La Bussola - Casazza
QUARESIMA 2015

indice degli articoli:
Ingresso del nuovo parroco don Massimo Toninelli
Il saluto dell'autorità civile
Il saluto della comunità
L’annuale riunione del SIKAT
Rinnovo del Consiglio pastorale
Circolo culturale ricreativo CSI: verbale dell'assemblea del 10/2/2015
Parole di speranza: Sentirsi amati
Il passero e il girasole
Letture per la Quaresima
GSO: il punto sportivo

SPECIALE: INGRESSO NEL NUOVO PARROCO DON MASSIMO TONINELLI

Dopo tante preghiere, dopo tanta attesa, dopo tanti giorni di preparazione … è venuto il gran giorno!
Don Massimo ha fatto il suo ingresso ed è a tutti gli effetti il parroco di "Maria Madre della Chiesa".
Il momento del rito di ingresso è stato un vero "bagno di folla", a cominciare da un così alto numero di sacerdoti presenti sul presbiterio! Ma soprattutto è stata straordinaria la partecipazione di tante persone: quelle della nostra comunità, che hanno manifestato la gioia di accogliere la nuova guida; quelle delle parrocchie dove Don Massimo ha operato, che mostravano gratitudine ed esultanza per il "loro" Don che diventava parroco.
Emozionato, ma sempre attento e concentrato, Don Massimo ci ha colpito con le parole della sua prima omelia che, più di qualsiasi altro programma, possono essere prese a modello per la "parrocchia ideale": sollecitudine pastorale e docilità del gregge affidato.
La sollecitudine, cioè la cura affettuosa e premurosa è la caratteristica propria del buon pastore.
Tutti sentono il bisogno di sentirsi accuditi! Sapere che il parroco è attento alla esigenze dei propri parrocchiani sicuramente alimenta un grande senso di fiducia nell'amore di Dio che si fa concreto.
La richiesta della nostra comunità (ma – penso - di tutte le comunità) è fondamentalmente quella di aver il sacerdote che si ferma e condivide la nostra vita, adoperando al meglio gli strumenti del suo ministero.
Molto significativa anche la precisazione che il Don ha fatto al termine della liturgia, quando ha detto che è nel suo stile essere sobrio e ponderato nelle omelie, ma di saper riservare ad altri momenti parole di condivisione e familiarità che possano esprimere la sua vicinanza.
E' un equilibrio molto importante quello che fa' del parroco una guida che orienta la vita spirituale e – al momento opportuno – il compagno di cammino, a cui potersi rivolgere senza timore perché lo senti vicino
segue
timore, perché lo senti vicino alla tua quotidianità.
Per la “parrocchia ideale”, però, l'altro ingrediente fondamentale è la “docilità dei parrocchiani”. E' la virtù di accogliere le indicazione del proprio pastore, di riconoscere che l'unità non si raggiunge se ciascuno resta fermo nella convinzione di essere “giusto”, ma si costruisce ogni giorno con fatica, donando la propria idea e la propria disponibilità per arricchire il prossimo.
Fare tesoro del tanto di buono e di bello che abbiamo vissuto il 1° febbraio insieme a Don Massimo credo sia il primo passo messo giù bene per un fruttuoso cammino nella edificazione del Regno.
La sollecitudine del Padre, la docilità del Figlio, sorrette dalla forza dello Spirito sono il modello a cui dobbiamo ispirarci! L’intercessione di Maria, Madre della Chiesa, è l’arma in più che può farci superare gli umani limiti che inevitabilmente ci caratterizzano.
Per concludere, un “grazie” gigantesco va rivolto a tutti quelli che hanno contribuito, ognuno nel modo più appropriato, alla realizzazione di una giornata che resterà nel ricordo e nel cuore di chi ha partecipato ed è già “storia” per la nostra comunità.

Carmine


IL SALUTO DELL'AUTORITÀ CIVILE

Caro Don Massimo,
Ci siamo! Il tempo dell'attesa è finito ed oggi, finalmente, siamo qui per festeggiare il suo ingresso in questa nuova Comunità.
L'Amministrazione Comunale condivide pienamente questa gioia e vuole essere presente in questo momento di festa e di inizio di un nuovo percorso. E' per me un onore portarle i saluti del Sindaco Emilio Del Bono, impegnato in precedenti impegni istituzionali e che le invia i più sinceri e profondi auguri per questo nuovo incarico in questa Comunità locale.
Forse la parola che più unisce la sua esperienza di pastore a quella degli Amministratori locali è il termine "servizio". Spesso abusato, ma fondamentale per chi, per scelta o per nomina, deve ricoprire un incarico di responsabilità.
Il Vescovo le ha dato questo incarico a riconoscimento di una capacità personale e ad una profonda spiritualità che può essere interpretato come una promozione, ma - per quello che mi è dato conoscerla - penso che per ora la viva come una responsabilità aggiuntiva, che dovrà portare sulle spalle.
La Chiesa ci insegna che questi pesi possono e devono essere condivisi con chi ci sta a fianco. Non è il tempo delle scelte solitarie, ma il tempo della condivisione e della corresponsabilità.
Ecco perché, caro Don Massimo, lei è uomo e prete fortunato: arriva in una comunità viva e attenta. Altri preti e altri uomini di buona volontà hanno lavorato per creare una comunità disponibile, aperta e sensibile.
Non porti da solo questi pesi, si lasci aiutare: in questa realtà ci sono talenti che vanno fatti fruttare. La dedicazione di questa chiesa a Maria Madre della Chiesa, unica in questa Diocesi, e la devozione popolare a Maria, la mamma di Gesù, le saranno, anzi vi saranno di sostegno.
Un confine netto tra Comunità civile e religiosa non c'è, anzi le comunità parrocchiali hanno sempre avuto una particolare capacità di vivere pienamente il proprio territorio, di raccoglierne le esigenze, di dare risposte concrete, aiutando, affiancando e, a volte, sostituendo le amministrazioni civili. (…)
Allo stesso modo, anche noi, amministratori locali, con percorsi diversi abbiamo gli stessi obiettivi. Servire la città ed i suoi cittadini, costruire una comunità ricca di relazioni, riconoscendo i bisogni di ognuno e cercando di dare risposte adeguate e differenziate. Non c'è cosa peggiore che fare parti uguali tra bisogni diversi. (…)
Tutti noi sappiamo che durante le guerre le prime cose ad essere abbattute sono i ponti: ma perché?
I ponti uniscono, portano gente da un posto all'altro, permettono gli scambi commerciali. Chi fa le guerre non vuole unire, vuole dividere.
Questo esempio per invitare tutti ad essere uomini costruttori di ponti: caro Don Massimo, ecco il mio augurio. Che lei possa creare una comunità di uomini e donne costruttori di ponti, che si impegnano a mantenerli e ad attraversarli per scoprire chi c'è dall'altra parte, che accettino l'arrivo di altre persone con le quali confrontarsi.
Non sarà un impegno semplice, ma è una sfida che dobbiamo raccogliere insieme: come Amministrazione comunale saremo al vostro fianco e siamo certi di avere in questa Parrocchia un riferimento importante per quell'impegno al bene comune che affianca i nostri percorsi.
(…) In questo ci aiuta la storia bresciana, la nostra tradizione popolare, la figura del beato Papa Paolo VI. Mi piace una frase di Gustav Mahler: "La tradizione è la custodia del fuoco, non l'adorazione della cenere".
Ravviviamolo insieme questo fuoco Don Massimo. Buon cammino a te ed alla tua nuova famiglia.

Valter Muchetti,
Assessore alla Rigenerazione urbana
e Politiche per una città sicura
della Giunta Comunale di Brescia


IL SALUTO DELLA COMUNITÀ

Don Massimo, grazie, grazie per essere qui tra noi
e grazie per aver interrotto questa troppo lunga attesa.
La nostra comunità parrocchiale si è sentita
come l’uomo che scendeva da Gerusalemme a Gerico.
Imbattutosi, suo malgrado, nei ladroni, attendeva,
mezzo morto, l’aiuto di qualcuno, magari di un sacerdote.
Attendeva come abbiamo atteso noi!
Ogni minuto che passava se ne andava parte della sua vita,
per noi parte della nostra vita di comunità.
Il primo sacerdote che giunge, lo scansa e tira dritto,
perché si sente chiamato da riti più solenni
e da comunità forse più accoglienti...
Non è dignitoso fermarsi a curare
le persone ferite di questa nostra Parrocchia.

In verità un buon samaritano noi l’abbiamo trovato
in don Francesco che ha detto subito un sì generoso al Vescovo
che gli chiedeva di rimettersi in gioco tra noi e per noi.
Caro don Francesco, non finiremo di dirti, dal profondo del cuore, grazie e...che il buon Dio ti ricompensi.

Noi, intanto, nel silenzio sofferto, abbiamo compreso
che le attese importanti sembrano più lunghe
di quello che in realtà sono.
Abbiamo atteso la figura di un uomo
che non può essere letta né interpretata
a prescindere dal suo essere sacerdote.
Può anche essere scrittore, poeta, profeta,
ma nulla deve essere spostato dal raggio d’azione
del suo ministero pastorale.

Caro don Massimo, tutto quello che dirai e farai
lo collochiamo all’interno del tuo essere prete,
e ancor più prete in cura d’anime, delle nostre anime.
Noi, forse, siamo un po’ esigenti nei tuoi confronti,
ma desideriamo che anche tu lo sia nei nostri.
Per noi il sacerdote è un uomo che ama la sua missione
e che vive per la sua missione, anzi, la missione
è il cuore stesso del suo essere sacerdote.
Non puoi mai essere staccato da quello che è il tuo ruolo
in parrocchia, che è diventato la tua stessa vita,
la tua spiritualità, la tua croce, il tuo impegno,
ma, anche, la tua soddisfazione.
Per questo ti sei fatto sacerdote!

L’apostolato, la salvezza delle anime,
deve costituire, e già costituisce,
il centro della tua vita.

Come è dolce e rasserenante sapere che non hai
altri modi per annunciare la Verità, il Vangelo,
se non amare le persone alle quali rechi l’annuncio.
Immaginiamo che la tua missione
sia avere sempre il cuore ricco di carità
vissuta come vicinanza alla tua gente.

Papa Francesco ci invita a camminare, ad uscire di casa,
ad uscire dalla chiesa, se qui alcuni non ci vengono più.
Siamo certi che Tu ti occuperai e preoccuperai
anche di quei bisogni umani che,
pur non essendo spirituali, sono bisogni che,
come possono perdere l’uomo, lo possono anche salvare.
Questo per dirti che desideriamo
la tua vicinanza anche nei bisogni concreti.

Sappiamo che il mondo non ti spaventa, anzi tu lo vivi
come luogo privilegiato dell’annuncio evangelico,
portatore di amore e di spiritualità.
Carissimo don Massimo, aiutaci a non guardare
mai indietro, a non voltarci, per non essere solo
laudatores temporis acti, ma amanti del nostro tempo,
del nostro mondo, della gente, della tua e nostra gente:
desideriamo essere felici di lavorare accanto a te
nel nostro tempo che offre possibilità meravigliose.

Grazie, don Massimo, di aver risposto sì
al nostro Vescovo che ti ha invitato a venire fra noi.

Se l’amore ti ha spinto in questa Parrocchia
sappi che noi ti attendavamo con altrettanto amore,
coscienti che la tua missione esige un cuore aperto,
animato da tanta carità, anche da parte nostra.
Ti assicuriamo che puoi contare su di noi
perché con te vogliamo costruire qui una piccola chiesa,
nella quale batte un grande cuore.

Benvenuto!

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L’annuale riunione del SIKAT

Giovedì 12 febbraio è stato rinnovato il patto che lega da anni la nostra Parrocchia al progetto Sikat. Questa volta, l’annuale riunione dei sostenitori delle adozioni a distanza di ragazzi e giovani delle Filippine non è stata solo occasione per ritrovare tanti “compagni d’avventura” che si impegnano per ridurre la distanza tra la nostra comunità e i figli d’oltre Pacifico.
E’ stato anche il momento di presentazione della nostra realtà al nuovo Parroco Don Massimo, che si è detto contento dell’esistenza di questa iniziativa, sottolineando - nel suo intervento di riflessione - l’importanza di compiere concreti atti di carità per testimoniare la fede in Cristo.
Piero Cutrera ha ricordato l’origine del nostro impegno e il senso che l’iniziativa vuole proporre ai ragazzi del nostro catechismo e a tutta la Comunità. La referente Ornella ha presentato alcune immagini dalle Filippine: la vita che conducono i nostri figli e le loro famiglie, l’impegno che vivono nell’ambito della comunità Canossiana e l’incontro con il Papa del gennaio di quest’anno.
A maggio saranno vent’anni che Tiziana, ispiratrice del progetto, ha fatto ritorno alla Casa del Padre e, nella sua continua presenza spirituale tra noi, c’è il terreno fertile per proseguire, con frutti sempre più corposi, un’esperienza di amicizia, fratellanza, universalità nel nome di Cristo.

Gli Amici del Sikat

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RINNOVO DEL CONSIGLIO PASTORALE

Con Decreto del 13 gennaio 2015 il Vescovo di Brescia ha indetto il rinnovo degli “organismi ecclesiali di partecipazione” nella Diocesi per il quinquennio 2015-2020.
Questo significa che anche per la nostra Parrocchia è tempo di rinnovare il Consiglio Pastorale.
E' stabilito che domenica 19 aprile 2015, in ogni parrocchia della Diocesi di Brescia, vengano svolte le elezioni che designeranno una parte dei componenti del Consiglio. La domenica successiva, il 26 aprile, avverrà la proclamazione dei Consigli stessi.
Nei mesi di marzo e aprile dovranno essere predispose le “Liste dei candidati”, separate per fasce d'età e sarà costituita un’apposita commissione elettorale, presieduta dal parroco e composta da alcuni fedeli.
I nomi dei candidati saranno portati a conoscenza della Comunità, in modo da essere avvisata per tempo, in vista dell’appuntamento elettorale.
Possono partecipare alle elezioni del Consiglio Pastorale Parrocchiale tutti coloro che, ricevuti i sacramenti del battesimo e della cresima, sono in comunione con la Chiesa, domiciliati in parrocchia e stabilmente operanti in essa e abbiano compiuto il 18° anno di età.
Il Consiglio Pastorale sarà formato, non solo dai componenti eletti, ma anche da persone nominate dal parroco e da “membri di diritto” (diaconi, presbiteri, religiosi e membri del Consiglio Diocesano operanti in parrocchia).
Avendo una popolazione compresa tra i 2.500 e i 5.000 abitanti, la nostra Parrocchia avrà un Consiglio Pastorale di 19 componenti (di cui almeno 10 eletti).
A tempo debito verranno rese pubbliche le concrete modalità di presentazione dei candidati, ma già fin d'ora è fondamentale entrare nell'ottica di proporre la propria disponibilità per collaborare a questo evento: è richiesta la preghiera e la riscoperta del "Consiglio", dono dello Spirito Santo, da mettere al servizio della Comunità

La Redazione

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Circolo culturale ricreativo CSI
VERBALE DELL’ASSEMBLEA DEL 10/2/2015

In data 10 febbraio 2015 si è riunita l’Assemblea annuale del Circolo C.S.I., presente il direttivo e gran parte dei soci.
Prende la parola il Parroco che sottolinea l’importanza del Circolo sia da un punto di vista fiscale, perché permette alla Parrocchia di poter tenere aperte certe strutture senza incorrere in sanzioni o aggravi, sia da un punto di vista umano e culturale, perché aiuta a fare “comunità”.
Successivamente il Presidente comunica che quest’anno le tessere saranno stampate da noi e non dal C.S.I., per evitare di aumentare il costo della tessere (ancora € 5) e che saranno consegnate appena pronte.
Viene confermato il direttivo e viene accettata la proposta di Marek D’Adamo di farne parte, in sostituzione di Elia Lombardi, che non può più partecipare per motivi di lavoro. Marek espone l’idea di un cineforum, aperto a tutti; si vedrà in seguito la fattibilità di tale proposta.
Il Segretario presenta poi il bilancio, che chiude in leggero attivo, grazie anche all’impegno dell’amministra-tore il sig. Angeloni e dei volontari che collaborano per il bar e le pulizie.
Quest’anno il numero complessivo dei soci è aumentato: 237 di cui 76 ragazzi del Catechismo.
Le iniziative culturali-ricreative dell’anno 2014 sono state:
- 8 aprile 2014. Gita in pullman al Santuario della Madonna del Sasso a Locarno in Svizzera (suggerita dal gruppo cantori ora disciolto);
- 1 ottobre 2014. Mostra del Savoldo con guida presso Santa Giulia;
- 18 novembre 2014. Gita a Cremona e Sabbioneta.
Viene sentito inoltre il parere dei presenti per iniziative riguardanti il 2015; le proposte sono:
- il Duomo di Milano e di Monza per la visita alla Cappella detta “la Sistina del Nord” dove è esposta la Corona ferrea;
- il completamento della visita alla Mostra del Raffaello in Santa Giulia;
- invitare per la Quaresima una professoressa che recita il “Bibbiù” (la Bibbia in dialetto bresciano);
- la visita all’ Expo di Milano (se fattibile).
Si conclude l’Assemblea con un piccolo rinfresco offerto da alcuni componenti del Circolo.
Un sentito grazie da parte del Parroco a quanti hanno ritenuto utile aderire al Circolo e a quanti vorranno farlo per sostenere l’Oratorio.
Leda Malosso

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Parole di speranza: Sentirsi amati

Quello che voglio dirti è che «Tu sei l’Amato», e quello che spero
è che tu possa ascoltare queste parole come fossero dette a te
con tutta la tenerezza e la forza che l’amore può avere.
Il mio unico desiderio è che queste parole possano
risuonare in ogni parte del tuo essere: «Tu sei l’Amato».

Fin da studente liceale sono stato colpito dalle parole
pronunciate dal Padre a Gesù, mentre veniva battezzato:
«Tu sei mio Figlio, l’Amato, in te mi sono compiaciuto».
Quante volte ho letto queste paterne parole
che sono divenute la fonte della mia riflessione
e mi hanno condotto a questa conclusione:
pure io sono l’Amato del Padre,
tutti gli esseri umani sono l’Amato del Padre.
Ed ho pensato che l’amicizia consiste
nel dare l’uno all’altro
il dono del nostro essere Amati.
È questo, amica e amico
che mi state leggendo, quello che vi voglio trasmettere,
aiutato da un libretto di meditazione
di un grande maestro di spiritualità: Henri J.M. Nouwen.

Non è facile, oggi, ascoltare la voce: «Tu sei l’Amato...».
In questo momento è più facile
essere raggiunti da altre voci:
«Tu non sei buono, anzi, sei anche brutto,
sei indegno, sei da disprezzare, non sei nessuno
e non mi puoi dimostrare il contrario,
quindi non sei l’Amato».
La grande trappola è che è facile credere a questa voce,
a queste parole che ci fanno precipitare
nel rifiuto di noi stessi.
E questo rifiuto è davvero grave
perché mi porta a pensare che non sono nessuno,
soprattutto, che non sono il benvenuto nell’esistenza.

Nel profondo del mio essere, la solita voce, quasi impercettibile,
mi ripete: «Tu sei il mio Amato, in te mi sono compiaciuto».
Questa voce dolce e gentile, che parla al mio cuore nel silenzio
e nella solitudine interiore, spesso la lascio inascoltata.
Ma questa voce, in diversi modi,
continua con insistenza a dirmi che sono l’Amato.
Me lo dice tramite i miei familiari,
gli amici, i molti estranei che ho incrociato
e che incrocio nel mio cammino, usando una voce
sempre più convincente e suadente. Sono benvoluto!
Me lo dice e me lo ripete la gentilezza e la tenerezza
di molte persone: tu sei l’Amato e sarai sempre l’Amato.
In questo istante la mia mente è avvolta
da vari pensieri positivi
e te li voglio trasmettere fino a stancarti.
Noi, tu ed io, siamo gli Amati dal Padre. Tu ed io!
Amati ancor prima che ci amassero i nostri genitori.
È la grande verità della vita; è la verità che desidero
che tu pretenda per te stesso. È la verità enunciata
dalla voce che dice: «Tu sei il mio figlio, l’Amato!».

Ascoltando con grande interiore attenzione quella voce,
sento nell’intimo parole che dicono:
«Ti ho chiamato per nome fin dal principio.
Tu sei mio ed io sono tuo. Tu sei il mio Amato,
in te mi sono compiaciuto.
Ti ho scolpito nei palmi delle mie mani
e ti ho nascosto all’ombra del mio braccio.
Ti guardo con infinita tenerezza e ho cura di te
con una sollecitudine più profonda di quella
di una madre per il suo bambino».

Amica, amico, termino questa riflessione
augurandoti che ogni volta che ascolterai
con attenzione quella voce
che ti chiama Amato, tu scopra in te il desiderio
di riascoltarla più a lungo e più intimamente possibile.
Vedrai, è come scoprire una sorgente nel deserto.

E vorrei che il cammino che ci rimane da percorrere
lo percorressimo assieme,
con l’Amato in mezzo a noi.
Ricordi i due discepoli di Emmaus?
Lui sarà la nostra guida e noi,
mano nella mano,
lo seguiremo con gioia,
perché ci sentiamo finalmente
Amati.

Cesare
(Domenica 11 gennaio 2015 – Battesimo di Gesù)

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IL PASSERO E IL GIRASOLE

Tratto da "Ci sarà sempre un altro giorno"
di Bruno Ferrero

In una discarica abusiva in un angolo abbandonato di una zona industriale di una città era nato un girasole che aveva fatto amicizia con un passero.
Il fiore era triste, sognava un prato verde e farfalle svolazzanti.
«A che servo io, qui?», si chiedeva.
Ma l'uccellino guardava il girasole, raggiante, a becco aperto: «Come sei bello! Sei meraviglioso», trillava. «Ci sono molte cose più belle», rispondeva il saggio girasole. «Guardati intorno!».
Il buon passero si guardava diligentemente intorno, ma finiva sempre per voltarsi verso il girasole e pigolare con aria ammirata: «Il più bello di tutti sei tu!».
Così, ogni giorno, il girasole prendeva coraggio e cresceva tanto da troneggiare ormai sul mucchio di rifiuti. La sua corona d'oro splendeva sempre di più.
Ma un giorno, al sorgere del sole, il fiore attese invano il suo piccolo amico. Solo nel tardo pomeriggio sentì un pietoso pigolio ai suoi piedi. Si piegò e vide il passero che si trascinava con un ala ferita.
«Piccolo amico mio, che ti è successo?», chiese.
«Un gabbiano mi ha colpito e da giorni non riesco a trovare niente da mangiare.
È la fine per me», bisbigliò l'uccellino. «No, no», urlò il girasole. «Aspetta un attimo!».
Il bel fiore scosse con vigore la sua grande corolla e una pioggia di semi scese sul passero.
«Mangiali, amico mio. Ti daranno nuova forza», disse.
Giorni dopo, il passero avevo ripreso vigore e riconoscente si voltò a guardare il girasole.
Ma fu ferito da una dolorosa sorpresa: lo splendido fiore aveva perso i colori, le foglie penzolavano grigiastre e i petali erano terrei. «Che cosa ti è successo, bellissimo fiore?», pigolò. «Il mio tempo è finito», rispose il girasole. «Ma me ne vado felice. Per tanto tempo mi son chiesto quale crudele destino mi aveva fatto nascere in una discarica. Ora ho capito: sono stato un dono per te e ti ho ridato la vita.
Come tu sei stato un dono per me, perché mi hai sempre incoraggiato.
Mangia tutti i semi che vuoi, ma lasciane qualcuno. Un giorno germoglieranno e, chissà, forse qui sorgerà una splendida aiuola».
«Il mio comandamento è questo: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi.
Nessuno ha un amore più grande di questo: morire per i propri amici.
Voi siete miei amici... (Gv 15,12)

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Letture per la Quaresima

- I DOMENICA DI QUARESIMA – 22 febbraio 2015
Dal libro della Gènesi 9,8-15; Salmo 24: Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà; Dalla prima lettera di san Pietro apostolo 3,18-22; Dal Vangelo secondo Marco 1,12-15.

- II DOMENICA DI QUARESIMA – 1° marzo 2015
Dal libro della Gènesi 22,1-2.9.10-13.15-18; Salmo 115: Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi; Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8,31-34; Dal Vangelo secondo Marco Mc 9,2-10

- III DOMENICA DI QUARESIMA – 8 marzo 2015
Dal libro dell’Èsodo 20,1-17; Salmo 18: Signore, tu hai parole di vita eterna; Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 1,22-25; Dal Vangelo secondo Giovanni 2,13-25

- IV DOMENICA DI QUARESIMA – Laetare – 15 marzo 2015
Dal secondo libro delle Cronache 36,14-16.19-23; Salmo 136: Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia; Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni 2,4-10; Dal Vangelo secondo Giovanni 3,14-21

- V DOMENICA DI QUARESIMA – 22 marzo 2015
Dal libro del profeta Geremìa 31,31-34; Salmo 50: Crea in me, o Dio, un cuore puro; Dalla lettera agli Ebrei 5,7-9; Dal Vangelo secondo Giovanni 12,20-33

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GSO:IL PUNTO

Siamo ancora un po’ in letargo…



Colpa dell’ultima nevicata che ha bloccato tutta l’attività agonistica del CSI, praticamente paralizzando ogni sport nel secondo weekend di febbraio. E anche la scorsa settimana le nostre squadre di calcio non hanno potuto allenarsi, avendo il nostro campetto assunto le sembianze di un freezer!
Disgelo permettendo, presto riprenderanno allenamenti, partite e confronti agonistici per tutti i nostri atleti.
Oltre alla normale attività sportiva, come da tradizione, anche quest’anno ci stiamo attrezzando per allestire al meglio la serata del “giovedì grasso”, in programma il 12 marzo: serata di metà Quaresima che segna un momento di bilancio nella preparazione alla Pasqua. Nel segno della tradizione bresciana (e casazzase), ci sarà il “Rogo della Vecchia” (preceduto dal processo) per ricordare il “brutto” e le paure che accompagnano la vita e spesso paralizzano nel fare il bene. Bruciarle non significa far finta che non esistano, quanto piuttosto riconoscere che solo attingendo ad un “Fuoco vivo” è possibile liberare il cuore.
Ricordare ai nostri ragazzi (e non solo a loro) che è questo il senso del “Rogo” è dar loro uno strumento in più per affrontare le difficoltà del cammino…
Certo, stare in compagnia per una sera “speciale”, gustando “pane e salamina” e restare affascinanti da fuoco e fiamme è comunque un modo per fare famiglia!
Vi aspettiamo in tanti per vivere insieme una fiammeggiante serata del “giovedì grasso”!

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