indice degli articoli:
"Carissimi" il messaggio del parroco
La mia esperienza di catechista
Ricordo di Novembre
le unità pastorali cime scelta opportuna
Il valore del silenzio
Testimonianze pescate dalla rete
2012: Anno della fede
Icone bizantine nella nostra chiesa
"la Bussola" incontra Elia Lombardi
GSO: una palestra, una sfida educativa
di don Gian Mario Biemmi
Con le tue sole forze non puoi alzarti: stringi la mano di Colui
che
scende fino a te
La festa di tutti i Santi: il ricordo pensoso ai nostri defunti: gioie e dolori,
fatiche e speranze.
Un giorno sulle rive del lago di Tiberiade, narra l’evangelo di Matteo, Gesù
fece salire i discepoli sulla barca per precederlo sull’altra riva.
Nel frattempo, la barca era agitata dalle onde e dal vento contrario, ed ecco
che sul finire della notte Gesù andò verso di loro camminando sull’acqua.
I discepoli furono sconvolti e scambiandolo per un fantasma ebbero paura,
ma Gesu li assicurò: ”Coraggio, sono io, non abbiate paura!”(Mt. 14, 27).
E’ un episodio del quale i Padri della Chiesa hanno colto una grande ricchezza
di significato. Il mare simboleggia la vita presente e l’instabilità del mondo;
la tempesta indica ogni sorta di tribolazione, di difficoltà che opprime l’uomo.
La barca, invece, rappresenta la Chiesa costruita da Cristo e guidata dagli
Apostoli. Gesù vuole educare i discepoli a sopportare con coraggio le avversità
che incontrano sul loro cammino, confidando in Lui. Pietro, poi, preso da
uno slancio di amore verso il Maestro chiede di andargli incontro, camminando
sulle acque, ma vedendo che vento era forte, s’impaurì e cominciando ad affondare
gridò: ”Signore salvami!” (Mt.14,30). Sant’Agostino, immaginando di rivolgersi
all’apostolo commenta: ”Il Signore si è abbassato e t’ha preso per mano. Con
le tue sole forze non puoi alzarti. Stringi la mano di Colui che scende fino
a te” e dice questo non solo a Pietro, ma lo dice anche a tutti noi.
Pietro cammina sulle acque non per la propria forza, ma per la grazia divina,
in cui crede, e quando viene sopraffatto dal dubbio, quando non fissa più
lo sguardo su Gesù ma ha paura del vento, quando non si fida pienamente della
Parola del Cristo, vuol dire che si sta interiormente allontanando da Lui
ed è allora che rischia di affondare nel mare delle prove quotidiane. Anche
per noi è cosi: se guardiamo solo a noi stessi, diventiamo dipendenti dai
venti e non possiamo più passare sulle tempeste, sulle acque della vita.
di Sara Zubani
Buongiorno a tutti! Eccomi qua a raccontarvi qualcosa della mia esperienza di catechista! Anzitutto vi dico da quanto tempo mi sono avvicinata un po’ di più al mondo dell’oratorio più vivo: circa quattro anni fa … Per un paio d’anni ho "tenuto" i bambini di prima elementare … facendo un paio di orette la domenica mattina dopo Messa, una volta al mese … quando i genitori svolgevano il loro incontro con don Evandro. Ho iniziato così … Le prime volte non era proprio semplice … I bambini erano davvero tanti … Ma in una maniera o in un’altra, tramite giochi, storie e un po’ di savoir faire sono riuscita a conoscerli piano piano e a costruire un legame … un legame d’amore che ci unisce man mano che ti incontri … con un saluto, un sorriso … un esempio anche per loro, che li spinge a fare sempre meglio! L’essere d’esempio è una delle cose più difficili e importanti! Cosa vi posso dire? Decidere di fare il/la catechista è un impegno che si prende … Il sabato pomeriggio c’è sempre qualcosa da fare … di svago e relax, dopo una settimana di lavoro, ma penso che un paio d’ore ogni settimana … le possiamo anche dedicare ai nostri piccoli … che sono il futuro! Se non iniziamo a spendere tempo per loro, la società sarà sempre più priva di valori e voglia di passare del tempo a parlare di cose vere … Non si può vivere solo di telefilm e frasi di circostanza … E’ molto importante ‘sprecare’ del tempo prezioso per i nostri piccoli e preziosi tesori: i "nostri" (vostri) bambini! Posso dirvi che un solo abbraccio di un bambino mi ripaga di ogni sforzo o rinuncia che faccio durante l'anno ... E si fa molto più volentieri! Mi sembra davvero di essere riuscita a fare passare qualcosa. Quando, invece, le cose vanno maluccio e in gruppo è difficile mantenere un buon clima di ascolto e attenzione ... si rischia di rimanere scoraggiati ... ma è proprio lì il bello! E' sempre una nuova sfida! Sta a noi catechisti studiare nuovi metodi per attirare la loro attenzione e interessarli alla vita di Gesù e a tutto quello che ci sta intorno! Chi ha nuove idee si può fare avanti! Quest’anno c’è stato l’ingresso di Veronica Zanetti, 19 anni, fresca di maturità e pronta per iniziare questa bella avventura insieme a me e ai bimbi del gruppo Cafarnao. E ... novità: avremo anche Anna Cingia che ci darà una mano in base alla disponibilità! Invito nuove risorse (che magari stanno proprio leggendo questo articolo) a farci un pensierino … Non si sa mai che possa essere il/la nuova catechista?...
di Carmine Bordieri
Novembre con il suo clima grigio e mesto, tradizionalmente, è il mese
che invita a riflettere sulla fine dell'avventura terrena della vita e ciascuno
si stringe con maggiore affetto al ricordo delle persone care che non ha più
accanto.
Io ricordo che da bambino a novembre collaboravo con mia nonna alla redazione
della cosiddetta "pagellina dei defunti", un foglietto sul quale scrivere
i nomi delle persone da ricordare in occasione del "funerale collettivo",
che si celebrava nella mia parrocchia a metà mese.
Per me era un momento di festa e di particolare complicità con la nonna
che mi dettava nomi di persone che non avevo mai visto, ma che ogni anno finivo
per conoscere sempre più. Per ogni nome mi riferiva relazioni di parentela,
episodi, caratteristiche, frasi, momenti di vita familiare
Ricordo quella
particolare luce che illuminava il suo sguardo e quel calore che avvolgeva i
suoi racconti, tali che venivo coinvolto in quelle storie e sentivo quasi di
conoscere quelle persone, di vederne i volti.
Ogni anno diventavo sempre più consapevole di far parte di una catena
di famiglia e di amore, che affondava le radici in persone lontane nel tempo,
ma che "vedevo" tanto vicine e così simili a quelle che avevo
accanto, da riuscire ad immaginarmi quei gesti di familiare affetto che la nonna
rievocava.
Spesso mi perdevo nelle narrazioni di fatti, illuminati da fioche lampade a
petrolio; viaggi a bordo di carretti, colmi di famiglie gioiose ad una gita;
sofferenze e malattie vissute senza tante medicine, ma alleviate dalla solidarietà.
Alla fine, le parole della nonna facevano sì che su quel foglio non c'erano
nomi, ma vite, cariche di storia, di cui restava a distanza di anni un grande
patrimonio di amore e mi spingeva a mettere la mia vita su quel solco.
La sera della celebrazione, il deporre la pagellina nel cesto accanto all'altare
mi dava la sensazione di rendere presenti in chiesa tutti quei miei parenti
di epoche per me lontane, sicuro di affidarli alla preghiera della Comunità
e certo che loro avrebbero condiviso con me quel momento.
Nel corso degli anni ho sempre più avuto la sensazione che in ogni celebrazione
eucaristica la presenza sull'altare di chi ha già raggiunto la Casa Padre
agisce e prega insieme a noi, dà vita ad un meraviglioso fondo di grazia
al quale chiunque può attingere secondo necessità.
La virtuale pagellina, che anche quest'anno compilerò, conterrà
molti più nomi di quella che redigevo da bambino (tante persone incontrate
lungo il mio cammino le porto per sempre nel mio cuore), ma la consapevolezza
di affidare quelle vite alla comune preghiera sarà quella di sempre.
Ringrazio il Signore per l'opportunità che mi dà di vivere quest'esperienza
per (e con) tante persone che sono giunte ad incontrarLo, di poter condividere
nella fede la gioia della Resurrezione, di rivedere quella particolare luce
dello sguardo di mia nonna che custodisco preziosa nel mio cuore.
LA COMUNITA CRISTIANA DI BRESCIA IN CAMMINO:
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PREGHIERA |
di Cesare Filippini
Mio Dio, il rumore lacera il tuo mondo
e porsi delle domande sul silenzio sembra una perdita di tempo.
Spesso per me il piacere sta nel rumore, mi sento perso senza di esso.
Il rumore mi consente di fuggire da me stesso,
da realtà frustranti e traumatiche, dal confronto con il mio essere.
Ma Tu mi dici che se voglio dedicarmi alla preghiera, alla tua lectio,
il silenzio costituisce un cammino privilegiato.
Per giungere allunione e allintimità con te
Tu mi suggerisci un cammino.
Devo prima di tutto sospendere i miei giudizi,
i miei pensieri, le mie preoccupazioni per rendere la mia casa limpida,
pronta a riceverTi, mio Visitatore illustre.
Ma di che cosa Tu vuoi che io mi svuoti?
Ho compreso: devo spogliarmi di me stesso, del mio io, delle mie sicurezze.
Solo Tu mi vuoi plasmare.
Quindi devo liberarmi dalle prigioni che io stesso mi sono creato,
che mi nascondono il tuo amore profondo.
Attraverso il silenzio, poi, devo scendere ai fondamenti del mio essere
e riscattare la dimensione del sacro che è in me.
Solo allora comprenderò che sono semplicemente un essere umano
con le mie virtù e le mie ambiguità.
Essere umano significa, e comporta, dialogo con il mio io interiore,
con la mia storia personale e con la realtà che la circonda.
Eccomi, Signore, in questo momento sono di fronte a me stesso,
disarmato delle mie verità assolute e mi metto in questione.
Il mio essere inizia a riempirsi di significati
e avanza nelle acque più profonde della mia esistenza.
Questo silenzio viene rotto da una domanda: Chi sono io?.
Il mio silenzio mi permette di accostarmi al mio passato,
di riconciliarmi con esso,
e di entrare in profonda comunione con il mio essere,
dandomi la possibilità di ricominciare.
Cè un silenzio che mi pone davanti a Te,
al mistero, allineffabile, a una realtà destinata a provocare in
me
il desiderio supremo e Tu mi fai comprendere il senso della mia piccolezza.
Questo silenzio mi permette di vivere lesperienza dellamore autentico,
davanti a Te, mio Signore. E vado al di là del mistero che sei Tu,
ed inizio a comprendere il mistero che sono io.
Questo silenzio non solo mi fa incontrare il Tuo mistero,
ma permette alla Tua voce di parlare e mi conduce ad un ascolto amoroso.
La Tua Scrittura è piena di testi che si riferiscono allascolto
di Dio.
Gli Israeliti furono il popolo dellascolto di Te,
e quando non ti ascoltavano andavano incontro a gravissime conseguenze.
Per ascoltarTi è necessario che io faccia silenzio,
che apra gli occhi e ponga attenzione a Te.
Sorge un altro interrogativo: Tu mi parli, ma perché io non Ti vedo?.
Comprendo che senza un ascolto amoroso
Tu sarai sempre sconosciuto e si susciterà in me solo paura.
Tu sei un interlocutore silenzioso che minterpella con la voce del silenzio.
Il mio atteggiamento deve essere quello dello Shemà Israel, Ascolta Israele.
LAscolta Israele è un imperativo che manifesta una convocazione,
una professione di fede, evoca una profondità di ascolto.
Comprendo, mio Signore! Solo se faccio lesperienza di ascoltare laltro
(il Totalmente Altro) sono in grado di amarlo nella sua totalità.
Dove Ti posso più facilmente incontrare, mio Signore?
Forse nel mio tempio interiore, che Tu hai creato.
Qui nella profondità del mio essere posso contemplare
e fare lesperienza profonda del tuo amore.
Devo però seguire S. Agostino che mi dice che il silenzio
è lunico cammino che mi fa giungere allinteriorità
e mi consente di cogliere la voce della Verità.
Saprò di aver raggiunto il vero silenzio
quando sentirò il battito del mio cuore e,
in mezzo al rumore, il ritmo dei miei passi.
Il cercare il silenzio è un cammino lento ed arduo,
ma io, Signore, non mi perdo danimo
se non riesco a creare questo silenzio.
Da oggi, la mia prima e più profonda preghiera
non è il bel discorso che Ti decanto,
ma il mio silenzio che Tu riempirai con il Tuo amore.
(Giugno 2011)
di Marek d'Adamo
Sul sito web della parrocchia (www.casazzaoratorio.it) ormai da qualche tempo
appare sulla pagina principale una rubrica intitolata: Testimonianze pescate
dalla rete.
Penso che per le 112.000 visite raggiunte in questi anni di presenza nel web
possa essere unulteriore occasione per riflettere e comprendere che anche
internet è un mezzo per comunicare la propria fede. Si tratta di due
brevi video caricati su YouTube, due toccanti testimonianze di fede: una di
un ragazzo australiano, laltra di una donna italiana.
Cosa raccontano? Che la fede dà speranza e permette di gustare la vita
anche quando tutto sembra ormai perduto.
Due persone che affrontano due tematiche molto differenti: una racconta la propria
condizione di disabilità, laltra la testimonianza di rinunciare
allaborto ormai programmato.
Ciò che stupisce è come entrambi le esperienze fanno capo ad un
fatto che permette ad entrambi di prendere la decisione giusta: un incontro
decisivo. Un incontro atteso da tempo, attraversando anche forti momenti di
disperazione - a tal proposito sul sito cè la possibilità
di visionare un cortometraggio Il circo della farfalla che tratta
il tema in maniera assolutamente originale.
La risposta di Dio arriva, inaspettata e sorprendente, ma arriva, magari attraverso
un semplice gesto di amicizia. Limportante è mettersi alla ricerca
della verità nonostante le lacrime agli occhi.
a cura di Marek d'Adamo
Il papa sottolinea ancora una volta limpegno della Chiesa nella cosiddettaNuova evangelizzazione e invita il popolo di Dio a professare la fede in Gesù Cristo nella celebrazione di unanno dedicato alla fede. Prenderemo maggior coscienza delle ragioni della nostra fede per essere portatori credibili dellannuncio in tutti i livelli della vita; testimoni di speranza in grado di reggere la fiaccola della Verità nel grande buio dovuto alla perdita di certezze delluomo occidentale. Ma la provocazione di Benedetto XVI in Germania è forte: Ma luomo ha ancora bisogno di Dio, oppure le cose vanno abbastanza bene anche senza di Lui?.
Di seguito alcuni passi della lettera apostolica:
1. La porta della fede (cfr At 14,27) che introduce alla
vita di comunione con Dio e permette lingresso nella sua Chiesa
è sempre aperta per noi. E possibile oltrepassare quella
soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare
dalla grazia che trasforma. Attraversare quella porta comporta immettersi
in un cammino che dura tutta la vita. (...) |
di Marek d'Adamo
Per la ricorrenza della festa della parrocchia il parroco don Gian Mario per
lallestimento della chiesa ha voluto richiamarsi alla iconografia bizantina:
lutilizzo sul drappo azzurro di una gigantografia di una icona mariana
e lallestimento del ciclo mariano in prossimità della via Crucis,
le cui stazioni sono raggruppate nei due pannelli a forma di croce greca (quella
con i 4 bracci di uguale lunghezza) sulla parete a sinistra dellingresso.
Le icone utilizzate sono otto. Nella prima pagina di questo numero de la
Bussola ne è rappresentata una: La dormizione della Vergine.
Le altre sono: lannuncio dell Angelo, il Natale, La presentazione
di Gesù al tempio, Le nozze di Cana, la Crocifissione, la Deposizione
e lIncoronazione in Cielo. Questa rappresentazione del ciclo mariano,
fissa gli episodi salienti della vita di Maria. Essi si intersecano col mistero
della Passione del Figlio ed è questo il motivo per il quale le icone
sono state fissate in prossimità della Via Crucis.
Nei misteri del santo Rosario avviene la stessa duplice contemplazione e tanto
più con linserimento dei misteri della Luce (nel 2002 ad opera
del beato Giovanni Paolo II) che aggiungono gli episodi fondamentali della vita
pubblica di Gesù , ma anche il miracolo di Cana, nel quale Maria ha un
ruolo decisivo. E qui mi soffermo: l'episodio è un anticipo della missione
di Maria che Le viene affidata definitivamente ai piedi della croce: essa entra
a pieno titolo nella storia della salvezza quale avvocata presso Dio del popolo
cristiano. Nei secoli a venire la sua presenza "terrena" non è
mai venuta meno. Quante apparizioni, quanti messaggi, quante grazie : tutti
episodi legati alla manifestazione di Maria presso gli uomini. Tramite la sua
intercessione popoli interi sono stati evangelizzati e ancora oggi la nuova
evangelizzazione trova in Lei una mirabile guida vi trova una energia vitale.
Il pellegrino quando comincia il suo viaggio contempla Lei quale prima Stella
del Mattino e conclude il suo cammino quotidiano con il Magnificat vespertino.
Ricordo quando ero un giovane pellegrino in Polonia in cammino verso la Madonna
Nera di Czestochowa: era meraviglioso quando negli ultimi bagliori del giorno
dopo una faticosa giornata di cammino, le centinaia di giovani presenti d'un
tratto sopivano i clamori e si cominciava a cantare. Ci rivolgevamo a Lei così:
Maria Regina Mundi / Maria Mater ecclesiae. / Tibi assumus / Tui memores
/ vigilamus / vigilamus
che tradotto significa: Maria regina del mondo, Madre della Chiesa, a
te ricorriamo e memori vigiliamo.
Licona rappresenta nel mondo bizantino la preghiera, ma anche una soglia, una porta che si apre verso il mistero di Dio. Ancora oggi sia nella chiesa occidentale come in quella orientale vengono prodotte icone. Usano tutte lo stesso linguaggio, più o meno stilizzato. Licona diversamente da quello che si pensa non viene dipinta. Essa viene scritta dalliconografo che ha a sua disposizione una simbologia sedimentata nei secoli che trae le sue origini addirittura dal vecchio Testamento. Una scrittura che presenta una calligrafia dotata di stili e dialetti diversi. Un insieme di colori ed elementi decorativi che se osservati attentamente chiedono di essere esaminati e motivati ad uno a uno. Don Gianmario ha curato personalmente la realizzazione delle icone: le immagini sono state tratte da una pubblicazione specialistica della scuola di iconografia di Seriate (Bg) per poi incollarle su delle tavole trattate con impregnante. Allincollaggio sono seguiti lantichizzazione tramite vernici ed il trattamento dei bordi. |
a cura di Marek d'Adamo
Intervisto Elia Lombardi, 27 anni, nostro parrocchiano che ha ideato il logo
della Missione Giovani della zona Nord della città.
Abbiamo visto il tuo logo campeggiare su uno striscione in oratorio: come nasce
il tuo coinvolgimento in questa iniziativa?
Lidea nasce dai sacerdoti della zona di Brescia nord e si concretizza
col supporto della Consulta Giovanile della zona Nord di Brescia. Don Pietro,
già curato nella parrocchia del Villaggio Prealpino, che mi conosceva
da tempo, ebbe modo di vedere alcuni miei lavori (come il logo che la diocesi
commissionatomi per il pellegrinaggio da Brescia a Roma nel 2009) e mi mise
in contatto con don Giambattista Francesconi. Lesigenza era di realizzare
un logo che esprimesse il tema scelto, Chi dite che io sia?, e che
fosse creato da un giovane convinto e fiducioso nella bontà della missione
stessa. Il logo piacque e fu inserito in tutti i sussidi e materiale promozionale
quali poster, segnalibri, volantini e gigantografie.
Questo tuo contributo grafico in qualche modo mi fa tornare in mente lesperienza
delle magliette di Cristomorfosis. Quellesperienza da cosa
nasceva e cosa voleva comunicare?
A 19 anni io e Andrea Brivio (ex-redattore della Bussola, che vogliamo salutare!)
tramite Don Luca Paitoni entrammo in contatto con un gruppo messicano avevano
fondato una azienda per la realizzazione di opere grafiche e gadget per la promozione
della nuova evangelizzazione.
Lidea si sviluppò qui in Italia con Cristomorfosis: utilizzare
l'immaginario collettivo legato al fumetto e alla pubblicità per creare
dei nuovi slogan per la diffusione del Vangelo e centrare in Cristo la autentica
risposta alla sete di Verità delluomo. Così nacque l'idea
della Coca-Cola: la bibita non può spegnere la sete, ma Dio...
sì.
Lingegno umano ha la sua origine naturale in Dio, anche opere che vengono
considerate diavolerie, possono trasformarsi in strumenti buoni
e potenti se messi nelle mani di Dio.
Il mondo dei consumi vuole estirpare Dio dal cuore delluomo per creare
un vuoto dove altre felicità artificiali possano prenderne più
facilmente il posto, ma prima o poi emerge quella che io chiamo nostalgia
di Dio.
Sono interessanti provocazioni per luomo contemporaneo continuamente influenzato
da messaggi di ogni genere. Ma a proposito di influenze: durante il corso dei
tuoi studi hai avuto modo di approfondire i vari linguaggi artistici: ciò
ti ha permesso di definire un tuo stile personale?
Non ho uno stile preferisco lasciarmi condurre dallintuizione: larte
è ricerca e utilizzo ogni mezzo espressivo.
Però per me Magritte è un maestro: un'illusionista dell'arte:
dipinto un pipa e poi ci scrive sotto questa non è una pipa.
Credo che larte di strada rappresenti un grido di domanda di felicità
e di verità che luomo contemporaneo lancia verso il cielo.
Qual è il tuo rapporto con questo tipo di arte: dai graffiti alla pop-art?
Per me il campo è Internet: arterie digitali che moltiplicano i legami
sociali.
Ma anche la strada, quella che percorro in auto e che in base alla velocità,
alle soste che faccio o alle zone che attraverso, mi consente vari livelli di
lettura. Io voglio creare connessioni, gettare dei ponti tra il cielo
e la terra, come un arcobaleno: per me questa si chiama Arte, quella
con la A maiuscola.
Prossimi progetti?
Un mistero. Mi sono anche iscritto al Corso di Disegno Industriale: per dare
una base tecnologica e possibilità concrete alle mie idee. Ma anche per
rimanere vicino alla mia amata città, che ha una vocazione prettamente
industriale.
a cura del GSO Casazza
I campionati CSI, a cui le rappresentative giovanili del nostro Gruppo Sportivo
sono iscritte, hanno preso il via in quasi tutte le discipline e subito i nostri
atleti hanno dato ottime prove, esprimendo i propri talenti e la fresca sportività.
Anche questanno i risultati che veramente ci interessano non sono tanto
quelli riportati sui tabellini e nelle classifiche, quanto quelli scolpiti nei
cuori di chi ritiene ancora loratorio una palestra educativa, che riesce
a coinvolgere tanti ragazzini del quartiere a qualunque fascia detà
appartengano.
Analizzando le singole squadre, possiamo partire dai più grandi, impegnati
nei tornei di calcio, come gli JUNIORES (età 14-17 anni), che formano
un gruppo ben nutrito (20 atleti iscritti) e ben amalgamato, dove i nuovi arrivati
hanno subito capito che le indicazioni dei Misters, Mirco e Marino, sono lunica
strada per formare una vera squadra: aver rinunciato in alcune occasioni a schierare
chi non si comporta bene (anche se bravo) ha contribuito a far capire la via
da seguire.
Gli UNDER 14, seguiti da Mister Pacini, con Luigi e Roberto di supporto, non
sono da meno (anche come numero di iscritti). Sono una squadra temprata dallo
scorso campionato, disputato contro avversari di età superiore e anche
questanno hanno dovuto affrontare ostacoli di ogni tipo senza
demordere!
I piccoli calciatori UNDER 10 possiamo definirli dei veterani (terzo anno di
campionato CSI per questo gruppo) e le dritte degli alleducatori
Pepa e Marcello stanno facendo crescere in tecnica ed educazione molti ragazzini.
Anche loro, fra conferme e nuove entrate, sono una ventina e tenerli tutti a
bada non è per niente facile: chiedere alle maestre delle elementari
per credere!
Scendendo ancora più in basso nella scala anagrafica troviamo gli UNDER
8: uno spettacolo!
Che sia allenamento, che sia partita molti di loro sono spesso intenti a chiacchierare
con compagni e avversari, esibirsi in scivolate sullerba, correre su e
giù per il campo senza preoccuparsi di tenere le posizioni: esprimono
divertimento allo stato puro!
Pian piano i loro alleducatori, Sergio e Gianni (aiutati da Yuri), stanno provando
a spiegare come calciare, come posizionarsi, come cercare i compagni, ma soprattutto
insegnano il rispetto, da tener sempre presente per divertirsi veramente.
Mi piace sottolineare come nelle nostre squadre la multietnicità è una costante e proveremo a farne strumento innanzitutto di serena aggregazione, ma per quanto possibile - anche di vera integrazione.
Le rappresentative giovanili del nostro Gruppo Sportivo, affrontano i primi
impegni della stagione nel Torneo quadrangolare che, per il secondo anno consecutivo,
si disputa nel nostro oratorio. Le società invitate trovano la proverbiale
accoglienza di Casazza, fatta di amicizia, sportività e... pane e salamina,
all'ombra del campanile.
Anche quest'anno il numero di bambini e ragazzi che parteciperanno alle nostre
attività sarà notevole (almeno 70/80 atleti dai 6 ai 16 anni).
E anche quest'anno l'impegno del GSO sarà quello di offrire a tutti un
ambiente accogliente, un clima sereno, dove poter svolgere l'attività
sportiva, in modo adatto all'età dei ragazzi.