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QUARESIMA 2020
 

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LO SPIRITO DI CRISTO FA FIORIRE IL DESERTO

Lo Spirito di Cristo fa fiorire il deserto” oltre che essere parte del ritornello di un canto liturgico, è la realtà spirituale che ogni cristiano può vivere ed è chiamato a sperimentare.
Infatti, una delle esperienze più straordinarie per chi conosce il deserto è vedere come basti una pioggia perché esso rifiorisca come d’incanto. Insetti e animaletti sbucano miracolosamente dalla terra, erbe e fiori trasformano in un insieme di colori quell’immensa distesa di sabbia arida e senza vita.
Ebbene, ogni anno la Quaresima ci invita a inoltrarci per quaranta giorni nel deserto per fare questa stessa esperienza.
Non siamo soli, Gesù è la nostra guida, lui che prima della sua missione ha vissuto nel deserto per quaranta giorni. Lui ci insegna a fidarci del Padre, a credere che sia possibile cambiare la nostra aridità in un campo fiorito, bello da guardare e piacevole nei profumi che si espandono oltre alla nostra piccola storia.
È possibile, dunque, che, con la nostra esistenza ricreata e spiritualmente rinnovata, cambiare il mondo, osare per sfidare la cultura arida e dunque senza vita, avere il coraggio di testimoniare la bellezza del Vangelo, sacrificare la nostra persona per rendere la società più giusta, più solidale, piacevole perché più colorata, più profumata. Così il deserto fiorisce, quello che è dentro e quello che attorno a noi.
È Gesù con il suo spirito che permette tutto questo!
È Lui che, se ascoltato e imitato, ci permette di dare senso, valore e dignità alla nostra vita, un’esistenza che illumina chi ci circonda e da sapore al nostro mondo.
È Gesù che è ancora presente oggi e ci accompagna, tra difficoltà e gioie, fatiche e momenti di festa, e noi siamo invitati, in modo particolare in questa Quaresima, a seguire il suo esempio.
La Quaresima è un allenamento nel dialogo tra noi e il Signore, uno scambio continuo e intenso, con cui possiamo stringere di nuovo e in modo più forte la nostra relazione con Lui, Gesù. Gesù ci invita ad approfondire il rapporto con Lui che ci ama così come siamo, egli ci ha donato la vita ed è sempre vicino a noi nei momenti più difficili e in quelli di grande gioia.
È Lui, Gesù, quell’acqua viva che fa fiorire il nostro deserto. Scegliamo la Quaresima come tempo opportuno e propizio per stare un po’ più con Gesù attraverso la preghiera, il digiuno, la carità.
La nostra Parrocchia propone, oltre al sussidio specifico di preghiera della Quaresima, con relativo salvadanaio per i poveri, alcune iniziative particolari che sono indicate chiaramente nel calendario liturgico di questo numero della Bussola.
Lasciamo perdere la non voglia, non ascoltiamo la pigrizia che è sempre cattiva consigliera, e prendiamo seriamente, con impegno e responsabilità il tempo della Quaresima.
Allora sì che lo Spirito di Cristo farà fiorire il deserto arido della nostra vita. Allora sì che potremo spandere attorno a noi il buon profumo di Cristo.
Buona Quaresima a tutti.

Vostro don Massimo

Carissimo Don Gianni

sono passati sei anni da quando tu sei andato: era il 22 aprile 2014, lunedì di Pasqua.
Dimenticarti non è possibile. Dimenticare la tua disponibilità verso tutti, specialmente per i più deboli, per i più fragili, per i più disagiati, per i più emarginati.
Dimenticare il tuo sorriso, la tua semplicità, ma anche il tuo rigore nel ricercare l'essenzialità del tuo vivere quotidiano, che tante volte ci ha messo in crisi nel fare le nostre scelte.
Ma ora, a distanza di tempo e col passare degli anni (il tempo vola), ci siamo accorti che avevi ragione.
Spazzare via tante cose inutili ci rende più liberi, più disponibili agli altri. Il tempo passa... diventiamo vecchi e tendiamo a isolarci, a rinchiuderci sempre più tra le mura di casa nostra, dimenticandoci di aver percorso con alcuni amici un tratto di strada insieme.
E' vero! Arrivano gli acciacchi, ma dobbiamo imparare a convivere anche con loro e a superare le nostre pigrizie. Lo so, non è facile, ma dobbiamo provare.
Quando la domenica mi trovo in chiesa per la Messa delle 10.30 e mi guardo attorno, vedo tante teste bianche (alcune sono colorate, ma sempre bianche sono...) mi dico: “Per quanto tempo ancore ci ritroveremo?”.
Concludo con uno scritto rivolta a te Don Gianni da parte di tua sorella: “Hai vissuta la tua vita come un dono da offrire agli altri, attraverso gesti concreti, applicando in grande il messaggio del Vangelo”.
La tua amicizia e simpatia ci accompagnano.

Paola

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Catechesi Adulti - La Sapienza di Giuseppe: crescere nelle difficoltà (Gn 39-41)

Sabato 25 gennaio, il percorso di riflessione sulla storia biblica di Giuseppe, descritta nel libro della Genesi, ci ha portati di fronte alle più incredibili difficoltà che hanno colpito il nostro “eroe”.
Madre Eliana Zanoletti ci ha sottolineato il senso delle vicende che portano Giuseppe dalla casa di Potifar (dove subisce prima le advances e poi le accuse della moglie del funzionario del faraone) alla sua carcerazione (dove rivela la sua dote di interprete dei sogni), per giungere, infine, ad essere uomo potente in Egitto (gestendo alla grande la premonizione delle “vacche grasse/vacche magre”) (Genesi Capitoli 39-41).
La Bibbia ci insegna che è possibile crescere attraverso le difficoltà: non è evitando tutti i problemi che si sta bene, ma il segreto sta nella “resilienza”, la capacità di trasformare il dolore in opportunità, rielaborando le sconfitte per diventare più sapienti.
Tutto il messaggio di Genesi può racchiudersi nel racconto del superamento della cupidigia (del volere tutto e subito) e ha come obiettivo la fraternità.
Per questo, possiamo vedere Giuseppe come l'anti-Adamo (che trasgredisce il limite e vuole tutto): è l'uomo che avverte nella sua vita la presenza discreta di Dio, ha la percezione di essere protetto. Sa che non lo sottrae dalla schiavitù, ma gli dona quella forza che gli consente di liberarsene. Giuseppe, al termine delle vicissitudini che lo portano ad occupare un “buon posto” nella società egiziana, riesce a dimenticare il peso delle sofferenze subite e, rielaborando la propria esperienza, diviene in grado di fruttificare per il bene suo e degli altri.
Uno spunto ulteriore di riflessione è dato dalla capacità di Giuseppe nel condurre la politica di conservazione nel periodo delle “vacche grasse”.
Ci insegna la necessità di saper gestire l'abbondanza per poter affrontare i giorni di penuria: un insegnamento attualissimo per il nostro mondo occidentale, così incline allo spreco e così poco lungimirante nelle scelte.
Ancora oggi Giuseppe ha tanto da insegnarci e a lui possiamo attingere come riferimento e, come non mai, vale l'invocazione popolare ITE AD IOSEPH (Gn 41,55).
Prossimo appuntamento con la riflessione biblica sabato 29 febbraio, ore 20.30, in teatro parrocchiale.

Carmine

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CORO “SAN LUCA”

Ricordiamo con gratitudine la presenza del coro di San Luca nella nostra parrocchia il 20 dicembre, perché ci ha regalato un’ulteriore serata in preparazione al Natale. Il tema del concerto era “La notte santa”, al pianoforte il maestro Claudio Bonometti, alla direzione la signora Lella Tomasini.
I coristi sono stato accolti con un caloroso applauso, tanto più significativo per la presenza degli ospiti del centro Hebron. Il canto d’esordio “ Vieni non tardare” è stato seguito da “Notte santa”, a mio avviso il più emozionante, forse perché molto vicino ai canti alpini, con il vento che si calma quando le stelle cominciano a brillare e mostrano il profilo dei monti in un’atmosfera di attesa e di pace.
Si susseguono canti di alleluia, sempre molto gioiosi, che permettono ai coristi di esibire le loro abilità canore in una successione molto veloce di voci e di toni (10 le voci maschili, 18 quelle femminili).
Non poteva mancare “Astro del cielo”, sempre carico di emozione. Chiude la serie canora un Gospel “La tempesta è passata” che suona come un augurio di buon auspicio per l’anno che viene.
A richiesta del pubblico, nostalgico del passato, si canta “Tu scendi dalle stelle” e qui tutti partecipano, in modo particolare i ragazzi di Hebron.
Prima di scendere per una condivisione di dolcetti e vin brulè, don Massimo ringrazia a nome di tutti il coro di San Luca e ne elogia la testimonianza di fede attraverso la preghiera.
Nel salone ci si scambiano sorrisi, sincere parole di auguri e si gusta quanto offerto dalla generosità dei collaboratori del centro Hebron.

Amelia

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DA MATERA AL QUARTIERE CASAZZA: VIAGGIO IDEALE PER UN PRESEPE

rogo della vecchia
Nel 2019, si è celebrata Matera quale città europea della cultura. Da questo avvenimento è scaturita l’idea per la nuova scenografia del presepe. Certo più stilizzata rispetto ai suggestivi scorci di quel posto meraviglioso, ma il richiamo mi ha permesso di fare un taglio netto con l’interpretazione cavernosa della precedente scenografia. E siccome bisogna cambiare, l’ho fatto! Per documentarmi ho intrapreso un viaggio virtuale che consiglio a tutti i naviganti di internet. Certo, la visita dei luoghi sarebbe stata meravigliosa: chissà che un giorno!
Ho raccolto immagini antiche e recenti e ho pure sperimentato la passeggiata tra le vie cittadine con GMaps! Poi ho cominciato a mettere giù degli schizzi. Mi mancava il senso della prospettiva, così ho realizzato un piccolo modellino in creta dove ho stilizzato gli ingombri delle case, delle scale e dello spazio aperto.
Ci ho inserito anche le figurine dei personaggi. La semplicità di quel bozzetto mi rese più chiaro quello che avrei dovuto costruire.
L’idea di utilizzare delle forme elementari fece breccia nella mia testa e vi trovai anche il filo conduttore che legava il presepe col luogo che lo ospitava, la nostra chiesa. Anch’essa costituita da semplici geometrie è alleggerita dalla tinta bianca che diffonde in maniera omogenea la luce. E così accade anche nella scenografia del presepe. Inoltre la trama ruvida delle pareti della chiesa trova la sua continuità nelle superfici delle case del presepe e in qualche modo evoca la pietra tufica di Matera.
L’idea venuta alla luce è che dalla linearità delle pareti della nostra chiesa scaturisce il profilo frastagliato delle costruzioni del presepe. La nostra chiesa idealmente piega i suoi muri fino a diventare presepe!
La scena poi produce un forte contrasto tra lo spazio costruito e il fondo blu notte appositamente realizzato: esso sottolinea il passaggio dalle tenebre alla luce che avviene nella notte santa con l’ingresso di Dio nella storia degli uomini.
Veniamo ai personaggi che sono stati inseriti. Sono statuette in terracotta, che ho realizzato durante l’anno e spero di poterne aggiungere altre negli anni a seguire. Mi piacerebbe che le figure diano ulteriori significati alla scena.
Ma veniamo alla novità di quest’anno: la presenza dei bimbi che si sporgono da davanzali e finestre.
Mentre i pastori che portano le torce accese rappresentano la fede e l’accoglienza, i bambini rappresentano la speranza, il cuore aperto verso il Mistero, lo sguardo che sa riconoscere il miracolo.
Questi piccoli diventano anche loro protagonisti della scena. Con le lanterne accese, vogliono dare un senso di contemporaneità alla sacra rappresentazione. Che non è solo “fotografia” di quanto accaduto la notte di Natale, ma anche simbolo del paesaggio interiore di chi ancora oggi attende il Natale nella vigilanza e nella preghiera.
E’ questo il senso delle lanterne accanto ai bimbi. E’ il richiamo alla candela accesa nelle serate d’Avvento, alle lampade delle vergini sagge in attesa dello sposo.
Da qui l’augurio che tutti noi possiamo trovare il necessario alimento affinchè questa fiamma possa sempre brillare nei nostri cuori.
Voglio ringraziare infine tutti coloro che mi hanno aiutato e sostenuto per la realizzazione di questo presepe.

Marek d’Adamo

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GRAZIE DORI

Doriana Scapini è stata per tanti anni la responsabile della Comunità Hebron, realtà di straordinaria testimonianza evangelica nel nostro quartiere. Ma a Casazza è stata soprattutto un punto di riferimento e un esempio che ha inciso e non poco su tante persone del quartiere.
Da qualche mese ha lasciato l’incarico, ma continua ad essere presente a Casazza con tutta la sua carica di contagiosa disponibilità e di appassionata diffusione del bene. Come Parrocchia, di cuore la ringraziamo per la collaborazione sempre attenta ed efficace, sicuri che continuerà a supportare tante belle iniziative.
Le persone che hanno vissuto con lei la vita comunitaria nella “famiglia Hebron” le hanno rivolto il loro ringraziamento che riportiamo per condividerlo con tutti i parrocchiani.

Senza nessun progetto, senza nessun calcolo se non quello celeste, evidentemente le nostre vite, le nostre storie si sono incrociate. La comunità con i ragazzi e i bambini è stata la nostra occasione di vita, il punto d’incontro di intenti, di sogni, di scopi.
Oggi possiamo solo dire forte “Grazie!” al Padre Eterno, a Don Piero e a te che materialmente hai reso possibile questo grande e meraviglioso viaggio, dove abbiamo ammirato e goduto paesaggi, tramonti e nuovi giorni, dove abbiamo incontrato persone, belle persone, che hanno dato ciascuna il loro speciale contributo... di queste conserviamo ricordi felici di cose belle fatte insieme con gioia, con amore.
Ornella, Cristina, Massimo, Mauro sono gli amici dell’inizio quando la notte si lasciavano ancora aperte le porte di sera tardi si cucinano frittelle per il giorno dopo... Poi ci sono state le nostre assistenti sociali, quelle con le quali abbiamo lavorato appassionatamente, sinceramente con stima e affetto reciproco.
Ci sono stati volontari divenuti amici e amiche con la “A” maiuscola... venivano in comunità come se fosse la loro casa: chi a cucinare, chi a pulire, chi a cucire, chi a pulire l’insalata... ma ti rendi conto? Che cosa bella? Che cosa grande hai saputo fare!!! Una famiglia! Sì, davvero a Hebron ciascuno ha ritrovato la propria famiglia.
E così... senza accorgercene sono passati anni... E i tuoi capelli si sono poco alla volta rigati di bianco. Oggi sei diventata un’istituzione per noi, per i ragazzi, per il quartiere.
Credo che tu possa essere soddisfatta per quello che hai fatto, per come lo hai fatto: con pazienza e rispetto per tutti, sapendo magistralmente tenere i fili di una trama che ha intessuto AMORE e che ha reso più bella e colma di significato la tua vita e... la nostra.
Ci piace pensare che non ci lasci e che continueremo a poter contare su di te. Ti vogliamo bene!!!
Grazie Dori!

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Il Digiuno che ci piace

Digiuna dal giudicare gli altri:
scopri Cristo che vive in loro.
Digiuna dal dire parole che feriscono:
riempiti di frasi che risanano.
Digiuna dall'essere scontento: riempiti di gratitudine.
Digiuna dalle arrabbiature: riempiti di pazienza.
Digiuna dal pessimismo: riempiti di speranza cristiana.
Digiuna dalle preoccupazioni inutili:
riempiti di fiducia in Dio.
Digiuna dal lamentarti:
riempiti di gratitudine per ciò che hai.
Digiuna dal dare importanza a te stesso:
riempiti di compassione per gli altri.
Digiuna da tutto ciò che ti separa da Gesù:
riempiti di tutto ciò che a Lui ti avvicina.
Spirito Santo, per intercessione di Maria, Madre della Chiesa, aiutaci a digiunare così come tu vuoi.

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IL DILEMMA DEL BICCHIERE

Ogni nuova stasi dagli abituali impegni giornalieri, oltre che favorire il nostro relax fisico, dovrebbe far rasserenare anche la nostra mente, facilitando la sua immersione in qualche piacevole laghetto di pur precaria serenità.
Di solito però è inefficace il nostro zelo per escogitare delle inusuali distrazioni di occasionale amenità, volte a dirottare le molestie che magari assillano talvolta i nostri pensieri.
Poiché é impossibile per noi prevedere il futuro, anche quello di un solo attimo successivo al presente appena vissuto, a volte siamo condizionati dall’ansia di concederci una visione più fiduciosa di quanto ci circonda, invece delle solite idee pervase da un nostro inevitabile ed altalenante pessimismo.
L’immagine del tipico bicchiere, focalizzata da differenti prospettive suggerite dal nostro singolare stato d’animo del momento, si presta a differenti interpretazioni personali.
Quel calice, se da noi é reputato colmo a metà, ci fornisce un ottimo pretesto per collocarci fra le persone solitamente fiduciose. Se invece esso, sottoposto alla nostra valutazione, è ritenuto mezzo vuoto, ci accomunerà senza rimedio alle schiere degli individui pessimisti e sfiduciati.
Non è agevole, né impossibile però, potersi costruire un’immagine ideale a misura delle proprie attese, anche se il presente, incredibilmente diverso, é capace magari di deprimerci.
Sarebbe opportuno, forse, alimentare qualche positivo auspicio e fra le cupe previsioni e le rosee promesse, agevolare queste ultime.
Pur non mutando diversamente la concretezza della realtà, esse ci consentirebbero perlomeno di esaminare la nostra quotidianità da una luce magari alquanto irreale, ma perlomeno foriera di confortanti speranze.
Comunque si voglia immaginare il nostro ermetico domani, credo possa essere gradito un invito al costante ottimismo, ignorando di proposito la rassegnata e forse discutibile saggezza di un detto orientale.
Esso raccomanda di non preoccuparsi per nulla nel risolvere un qualsiasi dilemma, se non esiste alcuna soluzione. Ci si dovrebbe comportare alla stessa rassicurante e serafica maniera se un’inevitabile negatività non potesse essere mutata, malgrado il nostro attivo impegno.
Chissà, però, se ignorare volutamente le inquietanti tenebre e lasciandoci pienamente inondare dal chiarore della luce, non possa giovare prima a noi e poi aiutarci a diffondere nel nostro pur limitato universo quotidiano, molto di più di qualche briciola di fiducioso entusiasmo.
Sarebbe di certo un ottimismo efficace nel sortire ottimi e forse insperati esiti, oltre a far maturare un’allettante esperienza attuata a costo zero, perché esente del tutto da imprudenti incognite e da improbabili effetti indesiderati.

Antonio Capodicasa

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SIKAT: rinnovi e nuove adozioni

Un sentito grazie ai numerosi sostenitori del progetto Sikat che, anche quest’anno, non hanno voluto venir meno al loro, ormai pluriennale, impegno di ridurre al minimo le distanze tra le Filippine e Casazza! Per molti è stato rinnovato il rapporto con il ragazzo/ragazza che da anni stanno seguendo nel percorso di studi; per alcuni si è trattato di iniziare una nuova avventura, cominciando a conoscere nuovi studenti che, grazie al loro contributo e all’opera delle Madri Canossiane, hanno l’occasione per il proprio riscatto sociale attraverso la cultura. Chi ancora dovesse presentare la documentazione, può farlo presso la Segreteria Parrocchiale che con il suo prezioso supporto ha consentito di raccogliere adesioni e rinnovi.
Grazie a tutti!

Amici del Sikat

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Visita ai presepi di Cologne e Coccaglio, chiesa di “S. Maria Nascente” e pieve di S. Giovanni

14 gennaio 2020

Con pullman al completo, partiamo alle 14 dal piazzale dell’oratorio. Il tragitto è breve, ma consente alla sottoscritta una rapida nota informativa sulle zone della Franciacorta che andremo a visitare.
Premesso che tutti i laghi alpini sono di origine glaciale e che le colline limitrofe sono antiche morene lasciate dai ghiacciai, ne consegue che i territori intorno al lago d’Iseo e a sud del suo bacino idrografico sono stati abitati da moltissime popolazioni fin dall’età della preistoria. Ne danno testimonianza anche i nomi:
-Cologne deriva dal latino “colonia”;
-Coccaglio dalla lingua celtica parlata dai Galli Cenomani (Kuk-Ai vorrebbe dire “Capo d’Oglio”, ossia altura da cui si potevano sorvegliare i guadi del fiume Oglio)
-Franciacorta ha un’origine controversa, ma le interpretazioni più plausibili sono due: il nome deriverebbe dalla sosta nell’attuale area franciacortina di un accampamento di Carlo Magno con i Franchi, prima di attaccare Brescia, dove c’erano i Longobardi, oppure deriva da “Corte franca” perché queste terre, prevalentemente di proprietà dei monaci benedettini, godevano dell’esenzione dei tributi imperiali per il trasporto delle merci.
Coccaglio, grazie alla sua posizione, nel IV secolo divenne sede della più importante pieve cristiana da cui dipendevano l’organizzazione ecclesiastica, sociale e amministrativa di tutte le terre circostanti. E questo spiega l’enorme ricchezza accumulata dalla pieve, in gran parte spesa per la costruzione e l’abbellimento artistico di “S. Maria Nascente” (1718 - 1744).
La storia della pieve e di “S. Maria Nascente” con i suoi ricchi dipinti e la magnificenza degli arredi sacri ci è stata magistralmente spiegata da una guida preparatissima, sig. Gianluca Pedrali.
Tra i capolavori: la pala dell’altare raffigurante la “Beata Vergine del patrocinio” di Francesco Savanni, gli affreschi del soffitto di Francesco Monti, la formella d’oro dell’altare come pure i candelabri d’oro e d’argento. Anche nella sacrestia abbiamo ammirato numerosi capolavori.
Passiamo alla bellezza dei due presepi visitati, opera lodevole di maestranze molto diverse, perché hanno lavorato senza retribuzione, solo per il piacere di offrire ai visitatori una ricostruzione affascinante ed emozionante della natività, situandola negli ambienti delle nostre montagne, ricche di fascino. Il gioco delle luci, i movimenti dei personaggi, la magia dell’atmosfera denotano tanto lavoro, tanta pazienza e tanto talento!
Ritorniamo sul pullman dove don Massimo ci invita a recitare la preghiera del Rosario.
Subito dopo andiamo al ristorante caldo e accogliente, detto “La Toscanaccia”.
Le pietanze sono abbondanti e gustose, anche il vino fa la sua parte: desta allegria e voglia di parlare!
Ci si rialza dopo un buon caffè, riprendiamo il pullman e arriviamo alle 21 al punto di partenza.
Fioccano i ringraziamenti agli organizzatori e i saluti calorosi tra i partecipanti.

Amelia

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Il gruppo Emmaus: diario di catechismo

Il cammino di avvicinamento alla S. Cresima e all’incontro con Gesù Eucaristia per i ragazzi del gruppo Emmaus si è arricchito, negli ultimi mesi, di significative esperienze.
Partiamo dalla sera di sabato 15 dicembre con l’incontro con i giovani Salesiani dell’Istituto “Paolo VI” di Nave.
Queste le considerazioni di alcuni ragazzi e di una mamma che hanno partecipato alla serata:
- Giorgio: E’ stato molto divertente passare del tempo con loro, mangiare tutti insieme, ascoltare i loro racconti e scoprire che sono molto simpatici, soprattutto uno di loro, Michele, che faceva molte battute divertenti come uno di noi.
- Jacopo: Sono rimasto colpito anch’io dalla loro simpatia e mi è molto piaciuto pregare con loro, perché pregano in modo diverso da noi: più coinvolgente, un unico gruppo.
- Alessio: Sono stato molto bene con loro e vedere dove vivono e dove dormono è stato davvero interessante, sapere che passano tanto tempo negli oratori a giocare con i bambini come noi e davvero fantastico.
- Cristina (mamma): E’ stata un’esperienza che insegna molto, sapere che questi giovani sono così innamorati di Gesù e si donano completamente senza timore con gli occhi pieni di entusiasmo è una notizia fantastica, da divulgare senza paura a tutti quanti.
Sono stati davvero contagiosi.
Domenica 26 gennaio, poi, abbiamo assistito, nella Sala della Comunità dell’oratorio di Nave, alla favola musicale “Con soli diAmanti”, messa in scena dai giovani salesiani che avevamo incontrato in dicembre.
Un Allestimento di altissimo livello, fatto di scenografie elaborate, canzoni coinvolgenti e balletti dall’elevato tasso atletico sostengono un testo teatrale lineare che offre spunti di riflessione per grandi e piccoli spettatori.
Viene narrata l’eterna storia dell’uomo che crede di trovare la propria libertà sfuggendo all’amore di Dio, che rischia di perdersi, ma attraverso il sacrificio di Cristo può riscoprire quanto è prezioso agli occhi del Signore.
Hanno assistito al musical anche le famiglie dei nostri ragazzi che hanno apprezzato lo spettacolo. Una di queste famiglie ha voluto condividere qualche impressione
“Il Musical dei Giovani Salesiani per la nostra famiglia è stata una piacevole sorpresa, la loro semplicità nella sceneggiatura e nelle scenografie è arrivata dritta al cuore, davvero emozionante e geniali nell’affrontare la storia dell’uomo “Adam”: perderci nel mare per poi scoprire che dietro ad ogni “nostro” errore il buon Padre è lì che ci attende a braccia aperte ed è quello che ha più colpito Giorgio: la sfida del male vinta sempre dal bene.
Grazie ai Salesiani per averci donato uno spunto per riflettere e per crescere insieme”. (Fam. De Luca).

Il Gruppo Emmaus


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«Non abbandonarci alla tentazione»: il “nuovo” Padre Nostro arriva in Avvento

Si avvicina il momento in cui anche a Messa reciteremo il Padre Nostro con la nuova formula, approvata dall’Assemblea dei Vescovi nel novembre 2018: NON ABBANDONARCI ALLA TENTAZIONE al posto del tradizionale “non ci indurre in tentazione”.
Più volte era intervenuto papa Francesco sull’argomento e nel 2017 aveva detto che “non ci indurre in tentazione” non era una buona traduzione, perché “sono io a cadere non è Lui che mi butta nella tentazione per poi vedere come sono caduto, un padre non fa questo... quello che ci induce in tentazione è Satana”.
La traduzione rinnovata della preghiera, insegnata direttamente da Gesù, sarà inserita nella nuova versione del Messale che verrà consegnato subito dopo Pasqua. Il Messale è il libro in cui sono raccolte le preghiere utilizzate nel corso della liturgia: è il testo che guida la celebrazione eucaristica e fa norma alla stessa.
Domenica 29 novembre 2020, prima di Avvento, è la data in cui in tutte le chiese scatterà l’obbligo di uniformarsi, ma nulla impedirà ai sacerdoti che riceveranno la nuova versione del Messale di utilizzarlo anche prima e di far recitare la preghiera con la formulazione “non abbandonarci alla tentazione”.
La nuova traduzione recupera la dimensione paterna di Dio che non ci abbandona neppure nel momento della tentazione, situazione che non viene risparmiata a nessuno.
C’è un’altra modifica che viene introdotta nel Padre Nostro per rendere la traduzione più efficace e fedele al suo senso originario: all’espressione “come noi li rimettiamo” viene aggiunto un “anche”: “COME ANCHE NOI...”.
Novità anche per il “Gloria”, in cui al posto del “Pace in terra agli uomini di buona volontà” si dirà “PACE IN TERRA AGLI UOMINI, AMATI DAL SIGNORE”.
Certo, di fronte a tutti i cambiamenti si può verificare un momentaneo sconcerto...
Superarlo non sarà difficile, seguendo con fiducia l’opera di spiegazione che in ogni Chiesa locale accompagnerà la pubblicazione del nuovo Messale.

La Redazione

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Riunione del Consiglio Pastorale del 17 febbraio 2020

La riunione del 17 febbraio del Consiglio Pastorale Parrocchiale per prima cosa si è occupata di definire le iniziative pastorali della prossima Quaresima (che trovate indicate su questo numero della Bussola n.d.r.).
Ci siamo confrontati su tante proposte (alcune delle quali potranno tornare buone più avanti) ed è emerso come dalle diverse sensibilità dei proponenti possano scaturire strumenti diversissimi per alimentare il cammino spirituale della nostra Comunità.
Confrontandoci su quali iniziative è effettivamente possibile rendere concrete, si è pensato, tra le altre cose, anche di riproporre - per i venerdì di Quaresima - la Messa alle ore 18.30 e la “cena povera”, come momento di preghiera/riflessione, ma anche di fraternità e di coinvolgimento più esteso.
Don Massimo ha riferito di aver intrapreso, tramite l’Ufficio Diocesano per la pastorale universitaria, una collaborazione tra la nostra Parrocchia e l’Accademia delle Belle Arti “S. Giulia” di Brescia (che in passato ha già collaborato con altre parrocchie della Diocesi) per la realizzazione di opere d’arte per la nostra chiesa. Sotto la guida del prof. Rossoni, gli studenti come “esercitazione” sono stati incaricati di realizzare due dipinti che resteranno a maggior decoro della chiesa.
I soggetti scelti sono: “Il Battesimo di Gesù”, da collocare nella parete dietro il Fonte battesimale (ora occupata dallo stendardo della Fede) e “La Fondazione della nostra Parrocchia”, da collocare nella parete opposta (dove adesso si trova la statua di S. Giuseppe), riproducente le figure di S. Paolo VI (che al termine del Concilio Vaticano II attribuì il titolo di Maria Madre della Chiesa), Mons. Morstabilini (Vescovo di Brescia, presente al Concilio e che decretò la fondazione della parrocchia), Don Angelo Zanola (primo parroco) e due fedeli simbolo di tutta la Comunità.
La Parrocchia sosterrà esclusivamente la spesa del materiale.
Per concludere, è stata costituita la “Commissione elettorale”, presieduta dal Parroco, che dovrà occuparsi di curare gli aspetti procedimentali del Rinnovo del Consiglio Pastorale, secondo le istruzioni della Diocesi.

Il Segretario

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SCUOLA DI MUSICA PARROCCHIALE

Quarto anno di vita della nostra “Scuola di Musica Parrocchiale Casazza”.
Quattro anni ricchi di musica, di educazione attraverso l'arte, di amicizia... quella vera! Amicizia fra noi colleghi (valore aggiunto direi!), amicizia fra i numerosissimi volontari che aiutano senza mai stancarsi, amicizia con le famiglie che ci supportano e che ci affidano i propri figli e amicizia con Don Massimo, perno fondamentale di tutto!
Ecco come sta procedendo questo anno scolastico, ricco di conferme, ma anche di bellissime novità: frequenza ai corsi per una settantina di allievi (fra grandi e piccini); la fantastica avventura musicale dei “My SinthTeach” (ensamble di 11 elemnenti), diretti dal trombettista e arrangiatore Ettore Ferronato, cresce sempre più; i laboratori per i bambini 0-8 anni, attraverso il Metodo Gordon, son molto frequentati anche da famiglie che provengono da tutta Brescia; inserimento nel mese di marzo 2020 di tre nuovi collaboratori (Edoardo Gaioni, Michele Zanotti e Andrea Butturini).
Dpo numerosi anni di collaborazione con il medesimo Staff docenti, è nata la necessità di incrementaer l'organico anche con altri bravissimi colleghi, in quanto le richieste, da parte di nuovi allievi, sono aumentate notevolmente in questo quattro anni.
E, quindi, apriamo una nuova classe di chitarra acustica ed elettrica seguita dal bravissimo Edoardo Gaioni, chitarrista lumezzanese.
La novità strumentale, da tantissimi anni richiesta, sarà la classe di sax, seguita da Michele Zanotti di Orzinuovi. Michele da mesi sta frequentando il nostro oratorio, allietandoci spesso con lo studio del suo magnifico strumento, il sax. Inoltre, sta aiutando i My SinthTeach, suonando assieme ai ragazzi ed affiancando Ettore.
Infine, super new entry, l'inserimento del fantastico Andrea Butturini: musicista e cantante bresciano, finalista 2018 del programma RAI “The Voice” (seguito dalla bravissima Cristina Scabbia, cantante della band “Lacuna Coil”).
Andrea Butturini, oltre a Silvia Cistellini e Michele Duina, insegnerà canto, ma nello specifico propone un laboratorio di accompagnamento e performance live.
Per tutti coloro che amano cantare e accompagnarsi con qualsiasi strumento musicale, Andrea è l'insegnante che fa per voi!
Ovviamente, sempre presenti i corsi di chitarra classica/acustica (Valeria Della Valle), chitarra acustica/elettrica, basso elettrico e batteria (Giacomo Piazza), pianoforte e violino/viola (Barbara Garzoni), ottoni – tromba/trombone (Ettore Ferronato).
I prossimi appuntamenti dei nostri allievi saranno: sabat 28 marzo ore 15.45 momento musicale presso la Fondazione Pasotti Cominelli (via Grazzine – Brescia); sabato 9 maggio ore 20.30 concerto dei My SinthTeach presso il nostro Teatro Parrocchiale.

Per info: scuolamusicacasazza@gmail.com – 366.2710983 (orari ufficio dal lun al ven) – 338.4845465 (solo Whatsapp).

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GSO:IL PUNTO

Le nostre rappresentative di calcio sono nel pieno della stagione agonistica; fra alti e bassi, nei rispettivi campionati CSI, si stanno ben comportando e, soprattutto, sperimentano con il massimo impegno di tutti (atleti, genitori, alleducatori, dirigenti) a provare ad essere gruppo, per superare le difficoltà che il fare squadra porta con sé (oltre a dover affrontare avversari e trasferte sempre più impegnative nella stagione invernale).
I nostri ragazzi nati tra il 2006 e il 2009, poi, saranno impegnati nella “Junior Tim Cup”, torneo di calcio a 7 rivolto alle squadre degli oratori di città della Serie A di calcio.
La prima fase si svolgerà al Centro Sportivo “M. Rigamonti” il 22 marzo
La realtà della squadra di calcio under 8 si consolida sempre di più e le amichevoli disputate fanno ben sperare per un futuro gioioso e pieno di entusiasmo dei nostri piccoli atleti.
Il gruppo del cicloturismo, poi, si è svegliato dal letargo e, con i primi caldi, ha ripreso con rinnovato impegno il proprio giro di “sgambate” per la provincia. Per il resto, le attività non si sono mai fermate...
L'allestimento del tradizionale “Rogo della Vecchia” (in programma il 19 marzo) impegna da mesi i volontari disponibili, mentre si sono messe giù le idee per il prossimo Palio delle Contrade.
Per entrambi gli appuntamenti, la fase preparatoria oscilla tra novità e tradizione: tra il “si è sempre fatto così” e il “bisogna cambiare qualcosa”.
Stare immobili sul passato o, per converso, cambiare solo per il gusto di cambiare non sono mai atteggiamenti proficui; per questo cerchiamo di trovare il giusto equilibrio per rendere un servizio migliore a tutta la Comunità.
Come sempre la necessità di trovare “forze fresche” la fa ancora da padrone e sono auspicabili nuovi innesti sul collaudato tronco dei volontari del gruppo. Qualcuno si fa già avanti e siamo in azione per tanti appuntamenti di condivisione, caratterizzati da... “tradizionali novità”!

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