La Bussola - Casazza
Avvento 2013
"ANDIAMO INCONTRO AL SIGNORE CHE VIENE"

indice degli articoli:
"Carissimi": il messaggio del parroco
Natale in strada
Teatro parrocchiale:ora cantiere di idee
Visita al cenacolo vinciano
Amando i fratelli, amiamo Dio
Come al finale di una grande sinfonia
Quando si invecchia
Papa Francesco ci invita a pregare
Vivi intensamente la tua giovinezza nella gioia
Famiglie in cammino e coppie bibliche
Giorno dopo giorno
Le sfide pastorali della famiglia
Se fosse una preghiera
Sikat
Riunione del consiglio pastorale
Poco prima di Natale
Inizia l'anno liturgico A
GSO: il punto

Carissimi.

Con la Prima Domenica d'Avvento si apre un nuovo anno liturgico quasi "sacramentale": è simbolo della benevolenza del Signore, e della nostra disponibilità ad accogliere la sua azione di salvezza. L'Avvento è caratterizzato da un duplice e sconvolgente sguardo. Ci prepara a celebrare il Natale del Signore Gesù nella nostra carne, facendo sì che questa memoria non rimanga nostalgia, ma sia profetica, capace di sostenere l'attesa della sua definitiva venuta. In questo nuovo cammino liturgico entriamo nell'anno A, durante il quale leggeremo, nell'Eucaristia domenicale, l'Evangelo di Matteo, chiamato anche Levi, l'apostolo che Gesù chiamò al suo seguito, distogliendolo dalla professione di pubblicano, cioè di esattore delle imposte. L'Avvento è il tempo del'attesa, e il cristiano è chiamato a viverlo in pienezza: "State dunque svegli" (Mt. 24,42). Dio viene: nella nostra esistenza quotidiana si inserisce un avvenimento sconvolgente, che butta all'aria le nostre sicurezze, i nostri progetti. All'improvviso egli cammina accanto a noi e fa parte della nostra storia: lo riconosce presente chi tiene gli occhi aperti, chi aspetta e prepara un mondo migliore, chi agisce saggiamente, con distacco e insieme con impegno, perché dall'interno della storia maturi il progetto di Dio.

Grazie e Buon Avvento

Don GianMario

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NATALE IN STRADA
Bancarelle della Solidarietà 2013

Questa è la edizione n° 10 di “Natale in Strada”, ricordiamone le origini. L’iniziativa è nata dalla Comunità Hebron nel lontano 2004. Il tutto è nato per il desiderio di far incontrare le persone del quartiere, farle uscire dalle proprie case, ma anche dalle proprie abitudini, dalle proprie certezze o comodità e trovare un tempo, uno spazio dove condividere, dove incontrarsi, dove far festa insieme attraverso momenti di animazione per i più piccoli e attraverso la presenza di associazioni che, per diversi motivi, ruotavano intorno alla comunità, allestendo delle bancarelle per farsi conoscere. E’ ovvio che al principio le forze erano minime e le idee poche, ma secondo noi la comunità aveva già nella mente il progetto di un “natale di strada” come quello che si è visto negli ultimi anni. Anzi diciamo pure che Doriana avrebbe progetti molto più all’avanguardia e azzardati ma noi, “saggiamente”, riusciamo sempre a riportarla con i piedi per terra e a farle accettare le nostre modeste proposte.
Qual è la fatica maggiore per realizzarla?
Le fatiche potrebbero essere tante, ma negli ultimi tempi si è creata una “squadra” di persone disponibili e propositive per cui qualsiasi impegno è condiviso e quindi alleggerito. Possiamo contare sull'aiuto di persone competenti per quanto riguarda per esempio la compilazione dei vari e sempre più complicati moduli da inoltrare al Comune di Brescia, di persone forti per la disposizione dei tavoli, di veri tecnici per le luci e i microfoni, di amici che offrono da tempo gratuitamente prodotti per le bancarelle, di volontari che offrono la loro disponibilità a stare tutta la giornata alla bancarella con gentilezza e grandi capacità commerciali, di amici che intrattengono bambini con letture e giochi, di musici che ci accompagnano per tutta la mattinata presso le bancarelle con note natalizie. E tutti sappiamo che un peso non è più tale quando viene portato da tante persone.
Quale la gioia più grande che riesce a dare?
Il legame di amicizia che si è creato fra noi e la Comunità (e pensiamo quindi ai ragazzi e a chi opera all’interno) è per noi molto importante. Amicizia vuol dire stare bene insieme, sentirsi in sintonia, sentire il bisogno di condividere le gioie ma anche i dolori. Nella comunità le sofferenze ci sono, la debolezza del corpo è sempre presente, ma quello che respiriamo in quegli ambienti è la solidarietà, la vicinanza cristiana e l'attenzione verso tutti i bisogni. L'amicizia che noi viviamo con Hebron ci sta permettendo di creare una rete (adesso ancora piccola), ma che ci auguriamo possa estendersi a tanti. La gioia più grande è quindi vedere come tanti amici propongono con gioia e disinteresse il loro sostegno e aiuto per la buona riuscita dell’iniziativa.
Quale regalo sarebbe bello trovare sulle bancarelle quest’anno?
Il regalo più bello che vorremmo trovare - e un poco già lo intravediamo - è questo: ogni persona che collabora o semplicemente passa di lì possa sentire il desiderio di prendersi cura dell’altro, di chi gli sta vicino. E se ci si pensa bene non è poi così difficile: sorridere a chi abbiamo vicino, guardarlo negli occhi e chiedergli se va tutto bene e poi ascoltare la sua risposta, fare una telefonata a chi non sentiamo da un po’. PRENDERSI CURA UNO DELL’ ALTRO! Forse saremmo tutti più felici. Un altro dono ci piacerebbe tantissimo: che l'8 dicembre non piova! A “Natale in strada” non c'è una bancarella più bella o più importante dell'altra......è un momento di festa della comunità Maria Madre della Chiesa, è uno spazio dove ritrovarsi tra amici e dove è forte e vivo il desiderio di stare insieme, con cose semplici, quotidiane, ritrovando il sapore di “casa” della festa semplice ma ricca della generosità e del dono di ciascuno....

Laura e Delia

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Teatro Parrocchiale: ora cantiere di idee

L’inaugurazione dei locali del teatro, culminati con la benedizione del Vescovo Luciano, ha chiuso una fase della ristrutturazione, aprendone una ulteriore: quella della elaborazione di un programma di uso della “nuova” struttura. Alcune persone di buona volontà, nei giorni scorsi, si sono incontrate per prendersi cura di questo aspetto e darsi degli obiettivi di medio/lungo periodo per utilizzare al meglio l’opportunità che viene offerta alla nostra Comunità. Alla storica Compagnia teatrale, a quanti si occupano in varie circostanze di “spettacoli” in parrocchia, ai giovani e ai meno giovani, è stato chiesto di mettere adesso sul tavolo idee, spunti, proposte, suggerimenti. Il Gruppo di Riferimento del Teatro (GRT) avrà il compito di coordinare le proposte e le attività che fanno capo al teatro e servirà come punto di raccordo a cui rivolgersi per usare bene le risorse che avere un ambiente teatrale porta con sé. Le rifiniture degli ambienti continueranno ancora per qualche tempo, anche perché ci sono tante piccole/grandi cose che servono per un teatro pienamente efficiente e poi si possono sempre trovare migliorìe e perfezionamenti. Molte opere sono state completate grazie all'attività di "mitici" volontari che hanno dedicato passione e sudore al nostro teatro. Intanto, si è pensato a procurare su cosa sedersi: le sedie sono pronte ad accogliere un pubblico festante, attento e caloroso! Presto sarà tempo di tirar su il sipario (nel senso che sarà collocato il "telo" che segnerà la separazione tra i due settori dell'ambiente) e a breve prenderà vita questo nostro grande "amico".
Il programma delle prime manifestazioni è già delineato (su questa Bussola sono riportati giorno e orari dei primi "spettacoli" n.d.r.), ma sarà importante continuare a lavorare a quello che c'è dietro, sfruttando i suggerimenti che, con gioia e sacrificio insieme, potranno dare maggior senso a quanto compiuto finora. Come sempre è prezioso il sostegno di ciascuno, in termini di preghiera, aiuto economico, proposte e… quant'altro!

Grazie a tutti in anticipo…

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VISITA AL CENACOLO VINCIANO
13-20-27 novembre

PREMESSA - I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi che hanno effettuato la visita in giorni diversi, ma seguendo un identico itinerario, perché le persone che potevano accedere al cenacolo non dovevano superare un determinato numero. I partecipanti sono stati preparati in anticipo sulle caratteristiche del dipinto di Leonardo e sulla personalità dell’artista durante un incontro in oratorio con il prof. Torquato e la sottoscritta. Gli spostamenti sono stati effettuati in metropolitana e in treno.
CRONACA - Siamo partiti alle 12,50 dalla stazione di Brescia. Essendo arrivati in anticipo, abbiamo visitato la basilica di “Santa Maria delle grazie”, nota in tutto il mondo per la celeberrima “ULTIMA CENA” eseguita da Leonardo (tra il 1494 e il 1498) su una parete del refettorio attiguo. La basilica fu eretta tra il 1466 e il 1490 e nel 1492 fu aggiunta la parte absidale o tribuna attribuita al Bramante, di grande effetto per il suo elegante equilibrio e per le belle decorazioni in marmo e cotto. Alle ore 16 una guida ci ha introdotto nell’antico refettorio, sulla cui parete nord troneggia l’affresco vinciano, commissionato da Ludovico il Moro, allora signore di Milano. L’opera rappresenta le figure del Cristo e dei dodici apostoli riuniti intorno alla tavola dell’ultima cena, inserite in un ambiente prospettico scandito con regolarità da superfici scure e luminose. La novità dell’ideazione sta nell’aver colto i moti dell’animo degli apostoli subito dopo la frase di Gesù “…uno di voi mi tradirà”. La figura centrale del Cristo, nella sua staticità rassegnata, è come il fulcro del movimento che percorre gli apostoli, divisi in gruppi di tre, i cui gesti sono concatenati uno all’altro in modo che il tutto si fondi in un’unica sintesi di grande effetto drammatico. Purtroppo Leonardo volle tentare una tecnica diversa da quella dell’affresco tradizionale che gli consentisse l’uso dello “sfumato” adatto per la pittura su tavola. Questa scelta di procedere ”a secco” in un ambiente molto umido causò ben presto il deperimento dell’affresco, che ha subito numerosi restauri, l’ultimo è durato trent’anni. Abbiamo potuto ammirare il capolavoro per soli 15 minuti, ma questo è bastato a mettere in moto i sentimenti dell’animo e ad arricchire lo spirito. Io credo che solo l’arte possa arrivare alle corde del cuore e farci cogliere l’essenza delle cose, sia che si tratti di pittura, scultura, musica o poesia. Alle ore 16,30 eravamo già usciti dal refettorio e, data la disponibilità del tempo, il terzo gruppo è riuscito ad effettuare una visita alla basilica di “S. Ambrogio”, edificata dal vescovo Ambrogio tra il 379 e il 386, ma l’attuale aspetto è stato raggiunto tra il 1088 e il 1099 e presenta gli schemi dell’architettura romanica. Questa è la seconda chiesa di Milano per importanza e per bellezza, ne rimandiamo la descrizione alla prossima visita.
CONCLUSIONE – Ricordiamo che il Circolo Culturale della parrocchia espone sempre nella bacheca del bar dell’oratorio gite ed escursioni culturali. Comunichiamo in anticipo che in primavera ritorneremo a Milano per visitare il Duomo, il museo diocesano e S. Ambrogio. Proporremo anche una visita alla basilica di “S. Zeno” a Verona. Ringraziamo coloro che si sono impegnati per la buona riuscita delle visite al cenacolo vinciano, la cui prenotazione è stata difficoltosa e ha costretto gli organizzatori a dover escludere quelli che avrebbero voluto aggregarsi all’ultimo momento.

Amelia Manfredi

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AMANDO I FRATELLI, AMIAMO DIO

Da anni conservo in una scatola tutta "speciale" poesie, racconti, aneddoti, fatti curiosi, ritagli di giornali e tra questi ricordi ho trovato, su una rivista salesiana del 1980, parte di un discorso di Giovanni Paolo II rivolto agli anziani. Mi sono detta: "Perché non farlo conoscere anche ad altri? Che senso ha tenerlo chiuso in una scatola, dentro ad un cassetto?". E così ve lo propongo, certa di farvi cosa gradita.

Paola

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Come al finale di una grande sinfonia

Il nostro Papa s'inchina con rispetto davanti agli anziani e invita tutti a farlo con lui. L'anzianità è il coronamento delle tappe della vita. Essa porta il raccolto di ciò che si è appreso e vissuto, il raccolto di quanto si è appreso e sofferto e sopportato. Come al finale di una grande sinfonia ritornano i motivi dominanti della vita per una potente sintesi sonora. E questa risonanza conclusiva conferisce saggezza, bontà, sapienza, comprensione; amore.
Gli anziani perciò sono quanto mai preziosi e direi indispensabili alla famiglia ed alla società. Di quale aiuto non sono essi ai giovani genitori e ai piccoli con la loro scienza e la loro esperienza! Il loro consiglio e la loro azione tornano anche a vantaggio di tanti gruppi, dove anch'essi sono inseriti e di tante iniziative nell'ambito della vita ecclesiale e civile. Siamone riconoscenti". Non rispettare la vecchiaia è come demolire la casa dove riposare la sera.

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QUANDO S'INVECCHIA

Quando s'invecchia, il mondo diventa più piccolo, perché non si viaggia più come prima. Le notti diventano più lunghe, perché si dorme di meno. Le strade diventano interminabili, perché ci si stanca presto. La realtà si volge verso l'interiore. Quando la pelle si fa rugosa, quando i capelli diventano grigi, quando la schiena s'incurva, allora, allora maturano e si trasfigurano le doti del cuore. La bellezza interiore brilla verso l'esterno. In un certo senso si può dire che un uomo vecchio è più bello di un uomo giovane. In primavera l'albero che dà frutto può ostentare la meravigliosa bellezza dei suoi fiori, ma in autunno, quando i suoi frutti pendono dai rami, sarà più prezioso e desiderato.
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Papa Francesco ci invita a pregare: Pregare fa bene!

In piazza san Pietro, al termine dell'Angelus di domenica 17 novembre, viene distribuita una scatoletta con "una medicina speciale chiamata misericordina". "Prendetela perché fa bene al cuore, all'anima e a tutta la vita", dice papa Francesco. «C’è una corona del Rosario, con la quale si può pregare anche la “coroncina della Misericordia”, aiuto spirituale per la nostra anima e per diffondere nel mondo la fraternità. Non dimenticate di prenderla perché fa bene al cuore, all'anima e a tutta la vita».

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Vivi intensamente la tua giovinezza nella gioia

di Cesare

Mio Signore, permettimi di interrompere il mio dialogo con Te per rivolgermi direttamente ai tanti giovani della mia comunità parrocchiale, all’inizio di questo Avvento.

Caro giovane amico,
ti rendi conto che cosa vuol dire vivere?
In questo tempo di Avvento,
guardati attorno e percepirai che tu sei in mezzo ad una natura che vive e che ci sono diversi modi di vivere e che al vertice dei viventi ci sei tu.
Tu – l’uomo – creato ad immagine e somiglianza di Dio, non solo conosci, vuoi e sei libero, ma anche ami come ama Dio che vive in te e opera in te.
La tua vita è un cammino di primario valore: i tuoi pensieri, i tuoi atti di volontà, di libertà compongono un mosaico: le migliori tessere che lo compongono sono – in senso assoluto – quelle che esprimono amore. Per questo, giovane amico, vivi intensamente. Comprendi la tua grandezza e la tua dignità e vivi la tua vita in tutta la sua pienezza.

In due modi oggi si guarda ai giovani: l’adolescenza è vista da tanti come periodo sciocco. In casa non parli, ma sei loquace con i tuoi coetanei; ti chiudi a riccio di fronte a qualsiasi autorità e ti apri incondizionatamente con l’amico o amica; piangi appassionatamente chiuso nella tua camera, pronto a commettere sciocchezze qualche minuto dopo. Altri affermano: «Beati voi che siete giovani!», e sono pronti ad offrirti tutto il loro impegno; credono nella tua ricchezza e sperano nel futuro del mondo.
La tua età è preziosa. Godila!
Ne hai il diritto e il dovere. Impegnati nella ricerca e nella conquista della verità, del bello, del bene. La giovinezza è il periodo dell’auto-edificazione. Ti educa la tua famiglia, la scuola, la chiesa. Ma l’educazione resterà incompleta se tu non porterai avanti,diligentemente, lo sforzo di educarti.
L’auto-edificazione ti farà libero. Ed essere libero vuol dire sapere usare la propria libertà nella verità. Non significa fare tutto quello che ti piace. La libertà contiene la disciplina della verità. Vivi la tua giovinezza intensamente, custodiscila come si custodiscono i migliori e più significativi tesori. Sii saggio! Basta poco per sciuparla e gettarla come uno straccio.
E non ne hai il diritto!

In occasione dell’anno del giovane il Beato Giovanni Paolo II così disse: «Non abbiate paura!
Non abbiate paura della vostra giovinezza e di quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di durevole amore.
Non abbiate paura!
Quando io guardo a voi, giovani, sento una grande gratitudine e speranza […].
Ma non evitate la ricerca delle risposte vere alle domande che vi stanno di fronte.
Non abbiate paura!».

Ricordati, amico giovane, che l’unica causa della vera gioia è l’incontro con Gesù.
Lascia vivere – prova in questa Avvento – in te Cristo Gesù e non avrai altro da desiderare.

Buona e Felice Attesa!

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FAMIGLIE IN CAMMINO E COPPIE BIBLICHE

Quest’anno le famiglie che si ritrovano per incontri di catechesi il secondo sabato sera di ogni mese hanno intrapreso un cammino che le porterà ad incontrare alcune “coppie celebri e non” della Sacra Scrittura.
A novembre abbiamo letto il brano che parla dell’innamoramento di Giacobbe verso Rachele (Gn 29, 16-21) e ci siamo soffermati sul fatto che il grande patriarca ebraico abbia lavorato ben 14 anni per il suocero Labano senza accorgersi della fatica, tanto era il suo “grado di cottura” verso la donna che intendeva avere in sposa. Ci siamo confrontati sul significato di innamoramento ed è stata interessante l’affermazione emersa che “innamoramento non è amore”: è una fase straordinaria, dove la relazione di coppia viene vissuta in maniera esclusiva, si compiono azioni impensabili, anche follie, pur di appagare il desiderio di condividere momenti con il partner. A detta degli studiosi del settore, questa fase ha una durata massima di 2/3 anni, dopo di che o si compie una scelta di amore che porta ad un progetto di vita insieme o, spegnendosi fisiologicamente la passione, si determina la fine del rapporto (fateci caso che le “grandi storie d’amore” dei vip di recenti gossip durano due, tre anni circa…!). Ognuno di noi ha testimoniato di aver vissuto l’ebbrezza dell’innamoramento (gli uomini hanno confessato di aver attraversato anche un periodo di “produzione poetica”…) e di essere passati alla “fase 2”, compiendo una scelta di amore che ha portato a introdurre quella scelta nell’amore di Dio con il sacramento del matrimonio. Spesso solo affidare alla grazia del Signore le fatiche e le incomprensioni quotidiane ha consentito di proseguire nel cammino matrimoniale e tanti ci siamo riconosciuti in situazioni tipiche da “Casa Vianello” che in un’ottica di “scelta d’amore” sono state affrontate e superate.
Mi piace precisare che agli incontri del secondo sabato del mese sono sempre invitati tutti: non esiste un gruppo esclusivo di “giovani famiglie” o “giovani sposi”, anche perché l’età di chi ha partecipato finora agli incontri è la più varia. Requisiti per ritrovarsi sono, oltre alla voglia di confrontarsi alla luce della Parola, sentirsi famiglia e volersi sentire in famiglia. Ricordo anche che normalmente gli incontri hanno un momento “operativo”, per rendere concreto l’impegno di chi si confronta con la Parola: nello scorso sabato ci siamo confrontati con Don GianMario e Don Francesco su aspetti dell’Oratorio.
Prossimo appuntamento sabato 14 dicembre alle ore 20.30, avremo come “ospiti” Davide e Betsabea.

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GIORNO DOPO GIORNO

Giorno dopo giorno la mia esistenza scorre via come un fiume veloce sul suo letto sempre uguale.
Giorno dopo giorno il grigiore si insinua in ogni angolo della mia vita e riesce a intaccare anche le zone più luminose.
Giorno dopo giorno la fatica e la disillusione corrodono, poco a poco, anche gli entusiasmi più decisi, i proposito e gli impegni più sicuri.
Sembra impossibile sfuggire all'usura del tempo, al venir meno della speranza. Sembra inevitabile adagiarsi sul "così fan tutti".
Per questo, ogni anno, il tempo dell'Avvento è una grazia: uno scossone che desta dal torpore, una parola che strappa a un mutismo troppo lungo, un'iniezione benefica che ridona una vigoria sconosciuta per andare avanti.
Non con la testa fasciata, non con gli occhi bendati, non con le spalle curve, ma protesi verso il Giorno benedetto in cui tu, Gesù, farai ritorno tra noi.
Amen

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LE SFIDE PASTORALI DELLA FAMIGLIA
Quesiti che ci interpellano

Papa Francesco ha indetto la III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, da tenersi in Vaticano, dal 5 al 19 ottobre 2014. Il tema sarà: “Le sfide pastorali della famiglia nel contesto della evangelizzazione”. Sono previste due tappe: la prima, è proprio l’Assemblea Straordinaria del 2014, in cui si raccoglieranno testimonianze e proposte dei Vescovi; la seconda, è l’Assemblea Ordinaria prevista per il 2015, che darà linee operative per la pastorale della persona umana e della famiglia. E’ stato predisposto il Documento preparatorio, intitolato "La Chiesa e il Vangelo sulla famiglia". Questo documento è costituito da due parti: la prima riguarda il significato generale di questo Sinodo e i punti cardine della famiglia cristiana; la seconda presenta una serie di domande aperte. Su questa seconda parte siamo chiamati tutti a lavorare, riflettendo personalmente e comunitariamente. E' possibile far pervenire presso l’Ufficio per la Famiglia della curia una sintesi che risponda alle domande proposte (quelle almeno di cui si conosce qualcosa). Questa sintesi va spedita all’indirizzo mail "famiglia@diocesi.brescia.it", entro il 15 dicembre 2013, mettendo nell’oggetto la dizione: “Contributo di riflessione per il Sinodo Straordinario”. Successivamente, il vescovo invierà a Roma un sunto di tutto il materiale raccolto. Proponiamo ai nostri lettori uno stralcio, riportando alcuni quesiti che, al di là delle possibili considerazioni da mandare in curia, invitano ad una riflessione personale o di gruppo. L’invito per ciascun cristiano e per tutta la Chiesa è di mettersi in ascolto dei problemi e delle attese che vivono oggi tante famiglie, manifestando ad esse vicinanza e proponendo loro in maniera credibile la misericordia di Dio e la bellezza del rispondere alla Sua chiamata. Certamente, vivere in pienezza il Vangelo della famiglia non è facile, né scontato. Nel Documento viene evidenziato quanto sia bello e fecondo ancorarsi alla sacramentalità del matrimonio e al potere terapeutico della penitenza sacramentale (confessione). In particolare, in un contesto come quello attuale, in cui l’istituto familiare è spesso contestato, se non del tutto rifiutato, diventa significativo mostrare i caratteri della proposta cristiana sulla famiglia, che non è mai contro qualcuno, ma sempre a favore della dignità e della bellezza della vita, per il bene dell’intera società. La famiglia è una "scuola di umanità", in cui le diverse generazioni si incontrano e si aiutano vicendevolmente. Attenzione, accoglienza e misericordia costituiscono lo stile che Papa Francesco testimonia e chiede di avere verso tutti, comprese le famiglie lacerate e quanti vivono in situazioni irregolari dal punto di vista morale e canonico. Nel documento è sottolineato che "si profilano oggi problematiche inedite fino a pochi anni fa: dalla diffusione delle coppie di fatto, che non accedono al matrimonio e a volte ne escludono l’idea, alle unioni fra persone dello stesso sesso". Numerose sono pure le situazioni nuove, che richiedono attenzione da parte della Chiesa: dalla cultura del non-impegno e della instabilità del vincolo, alla riformulazione dell’idea stessa di famiglia, fino a proposte legislative che svalutano la permanenza e la fedeltà del patto matrimoniale. "Se ad esempio si pensa al solo fatto che nell’attuale contesto molti ragazzi e giovani, nati da matrimoni irregolari, potranno non vedere mai i loro genitori accostarsi ai sacramenti, si comprende l’urgenza delle sfide poste all’evangelizzazione dalla situazione attuale”. La vastità dell’impegno, l’urgenza dei temi e le attese, che rischiano di essere fin troppo grandi, inducono a chiedere la preghiera di tutti, insieme con l’impegno generoso e la fiducia in Dio, affinché lo Spirito illumini il lavoro collegiale e il discernimento finale del Papa.

Il Documento "La Chiesa e il Vangelo sulla famiglia" con il Questionario completo è disponibile sul sito della Diocesi: www.diocesi.brescia.it  torna all'indice

SE FOSSE UNA PREGHIERA…

Un passaparola improvviso, spontaneo, invade cellulari, e-mail e smartphone con parole semplici, serie, che toccano in profondità, come solo il dolore vero riesce a fare. La certezza di avere un sentimento assolutamente identico a quello di tanti altri alimenta il desiderio di ritrovarsi insieme senza una parola.
E’ un giorno come tanti, ma non è un giorno da far scorrere senza fermarsi, senza fermare il tempo, senza ascoltare il cuore. E’ forte la volontà di far qualcosa, ma che sia qualcosa che vada al di là di un ragionamento, di un gesto… E’ bruciante la voglia di chiedere, urlando a gran voce: “Perché?”. Ed è vivo il desiderio di riunirsi tutti insieme nel silenzio, al cospetto del Grande Silenzio.
Ed è subito viva la Presenza dell’Amore che non abbandona, che non resta muto, ma dialoga quando trova il silenzio più vero. Perché quando non sai più cosa fare, perché quando sai che devi fare qualcosa, perché quando qualcosa ti schiaccia al punto che le tue forze s’imbrigliano … Senti che Qualcuno ti chiama a sé, ti spalanca le braccia, ti dà la certezza che solo Lui ti capisce e si prende cura delle persone più fragili.
Perché un dolore inaspettato ti apre lo sguardo verso la realtà che ieri non vedevi perché non era tua! Perché una mamma non sia mai da sola; perché una sposa non si pieghi anche nello scontro con il venir meno dell’umana speranza; perché un figlio non si stanchi di vedere, nello spossante spegnersi, il segno di un amore che lo ha reso uomo.
E quando ci ritroviamo ad urlare il nostro silenzio, declinato nei pensieri e nei linguaggi di ogni età, non è per chiedere: “perchè?”. Ma è il nostro faticoso abbandonarci alle Materne braccia.
E ci consente di essere un po’ più simili a quel Figlio umanamente inerme, sotto la croce, sotto lo sguardo di un Amore inesprimibile. Non passa il dolore (o forse sì), ma si vive quel qualcosa che fa andare avanti, sentendosi meno soli. Lo so, ci aspetta, al prossimo dolore, una gioia da star male, un finale inenarrabile, da vivere insieme, da vivere dentro, da vivere in Dio.

Carmine

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SIKAT

Le ultime vicende drammatiche hanno portato in primo piano un Paese molto caro alla nostra Comunità: le Filippine, che ormai da anni sono punto di riferimento per le nostre “adozioni a distanza”. Abbiamo ricevuto notizie rassicuranti dalle Madri Canossiane, che svolgono attività educativa e di insegnamento nei riguardi dei “nostri” ragazzi: non sono stati registrati danni rilevanti nelle zone dove vivono di Bulhian e Tondo. Tuttavia, i disagi provocati dal passaggio del tifone hanno inciso (e incideranno a lungo!) sulla già difficile situazione economica di tutto il Paese, con ripercussioni su tutte le province, anche quelle non direttamente devastate.
Il popolo filippino è abituato a convivere con i grandi sconvolgimenti atmosferici e tanto può insegnarci sul valore da dare alle cose che, da un giorno all’altro, possono essere spazzate via, ma la furia devastante delle ultime tempeste è stata un duro colpo per tutti.
Ci scusiamo con i tanti che in parrocchia sostengono l’avventura Sikat che non hanno ricevuto i consueti aggiornamenti, ma le difficoltà di ricevere la “documentazione” è sempre in agguato, tanto più quando gli eventi climatici ci mettono lo zampino. Presto daremo notizie circa la nostra annuale riunione, ma speriamo di poter prima consegnare le tanto attese buste con foto, bigliettini, pagelle e ringraziamenti dalle Filippine. Nel frattempo, invitiamo tutta la Comunità parrocchiale a seguire gli eventi di questo angolo della “periferia del mondo”, che sentiamo sempre tanto vicino a casa nostra, con quella partecipazione e preghiera che da anni la contraddistinguono.

Gli Amici del Sikat

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RIUNIONE DEL CONSIGLIO PASTORALE
di mercoledì 27 novembre

La scorsa riunione del Consiglio Pastorale Parrocchiale è stata una splendida occasione di riflessione sulla "famiglia" e, al di là del momento organizzativo relativo ai prossimi appuntamenti del tempo di Avvento, abbiamo potuto condividere l'attenzione e la passione che proviamo quando ci soffermiamo sul valore e l'importanza dell'istituto familiare. Lo spunto è stato dato da Don Francesco che, riprendendo i temi della prossima Riunione straordinaria del Sinodo dei Vescovi, ha proposto un'interessante riflessione su alcuni passi della "Lettera alle Famiglie" di Giovanni Paolo II. Il concetto stesso di famiglia è vario, in quanto ormai nel mondo civile per "famiglia" si intende anche "una persona che vive in una casa". All'interno della Chiesa, poi, esiste pure un senso di famiglia in cui non ci sono rapporti di parentela "umana". Ad esempio, le "famiglie religiose" prevedono che il superiore sia come un padre/madre che accompagna i confratelli/consorelle in un progetto di vita, che chiamiamo "carisma". Don Francesco ha, perciò, ricordato qual è il fondamento della famiglia: l'amore. Ma questo amore "fondante" deve tendere non tanto alla fusione delle persone o al loro completarsi (quasi che da soli manchi qualcosa!), quanto piuttosto deve favorire la costruzione di una relazione che valorizzi la distinzione e le peculiarità di ciascuno e, nella differenza, la crescita e il reciproco rispetto. E' la fede cristiana che, grazie al sacramento del matrimonio, eleva l'amore degli sposi, lo fa diventare segno dell'amore di Dio. Anzi, il modello originario della famiglia va ricercato in Dio stesso, nella realtà trinitaria: tutta la vita della famiglia deve richiamare l'immagine di Dio. Ma oggi la famiglia è in difficoltà, attaccata da ogni parte! E non ha bisogno di "pratiche religiose", ma di vera accoglienza. Di solito la fede non entra nelle case: per questo la famiglia (come scrive anche papa Francesco) ha bisogno di essere evangelizzata continuamente. E' stato proposto di tenere per quest'anno come "filo conduttore" degli appuntamenti pastorali il tema della "Famiglia". Il dialogo che ne è seguito è stato molto interessante e costruttivo, soprattutto quando ci siamo confrontati sul "Questionario" per il Sinodo dei Vescovi, proposto per sensibilizzare noi cristiani sul tema dell'evangelizzazione della famiglia. E' stata talmente stimolante e coinvolgente la condivisione scaturita dall'analisi dei quesiti, che tutti abbiamo ritenuto importante allargare a tutta la Comunità la possibilità di porsi di fronte a questo strumento pastorale. Ci siamo impegnati a dare il nostro contributo alla diocesi nella riflessione che il Vescovo porterà a Roma, facendo pervenire quanto il Questionario e lo Spirito ci solleciteranno.

Il Segretario

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POCO PRIMA DI NATALE

Bruno Ferrero: “C’è ancora qualcuno che danza”

Poco prima di Natale, la maestra fece due domande: “Chi considerate povero fra voi? E chi dovrebbe ricevere un regalo a Natale?”.
I bambini che si consideravano poveri alzarono la mano. La città era piccola e tutti si conoscevano. Non solo per nome, ma si sapeva anche dove uno viveva, che cosa faceva, chi erano i suoi parenti e quanti soldi aveva.
Dopo la scuola, la maestra chiamò nel suo ufficio Dini, un bambino di otto anni. I suoi genitori erano arrivati dall’Africa da poco tempo e tutti sapevano che erano poverissimi. Lo fece sedere e gli chiese come mai non aveva alzato la mano. Dini rispose: “Perché non sono povero”.
“E chi è povero, secondo te?”.
“I bambini che non hanno i genitori”.
Lei lo fissò sbalordita, in totale silenzio, poi lo congedò.
L’indomani, il padre di Dini tornò a casa con un largo sorriso stampato sulla faccia.
Disse che la maestra era andata a fargli visita sul posto di lavoro.
“Dovremmo essere molto fieri di nostro figlio”, aggiunse, e riferì alla mamma che cosa gli aveva detto l’insegnante.
La vigilia di Natale, Dini ebbe il suo pacco regalo. Conteneva due paia di scarpe nuove di zecca: uno per lui e uno per la sorellina. Non avevano mai avuto un paio di scarpe nuove.
Ma anche non fosse arrivato il regalo, Dini sapeva che la sua era la famiglia più ricca del mondo.
La famiglia è l’unico vero conto in banca. Non lasciarlo mai in rosso. Versa ogni giorno affetto, tenerezza, fedeltà e sacrificio. L’interesse è prodigioso.

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Inizia l’Anno Liturgico A:
Meditiamo il vangelo di Matteo

Nella storia del cristianesimo, il Vangelo di Matteo, è stato senz’altro il vangelo più popolare, più letto e commentato. Si pensa che destinataria del racconto dell’evangelista Matteo sia la comunità formata da persone di origine ebraica convertite al cristianesimo, molto legate alle loro radici: si spiega, così, la ricchezza dei rimandi all’Antico Testamento. Gli insegnamenti di Gesù sono raccolti in cinque grandi discorsi: il primo è chiamato il Discorso della montagna (capitoli 5-7) e può essere interpretato in riferimento al Sinai: Cristo non è venuto ad abolire la legge di Mosè ma a portarla a pienezza. Nel secondo discorso, detto “missionario” (cap. 10), il regno di Dio è annunziato, accolto e rifiutato. Nel terzo, il discorso in “parabole” (cap. 13), il regno è descritto nella sua crescita lenta ma inarrestabile nella storia. Nel quarto discorso (cap. 18) è la Chiesa che diventa il segno del regno durante il cammino della storia, nell’attesa che esso giunga a pienezza nella salvezza finale (quinto discorso, “escatologico”, cap. 24).
Questa struttura dei 5 discorsi è preceduta da due blocchi importanti: il vangelo dell’infanzia (cap. 1-2) e la presentazione di Gesù in pubblico: battesimo e tentazioni (cap. 3-4). Questa è l’opera di Matteo: un grandioso ritratto di Cristo, della Chiesa e del regno di Dio.

Prima domenica di Avvento - 1 Dicembre 2013
1^ Lettura: Dal libro del profeta Isaia 2,1-5
Salmo 121: Andiamo con gioia incontro al Signore.
2^ Lettura: Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 13,11-14
Vegliate, per essere pronti al suo arrivo.
Dal Vangelo secondo Matteo (24,37-44)
Vigilare significa fare la volontà del Padre, seguire le parole del Vangelo, prendersi cura dell’altro, pregare assiduamente, avere fede in Dio e riconoscere la sua presenza nella nostra vita, in modo da poter affrontare tutte le difficoltà che si presentano. Significa vivere la propria vita sulle orme di Gesù.

Seconda Domenica d’Avvento - 8 dicembre 2013 - Immacolata Concezione della Vergine Maria
Tutti siamo chiamati alla santità, perché tutti siamo stati predestinati ad essere figli di Dio, in Cristo. Il sì di Maria proclama che Dio è per sempre con noi.
1^ Lettura: Dal libro della Genesi 3,9-15.20
Salmo 97: Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore.
2^ Lettura: Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 1,3-6.11-12
Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38.
Domenica 15 dicembre 2013 - III Domenica del Tempo di Avvento
Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino.
1^ Lettura: Dal libro del profeta Isaia 35, 1-6. 10
Salmo 145: Vieni, Signore, a salvarci.
2^ Lettura: Dalla lettera di san Giacomo apostolo 5, 7-10
Lo Spirito del Signore è sopra di me, mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Dal Vangelo secondo Matteo 11, 2-11

Domenica 22 dicembre 2013: IV Domenica del Tempo di Avvento
Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre, tu, che nell'annunzio dell'angelo ci hai rivelato l'incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione
1^ Lettura: Dal libro del profeta Isaia 7, 10-14
Salmo 23: Ecco, viene il Signore, re della gloria.
2^ Lettura: Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 1, 1-7
Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele: «Dio-con-noi».
Dal Vangelo secondo Matteo 1, 18-24

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GSO: IL PUNTO

Non sembra vero, ma la stagione sportiva è giunta già al giro di boa: a metà dicembre le nostre squadre di calcio termineranno l’andata dei rispettivi tornei; gli atleti del tennistavolo saranno impegnati nella fase finale del campionato a squadre e si prepareranno agli impegni più duri dei tornei individuali, provinciale e regionale. E' il momento di fare un primo bilancio, soprattutto per quanto riguarda le iscrizioni. Con sorpresa (ma non troppo) registriamo un vero e proprio boom di presenze, soprattutto dei ragazzini tra i 7 e i 10 anni: agli allenamenti sono sempre presenti almeno una ventina di piccoli atleti dalle grandi aspettative. La loro voglia di divertirsi, di impegnarsi e di confrontarsi con i coetanei è la gioia di genitori e alleducatori. Alzando lo sguardo ai ragazzi di poco più grandi, è da sottolineare l'esperienza vissuta, domenica 24 novembre, dagli Under 12, che hanno affrontato l'impegnativa trasferta in quel di San Faustino (campo teatro di epici incontri calcistici per il Gso Casazza) ritrovandosi alla stazione “Casazza” e riempiendo i vagoni della metro con grande entusiasmo per un viaggio dal sapore particolare (grazie ai genitori che hanno reso il tutto piacevole e sicuro con la loro presenza). Ricordiamo che Allievi e Top Junior nei rispettivi campionati si stanno ben comportando, come ci hanno ormai abituato da alcuni anni. Per tutti, dicembre è il mese dei tradizionali momenti di festa e condivisione: "Stelle di Natale" e "Serata per gli sportivi" (con S. Messa e cena) sono impagabili esperienze per fare gruppo e testimoniare alla Comunità il bello dello sport oratoriale. Un grazie preventivo a quanti circonderanno con affetto e collaborazione queste e le altre attività che il nostro Gruppo Sportivo proporrà.