indice degli articoli:
"Carissimi": il messaggio del parroco
Consiglio Pastorale: riunione del 7 maggio
Riflessioni del pellegrinaggio in Terra Santa, un cammino di fede
Iniziazione cristiana
Riconciliarsi con se stessi, col prossimo, con Dio
Due racconti
Segni e sogni: e se Dio sognasse con noi?
Family 2012: la giornata bresciana
Lavori in oratorio
Passpartu: il Grest secondo l'ufficio oratori
Rinnovo dei voti religiosi per Victor Cordova Gonzales
GSO: il punto
Gioie e dolori, fatiche e speranze si intrecciano continuamente sul nostro
cammino.
I fatti sono diversi; molte sono le situazioni a volte drammatiche che si presentano
nel nostro quotidiano e che provocano domande sul senso delle cose, sulla vita,
sul dolore, sulla morte.
Talvolta gli interrogativi sono talmente duri che si impongono anche alla coscienza
dei più distratti.
Ma dove trovare un po di sollievo?
Da dove incominciare per sanare il nostro cuore?
Una frase del nostro Vescovo Luciano che è stato con noi, nella Domenica
20 maggio, mi pare illuminante: Ogni situazione che viviamo è per
noi una domanda alla quale dobbiamo ancora rispondere alla luce del Vangelo.
La luce della Parola del Signore non è una ricetta, ma un percorso anche
per i cristiani, anche per chi crede, perché la fede in Gesù di
Nazareth interpella la coscienza, chiede accoglienza, illumina le decisioni,
spinge ad assumere le proprie responsabilità e al dono di sé.
La luce del Vangelo non elimina il dolore, ma sana e offre la pace del cuore.
Lo deve fare la Chiesa di ogni tempo e di ogni Parrocchia che spezza il pane
della Parola e dellEucaristia, perché tutti abbiano la vita
in abbondanza.
La Chiesa che indica senza sosta al nostro Paese, alle forze sociali, politiche
e agli uomini di buona volontà la meta del bene comune.
La Chiesa che non smette di credere alleducazione dei giovani, anche i
più lontani.
La Chiesa del Vescovo di Brindisi che alza la voce per tutti e pronuncia parole
di speranza, di verità e di giustizia davanti alla bara di Melissa.
La Chiesa della solidarietà e dellamore con i suoi aiuti Charitas,
che non trema davanti al sisma dellEmilia, perché lamore
è più forte della morte.
La Chiesa in favore della famiglia, perché non perda il senso della festa
che è il tempo per custodire e coltivare i legami, gli affetti,
il rapporto con Dio.
Tutto questo la Chiesa lo chiede, lo offre; non lo impone a nessuno. Ora possiamo
fare nostre le invocazioni del poeta sacro e nellintimo del nostro cuore
esclamare: Il Signore è il mio pastore e nulla mi manca
Anche
se andassi per valle più buia di nulla avrei paura, perché tu
resti al mio fianco, il tuo bastone mi dà sicurezza (Sl 23,1;4).
Don GianMario
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Lincontro, iniziato con la preghiera e la meditazione proposta dal Parroco,
è stato aperto da un breve resoconto dellesperienza vissuta da
45 nostri parrocchiani recatisi in pellegrinaggio in Terra Santa, sotto la guida
di Don GianMario, dal 26 aprile al 3 maggio. E stata descritta come unoccasione
molto positiva, significativa per gli ambienti visitati, per i paesaggi, gli
incontri, il clima, ma soprattutto per lamicizia, la fraternità,
la solidarietà sperimentata tra i pellegrini partecipanti.
In ciascuna delle città visitate (Nazareth, Cana, Gerusalemme, Betlemme
)
sono stati vissuti momenti di profonda partecipazione e riflessione, grazie
alle indicazioni di don GianMario e sono state celebrate significative liturgie:
il rinnovo delle promesse battesimale, il rinnovo delle promesse matrimoniali,
la Messa di Natale.
Don GianMario ha comunicato che ha portato dalla Terra Santa, il Gesù
Bambino, benedetto dal vicario del Patriarcato Latino di Gerusalemme ed
un frammento della Croce di Gesù (con apposito reliquiario) che sono
di proprietà della Parrocchia.
- Il Parroco ha comunicato gli appuntamenti del mese di maggio: a fine mese
il previsto pellegrinaggio al santuario della Madonna della Stella.
- La riflessione sulla Scheda VII in preparazione al Sinodo sulle Unità
Pastorali è stata loccasione per una meditazione sulla situazione
della pastorale giovanile nella nostra Parrocchia.
Don GianMario ha sottolineato che spendere le nostre forze sulla pastorale rivolta
ai ragazzi e ai giovani significa puntare sul futuro della Chiesa e del mondo.
Forse non abbiamo tante forze disponibili verso questo progetto pastorale e
investire sui giovani non è facile, ma ci sono alcune persone in parrocchia
che da qualche anno stanno investendo tempo ed energie sui giovani, superando
tante difficoltà.
I catechisti che si occupano di adolescenti (14-16 anni) e giovani (17-19 anni)
hanno riferito circa gli incontri avuti con i ragazzi per provare a offrire
una visione delloratorio dal punto di vista giovanile, come
spunto di riflessione o se vogliamo di provocazione.
LAmbiente oratoriale (in senso fisico) è visto dai nostri giovani
come poco gioioso, specialmente il bar, dove prevalentemente si gioca a carte.
A questo proposito, una prima proposta dei giovani è stata quella di
offrire la propria disponibilità nel servizio al bar, in particolare
nel periodo estivo.
I ragazzi interpellati hanno detto di essere contenti delle strutture esterne
delloratorio, ma notano, rispetto ad altri oratori, che nel nostro si
vede poca presenza di famiglie con bambini e questo a loro giudizio
sarebbe sintomo di poca vitalità dello stesso.
Vorrebbero fruire anche saltuariamente dei locali oratoriali per attività
culturali, musicali e di aggregazione giovanile.
La riflessione dei presenti sul tema giovani è iniziata con
la considerazione che forse i nostri ragazzi non frequentano tanto loratorio
perché mancano di esperienze vissute insieme e si dovrebbe
fare in modo di proporre loro questo tipo di eventi.
I catechisti che seguono i giovani hanno evidenziato la necessità di
effettuare una attenta valutazione sul significato educativo delle iniziative
che si propongono. In tal modo, progetti e attività avranno già
come punto di partenza la finalità pastorale che si vuole perseguire.
E stato proposto di mettere in rete le varie figure educative
che nel nostro oratorio si occupano di giovani (catechisti, baristi, allenatori,
insegnanti di musica
), per permettere loro di confrontarsi, di valutare
insieme le proposte, di coordinare attività e progetti educativi.
E stata sottolineata limportanza di riuscire a garantire ai giovani
una continuità educativa (in passato venuta meno in Parrocchia
per alcune generazioni di giovani), che proponga tappe di crescita
formativa allinterno delloratorio, distinguendo bene momenti e attività,
prospettando ben individuati passaggi di maturazione: 1. bambini e fanciulli
(età 6-10 anni) impegnati nel cammino di iniziazione cristiana; 2. ragazzi
(11-13 anni - scuola media) che vivono lesperienza del consolidamento
(mistagogia); 3. adolescenti (14-16 anni) che iniziano un percorso di maturazione
di fede; 4. giovani (17-30 anni) che operano nella Comunità con maggiore
responsabilità nella testimonianza dellamore di Dio che hanno sperimentato
nel corso degli anni.
Dalla riflessione del Consiglio Pastorale sono emerse altre opportunità
da proporre ai giovani quali: uscite per campi scuola, viaggi in
luoghi anche formativi (esempio Assisi), il Grest, la partecipazione ad esperienze
di teatro.
Si è ritenuto un bella opportunità anche lorganizzazione
di attività da progettare insieme in occasione dei mesi estivi, che già
in passato aveva avuto ottimi risultati, ma che non si era ripetuta per la difficoltà
di trovare forze disponibili.
Per quanto riguarda il Grest di questanno sono previsti momenti da vivere
congiuntamente ad altre parrocchie (in particolare, quella di S. Bartolomeo).
I presenti hanno ritenuto molto utile la formazione di un gruppo (una Commissione),
composto dalle figure educative operanti in parrocchia e dai giovani di età
superiore ai 18 anni per creare unità nelle attività attinenti
la pastorale giovanile.
Il Segretario
Un
pellegrinaggio in Terra Santa, se ben preparato e vissuto vuol essere un momento
privilegiato per focalizzare lattenzione sulle terre bibliche.
Durante le visite ai santuari, le situazioni narrate nel testo sacro, vengono
proclamate le parole nel luogo stesso dove furono dette, vivendo la continuità
della tradizione sui luoghi santi.
In otto giorni si rivive lanno liturgico, dal Natale di Betlemme, agli
eventi pasquali di Gerusalemme.
Generazioni di cristiani hanno pregato in quei luoghi santi prima di te e ti
senti in comunione con loro.
Ti senti davvero Chiesa.
Una pellegrina
Il mese di maggio è stato impreziosito dai grandi appuntamenti per i fanciulli che hanno intrapreso il cammino di iniziazione cristiana: tappe del loro percorso, momenti di profonda riflessione per le loro famiglie, occasioni di crescita per tutta la Comunità.
13 maggio - Gruppo Nazareth
RINNOVO DELLE PROMESSE BATTESIMALI
Il rito del "rinnovo delle promesse battesimali", celebrato dai fanciulli
del Gruppo Nazareth, non è stato un semplice ricordo del battesimo, ma
una tappa fondamentale del loro percorso di iniziazione cristiana.
Celebrarne con gratitudine il ricordo ha avuto il significato di sottolineare
che il Battesimo è linizio, la porta dingresso nel viaggio.
Esso, passando attraverso la Cresima, trova il suo compimento nellEucaristia,
il sacramento che realizza il pieno inserimento, la piena comunione damore
dell'uomo in Cristo e nella Chiesa. Quella celebrazione è stata perciò,
contemporaneamente, ricordo del Battesimo, ma anche ripresa del cammino verso
lEucaristia.
I nostri ragazzi, battezzati da piccoli per una scelta di fede dei loro genitori,
ora, dopo un anno di evangelizzazione alla scoperta di Gesù, hanno deciso
liberamente (con la libertà corrispondente alla loro età) di procedere
per portare a compimento, insieme coi propri genitori, quel cammino di fede.
L C
20 maggio - Gruppo Emmaus
CRESIMA E PRIMA COMUNIONE
|
Con
immensa gioia di tutta la nostra Comunità, è stato presente
tra noi il Vescovo Luciano Monari per presiedere la celebrazione dei sacramenti
della Cresima e Prima Comunione. E' stato un momento al tempo stesso di
grande semplicità e solennità: la presenza del "pastore"
è sempre portatrice di profonda gioia e riflessione. |
27 maggio - Gruppo Cafarnao
PRIMA CONFESSIONE
I
bambini del Gruppo Cafarnao si sono lasciati accogliere per la prima volta dall'abbraccio
amorevole di Dio nel sacramento della Riconciliazione, nel quale hanno potuto
sperimentare la gioia di incontrare l'amore del Padre.
Hanno percorso, in quest'anno, un tratto molto importante del loro cammino,
alla scoperta del Dio di Gesù: un Padre dal cuore di Madre. La Festa
del Perdono è stata caratterizzata dalla presenza delle famiglie.
Ma soprattutto dalla gioia che si leggeva chiaramente sul volto dei fanciulli
che hanno suggellato l'incontro con Dio offrendo il foglietto "dei peccati"
al fuoco purificatore che ha innalzato al cielo il profumo di giovani vite:
figli di Dio tra le braccia del Padre.
di Cesare
Quante volte, Signore, mi sono interrogato sulla riconciliazione
e ho concluso che la vera riconciliazione
è quella che si opera iniziando da se stessi.
Capisco che non posso sfuggire alla mia ombra,
pur camminando più velocemente, la mia ombra mi seguirà sempre.
E comprendo che il primo passo verso la riconciliazione
è comprendere e accettare
che ciò da cui preferirei fuggire rimane radicato sempre in me.
Poi, Tu vuoi che io riconosca
il desiderio di infinito che abita in me, limpronta che Tu hai sepolto
nel mio cuore per ricordarmi che Tu sei in me.
Oggi, lamentarsi è allordine del giorno,
la mia vita quotidiana
mi offre spunti innumerevoli per lamentarmi.
Ma sento che dentro di me
cè uno spazio in cui i problemi di tutti i giorni
non hanno accesso,
uno spazio libero dallira, dalla paura e dalle delusioni,
spazio in cui devo combattere
contro le mie debolezze ed i miei dubbi.
Se do valore a questo spazio
finalmente incontro me stesso,
che è uno dei compiti più importanti nel cammino interiore.
Solo
se affronto in tutta tranquillità
la mia inquietudine, ne considero le cause
e cerco la via per giungere allarmonia con me stesso,
con gli altri e con Te, mio Dio,
troverò la quiete e la speranza.
Lesercizio che devo compiere, raffinato e virtuoso,
è quello di scoprire la forma autentica
che Tu mi hai attribuito, cioè scoprire il mio vero volto,
la parte di me che mi piace e quella che non mi piace.
Devo riconoscere il mio volto autentico
attraverso il Tuo Volto.
Imparerò così a riconoscere in ogni persona il volto del mio Signore.
Gesù, risvegliami dal sonno
per guardare dentro di me e rendimi cosciente di essere fallibile.
Se, nonostante tutto, Tu mi perdoni,
anchio mi posso perdonare,
posso avere misericordia di me, ma prima mi devo percepire.
Devo offrirti i miei lati oscuri
perché allora fluirà tra me e Te una corrente benefica.
Se Ti offro ogni parte di me
sperimenterò di essere amato incondizionatamente.
Lanno liturgico è straordinario
per guarire la mia anima ferita.
Penso alla Settimana Santa, da poco trascorsa,
che mi ha liberato dallillusione
di poter vivere senza malattia fisica o spirituale,
e mi ha reso cosciente del mio limite,
mi ha rivelato che io ho bisogno degli altri
e mi ha fatto percepire la bellezza di essere amati.
Spesso sento come un peso il dover perdonare
e per me il perdono assume un retrogusto di rassegnazione:
sono cristiano, quindi, devo perdonare,
non posso infuriarmi, non posso tenere rancore.
Gesù, non è questa lidea del perdono
che Tu sei venuto ad insegnarmi:
«Padre, perdona loro
».
Il perdono è sempre espressione di forza e non di debolezza.
Io perdono quando mi so distaccare interiormente dallaltro
e scaccio quello che mi ha fatto,
perché non sia più di peso sul mio cuore,
affinché possa cercare di capirlo.
Tu, mio Signore, sei la mia consolazione,
anche, e soprattutto, quando vivo nel peccato
e mi guidi a fare lesperienza
del mio valore ultimo solo in Te.
In ogni amore, anche nel più piccolo,
anche nellamore sessuale, ne sono convinto,
si nasconde la mia sete di Infinito,
di Amore Assoluto, la sete di Te
(lho letto anche nella Deus Caritas est di Benedetto XVI).
Ho bisogno di affettività, di amore, di amicizia,
di dialogo, di ascolto, di conforto.
Ho bisogno di solidarietà e desidero donare solidarietà,
non quella che assomiglia ad un attaccapanni,
ove ognuno attacca la propria immagine,
ma di uno stile, di una scelta, di un modo nuovo di vita.
E fa, mio Signore,
che questa non sia una virtù di pochi,
ma di tutti.
09/05/2012
Durante le vacanze, un uomo era uscito a passeggio in una foresta che si estendeva
ai margini del villaggio dove si trovava. Errò per un paio d'ore e si
perse. Girò a lungo nel tentativo di trovare la strada per tornare al
villaggio, provò tutti i sentieri, ma nessuno lo portava fuori dalla
foresta.
Improvvisamente si imbatté in un'altra persona che come lui stava camminando
nella foresta e gridò: «Grazie a Dio c'è un altro essere
umano. Mi può indicare la strada per tornare in paese?».
L'altro uomo gli rispose: «No, purtroppo anch'io mi sono perso.
Ma c'è un modo per poterci essere d'aiuto: è quello di dirci quali
sentieri abbiamo già provato inutilmente.
Questo ci aiuterà a trovare quello che ci porterà fuori».
Un giorno, in un bosco molto frequentato scoppiò un incendio. Tutti
fuggirono, presi dal panico. Rimasero soltanto un cieco e uno zoppo. In preda
alla paura, il cieco si stava dirigendo proprio verso il fronte dell'incendio.
«Non di là!» gli gridò lo zoppo. «Finirai nel
fuoco!».
«Da che parte, allora?» chiese il cieco.
«Io posso indicarti la strada» rispose lo zoppo «ma non posso
correre. Se tu mi prendi sulle tue spalle, potremmo scappare tutti e due molto
più in fretta e metterci al sicuro».
Il cieco seguì il consiglio dello zoppo. E i due si salvarono insieme.
Se sapessimo mettere insieme le nostre esperienze, le nostre speranze e le nostre
delusioni, le nostre ferite e le nostre conquiste, ci potremmo molto facilmente
salvare tutti.
di Don Giorgio Comini (direttore Ufficio Famiglia della Diocesi di Brescia)
Il sogno di Dio della sincera confidenza e del reciproco aiuto tra i suoi fedeli,
come tra le diverse vocazioni, potrebbe essere ben significato dal quadretto
tratteggiato dagli Atti degli Apostoli, in cui Paolo fonda la comunità
di Corinto.
Tutto ha inizio in una famiglia speciale, in cui lApostolo si sente a
casa per laccoglienza di due sposi (Aquila e Priscilla) e per laffinità
di mestiere (fabbricante di tende); lì Paolo rimarrà per un anno
e mezzo, un tempo piuttosto lungo, considerando il suo pellegrinare missionario.
Ascoltiamo, però, direttamente dal testo sacro questo luogo di comunione
spirituale: Dopo questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò
a Corinto. Qui trovò un Giudeo di nome Aquila, nativo del Ponto, arrivato
poco prima dallItalia, con la moglie Priscilla, in seguito allordine
di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei. Paolo si recò da loro
e, poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì in casa loro
e lavorava. Di mestiere, infatti, erano fabbricanti di tende
Così
Paolo si fermò un anno e mezzo, e insegnava fra loro la parola di Dio.
(Cfr. Atti 18)
Chissà quante confidenze si sono scambiati questi familiari, quante preghiere,
con sogni e lacrime, ma soprattutto che grande comunione avranno raggiunto,
ciascuno nella specifica vocazione. La parola tra loro sicuramente sarà
stata rispettosa e serena; eppure, non per questo meno esigente e fiduciosa.
Come poter costruire qualcosa di simile anche oggi tra sacerdoti e sposi, ad
esempio, affinché le piccole chiese domestiche siano case amiche per
il presbitero e fondamento della grande comunità cristiana?
Magari...riprendendo con speranza un dialogo troppo a lungo interrotto o quantomeno
limitato.
Ho avuto una felice occasione di domandare ad alcuni sposi che cosa volessero
chiedere ad un sacerdote; ne sono usciti pensieri importanti ed evangelicamente
scomodi.
Eccone alcuni stralci.
Mario e Luisa.
Carissimo sacerdote, il grande rispetto che abbiamo per la tua figura, ci rendiamo
conto che ha forse preso una piega sbagliata. In che senso? È presto
detto. Ti incrociamo ma non abbiamo il coraggio di dirti di noi, eppure vorremmo!
Ti salutiamo dopo la messa, magari dopo un ringraziamento più
lungo e in qualche modo più funzionale allincrociarti, ma alla
fine si spengono le luci, si devono chiudere le porte ed è lennesima
piccola delusione.
Ti chiediamo quindi di sfondare tu, come un ariete, le porte del nostro cuore.
Vinci tu le nostre timidezze e il nostro rispetto umano. Grazie!
Giorgio e Paola.
Caro sacerdote noi ti chiediamo:
- Coraggio di annunciare il Vangelo e coinvolgere le famiglie.
- Prendere tempo per la formazione e la crescita spirituale.
- Fare meno e approfondire e stimolare le relazioni nella parrocchia.
- Rendere partecipe la comunità delle scelte della Diocesi e della Chiesa
madre.
Avere coraggio di affrontare i problemi sociali anche più scomodi.
Vivere in comunione con la Chiesa e gli altri sacerdoti per portare la presenza
di Cristo.
Di venirci a trovare, di stare con i ragazzi che sono in giro, di perdere
tempo nelle relazioni, di passeggiare per il quartiere.
Di passare in una casa e dire: Avete voglia di pregare con me? Se no devo
farlo da solo
In seconda battuta, proprio per rendere efficace il dialogo, anchio come
sacerdote ho avanzato delle richieste agli sposi.
Mi sono messo a scrivere di getto e penso che questi punti siano la giusta misura
riassuntiva.
- Credete nel vostro matrimonio: fedeltà è felicità!
- Amatevi come Cristo vi ama: siate pazienti e ugualmente esigenti nellamore
coniugale.
- Abbiate reciprocamente uno sguardo di benevolenza.
- Dialogate molto e non trascurate i linguaggi dellamore.
- Ritagliatevi tempi per voi e non pensate sempre ai figli.
- Amate la vostra casa e la vostra comunità cristiana: insieme formano
la chiesa di Cristo.
- Ricercate la bellezza della vostra unione in ogni stagione della vita.
- Pregate e chiedete senza paura.
- Non rinunciate mai e vivete la speranza.
- Abbiate cura dei particolari nella vostra relazione.
- Siate sempre riconoscenti reciprocamente e verso Dio.
- Stimate le vocazioni di consacrazione.
- Mostrate ai sacerdoti che il loro celibato vale la pena di essere vissuto.
Milano, dal 30 al 3 giugno, ha ospitato il settimo Incontro mondiale
delle Famiglie che rappresenta un importante momento di confronto per
ribadire il valore della famiglia, analizzandone vari aspetti.
Giovedì 31 maggio il programma prevedeva una tappa a Brescia: una Tavola
Rotonda Internazionale con la partecipazione di alcuni convegnisti provenienti
da tutto il mondo e delle rappresentanze locali.
La giornata bresciana ha svolto il tema generale Famiglia: il lavoro e
la festa in unottica specifica: La santità familiare
nellesperienza del lavoro.
Il tessuto ecclesiale e sociale bresciano ha espresso nel passato grandi figure
che tanto hanno operato per la promozione umana nella famiglia e nei luoghi
di lavoro: tra queste spiccano una religiosa S.Maria Crocifissa di Rosa, un
sacerdote S. Arcangelo Tadini e un padre di famiglia il beato Giuseppe Tovini.
Chi parla un linguaggio tecnico direbbe che siamo al secondo step.
Dopo lurgentissimo rifacimento del tetto del teatro parrocchiale, sono
stati completati i molto urgenti lavori di ristrutturazione dei
bagni esterni delloratorio e dei locali da usare per attività gastronomiche.
Lopera di alcuni volonterosi ha allestito anche quegli elementi di
completamento che rendono il tutto pienamente efficiente per cucinare:
gioia per tutti i buongustai di Casazza!
Ma torniamo ai bagni. Il Don dice: A molte persone sembrano splendidi
(Sfido! A confronto con la situazione precedente n.d.r.), ma in realtà
sono semplicemente a norma e offrono un ambiente decente che rende
un po più ospitale tutto il complesso oratoriale. Siamo tutti
perfettamente daccordo con lui (almeno su questo punto!) e siamo tutti
consapevoli che per mantenere la decenza è necessaria la
collaborazione di ognuno!
I timori di non vedere ultimate le opere in tempo per il Palio sono stati spazzati
via, nonostante il maltempo abbia rallentato le attività. Adesso il cantiere
è chiuso e sono stati restituiti alla Comunità anche alcuni dei
locali ad uso del teatro, da adibire a camerini-spogliatoi.
Pronti per luso, nei nuovi ambienti possiamo già sentire la fragranza
della legna che arde sulle braci, mentre i nostri esperti fuochisti
operano sapientemente nel gestire griglie e salamine.
Lestate 2012 offre lopportunità di fruire di un rinnovato
aspetto esteriore delloratorio che auspica un rinnovato spirito di partecipazione
alle attività oratoriali e anche la componente più esigente della
parrocchia troverà a colpo docchio un aspetto invitante
e decoroso. E non è tutto
!
Al più presto si metteranno le mani sullinterno del teatro parrocchiale,
per renderlo accogliente non solo in vista delle tradizionali rappresentazioni,
ma soprattutto per essere uno spazio da vivere 365 giorni lanno, aperto
principalmente ai giovani, chiamati a crearsi momenti di confronto, svago, formazione,
crescita e maturazione nel rinnovato ambiente.
Tutta la Comunità è chiamata a gioire per quanto realizzato e
a mostrare la propria attenzione a quanto ci sarà ancora da fare e naturalmente
è chiamata a far propri gli spazi oratoriali riconquistati,
contribuendo con quanto la disponibilità suggerirà di offrire.
Non dimentichiamo che la generosità chiama altra generosità: il
circolo virtuoso è pronto a partire!
Ogni anno gli Uffici Oratori delle diocesi lombarde propongono un "tema"
per i grest, anche se in realtà quasi mai il tempo e le svariate esigenze
che circondano questa esperienza consentono di renderlo veramente presente tra
i nostri bambini e ragazzi. Presentiamo le proposte messe giù quest'anno,
possono essere un ottimo spunto di riflessione per tutti: educatori, ragazzi,
genitori, nonni, catechisti...
Per la prossima estate, viene offerto qualcosa che quotidianamente
diviene strumento di relazione con se stessi, con gli altri, con il Signore:
la parola.
Titolo delledizione 2012 è, infatti, Passpartu, che
ricorda come le parole, da quelle degli uomini a quelle che Dio rivolge alla
storia e alla Chiesa, siano chiave di relazione perché lumanità
scopra la propria vocazione, faccia memoria di quanto ha ricevuto e lo trasformi
in nuove esperienze di fraternità.
Significativo è anche il sottotitolo: Di soltanto una parola,
passaggio celebre e commovente del centurione pagano che si affida alla forza
della parola di Cristo per la guarigione del suo sottoposto.
E proprio sulla forza della parola che si punta: essa rivela luomo alluomo,
racconta lamicizia ed esprime il perdono, ma a volte è anche spada
che divide e che contrappone, veicolo di calunnia o di odio.
Quattro gli obiettivi messi in cantiere.
1. La verità delle parole. La parola porta fuori quello che cè
dentro il cuore di ciascuno e a volte maschera o nasconde le vere intenzioni.
La persona è autorevole quando dice quello che pensa e pensa quello che
dice.
2. Parlare per esprimere e capire. Fondamentale è attrezzarsi di un vocabolario
per dire quello che si prova nel cuore: è un ottimo antidoto alla superficialità.
Tale vocabolario non è però automatico, è consegnato da
altri o preso in prestito da un linguaggio che sta attorno. Il processo è
particolare: suoni e segni che altri hanno inventato, possono attraversare lesperienza
personale. Più parole, più capacità di pensare.
3. Parole belle e pulite. La parola può ferire e causare incomprensioni
e divisioni o può costruire relazioni fraterne. Le parole possono essere
pesanti come sassi causando inquietudini o leggere come piume mettendo in circolo
concetti alti. Ogni volta che si apre bocca occorrerebbe pensare se la parola
da pronunciare è bella, utile e serve a qualcosa di buono.
4. Silenzio e ascolto. Prendersi cura della parola è anche fare spazio
al silenzio, perché nel silenzio, nellascolto del cuore, cè
il modo per trovare le parole più adatte e per dare forma ai pensieri
e ai sentimenti e per ragionare sulle parole che arrivano dagli altri. Il silenzio
non è assenza di parole, ma possibilità di trovarne di nuove e
di più belle.
Tra le attività più importanti del Grest spicca la preghiera:
la Parola di Dio è il vero passapartout che consente di entrare nel segreto
e nella pienezza della vita. Solo che Dio è di poche parole per cui bisogna
imparare a capire come parla lui. Dove stanno i suoi pensieri e come incrociano
la nostra quotidianità?
Anche su questo potrebbero essere sfidati i nostri ragazzi, dai più piccoli
agli animatori, chiamati con il loro nome ad essere amorevoli fratelli maggiori.
di Carmine
La
sera di venerdì 1° giugno è stata loccasione per una
trasferta in massa di molti della nostra Comunità verso la
limitrofa parrocchia della Stocchetta. Ci siamo trovati in tanti a pregare e
a cantare per fare festa nel Signore al nostro caro amico Victor, studente in
teologia, proveniente dal Messico, che ha svolto questanno il suo tirocinio
pastorale a Brescia.
Per lui, appartenente alla Famiglia Scalabriniana, è stata
la serata del rinnovo dei voti religiosi, in vista della professione di quelli
perpetui, prevista il prossimo novembre.
La liturgia è stata presieduta dal Vicario generale, mons. Mascher, presente,
tra gli altri, il nostro don GianMario. Tra i tanti momenti significativi della
celebrazione, mi permetto di sottolineare uno spunto della riflessione di Don
Mario Toffari (padre Scalabriniano, parroco di S. Giovanni Battista).
Ha ricordato che limpegno cui sono chiamati i religiosi che professano
i voti non è altro che un voler anticipare in Terra quella
che sarà la vita celeste. Lì non ci saranno beni in proprietà,
ma la povertà della vita umana sarà piena della presenza di Dio;
non lesperienza di un ristretto ambito familiare, ma la vita nellunica
e grande famiglia dei figli di Dio; non la ricerca affannosa di soddisfare i
bisogni egoistici, ma la piena obbedienza alla salvifica volontà di Dio.
Grazie Victor per aver fatto un pezzo di cammino insieme a noi, essere stato
un amico speciale per bambini, giovani, famiglie e averci dato occasione di
riflettere su quanta pienezza dia il donarsi completamente al Signore con gioia
e con impegno.
Insieme a quello dei tre novelli sacerdoti che la Chiesa bresciana avrà
in dono sabato 9 giugno, lesempio di Victor ci dimostra che leroismo
di chi è disposto a mettere tutta la propria vita nelle mani del Signore,
pur di seguire la chiamata è un valore ancora straordinariamente
attuale e interpella le coscienze di ciascuno di noi (uomo o donna, sposato
o no) con un quesito profondo: stiamo veramente dando compimento a quella che
è la nostra vocazione?
Sabato
9 giugno il vescovo mons. Luciano Monari ordinerà due nuovi sacerdoti
del nostro seminario. Insieme a loro anche un giovane bresciano della Congregazione
dell'Oratorio dei Padri della Pace. I loro nomi: Don Claudio Sarotti di Edolo,
Don Damiano Raza di Pezzaze, Padre Carlo Bianchini di Darfo.
a cura del GSO Casazza
ALBO D'ORO DEL PALIO
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Anche quest'anno il mese di maggio è stato il momento in cui le nostre
rappresentative giovanili di calcio, a chiusura della stagione agonistica, hanno
investito le residue energie negli incontri di Coppa Leonessa o nei Tornei oratoriali
della provincia. |