dammi il tempo di spiegarmi per liberarmi dai fantasmi
che mi possiedono e riempiono la mia vita.
Ti dicevo, Gesù, che da un Natale allaltro
non Ti ho dato nulla. Nulla!
Non ho dato niente a chi moriva di fame,
quindi alla loro morte ho contribuito anchio.
Se vuoi proseguo, e posso parlarti
dei vecchi, delle persone sole, dei profughi,
degli ammalati, degli handicappati, degli schiavi
(lo sai, Signore, che ce ne sono ancora tanti?),
e dei tiranni..., scusami,
stavo per scrivere politici grassi e strafottenti,
ma, appunto, siamo a Natale
La Tua voce mi dice:
«Basta! Hai parlato abbastanza!
Ora devi pregare, sì, pregare».
Come vedi ho la sfrontatezza di mettere in dubbio
le Tue capacità, come se Tu non sapessi
come vanno le cose quaggiù.
La mia paura è data dalla certezza
che ci ricascherò,
ed il prossimo Natale risentirai, quindi,
le mie solite lamentazioni
Ma Tu mi rassicuri e mi sussurri
che da solo non ce la farò mai,
ma che sbaglio se penso di essere solo e mi dispero
e mi sussurri che non serve aver paura di sbagliare.
Natale non è una scena
che si avvera solo nel presepio,
ed in esclusiva per i pastori o per i magi.
Tu nasci ogni volta che io ti cerco.
Natale è loccasione!
Ed ogni volta che cerco la Tua compagnia
Tu mi precedi ed allunghi la Tua mano
per prendere la mia,
perché vuoi che camminiamo insieme
verso Betlemme e poi verso Emmaus.
Ora permettimi, Gesù,
di formulare gli auguri di Buon Natale
a don GianMario, mio Parroco ed amico,
guida sicura e profetica della nostra comunità,
Buon Natale ai sacerdoti dimenticati,
Buon Natale ai sacerdoti che sono ammalati
nellanima e nel corpo,
Buon Natale ai sacerdoti che si dibattono nella solitudine,
Buon Natale ai sacerdoti che non hanno più certezze
riguardo la loro vocazione.
Infine, Buon Natale a Carla, a Giada, a Gianluca e a Laura.
Buon Natale a tutti, anche a quelli
che hanno deciso di perdere cinque minuti
a leggere queste righe.
La memoria viva della venuta del nostro Salvatore nel santo Natale, mi offre
loccasione, ancora una volta, di entrare nelle vostre case e sostare con
voi in contemplazione dellamore di Dio, espresso nella piccolezza e nella
fragilità del bimbo di Nazareth.
E un anno speciale quello che abbiamo iniziato, caratterizzato dallevento
del Sinodo diocesano sulle Unità pastorali e dal forte invito di Benedetto
XVI a rinnovare la nostra fede. (...)
Le vostre case, fatte di legami di comunione e di amore, abitate dal sorriso
e dalle lacrime, possono diventare ancora una volta luogo ospitale per Gesù,
grembo fecondo di crescita e di testimonianza cristiana. Si tratta di una bella
occasione per rivedere i legami fondamentali che vi caratterizzano, quelli di
sposi e di genitori, confrontandoli sulla roccia solida di Cristo. Una cosa
vi deve dare speranza: anche se le fragilità umane e linsistenza
del maligno provocano molti dolori, il Signore non ritira mai le sue promesse
e nessun figlio rimane mai solo.
Allora, se Dio crede in noi, chi siamo noi per disperare del futuro?!
Carissimi sposi e genitori, ho bisogno del vostro esempio per nutrire la speranza
di questa Chiesa bresciana, per percorrere veramente la strada di una nuova
evangelizzazione.
Così, voglio condividere con voi alcune certezze che insieme siamo chiamati
a rinnovare
La vita
Cè bisogno di riconoscere con maggiore forza e chiarezza che la
vita è, prima di tutto, dono di Dio. Come tale va accolta e alimentata,
secondo lintegralità di ogni persona (nel corpo e nello spirito),
curandone le fragilità e accompagnandola in ogni momento e situazione.
(...)
Per noi cristiani generare alla vita è già, in certo qual modo,
generare alla fede ed educare è amare la libertà nella ricerca
della verità che il Creatore ha impresso in ogni cosa.
La comunione
(
) Ritornate a pensare alla grandezza della vostra vocazione!
Divisioni e dissidi non fanno la felicità e non portano a Dio: cè
bisogno di riascoltare, di testimoniare lo slancio di comunione e di pace che
il Natale produce in tutta lumanità.
Gesù bambino rappresenta uno smisurato atto di fiducia di Dio verso ciascuno
di noi e, oggi più che mai, la Chiesa di Brescia ha bisogno della vostra
capacità di fare comunione, di costruire comunità solidali e pacifiche,
di servire il Vangelo.
La fedeltà
Voi famiglie siete portatrici di una chiamata originale e originaria per insegnare
a crescere nella capacità di fidarsi e di affidarsi, nellaccompagnare
cioè persone degne di fiducia. Le esperienze della coniugalità,
genitorialità e figliolanza sono fondamentalmente espressioni diverse
di ununica fiducia esistenziale, di un radicale affidamento allaltro
per il bene di ciascuno e di tutti: vivo perché mi fido di te, ma ancor
prima perché sono affidato a te!
La misericordia e il perdono
La misericordia e il perdono sono caratteristiche principali dellidentità
e dellagire salvifico di Dio in Gesù Cristo; essere cristiani significa
sperimentare lamore divino e testimoniarlo in tutte le relazioni, mettendo
maggior impegno nei legami fondativi, come quelli familiari. Noi crediamo che
sia possibile perdonare ogni offesa ricevuta, ogni tradimento subito, memori
della consegna di Gesù col segno della lavanda dei piedi. (...)
Carissimi sposi e famiglie, augurandovi di cuore un santo Natale, spero che
insieme possiamo accogliere di più e meglio Gesù che viene, rinnovando
la nostra fede e restituendo bellezza al nostro vivere quotidiano tra le stanze
della vita familiare. Con Lui in casa avremo sempre qualcuno in cui credere
e a cui affidarsi!
Buon Natale,
Luciano Monari
Giovedì 11 ottobre, il papa Benedetto XVI ha dato solennemente inizio
allAnno della fede, rivolgendo un invito esplicito alla nuova evangelizzazione.
Egli ritiene che in questo momento "la cosa più importante sia ravvivare
in tutta la Chiesa quella positiva tensione, quellanelito a riannunciare
Cristo alluomo contemporaneo. Se oggi la Chiesa propone un nuovo Anno
della fede e la nuova evangelizzazione è perché ce nè
bisogno!". Negli ultimi decenni è avanzata una desertificazione
spirituale, si è diffuso il vuoto, ma è proprio a partire dallesperienza
di deserto che si può riscoprire la gioia di credere.
Ecco allora come possiamo raffigurare questo Anno della fede: un pellegrinaggio
nei deserti del mondo contemporaneo, in cui portare con sé solo ciò
che è essenziale: non bastone, né sacca, né pane, né
denaro, non due tuniche, ma il Vangelo e la fede della Chiesa, di cui i documenti
del Concilio Ecumenico Vaticano II sono luminosa espressione.
Anche la nostra Comunità Parrocchiale è invitata, allora, a vivere
l'anno della fede, con la consapevolezza che ci viene offerto un tempo particolare
di grazia. La fede ha bisogno di essere ripensata e vissuta con sempre maggiore
convinzione, coraggio ed entusiasmo perché a quanti incontriamo sia offerta
una parola di speranza e uno sguardo di amore.
Don GianMario ha condotto, in due serate, una profonda riflessione sul senso
della nostra fede, dal tema "LA FEDE COME RISPOSTA A DIO CHE SI RIVELA".
Tra tutte le domande che Gesù pone alle persone che incontra, una rimane
la più importante. E' quella rivolta ai suoi discepoli a Cesarea di Filippo:
"Ma voi, chi dite che io sia?". La risposta chiara e decisa di Pietro,
anche a nome degli altri, fu: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!"
Anche noi, oggi dobbiamo farci interpellare da quella domanda che, in realtà,
ne veicola delle altre che dobbiamo porre con sincerità a noi stessi:
Credo in Cristo? Credo che nulla di più bello poteva capitarmi che divenire
cristiano?
E ancora: con la fede vivo meglio il dolore? La mia speranza si vede? E' una
speranza che contagia?
Queste domande chiedono, forse inconsciamente, a Cristo stesso: "Tu chi
sei?". O addirittura in maniera più dura: "Chi pretendi di
essere?".
L'uomo ha bisogno di Dio. Il desidero di Dio è inscritto nel cuore dell'uomo.
L'uomo è fatto per andare oltre l'umano, per trovare in Dio il significato
del suo essere uomo. Ma non può conoscere Dio solo attraverso le proprie
forze o capacità.
L'uomo cerca Dio con il pensiero, con la filosofia, con la scienza, con la poesia.
Ma da solo non riesce a raggiungerLo. E quel Dio, che l'uomo desidera ma non
può comprendere da solo, si è rivelato all'uomo.
Dio ha rivelato il suo volto in Gesù di Nazareth. E' venuto ad abitare
in mezzo a noi, perché lo potessimo conoscere e amare!
L'anno della fede, allora, diventa un invito a riscoprire e ad annunciare nuovamente
la semplicità di fede. Dio è il vero e ultimo contenuto della
nostra fede. E in questo senso la fede è molto semplice.
Possiamo credere in Dio, perché Dio ci tocca, perché egli è
in noi e perché egli anche dall'esterno si avvicina a noi. Solo lui può
essere la perla, per la quale noi vendiamo tutto il resto. Dio solo basta. Chi
trova Dio, ha trovato tutto.
Katia
tratto da "Storie di Natale" di Bruno Ferrero
Non tutti erano felici, quando nacque Gesù. Un uomo era furioso e sconvolto.
Il re Erode, che governava la Palestina per conto dei Romani, era morso da una
dissennata gelosia. Aveva sentito dai Magi che a Betlemme era nato un re. Immaginò
un piano feroce: uccidere tutti i bambini della città.
I soldati di Erode portarono terrore e dolore in molte case felici.
Giuseppe e Maria presero il Bambino Gesù e si incamminarono in fretta
verso lEgitto.
La sera del primo giorno di fuga, stanchi e affamati, cercarono rifugio in una
grotta.
Faceva freddo, tanto freddo che la terra era bianca di brina.
La famigliola si sistemò come poté in un angolo. Stavano stretti
stretti, per scaldarsi un po. Di accendere il fuoco non si parlava nemmeno.
Si sentivano in lontananza galoppare i cavalli dei soldati.
Giuseppe e Maria credevano che nessuno li avesse visti.
In realtà un testimone cera.
Un piccolo ragno dondolava attaccato ad un filo proprio allentrata della
grotta.
Quando il ragno vide il Bambino Gesù, desiderò molto fare qualcosa
per lui. Sapeva che tanti animali fortunati avevano potuto fargli il loro dono.
Decise di fare la sola cosa che poteva fare un ragno: tessere la sua tela di
fronte allentrata della caverna, per fare una bella e delicata tendina.
Improvvisamente, lungo il sentiero, venne un drappello di soldati di Erode.
Cercavano il bambino per ucciderlo. Quando giunsero alla grotta, stavano per
entrare e perquisirla, ma il comandante notò la ragnatela.
La brina bianca laveva ricoperta e sembrava una serie di trine stese a
chiudere lentrata della grotta.
Lasciate stare disse il comandante. Non vedete che cè
una grossa ragnatela intatta?
Se qualcuno fosse entrato nella grotta lavrebbe certamente rotta!.
I soldati passarono oltre.
Così un piccolo ragno salvò la vita a Gesù facendo lunica
cosa che sapeva veramente fare: tessere la sua ragnatela.
Per questo, ancora oggi, mettiamo baffi e frange scintillanti sugli
alberi di Natale e nelle case.
I nastri scintillanti rappresentano i fili della ragnatela, bianca per la brina,
indorati dai raggi della luna, che stavano allentrata della grotta sulla
via dellEgitto.
E ricordiamo il dono del ragno che salvò la vita a Gesù.
Per la cronaca, i padrini di crocifisso di Victor sono stati i coniugi Gatti,
in rappresentanza della nostra Parrocchia ed è bellissimo il messaggio
che abbiamo ricevuto qualche giorno dopo e indirizzato a tutta la comunità:
Cari amici la vostra presenza in questo giorno speciale per la mia vita,
è stata molto significativa, ricordatevi che siete mie padrini di crocifisso:
grazie per avere fatto festa insieme a noi.
Tutta la cerimonia è stata documentata da Andrea, eletto a sorpresa fotografo
ufficiale. Zapponi junior ha stupito tutti, dimostrando un talento naturale
nel saper cogliere gli attimi significativi della cerimonia. Davvero bravo.
Pochi scatti, ma efficaci
.
Al termine della funzione, siamo stati accolti dalla generosa e ospitale comunità
filippina e abbiamo festeggiato nei locali adiacenti alla chiesa con un ricco
banchetto di piatti tipici.
Dopo i buonissimi dolci (specialmente la torta) la festa è giunta al
termine. Con un filo di malinconia abbiamo salutato il nostro fratello Victor
ed il suo sorriso.
La scelta consapevole e gioiosa di fare il missionario lo porterà dove
vorrà Dio
Confidiamo che, come dice il proverbio, il mondo sia davvero piccolo, per poter
riabbracciare presto il nostro caro amico e fratello Victor, ma è giusto
che anche altre persone abbiano la fortuna di conoscere una persona tanto speciale.
BUENA SUERTE HERMANO, che il Signore sia con te!
Sally, Luisa, Federica, Flavio, Stefano, Andrea, Luigi, Roberto, Sandro, Claudio
e Marco
Ai tanti sostenitori del progetto Sikat devo comunicare
che per vari motivi ci sono stati ritardi nellarrivo dalle Filippine delle
notizie relative ai nostri ragazzi .
I documenti, le lettere e le comunicazioni sono giunte soltanto sabato 8 dicembre
e presto avverrà la distribuzione del materiale a quanti
ci sono stati vicini questanno.
Dobbiamo registrare luscita di otto ragazzi dalla nostra assistenza, poiché
hanno terminato il ciclo di studi, ma il loro posto è stato prontamente
occupato da altri bambini che iniziano il loro percorso e avranno bisogno di
tanto affetto e sostegno.
Stiamo organizzando il tradizionale momento di incontro in parrocchia che, salvo
imprevisti, anche questanno si terrà nel mese di gennaio e ne sarà
data tempestiva comunicazione.
Ringrazio tutti per la pazienza e per la collaborazione.
Piero
Ci sono tanti modi di realizzare presepi e ci sono tante maniere per metterli
in esposizione per invitare alla contemplazione del mistero della Nascita di
Dio sulla Terra.
Questanno la nostra chiesa parrocchiale presenterà non presepi
realizzati secondo la visione dei vari popoli del mondo, ma quelli frutto dellingegno,
dellopera e del sentimento dei nostri fanciulli.
In gruppo, da soli, a casa o in oratorio tanti ragazzi hanno espresso la loro
idea del Natale, usando i materiali più disparati, per lo più
poveri, come si addice a chi viene posto in una umile mangiatoia.
Apprezzeremo nel corso delle vacanze natalizie queste vere e proprie opere
darte che tanto potranno dirci su come rivivere dopo duemila anni
la realtà sempre straordinaria del Dio-con-noi, oggetto di adorazione
e di accoglienza da parte degli uomini di buona volontà.
La Redazione
Nella nostra chiesa
il Concerto della Corale La Soldanella
di Villa Carcina - direttore Pasquino Zanotti
Una serata allinsegna delle vibrazioni più intense. Questo è
stato il concerto ospitato, venerdì 21 dicembre, nella nostra chiesa
parrocchiale.
Protagoniste le voci della corale La Soldanella, che hanno accompagnato
i presenti lungo un percorso di canzoni, provenienti dalle più svariate
parti del mondo, che ha idealmente condotto alla grotta di Betlemme.
Un momento di elevazione spirituale lo ha definito Don GianMario.
Ed è stato veramente un elevarsi poter ascoltare unesecuzione così
accurata tecnicamente e tanto ben modulata da riuscire a creare una straordinaria
atmosfera natalizia.
Non ci siamo trovati immersi in un repertorio definibile come classico
del Natale, quanto piuttosto in una sorta di cammino del suono, partito dai
quattro angoli del pianeta per fondersi come le voci della corale ai piedi di
Gesù.
Grazie allo splendido gruppo che speriamo presto di ospitare nuovamente.
La Redazione
Il contributo che la nostra Comunità ha offerto e continua ad offrire
per sostenere le spese per i lavori di ristrutturazione dellOratorio e
del Teatro Parrocchiale comincia ad essere visibile a tutti.
E stato realizzato un pannello che terrà aggiornato lo stato della
generosità di quanti credono che sia importante sentirsi parte di un
progetto che non è fatto solo di mattoni e calcestruzzo.
Sarà uno spettacolo vedere nei prossimi mesi colorarsi i quadratini che
rappresentano quanto il cuore della nostra Parrocchia sia più grande
di ogni difficoltà che il momento di crisi ha accentuato negli ultimi
anni.
Lapporto in termini economici che la nostra Comunità ha generosamente
fatto pervenire, registra, alla data del 30 novembre 2012, lincoraggiante
importo di €. 55.300,00.
Ancora sarà necessario impegnarsi nella raccolta dei contributi che permetteranno
di coprire tutte le spese, ma è doveroso un ringraziamento a quanti hanno
partecipato al raggiungimento di questo primo passo.
Continuiamo così, con partecipazione e generosità! Coloriamo la
sagoma del teatro parrocchiale con quanto più possibile fare.
Navigando su internet ci si può imbattere in alcune versioni del logo
dellAnno della fede, oggetto di interventi artistici che ne hanno modificato
la grafica per dargli significati molto interessanti. Quello che proponiamo
a sinistra vuole riassumere quanto è presente in un oratorio: gioco,
studio, riflessione, canto
Tutto allombra del campanile e sotto il segno della Croce che, al centro
del disegno, dà valore ad ogni cosa.
Chissà quanti altri disegni può ispirare anche agli artisti della
nostra parrocchia uno dei simboli dellAnno della fede...
Segnalato da Sandra
Quando si va ad un congresso, ad una conferenza, ad un concerto, si può
tornare a casa delusi o soddisfatti, in genere magari arricchiti in qualche
nozione, conoscenza o emozione in più.
Come bisognerebbe invece tornare a casa dopo aver partecipato alla Messa?
Bisognerebbe tornare ogni volta come persone nuove, cambiate.
L'incontro con Gesù nella Messa può renderci ogni volta diversi;
può darsi che all'esterno non ci sia niente di nuovo, ma durante la Messa
il contatto con il Signore ci trasforma ad un livello profondo.
Come si fa a trovare un cuore nuovo, un cuore amico di Dio, perdonato dal Signore,
candidato al Cielo?
Ce lo dice il Vangelo: credendo! Ma che cosa significa credere? Giovanni lo
spiega molto bene: credere che Gesù è il Figlio di Dio, mandato
dal Padre per noi.
A noi è richiesta una decisione: "Venne tra la sua gente, ma i suoi
non l'hanno accolto. A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli
di Dio" (Gv 1,11). Quindi ciò che fa la differenza è credere
in Gesù, è la fede nel Signore!
Dobbiamo fare, però, un'opera di scavo, perché il nemico primo
della fede è l'abitudine, è il credere di credere, il dare per
scontato che si crede già, mentre la fede è un atto così
personale, così vivo che bisogna che sia ogni volta rinnovato, che esca
dalla profondità del cuore.
Nel giorno del battesimo ci fu chiesto: "Credi tu?" e qualcuno, genitori
o padrini, ha risposto per noi: "Sì, credo".
Ma è arrivato il momento in cui siamo chiamati a credere e, se non l'abbiamo
mai fatto nella vita un atto di fede in un modo così esplicito, facciamolo
oggi per la prima volta: noi in prima persona.
Siamo invitati a rinnovare la nostra scelta; tanti cristiani hanno smarrito
che significa che Gesù Cristo è il Figlio di Dio, alcuni credono
di poter unire Gesù Cristo con il Buddismo o con altre religioni orientali.
Ma se crediamo, in base a quanto Gesù ha detto e operato, che Egli è
il Figlio di Dio, non possiamo accontentarci di una fede vacillante, incerta,
confusa: dobbiamo confermare invece la nostra fede, credere che Gesù
è il Figlio di Dio, il Salvatore unico.
I cinque miliardi e mezzo di uomini che sono sulla Terra sono salvati solo da
Gesù Cristo, anche se non tutti lo sanno, anche se alcuni servono Dio
come possono, secondo la loro coscienza: noi cristiani sappiamo che se arrivano
in paradiso, se si salvano è solo perché una goccia del sangue
di Cristo è stata applicata anche ad essi. La fede nella divinità
di Cristo è la roccia della nostra salvezza.
Chi crede in Gesù diventa così forte che vince il mondo; ma non
il mondo nel senso politico, vince il mondo nel senso più profondo, vince
la morte, vince il tempo che passa, entra nell'eternità. Chi crede che
Gesù è il Figlio di Dio entra subito, oggi stesso, in una dimensione
eterna.
Vogliamo allora oggi e ogni volta che accogliamo Gesù nella celebrazione
eucaristica riaffermare, ciascuno di noi, con una nuova consapevolezza che viene
dal cuore, cioè con un atto di fede rinnovato, che Gesù Cristo
è il mio Signore, il mio Salvatore, colui che mi è stato dato
perché anch'io possa vincere il mondo!
Raniero Cantalamessa
Domenica 9 dicembre si è concluso il Sinodo diocesano sul tema delle
Unità Pastorali. La Redazione |
|
Un dicembre così gelido non lo ricordavamo da molti anni, ma per le
nostre rappresentative di calcio è stato assolutamente paralizzante.
Le partite da disputare dopo la nevicata di venerdì 7 sono state tutte
rinviate per le avverse condizioni atmosferiche e se ne riparlerà soltanto
nel 2013, che speriamo sia più clemente.
I ragazzi del tennistavolo, ovviamente, non hanno risentito del clima e sono
riusciti a cogliere ottimi risultati nelle prove dicembrine dei tornei individuali
regionali e provinciali. Per loro si preparano gli appuntamenti decisivi tra
gennaio e marzo.
Considerato che non abbiamo molti risultati da presentare, cogliamo loccasione
per mostrare una carrellata di foto delle nostre squadre.
Auguri di serene festività a tutti, nella certezza che vacanze e sport
siano ancora un ottimo balsamo per recuperare le fatiche e lo stress, cui siamo
sottoposti un po tutti, senza distinzioni detà.
Il Natale del Signore illumini la nostra vita.