La Bussola - Casazza
AVVENTO 2012
"VIENI SIGNORE GESÙ"

indice degli articoli:
"Carissimi": il messaggio del parroco
Simboli dell'anno della fede
Natale in strada
Avvento/Attesa
Oratorio 2012
Il sassolini nelle scarpe
Benedetto XVI sbarca su Twitter
Il messaggio del Papa: GMG 2013
Avvento: domeniche di fede speranza e attesa
"La porta delle fede è sempre aperta"
Cineforum famiglie:cinema e discussione per piccoli e grandi
RistruttORATORIAMOCI
Catechismo
Sinodo diocesano
GSO:il punto sportivo

Carissimi,

La nostra Chiesa, con l’Avvento, inizia un nuovo Anno Liturgico.
Vigilanza e attesa, sono questi gli atteggiamenti che devono caratterizzare il tempo di Avvento.
L’Avvento è il tentativo di darsi una scrollata, di evitare di essere assonnati.
Il nostro rischio è davvero quello di vivere lasciandoci colare addosso i mesi e gli anni, senza essere protagonisti. E la fede è proprio questo scuoterci, questo andare al di là dell’apparenza.
Ecco allora l’attesa di Dio.
Avvento è il coraggio di fermarsi e aspettare il Signore, è il coraggio crudo della messa in discussione delle nostre fragili sicurezze, è il tempo per scoprire il Tempo grande, la Gerusalemme, là in fondo, in cima la monte dei nostri desideri reconditi.
Allora occorre svegliarsi, scuotersi, agire, “indossare le armi della luce” (Rm 13,12). Gesù ci dice che il giorno del Signore arriva all’improvviso, che ci prende di sorpresa, che Dio chiede consapevolezza, accoglienza, verità di se stessi.
Possiamo vivere la nostra vita con attesa, lavorare, divertirci, orientati all’oltre, all’altrove, al vero. Oppure no.
La stessa cosa viene vissuta in modo opposto: uno è preso, l’altro lasciato.
Uno è consapevole e incontra Dio, l’altro non si pone neppure il problema della vita e della fede.
Tra quattro settimane festeggeremo il Natale: memoria della venuta storica di Gesù Cristo, attesa della venuta definitiva del Signore Gesù.
E una domanda inquietante ci viene posta: “Dì: e, nel tuo cuore, Dio è già nato?”.
Buon Avvento,

il vostro parroco,
Don GianMario

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SIMBOLI DELL'ANNO DELLA FEDE

Molti si saranno accorti che tutti gli avvenimenti relativi all'anno della Fede sono caratterizzati, anzitutto, da un LOGO. Esso rappresenta una barca a vela stilizzata, immagine della Chiesa, in navigazione sui flutti. L’albero maestro è una croce che issa le vele le quali, rappresentate da segni dinamici realizzano il trigramma di Cristo “IHS” (Gesù Salvatore degli Uomini). Sullo sfondo delle vele è rappresentato il sole che, associato al trigramma, ricorda l’Eucaristia.
Anche un'altra immagine è stata scelta per essere simbolo dell'Anno della Fede:
Il CRISTO PANTOCRATORE del Duomo di Cefalù. La parola Pantocràtor letteralmente significa: "Colui che contiene tutte le cose" o anche "Dominatore su tutto".
Il “Cristo Pantocrator” (XII sec.) è stato scelto come richiamo universale.
Quel volto accompagnerà tutti i pellegrini e i credenti nelle varie parti del mondo sotto forma di immaginetta tascabile o per manifesti. Sul retro dell’immagine è stampato il testo della preghiera del “CREDO”, nella versione niceno-costantinopolitana, quella – per intendersi – che si recita nella Messa domenicale.
Uno degli impegni dell’Anno della fede, infatti, è fare del credo la preghiera quotidiana imparata a memoria, come era consuetudine tra i cristiani dei primi secoli. S. Agostino esortava: “Ricevete la formula della fede che è detta Simbolo. E quando l’avete ricevuta imprimetela nel cuore e ripetetevela ogni giorno interiormente.”.
- Ma perché è stata scelta l’immagine del Pantocratore per l’anno della fede?
Una prima spiegazione riguarda la qualità della nostra fede: è cristiano chi crede che Gesù è il figlio di Dio che si è fatto uomo e che nella sua realtà umana e divina patì, morì, risuscitò dai morti e ritornò al Padre per redimere l’umanità intera. Questa professione di fede è stata il prerequisito del nostro battesimo, pronunciata dalla comunità che ci ha accolto nel suo grembo. Chi pertanto non professa questa fede non è cristiano. E’ un discrimen netto e senza equivoci.
Una seconda considerazione è che, volendo proporre un’icona di Cristo, è stata scelta la più bella, capolavoro universale del mosaico del XII secolo. Non si trova da nessuna parte, un’immagine di Cristo che meglio esprima la sua realtà di vero Dio e vero uomo, l’immagine visibile del Dio invisibile, di Colui che dice ‘Chi vede me vede il Padre’, di Colui che è Principio e fine.
La terza considerazione è che quell’immagine non è solo espressione in bellezza del mistero di Dio, ma è ricca di significato teologico.
Lo leggiamo nella didascalia che nel Duomo di Cefalù accompagna il mosaico stesso: Factus homo factor hominis factique redemptor – Iudico corporeus corpora corda Deus / Io ho fatto l’uomo, mi sono fatto uomo e l’ho redento - in quanto corporeo, salvo i corpi; in quanto Dio, salvo i cuori. In questa straordinaria sintesi teologica è espresso tutto il mistero della Redenzione, come in quell’immagine di perfezione è mirabilmente significato tutto il percorso dell’uomo nella ricerca di verità e bellezza e il volto umano di Dio che di bellezza e verità risplende.
Nel mondo intero tutti i cristiani, ma anche chi cristiano non è o non si professa tale, può leggere nell’icona del Pantocratore di Cefalù la più straordinaria sintesi dell’umano e del divino.

La Redazione

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NATALE IN STRADA

Settima edizione della familiare manifestazione “Natale in strada”, bancarelle della solidarietà, l’ormai tradizionale appuntamento che nel cuore del nostro quartiere dà vita ad un mercatino speciale.
Come da sette anni in qua, l’obbiettivo è quello di essere uno stimolo per il quartiere, per consentire l’incontro con tante e diverse realtà e associazioni che fanno del servizio agli altri il loro credo.
Saranno presenti associazioni che operano in campi e in luoghi molto diversi tra loro, ma che sono unite da una sensibilità speciale nei confronti del prossimo e degli “ultimi”.
Ci saranno anche le bancarelle allestite da genitori e bambini delle scuole presenti nel nostro territorio che si sono preparate all’evento dando vita ad un passaparola di amicizia e fraternità.
Ogni bancarella racconta una storia (o, forse, più di una!), che parla di gesti semplici spesi per incontrare Cristo nelle realtà più diverse,
Lo scopo che si intende cogliere non è quello di raccogliere fondi (i ricavi sono gestiti liberamente da ciascun ente), ma piuttosto far emergere il senso di apertura agli altri. Prevale il gusto di fare festa nel conoscersi e stare vicini (anche fisicamente), di uscire dal guscio e mettersi in gioco, in poche parole: “mettersi in strada”.
Tutti dovremmo apprezzare maggiormente la straordinarietà di questa iniziativa che – nella leggerezza di un mercatino all’aperto – offre a ciascuno un prezioso dono di condivisione e servizio.
Possiamo dire che questa manifestazione è diventata patrimonio della nostra umanità di quartiere: partecipare a questo momento di festa è già la ricompensa più grande!
La Comunità Hebron, vero polmone vivo di sensibilità e servizio per tutto il nostro quartiere, è il punto di riferimento dell’iniziativa e – come spesso accade – è il serbatoio di amore a cui possiamo attingere per prepararci bene al Natale.
Sarà piacevole ritrovarci a curiosare tra le bancarelle, incontrarci e scambiare una parola o un sorriso in via Riccardi DOMENICA 16 DICEMBRE DOPO LA SANTA MESSA e poi per TUTTO IL POMERIGGIO


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AVVENTO/ATTESA

di Cesare Filippini

Signore, attendere che si compia un desiderio
è la caratteristica più profonda
che Tu hai messo nel cuore dell’uomo.
Anch’io attendo!
Mi sento un crepaccio arido, ma assetato di infinito;
avvolto nella nebbia, ma sogno i raggi del sole estivo;
prigioniero, ma in attesa di libertà,
naufrago sulla carretta del mare,
ma in attesa dell’approdo per una vita almeno possibile;
defraudato dei miei diritti,
ma attendo, con impazienza, giustizia.
Mi sento proiettato verso qualche cosa
che mi viene incontro e non sono felice
perché non avviene il contatto.
Nulla mi appaga definitivamente.
La mia vita, Signore, si snoda di attesa in attesa.
Ancora ora attendo la tua venuta, il tuo Natale…
Mi risveglio dal mio torpore
e mi sento un illuso perché ti attendo ancora a Natale.
Una voce mi dice, con tono di rimprovero:
“Cesare, perché mi attendi a Natale?
Io vengo sempre da te, ogni giorno”.
Allora comprendo!
Comprendo che Tu mi vieni incontro
nell’uomo che si cala, testa in giù, ogni giorno,
nel cassonetto di fronte alle nostre case,
in cerca di cibo per attutire i morsi della fame.
Mi vieni incontro nel povero
che è riuscito a strappare dal cassonetto dell’Humana,
qualche indumento e, lì, lo sta provando.
Mi vieni incontro nella donna in chador,
che incontro intimorita,
con gli occhi bassi, mentre mi passa accanto.
Mi vieni incontro nel bimbo di colore
che cerca di strappare dalle mani di Giada,
la biciclettina, che lei difende con tutte le sue forze.
A nulla valgono le mie parole
di mediazione e di compromesso.
Tutti e due urlano – e a ragione -: ”è mia!”.
Comunque nel mio cuore, Signore,
è insita un’attesa inappagabile,
ben descritta da S. Agostino:
“Siamo fatti per te e il nostro cuore è inquieto
finché non riposa in te”.
E mi risuonano in lontananza, come un’eco, le tue parole:
“qualunque cosa avrete fatto al più piccolo
l’avrete fatta a me”.
Comprendo che la mia attesa
non sarà mai una delusione o un inganno
se saprò veramente orientarmi
al nuovo, al sorprendente.
Signore Gesù, so che chi attende
è pronto a lasciarsi sorprendere.
I genitori che aspettano un figlio
come una sorpresa, come un dono,
vanno incontro ad un’esistenza ribaltata.
Tutte le mie più belle attese
non mi hanno mai appagato,
ma mi hanno ribaltato,
mi hanno aiutato a dare alla mia vita
un’altra prospettiva, e proprio perché le ho accolte
come dono hanno ribaltato la mia esistenza.
Mi domando, allora, Signore,
se c’è nella vita qualche altro modo di attendere.
Come posso attenderti?
Come Erode con la spada per ucciderti?
Come il potere per combatterti?
Come il miscredente per metterti alla prova?
O come Maria che ha messo a disposizione tutto:
vita, pensieri, affetti, progetti, sogni, amore?

Amici, buona attesa! Buon Avvento!

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ORATORIO 2012

Da qualche anno a questa parte, quando si parlava del nostro oratorio, si diceva: “E’ un oratorio senza giovani!” – “E’ frequentato solo da anziani” – Non c’è vitalità” – “Che senso ha un oratorio senza ragazzi che ogni giorno lo animano?”.
Siamo stati lì a pensare cosa fare per attirare i giovani a frequentarlo, quali modifiche fare alle strutture per rendere i locali allettanti (altrimenti i giovani non sarebbero venuti), quali cambiamenti proporre nell’atteggiamento di chi frequenta il bar e dintorni per richiamare la presenza giovanile…
All’improvviso, questa estate… Sarà stato l’atteggiamento accogliente del Don, sarà stato un soffio silente dello Spirito, sarà stato uno spontaneo sviluppo delle dinamiche di una comitiva, ma è diventato luogo di quotidiano gioco e incontro di 20/30 tra ragazzi e ragazze (alcuni da fuori quartiere, ma la maggior parte di Casazza). Hanno reso la “piastra”, il salone e gli spazi vicini al bar il loro “regno”, dove esprimere slanci e contraddizioni, amicizie e problematiche, tipiche della loro età.
A questo punto: il “materiale umano” c’è; il Don preso dai mille impegni che il ruolo gli impone per quanto possibile c’è… Cosa fare allora per cogliere l’occasione e usare l’oratorio per quello che ci si aspetta da un simile luogo?
Forse manca una figura di riferimento che per età, carattere e vocazione sappia far breccia nel cuore dei ragazzi, che possa essere sempre a disposizione di chi avesse voglia di fare “due parole”, che riesca a cogliere le reali esigenze per rendere quel posto un ambito formativo o, perlomeno, educativo e non solo un ritrovo ricreativo.
Ma, in assenza di questa figura e anche qualora ci fosse, c’è bisogno che la Comunità e ciascuna persona che se ne sente parte faccia qualcosa.
Forse, più che fare c’è bisogno di essere…
Essere disponibile a offrire un po’ del proprio tempo per assicurare una presenza che esprima accoglienza e condivisione. Essere “ponte”, per incontrare i ragazzi e farli incontrare con la realtà dell’oratorio, interessarsi a loro, far respirare la serenità di chi si trova bene con le altre persone che lo frequentano per il semplice fatto che ci si trova “in famiglia”.
Ecco, essere capaci di sentirsi famiglia è la sfida più grande (dai tempi degli Atti degli Apostoli) per ogni comunità cristiana, dove anziano, giovane, mamma, papà, bambino non sono categorie “stagne”, incomunicabili, ma sono momenti diversi di esperienza di vita e di incontro con Cristo.
Tutti dovrebbero sentirsi chiamati a essere parte di questo “progetto” di oratorio, senza aspettare (o pretendere) che siano altri (i baristi, il Don, i catechisti, “chi ha tempo…”) a fare qualcosa. Certo, avere tempo da spendere in questo non è facile, ma neanche impossibile: ad impegnarsi nel fare si può anche commettere qualche sbaglio, ma chi non agisce per essere testimonianza sbaglia due volte!
Essere convinti che, anche se con età, idee, esigenze, tempi, punti di vista diversi, da figli dello stesso Padre, l’unico vero motivo d’esistere di un oratorio è rendere Gesù presente, essere palestra di vita per grandi e piccoli.
Non si tratta, dunque, di tamponare un’emergenza, perché già domani un cambiamento, un soffio dello Spirito, la dinamica di una comitiva… potrebbero svuotare gli ambienti. Ma aver sperimentato di essere parte della famiglia di Gesù sarà un’impronta che segnerà il cuore di chi ha vissuto quell’esperienza: sarà la scintilla, pronta ad innescare un incendio cristiano in ogni luogo in cui lo Spirito suggerirà.

Carmine

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I SASSOLINI NELLE SCARPE

Tutti abbiamo bisogno di una fonte energetica. Un po' come quella che cerchiamo ogni mattina.
Molti affidano il destino della loro giornata ad una tazza di caffè. Alcuni al primo bacio della moglie o del marito. Alcuni all'ascolto del giornale radio, altri ad una canzone sotto la doccia, altri ancora all'oroscopo. Alcuni a qualche ispirata meditazione, capace di attivare lo spirito. Alcuni non hanno nemmeno il tempo di trovarla l'ispirazione che già sono a scuola o al lavoro.
Un po' come è capitato a me una mattina. Dopo aver litigato con la sveglia, ero uscito di fretta, senza riuscire ad attingere ad alcuna apprezzabile fonte energetica. Non solo, ma nella fretta di infilare i mocassini mentre salivo già in macchina, un piccolo sassolino mi entrò nella scarpa. In auto non ci feci caso, ma arrivato a lavoro lo percepii distintamente.
Fu lì che mi venne un'idea: perché non tenermi il sassolino nella scarpa come ... fonte di ispirazione? Ogni volta che l'avrei calpestato, lo stimolo avrebbe potuto risvegliare in me l'attenzione ad essere più disponibile verso le persone che avrei incontrato.
A fine giornata, dovetti riconoscere che l'esperimento, a parte il buco nel calzino, era da considerare positivo. Non riuscii a resistere alla tentazione di sfruttare l'episodio in prospettiva educativa, raccontando ai figli, con malcelato orgoglio, di come il loro padre si impegnasse ad amare gli altri.
Non ricordo se il racconto avesse prodotto in loro effetti positivi. In ogni caso, io stesso mi dimenticai in fretta della originale fonte di ispirazione. Se non che, alcuni giorni dopo, una mattina, indossando i mocassini, scoprii che qualcuno vi aveva messo un sassolino, neanche troppo piccolo. Incassata la lezione da parte dei figli, il dubbio che un piccolo gioco valesse più di mille prediche in famiglia si è fatto certezza.
In tempi in cui tanti dalle scarpe si tolgono i sassolini appena possono, devo ringraziare colui o colei che me l'ha messo.
Paolo Crepaz

 

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BENEDETTO XVI SBARCA SU TWITTER

dal 3 dicembre la parola del Papa in 140 caratteri.
E' stata annunciata con una conferenza stampa l'apertura dell'account ufficiale di Ratzinger sul microblogging. Un nuovo passo di innovazione nelle forme di comunicazione del Vaticano sul web
Il 3 dicembre anche Benedetto XVI avrà il suo indirizzo ufficiale su Twitter. Il popolare social network di microblogging ospiterà, tra i suoi oltre 500 milioni di utenti, anche l'account del Papa.
Non sarà il Papa in prima persona a inviare i suoi messaggi su Twitter. "Naturalmente sarà lui ad approvare ogni messaggio", ha dichiarato l'Arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni sociali. Non sarà il Papa, dunque a twittare di persona anche se non si tratterebbe della prima volta: nel giugno 2011 Bendetto XVI in 140 caratteri ha lanciato il portale del Vaticano: «Cari amici, ho appena dato l’avvio a www.news.va. Sia lodato Gesù Cristo! Con le mie preghiere e la mia benedizione, Benedictus XVI». Attraverso Twitter saranno diffusi gli interventi più importanti e le frasi significative tratte dall'Angelus domenicale.

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IL MESSAGGIO DEL PAPA
per la Giornata Mondiale della Gioventù Rio de Janeiro 2013

E’ stato pubblicato il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Rio de Janeiro dal 23 al 28 luglio 2013 sul tema «Andate e fate discepoli tutti i popoli!» (Mt 28,19). Benedetto XVI invita i giovani ad essere i primi missionari tra i loro coetanei, in particolare nel continente digitale, nel mondo di internet per "condividere la bellezza" dell'incontro con Gesù "e la gioia che nasce da questo incontro".
Cari giovani, lasciatevi condurre dalla forza dell'amore di Dio lasciate che questo amore vinca la tendenza a chiudersi nel proprio mondo, nelle proprie abitudini; abbiate il coraggio di 'partire' da voi stessi per 'andare' verso gli altri e guidarli all'incontro con Dio. Ricordo le parole di Giovanni Paolo II: "La fede si rafforza donandola", non si è veri credenti senza evangelizzare.
Cari giovani, voi siete i primi missionari tra i vostri coetanei! L’impegno missionario è una dimensione essenziale della fede: non si è veri credenti senza evangelizzare. E l’annuncio del Vangelo non può che essere la conseguenza della gioia di avere incontrato Cristo e di aver trovato in Lui la roccia su cui costruire la propria esistenza. Impegnandovi a servire gli altri e ad annunciare loro il Vangelo, la vostra vita, spesso frammentata tra diverse attività, troverà la sua unità nel Signore, costruirete anche voi stessi, crescerete e maturerete in umanità.
Leggere il Catechismo, per conoscere la fede "con la stessa precisione con cui uno specialista di informatica conosce il sistema operativo di un computer".
Desidero anzitutto rinnovarvi l’invito a partecipare a questo importante appuntamento. La celebre statua del Cristo Redentore, che domina Rio, ne sarà il simbolo eloquente con le sue braccia aperte e accoglienti: "Siate voi il cuore e le braccia di Gesù! Andate e testimoniate il suo amore, siate i nuovi missionari animati dall'amore e dall'accoglienza!". "A tutti apriamo la porta del nostro cuore; cerchiamo di entrare in dialogo, nella semplicità e nel rispetto: questo dialogo, se vissuto in una vera amicizia, porterà frutto".
"Quando vi sentite inadeguati, incapaci, deboli nell'annunciare e testimoniare la fede, non abbiate timore. L'evangelizzazione non è una nostra iniziativa e non dipende anzitutto dai nostri talenti, ma è una risposta fiduciosa e obbediente alla chiamata di Dio e perciò si basa non sulla nostra forza". "Nulla - né le difficoltà, né le incomprensioni - vi faccia rinunciare a portare il Vangelo di Cristo nei luoghi in cui vi troviate".
Vi esorto a vivere la comunione con la Chiesa: "Nessuno può essere testimone del Vangelo da solo".
Quindi, non importa se l'evento GMG 2013 quest'anno si svolge geograficamente lontano, perché a ciascuno è comunque data la possibilità di fare proprio il cuore di quella giornata: testimoniare l'amore di Gesù che non conosce confini, che supera le distanze, che si serve di ogni mezzo per parlare della presenza di Dio nella vita di ogni uomo.
Il testo completo del Messaggio del Papa si può scaricare dal sito www.gmgrio2013.it

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AVVENTO - DOMENICHE DI FEDE, DI SPERANZA E DI ATTESA

Ad ogni Avvento, inizio dell'anno liturgico, è come se si riaprisse la nostra storia, il cammino di speranza che è attesa e compimento di una promessa più grande della nostra stessa domanda. Quest'anno, in particolare, siamo chiamati a vivere questo tempo di attesa della venuta del Salvatore in uno straordinario clima di fede.

I DOMENICA 2 DICEMBRE: VEGLIATE E STATE PRONTI… Fede è ascoltare

I Lettura dal Libro del profeta Geremia 33,14-16; Salmo 24;
II Lettura dalla prima lettera di S. Paolo ai Tessalonicesi 3,12.13-4,2;
Vangelo di Luca 21,25-28.34-36

Il profeta Geremia ci invita ad alimentare la certezza che Dio è fedele alle sue promesse: ci salva e ci invita ad incontrarlo come re di giustizia e di pace.
San Paolo precisa che per vivere da salvati occorre abbondare nell'amore vicendevole e, insieme al brano del Vangelo, ci richiama alla santità della vita, libera da peccato e disperazione. Gesù ci esorta a mantenere la coscienza sveglia: vegliate e pregate. Ascoltare la sua Parola è anche ascoltare i segni del tempo in cui viviamo, senza lasciarci appesantire dagli affanni della vita.

SABATO 8 DICEMBRE: IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA Una donna meraviglia di Dio

I Lettura dal Libro della Genesi 3,9-15.20; Salmo 97;
II Lettura dalla prima lettera di S. Paolo agli Efesini 1,3-6.11-12;
Vangelo di Luca 1,26-38

Celebrata nel cuore dell'Avvento, la solennità dell'Immacolata Concezione diventa il segno più alto di quanto possa fare nella vita di una creatura la salvezza offerta da Cristo. Dopo il peccato (Genesi) Dio non abbandona la sua creatura e afferma che la discendenza di Eva sarà vittoriosa. Il cuore dell'uomo, rigenerato da questa speranza può lasciarsi affascinare dalle meraviglie dell'amore divino (Salmo). Se accogliamo Gesù come centro della nostra storia, ritroviamo la nostra propria identità (Efesini); se la risposta di Maria all'angelo diviene il nostro modello, saremo veramente pronti alla mirabile venuta del Signore.

II DOMENICA 9 DICEMBRE: LAVORI IN CORSO, PREPARA LA STRADA. Fede è servire

I Lettura dal Libro del profeta Baruc 5,1-9; Salmo 125;
II Lettura dalla lettera di S. Paolo ai Filippesi 1,4-6.8-11;
Vangelo di Luca 3,1-6

Personaggio chiave dell'Avvento è Giovanni Battista, chiamato da Dio a guidare gli Israeliti verso Gesù e scelto dalla Chiesa per guidarci nella preparazione al Natale. Il profeta Baruc ci invita ad avere uno sguardo di fede per cogliere le meraviglie che Dio si appresta a compiere, mentre S. Paolo ci propone il legame che deve unire pastori e fedeli nella Comunità, cementato da amore e preghiera. Servire il Signore, indicare agli altri le vie che ci ha fatto conoscere, essere evangelizzatori oggi: è la vocazione a cui siamo chiamati, in Avvento e in ogni giorno della nostra vita.

III DOMENICA 16 DICEMBRE: DOVE SI VA? Fede è cercare

I Lettura dal Libro del profeta Sofonia 3,14-18; Salmo: Isaia 12,2-6;
II Lettura dalla lettera di San Paolo ai Filippesi 4,4-7;
Vangelo di Luca 3,10-18

Cerchiamo senza sosta la nostra felicità, qualcosa che ci dia motivo di gioia e di soddisfazione. Le Letture ci indicano la Via: fonte della nostra gioia è il Cristo.
La gioia è il gigantesco segreto del cristiano. Il profeta Sofonia e l'apostolo Pao-lo ci sorprendono con un grido che è molto più di un'esortazione; è un comando che la comunità credente non si aspetta: Gioisci, rallegrati!
Il motivo di tale gioia è identico: il Signore è in mezzo a te, il Signore è vicino.

IV DOMENICA 23 DICEMBRE: SPALANCA PORTA, BRACCIA E CUORE. Fede è accogliere

I Lettura dal Libro del profeta Michèa 5,1-4; Salmo 79;
II Lettura dalla lettera agli Ebrei 10,5-10;
Vangelo di Luca 1,39-48

Come è difficile accogliere i disegni di Dio per la nostra vita. Dio non sceglie le cose grandi, la potenza, la sapienza del mondo, la logica e il buon senso. Egli sceglie le cose umili e le rende capaci di salvezze che capovolgono il mondo (profeta Michea). Egli sceglie la povertà di un corpo donato per chiederlo come sacrificio più grande degli olocausti rituali (lettera agli Ebrei). Egli sceglie il gesto quotidiano di una visita per farsi presente nella vita. Maria è modello del cristiano in attesa: la disponibilità ad accogliere il volere di Dio, annunciato dall'angelo, diventa disponibilità a servire il prossimo e tutto ciò genera la presenza di Gesù sulla Terra.

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"LA PORTA DELLA FEDE È SEMPRE APERTA"
Benedetto XVI

A partire dalla prima domenica d’Avvento, la nostra chiesa, grazie all’iniziativa di una coppia di parrocchiani, sarà impreziosita dalla splendida raffigurazione della Fede che fece il Moretto (pittore bresciano del XVI sec.) e che può essere ammirata al museo dell’Ermitage di San Pietroburgo.
Il pittore rifacendosi alla iconografia tradizionale della Fede, la raffigura come una donna dal capo velato, riflessiva che non guardo lo spettatore.
Regge in una mano la croce (a rappresentare la fede nella passione del Signore) e nell’altra il calice (a significare che il Cristo non appartiene al passato, ma è presente nella liturgia). L’Eucaristia, centro e culmine della nostra fede, consente di accettare la croce e di riconoscere in essa la regalità di Cristo.
Questa immagine farà da sfondo al fonte battesimale, luogo di origine della fede di ogni cristiano.

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CINEFORUM FAMIGLIE: cinema e discussione per piccoli e grandi

L'iniziativa lanciata dal gruppo “Famiglie in cammino" di un cineforum per adulti e bambini è partita. La prima proiezione ha avuto luogo sabato 24 novembre.

E' stato proposto un film di produzione americana (2008) dal titolo in inglese,"The blind side" (in italiano si traduce "il lato cieco") che fa parte del gergo utilizzato nel football americano.
Narra la storia realmente accaduta di un giovane emarginato di colore che, grazie alla affettuosa accoglienza di una famiglia cristiana che se lo prende in casa, recupererà la fiducia in sé stesso per diventare poi un importante giocatore di football.
Un caso riportato sulle cronache dalla stampa americana quale esempio positivo di integrazione tra neri e bianchi, che nel caso di uno stato del sud degli States, quale il Tennesee, risulta spesso problematica.
E’ un film fatto anche di contraddizioni come spesso la vita ci presenta, ma al di là di tutto è il valore della persona che va salvaguardato e la storia di Big Make ne è l'esempio vivente.

Il cineforum attualmente non prevede una rigida programmazione, anche se l'intenzione è quella di mantenere una periodicità tale da consentire entro il prossimo giugno di visionare 4-5 titoli.
Non c'è alcuna pretesa di costituire un circolo di cinefili, tuttavia può essere interessante fare una selezione che non solo esplori il mondo del cinema, ma che ne permetta di analizzare le vicende umane raccontate, gli interrogativi e le riflessioni che di volta in volta vengono presentati.
Il cinema è comunicazione ed arte allo stesso tempo, anche nel caso di svago e divertimento.
E' necessario però conoscere i criteri della scelta per non "bere" tutto ciò che l'industria del cinema produce.
Il cineforum può essere la giusta occasione che ci permette anche di poter condividere le tematiche in famiglia o tra gli amici.
Un modo originale per conoscere la propria identità cristiana, ma anche per approfondire la propria fede nel confronto aperto e leale con le altre identità e le variegate realtà sociali e culturali del mondo contemporaneo.
E’ l’anno della fede: perché quindi non pensarla anche questa come un’occasione di crescita umana e spirituale alla luce del messaggio evangelico?
Dunque al prossimo appuntamento. Quando? Occhio al tabellone!

Marek

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RistruttORATORIAMOCI

I lavori di ristrutturazione del teatro parrocchiale non si sono fermati!
Anche se non si vede, stiamo lavorando all'interno della struttura per completare il progetto, rispettando i tempi programmati
In fondo alla chiesa verrà presto ricollocato il progetto originario, affiancato da un secondo pannello (che verrà colorato di volta in volta) e ci accompagnerà sino al termine della ristrutturazione. Sopra saranno evidenziate le somme raccolte dai vari offerenti pubblici e privati a sostegno del nostro impegno.
Con i contributi donati dalla nostra Comunità fino alla data 30 settembre 2012 è stata raggiunta la cifra di €. 15.560,00. E’ un risultato importante, ma le spese sostenute e quelle da sostenere richiedono la necessità di fare ancora molto di più.
Continuiamo così, con partecipazione e generosità!

Roberto

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CATECHISMO

I nostri “piccoli amici” (come ama definirli Don GianMario) che frequentano gli incontri di catechismo si sono presentati durante le scorse domeniche attraverso semplici riti che hanno permesso a tutta la Comunità di conoscere il percorso da loro intrapreso.
Già il nome di ogni gruppo racchiude in sé un bel programma. Così, abbiamo visto il gruppo NAZARETH (luogo dell’infanzia di Gesù) celebrare il rito dell’Accoglienza che li introduce all’itinerario di scoperta di Gesù; il gruppo Cafarnao (città in cui Gesù chiamò i primi discepoli) ha ricevuto in consegna il "Padre Nostro", la preghiera che ci ha insegnato Cristo e così ha iniziato il suo cammino alla scoperta del "Dio di Gesù: il Padre" che condurrà alla celebrazione del sacramento della Riconciliazione.
Il gruppo Gerusalemme (dove Gesù è morto e risorto) ha vissuto il momento della traditio (consegna) della Bibbia, strumento indispensabile per sperimentare durante gli incontri settimanali la "storia della Salvezza"; i ragazzi del gruppo Emmaus (villaggio dove Gesù viene riconosciuto nello spezzare il pane) quest'anno scopriranno la realtà dello Spirito Santo e dei suoi doni, della Chiesa: si sono presentati alla Comunità con la richiesta di ammissione ai sacramenti della Cresima e della Prima Eucaristia che celebreranno al termine dell'anno pastorale.
Una sottolineatura maggiore meritano i ragazzi del gruppo Antiochia (città dove per la prima volta i discepoli di Gesù vengono chiamati "cristiani"): hanno ricevuto sei mesi fa Cresima ed Eucaristia e tradizionalmente rappresentano il gruppo che da un anno all'altro subisce una vera e propria decimazione nella partecipazione agli incontri.
Chi resiste e mostra la voglia di continuare ad essere amico stretto di Gesù per il consolidamento (mistagogia) della giovane fede è degno di "menzione speciale".
A loro e a tutti coloro che proseguono nel partecipare agli incontri di maturazione spirituale va il pensiero della Comunità e tutto il sostegno possibile con la preghiera e con la vita di fraternità.

I catechisti


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SINODO DIOCESANO sulle Unità Pastorali

Ci siamo! Sabato 1° dicembre iniziano i lavori dell'Assemblea del Sinodo sulle Unità Pastorali. Sono trascorsi tanti mesi da aprile 2011, quando il Vescovo Luciano ha ufficialmente dato il via alla riflessione che ha impegnato la Diocesi per rinnovare l'azione missionaria di tutta la Chiesa bresciana. All'Assemblea parteciperanno 385 "padri sinodali", di cui 207 laici; si confronteranno sul documento, che è stato elaborato dalla Segreteria del Sinodo prendendo in considerazione le indicazioni presentate in questi mesi di discernimento. Il testo è chiamato Instrumentum laboris ed è il fondamento da cui partirà la riflessione del sinodo.
Nelle premesse di questo documento si precisa che le unità pastorali "non aboliscono la struttura della parrocchia né la figura del parroco: intendono invece essere una forma di più stretta collaborazione che favorisca la cura pastorale dei fedeli, attraverso una maggiore comunione tra parrocchie vicine e una migliore valorizzazione delle molteplici risorse presenti nelle comunità parrocchiali.
Le Unità Pastorali - continua il testo - intendono rinnovare l’azione missionaria della Chiesa bresciana, rispondendo agli aspetti caratteristici del nostro tempo, che rappresentano per noi i “segni dei tempi”, cioè fatti significativi, attraverso i quali lo Spirito parla alla Chiesa di Cristo e la sollecita a una conversione permanente e ad un aggiornamento continuo
Viene precisato che la riuscita delle Unità Pastorali si misurerà dalla capacità di far uscire le singole comunità parrocchiali da una illusoria autosufficienza per farle vivere ‘con’ e ‘per’ altre comunità parrocchiali: in questo senso le Unità Pastorali sono una preziosa opportunità, poiché sollecitano e favoriscono l’unità di discernimento, di decisione e di azione nell’attività pastorale. Lo scopo principale delle Unità Pastorali è contribuire a dare nuovo impulso alla missione ecclesiale, attraverso una maggiore comunione e collaborazione nel presbiterio bresciano, fra le parrocchie, fra i presbiteri, le persone consacrate e i laici, e fra i diversi gruppi e aggregazioni ecclesiali. In tal modo l’Unità Pastorale rappresenta un’efficace testimonianza in un mondo minacciato dalle divisioni e dall’individualismo.
Concludiamo, evidenziando quella che nel documento viene descritta come la definizione di Unità Pastorale:
. L’UNITA’ PASTORALE è una particolare unione di più parrocchie affidate dal Vescovo a una cura pastorale unitaria e chiamate a vivere un cammino condiviso e coordinato di autentica comunione, attraverso la realizzazione di un unico progetto pastorale missionario.
. Nelle Unità Pastorali i mezzi per una missione più efficace, oltre a quelli dell’annuncio, della preghiera e dei sacramenti, sono soprattutto: la corresponsabilità, la testimonianza della comunione e la progettazione comune di una pastorale organica.
Seguiamo con attenzione i lavori del Sinodo che sicuramente daranno delle indicazioni preziose al cammino di ogni Comunità cristiana nei prossimi anni. La nostra preghiera accompagni i lavori dell’Assemblea che, al termine, formulerà un testo finale da proporre al Vescovo per essere punto di riferimenti alle sue future decisioni pastorali.

La Redazione

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GSO:IL PUNTO

L’attività del nostro Gruppo Sportivo, quest’anno ha avuto uno strano andamento: abbiamo iniziato con pochi iscritti nelle varie rappresentative, ma pian piano le fila si sono ingrossate notevolmente. Significativo è l’esempio dei piccoli under 10, seguiti da Manu, Sergio e Gianni, i 4/5 bambini dei primi allenamenti sono diventati 13/14 e riempiono di vitalità e gioia ogni mercoledì il campo di allenamento. Il gruppo degli under 12, allenato da Pepa e Marcello, si è confermato quasi interamente nel blocco dello scorso anno, anche se a settembre erano in pochi pronti ad affrontare il nuovo campionato, ora ci sono più nuovi iscritti rispetto ai partenti.
Under 14 e juniores del calcio vivono realtà opposte. Mentre i ragazzi di Marco, Luigi e Roberto poco alla volta hanno messo in piedi una nutrita compagine e gestiscono “alla grande” situazioni di abbondanza; i più grandi, agli ordini di Mirco, Marino e Raffaele sono ancora in pochi e sono impegnati in un torneo più competitivo del previsto.
Il Tennistavolo ha raccolto tante adesioni da costringere gli allenatori Flavio e Stefano a fare gli straordinari (in collaborazione con Paolo) e stabilire due pomeriggi di allenamento settimanale. In crescita anche il numero delle bambine dell’avviamento allo sport-minivolley che si ritrovano ogni mercoledì sotto l’esperta guida di Sara.
I tradizionali appuntamenti con le “Stelle di Natale” e “Natale dello sportivo” concluderanno per il 2012 gli impegni di un GSO che offre sempre tanta passione e divertimento a chi ha voglia di fare sport all’ombra del campanile.