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S.PASQUA DI RESURREZIONE 2016
indice degli articoli:

Il grande mistero della Pasqua

A volte il buio della notte sembra penetrare nell'anima; a volte pensiamo: "ormai non c'è più nulla da fare", e il cuore non trova più la forza di amare... Ma proprio in quel buio Cristo accende il fuoco dell'amore di Dio: un bagliore rompe l'oscurità e annuncia un nuovo inizio, qualcosa incomincia nel buio più profondo. Noi sappiamo che la notte è "più notte", è più buia poco prima che incominci il giorno. Ma proprio in quel buio è Cristo che vince e che accende il fuoco dell'amore. La pietra del dolore è ribaltata lasciando spazio alla speranza. Ecco il grande mistero della Pasqua! In questa santa notte la Chiesa ci consegna la luce del Risorto, perché in noi non ci sia il rimpianto di chi dice "ormai...", ma la speranza di chi si apre a un presente pieno di futuro: Cristo ha vinto la morte, e noi con lui. La nostra vita non finisce davanti alla pietra di un sepolcro, la nostra vita va oltre con la speranza in Cristo che è risorto proprio da quel sepolcro. Come cristiani siamo chiamati ad essere sentinelle del mattino, che sanno scorgere i segni del Risorto, come hanno fatto le donne e i discepoli accorsi al sepolcro all'alba del primo giorno della settimana.

Papa Francesco - Udienza generale 1/4/2015

Via Crucis Zonale

I giovani della Consulta di pastorale della zona nord hanno reso presente la Via Crucis Zonale di quest'anno in un contesto davvero speciale e molto significativo. Partendo dal piazzale interno al vecchio ingresso degli Spedali Civili, la “via” ci ha condotti fino alla “Domus”, percorrendo le strade su cui si affacciano gli edifici che ospitano tante persone malate e sofferenti. E' stata una scelta coraggiosa e molto importante: meditare sulla “via dolorosa” vissuta da Gesù tra chi quella via dolorosa sta vivendo oggi in mezzo a noi! Il filo conduttore è stato i “volti della Misericordia”. Ad ogni stazione un segno ha sottolineato un aspetto della misericordia: catene, per riflettere sulla libertà; agnello, per la docilità; icona di Maria, per la tenerezza; grembiule, pane e frutto, per la solidarietà; cuore e canovaccio bianco, per il coraggio; olio, vino, bende e denari, per la compassione; chiave, per la fiducia. Delle tante meditazioni, mi preme riportare quanto detto a conclusione della celebrazione. La nostra preghiera possa essere questa richiesta al Padre: Signore, fa' che abbracci la mia croce e aiutami a togliere agli altri la loro croce.

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E’ Pasqua comunque!

E’ Pasqua comunque, anche in questo nostro mondo così appesantito dalle guerre che
sembrano rigenerarsi continuamente, e quando una finisce subito un’altra esplode.
E’ Pasqua comunque, perché c’è sempre chi crede nella pace e imbraccia le armi del dialogo.
E’ Pasqua comunque, anche se facciamo i conti con le nostre debolezze ed errori o quando chi ci sta vicino ci delude nelle aspettative.
E’ Pasqua comunque perché il perdono e l’amore sono capaci di cose straordinarie e sono la leva più potente per spostare le pietre più pesanti nel cuore.
E’ Pasqua comunque, anche se la comunità dei cristiani, la Chiesa, sembra talvolta essere lontana dai valori che predica e celebra, e diventa magari spazio di potere e divisioni.
E’ Pasqua comunque, perché Gesù risorto ha voluto come testimoni uomini e donne normali e veri, quindi imperfetti come lo siamo anche noi oggi. E questi uomini e donne di allora pur dovendo far fronte ai loro stessi dubbi, paure e limiti, non si sono scoraggiati nel portare avanti questo annuncio che cambia la storia umana e la storia di ogni singolo uomo sulla terra: “Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto!”. Ed è Pasqua comunque in ogni luogo, anche quello apparentemente più distante da Dio, perché dove c’è un uomo o una donna che cercano la vita e si impegnano ad amare, li è Pasqua, sempre!

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Notizie dal Consiglio pastorale Zonale

Il 29 febbraio scorso si è riunito il Consiglio Pastorale Zonale il cui vicario è il nostro parroco don Massimo. Sono intervenuti i membri di altre nove parrocchie, il rappresentante dell’Agesci e un rappresentante della comunità dei frati minori francescani dell’Ospedale Civile. Di seguito una breve sintesi degli argomenti trattati.
Consiglio Pastorale Diocesano (CPD)
Riccardo Mughini, nostro rappresentante presso il CPD, ci ha riportato la riflessione sulle tematiche del Convegno di Firenze (già riportate nello scorso numero della Bussola). In particolare la relazione del dott. Triani.
L’auspicio è che tali argomenti vengano riportati a livello parrocchiale. In tal senso la parrocchia di San Bartolomeo ha organizzato un ritiro parrocchiale presso il Seminario Diocesano per un approfondimento.
Commissione di catechesi zonale.
Si è avviato un lavoro guidato da don Adriano Verga, parroco di S. Giulia al Villaggio Prealpino che collaborerà con l’Ufficio Catechistico Diocesano.
Ogni parrocchia eleggerà un suo rappresentante.
Corpus Hominis
E’ l’iniziativa diocesana che anche quest’anno coinvolge le varie zone della città con manifestazioni e appuntamenti culturali ed artistici. La settimana dedicata alla nostra zona è quella dal 2 al 10 aprile.
Il responsabile di zona del progetto è don Angelo Cretti, parroco di San Bartolomeo. Il tema affidato alla nostra zona è legato a quello generale sulle opere di misericordia spirituali: “Comunità e Fragilità”.
Le iniziative sono state curate anche con la collaborazione di don Massimo. Il calendario delle iniziative è pubblicato in homepage.
Pellegrinaggio zonale alla porta della Misericordia del Duomo.
L’appuntamento è previsto per domenica 10 aprile.

Marek

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La Vecchia 2016

rogo della vecchiaAnche quest'anno la serata del “giovedì grasso” (3 marzo) ha portato nel nostro oratorio una ventata di partecipazione e convivialità e – inevitabilmente – ha visto il rogo del fantoccio della “Vecchia” avvolto dalle affascinanti fiamme di fuoco.
Tutto secondo tradizione, dunque! Anche i pochi minuti di “incertezza” con il fuoco che sembrava far fatica ad appiccare a causa dell'umidità, mentre i fuochi d'artificio davano il via, hanno confermato le consuetudini di questo appuntamento.
I più piccoli come sempre sono rimasti con il naso all'insù a seguire la colonna di fumo e fuoco alzarsi dal rogo, ma prima hanno partecipato ad un momento pensato prevalentemente per loro: la messa in scena del “processo” (quest'anno svoltosi nel salone dell'oratorio per l’imprevista indisponibilità del teatro!). Quest'anno la “storia processuale” è stata curata dai nostri ragazzi che nelle espressioni teatrali stanno trovando un loro angolino di aggregazione e di comunicazione.
Per i ringraziamenti, possiamo partire proprio da loro (insieme a tecnici e costumisti che li hanno supportati) che continuano ad offrire un servizio importante alla Comunità, ma dobbiamo dire un grande “grazie” a Marino (a chi ha collaborato con lui e a tutto il GSO) che come ogni anno ha realizzato la “Vecchia” con grande impegno e minuzia nei particolari (un vero peccato bruciarla!); ai volontari del Gruppo Val Carobbio; al Gruppo Pensionati con l'immancabile vin brulè; a quanti si sono messi alle braci e in cucina per rinnovare la saporita tradizione del “pane e salamina” e patatine!
Le “cose brutte” del nostro “inverno del cuore” sono incenerite con gli stracci della Vecchia, da lì siamo ripartiti per l'ultimo tratto di Quaresima per farci inondare dalla luce della Resurrezione: la tradizione e la fede ci aiutino a vivere sempre con saggezza i nostri giorni.
A tutti buona Pasqua!

galleria fotografica del Rogo della Vecchia del Giovedì Grasso

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Padre, perdona loro…

«Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno!» (Lc. 23,34)
Come non citare quest’anno, Gesù,
nell’anno dichiarato da papa Francesco
Giubileo della misericordia, queste parole sublimi
che vengono dal tuo cuore e dal tuo amore invincibile?
Tu supplichi il Padre di perdonare i carnefici, quindi noi,
e trovi ancora l’unica attenuante che non mi giustifica:
«Non sanno quello che fanno!».
Tu Gesù, dall’alto della croce crei una nuova dimensione,
la dimensione del perdono.
Contemplando nella Croce l’onnipotenza
misericordiosa di Dio Padre, comprendo l’importanza
che il Vangelo attribuisce al perdono.
Tu, Gesù, esigi questo perdono da me,
da tutti coloro che ti vogliono seguire.
E questa è la sfida che devo mettere a confronto
con altre culture e religioni che, invece,
privilegiano la vendetta e la ritorsione.
Ed io raccolgo questa sfida.
Tu muori perdonando dopo avere vissuto
tutta la tua vita perdonando.
È dalla croce che tu attingevi il tuo potere
di rimettere i peccati; è dalla croce che ti veniva
l’autorità di fare questo sulla terra.
«Per le sue piaghe siamo stati guariti» (Isaia 53,5).
Il precetto del perdono, Gesù, l’hai proclamato
con l’intera tua vita serena, mite.
E mi vengono alla mente le parabole della misericordia (Lc. 15),
soprattutto quella del Padre misericordioso.
Non insegni la legge del taglione o della vendetta,
ma quella della non resistenza, del vincere il male con il bene:
«Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori».
Il perdono che tu predichi e pratichi anche oggi
non è segno di una virtù debole, ma forte,
che lascia intatte tutte le radicali esigenze
dell’amore che chiama alla conversione.
È un amore incondizionato quello che Tu insegni e vivi.
È un amore stimolante e creativo.
Dal Tuo perdono esco profondamente toccato.
Tutte le volte che il pensiero di Te
si sveglia nella mia anima
non mi fa menzionare il mio peccato, ma il Tuo perdono,
non penso a come mi sono smarrito,
ma come Tu mi hai salvato.
La Tua morte, nella quale pongo la mia speranza,
domanda di rinascere nella mia vita
come sorgente di misericordia.
Con in più il bisogno che io ho
di essere a mia volta perdonato.
Prima di essere un atto che compio di tanto in tanto,
rinunciando al risentimento e alla vendetta,
il perdono è una qualità del vivere cristiano.
«Siate misericordiosi, com’è misericordioso il Padre vostro,[…],
perdonate e vi sarà perdonato» (Lc. 6,36-37).
Mi chiedo: ma Signore, chi rientra in questo pianeta cristiano
che è il perdono? La tua risposta non si fa attendere.
Prima di tutto mi dici che io devo perdonare me stesso,
devo accettarmi in modo attivo,
solo così saprò accettare gli altri nella loro diversità.
Amabilmente S. Paolo mi esorta:
«[…] Siate benevoli gli uni verso gli altri,
misericordiosi, perdonandovi a vicenda
come Dio ha perdonato a voi in Cristo» (Ef. 4, 26-32).
Solo così Gesù, al tramonto,
quando anche per me si farà buio su tutta la terra,
sentirò la Tua voce:
«Oggi sarai con me in Paradiso!».
E inizierà la mia vera Pasqua,
trionfo della Tua misericordia.

Cesare
(Settimana Santa 2016)

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Roma: Pellegrinaggio della Misericordia

casazzaUna sera, tornato a casa, mia moglie mi dice che ci siamo iscritti al pellegrinaggio della Misericordia a Roma dal 13 al 15 febbraio, organizzato dalla parrocchia Maria Madre della Chiesa, della quale facciamo parte come comunità, ma che personalmente frequento ben poco, salvo qualche Santa Messa domenicale.
Durante l’incontro preliminare in parrocchia col parroco e i responsabili della Brevivet per confermare l’adesione e comunicare i dettagli del viaggio, vengo a sapere che in quei giorni il Papa non ci sarà per la tradizionale udienza domenicale. Allora mi sono chiesto: “Che ci vado a fare a Roma senza vedere il Santo Padre!!!!!”.Poi improvvisamente il mio cuore ha cominciato a battere ed un pensiero ad affiorare: “in pellegrinaggio non vai per andare a vedere e pregare il Papa; ma in pellegrinaggio vai per incontrare il Signore, per pregare con Lui insieme ad altri pellegrini, che rivolgono al Padre le loro ansie, i loro bisogni e i loro desideri”. Leggo il programma e mi pare interessante, quindi senza particolari slanci entusiastici aderisco. Con me c’è mia figlia, che per l’occasione sostituisce mia moglie al momento impossibilitata.
Puntuali, il 13 mattina, alle ore 6, ci presentiamo nel piazzale della chiesa. Il bus è pronto per partire. Mi guardo attorno e mi accorgo di non conoscere nessuna delle persone presenti, salvo due cari amici vicini di casa.
Si parte. Il parroco, Don Massimo, si presenta e fa l’appello. Noto nella sua voce un pizzico di emozione, come se fosse il suo primo pellegrinaggio. Mi è subito simpatico per il suo modo di parlare e di raccontarsi; mette tutti a proprio agio, ci fa sentire un gruppo, come se ci conoscessimo da sempre.
Dopo qualche ora di viaggio, guardo mia figlia e le dico “ma quand’è che diciamo un bel Santo Rosario a Maria Santissima perché ci guidi in questo cammino di grande significato spirituale e, perché no, culturale e materiale?”. Ma ecco che il don inizia “nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo…..”, finalmente l’agognato Santo Rosario!!!!!
Il viaggio è lungo e le soste obbligatorie sono una benedizione per tutti. Persone non più giovanissime ma chiaramente giovanili. Scattano in piedi e di corsa via verso l’ingresso dell’Autogrill, ma con l’occhio attento alla freccia che indica la toilette. Poi si riparte ed iniziano le risate. Le barzellette si susseguono una dietro l’altra per circa un’oretta. Il Don partecipa attivamente raccontandone delle sue, probabilmente imparate in seminario. Anche in questi momenti di svago ho notato il forte legame che unisce i partecipanti al loro giovane parroco, umile e disponibile come un pretino di campagna, sempre pronto ad ascoltare tutte le sue pecorelle, rivolgendosi a loro con parole semplici e rincuoranti.
Finalmente Roma, il Vaticano, Viale della Conciliazione, Porta Santa. Qui inizia il Pellegrinaggio della Misericordia voluto da Papa Francesco. Sono emozionato nonostante Roma ed il Vaticano non mi sono sconosciuti. Percepisco l’atmosfera mistica, nonostante le migliaia di persone che mi circondano.
I miei occhi si spostano da destra a sinistra per tutta la Basilica e si posano sulla meravigliosa opera di Michelangelo, la Pietà. Mi inginocchio e prego. Passo oltre, ma lo sguardo è smarrito, cammino nel gruppo, ma sono assente dal gruppo.
Non era più possibile accomodarci per la Solenne Celebrazione Eucaristica, pertanto Don Massimo ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione a celebrare un’intima Santa Messa nella cappella sotto l’Altare principale, accanto alle tombe papali. In attesa di riprendere il bus abbiamo avuto il tempo di confessarci e di ammirare i meravigliosi capolavori che tutto il mondo ci invidia e che l’uomo ha saputo creare per la Gloria di Nostro Signore e di Sua Madre, Maria Santissima.
pellegriniLa prima cena poi è servita a conoscerci meglio e confrontarci rispetto all’esperienza vissuta durante la giornata.
Il giorno successivo abbiamo avuto il piacere di conoscere Nadia, la guida romana dé Roma, messa a nostra disposizione dalla Brevivet. Nadia mi è parsa subito all’altezza del ruolo assegnatole, altamente professionale e soprattutto capace di trasmetterci, con parole semplici, la storia complessadelle chiese, Basiliche, monumenti e palazzi che via via visitavamo. Considerata la forte pioggia, abbiamo deciso di visitare prima le chiese;inaspettatamente, in Santa Maria Maggiore, Don Massimo ha avuto la possibilità di concelebrare con i Monsignori la Solenne Santa Messa in latino, inorgogliendoci tutti. In quella stessa occasione con entusiasmo riesco a farmi benedire da Mons. Grillo, colui che ha visto la statua della Madonna di Civitavecchia piangere lacrime di sangue.
Certamente le meravigliose e stupende bellezze della Città eterna sono ben note al mondo intero, tuttavia quello che mi ha colpito ed emozionato positivamente è stato vedere come tutti i partecipanti al pellegrinaggio siano rimasti soddisfatti di aver aderito all’iniziativa del loro bravo parroco.
Per me è stata una bellissima esperienza, sia dal punto di vista mistico-culturale, sia sotto quello prettamente umano. Sono rimasto colpito dalla sintonia che Don Massimo è riuscito a creare con i suoi parrocchiani in breve tempo. Per questo ringrazio mia moglie per avermi dato l’opportunità di partecipare al pellegrinaggio, Don Massimo per averlo pensato ed organizzato ed il Signore per avermi accompagnato in questo viaggio pieno di significato.

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Carnevale 2016


Metti una festa in oratorio e … guarda come il salone (e non solo) si riempie di bambini e di famiglie!
Con questa considerazione si è concluso il pomeriggio di allegria e spensieratezza di domenica 7 febbraio, domenica di carnevale!
Nonostante il freddo e la pioggia, sono stati davvero tanti i ragazzi che sono venuti in oratorio, dove sono stati accolti – come di consueto - dai giochi allestiti dai nostri giovani.
Alle “mascherine” provenienti da tutto il quartiere sono stati assicurati musica, divertimento e “prove creative” da superare. Quest’anno il tema della giornata è stato il film “Inside out”, cartone della Disney, che rappresenta le emozioni come personaggi che agiscono nella mente. Gioia, paura, rabbia, disgusto, tristezza hanno ispirato gli stand dei giochi. Una menzione speciale è doveroso tributarla ai giovani che hanno realizzato il piacevole “labirinto della paura”, che ha finalmente messo in soffitta la “stanza buia”, gioco di dubbia qualità!
Coriandoli, foto in costume e “chiacchiere” in abbondanza hanno reso tutto piacevolmente carnascialesco, mentre l’aggirarsi del Don, vestito da messicano misterioso, ha portato un tocco di enigma tra bimbi e genitori! Tutto è andato bene.
Un ulteriore grato complimento va indirizzato a quei giovani che – finita la festa – hanno permesso di rimettere in ordine gli ambienti oratoriali che, dopo due giorni di pulizie, hanno ripreso il consueto sobrio aspetto.

galleria fotografica


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SIKAT: riunione 2016

Giovedì 11 febbraio, in oratorio, ci siamo ritrovati (pochi, ma caparbi!) per l’annuale incontro di quanti sostengono il progetto Sikat e si sentono coinvolti dalle storie dei ragazzi che nelle Filippine hanno bisogno di “una mano” per portare aventi il loro percorso scolastico.
Don Massimo ci ha incoraggiato definendo il nostro progetto “un impegno evangelico e caritativo molto significativo”.
Piero Cutrera, storico “cireneo” dell’iniziativa, ha ricordato che, dal lontano 13 gennaio 1993, questo “circuito d’amore” produce frutti straordinari. Lui personalmente ha sempre tenuto i collegamenti con tanti sostenitori e, con ciascuno, ha un tipo di colloquio diverso. Entrando nelle case delle persone che sostengono il progetto, ha potuto trarre un arricchimento spirituale straordinario per le esperienze comunicate e … ha dichiarato che “da 20 anni ha imparato a non offendersi!”.
Ornella (che puntualmente, da 15 anni, viene da Orzinuovi per l’incontro annuale!) ricorda che la nostra iniziativa, grazie all’organizzazione semplice e diretta, riesce a devolvere con assoluta sicurezza tutto quanto raccolto che arriva direttamente nelle mani della Madri Canossiane: sono loro che lo gestiscono per le necessità dei ragazzi.
Da qualche anno il progetto Sikat si è concentrato su Bulhiahn, centro rurale a notevole distanza dalla città più vicina dove il “Centro missionario” è un punto di riferimento per la popolazione e permette a tanti ragazzi e ragazze di trovare un clima accogliente e procedere anche in un cammino di catechesi per le famiglie. Gli studenti devono dimostrare impegno non solo nello studio, ma anche nella carità e le “sostituzioni” di alcune adozioni sono dovute spesso all’insufficiente rendimento scolastico o perché le famiglie si trasferiscono in altre città.
E’ una grande soddisfazione sapere che il progetto ha consentito a molti ragazzi di frequentare la scuola fino ai più alti gradi di istruzione, rendendo così possibile un riscatto sociale e facendo gettare le basi per un miglioramento della comunità locale.
Sono circa 130 le adozioni attualmente in essere che testimoniano quanto sia ancora “di moda” la vicinanza fraterna, alimentata dalla fede, verso popoli lontanissimi solo geograficamente.

Amici del Sikat

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Una torta per tutti

Domenica 13 marzo è stata allestita una bancarella di torte, il cui ricavato è stato destinato alle iniziative parrocchiali rivolte ai giovani: un classico!
Lo spunto, questa volta, è stato offerto dalla partecipazione di un gruppetto di “nostri” alla prossima GMG di Cracovia, dal “Giubileo dei ragazzi” che si terrà a Roma in aprile e che vedrà presente un altro “nostro gruppetto” e da altre attività che coinvolgeranno i nostri giovani nei prossimi mesi.
Al di là del profilo economico (che ha comunque un suo peso...) il ricorso alla bancarella è uno strumento straordinariamente coinvolgente che permette di rendere di interesse comunitario quello che altrimenti resterebbe un'esperienza di pochi.
I giovani che andranno a Cracovia, così come i ragazzi che celebreranno il Giubileo a Roma, non sono figli di alcune famiglie che, a titolo personale, faranno un viaggetto in comitiva! Piuttosto, sono figli della Comunità che – con la guida di Don Massimo – porteranno un pezzo della parrocchia Maria Madre della Chiesa a comporre un puzzle della Chiesa Universale riunita intorno al Pontefice! Questa è una realtà inequivocabile, altrimenti perde di senso e anche “di sapore” l'esperienza che andranno a vivere.
La Comunità se ne fa carico, in piccola parte, nel modo “più dolce” che le “tradizioni di vita parrocchiale” da anni prevedono (unitamente ad una buona “dose” di preghiera che rappresenta il vero lievito delle iniziative!). La risposta all'invito di contribuire con un proprio dolce, che il “passaparola” dell'ultima occasione ha diffuso, è andata oltre le più rosee aspettative! E’ stata offerta una trentina di dolci, dai sapori e dalle forme più diverse, tutti accomunati da un ingrediente speciale: il desiderio di contribuire a una esigenza comunitaria. E’ stato graditissimo l’entusiasmo espresso da chi aveva preparato anche più di un dolce o di chi ha presentato il suo “piatto” precisando di aver usato ingredienti genuini e originali o di chi ha manifestato la gioia di sentirsi coinvolto nell’iniziativa, invitando a ripeterla più spesso!! Quindi, un “grazie” di cuore a quanti hanno realizzato i capolavori culinari e un “grazie” altrettanto di cuore a quanti hanno contribuito al ricavo (per la cronaca 400 euro circa).
Per chi ha perso questo “giro” non c'è da disperare... Un'altra occasione si ripresenterà presto!
La Redazione

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Le sette “parole” di Gesù sulla Croce … in musica

Venerdì 26 febbraio, la nostra chiesa ha ospitato un momento di meditazione speciale. Abbiamo riflettuto su quelle che sono definite “Le sette parole di Gesù sulla croce” e ci ha aiutato nelle riflessione la sublime musica del compositore Haydn nell’esecuzione del quartetto di flauti “Synolos”.
Personalmente, non mi aspettavo di vivere un’esperienza così profonda. Temevo di dover ascoltare un tappeto musicale “cupo”! Invece ... presto mi sono trovato avvolto in una leggerezza sonora che pareva prendere per mano e condurre a sentire da vicino quelle frasi, espressione del grande amore di Cristo.
Le note mi parlavano di amore, di quell’amore immenso che nostro Signore ha riversato sull’umanità nell’ora della sua gloria, sulla croce. Nelle sonate si potevano cogliere momenti di dolore, ma sempre sostenuti da note di straordinaria levità che parlavano di misericordia, quella che le sette “parole” esprimono.
Il percorso che va dal “Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno” al “Nelle tue mani, Signore, affido il mio spirito”, passando da quel “Oggi sarai con me in Paradiso”, manifesta un amore così straordinario e completo che solo una musica straordinaria poteva riuscire a far percepire.
Chi ha partecipato, anche il meno esperto di musica, ha avuto la possibilità di sentirsi svuotare dalla quotidianità, per lasciarsi riempire dal suono della musica; così come è possibile svuotarsi del proprio affanno e lasciarsi riempire dalla presenza di Dio.
Dopo gli otto movimenti (dell’introduzione e delle sette “parole”), la conclusione con “Il terremoto” ha reso sonoramente presente lo sconvolgimento che la morte di Gesù ha portato nel mondo e – possiamo dire - ha accompagnato l’ascoltatore ad intravedere i segni della vittoria sulla morte: la Resurrezione di Cristo.
Un grande ringraziamento al quartetto “Synolos” che ha portato un capolavoro musicale tra le mura della nostra chiesa, con un’esecuzione che ha reso lo spirito della composizione, in origine scritta per orchestra, nella trascrizione per quartetto di flauti, opera del maestro Alessandro Pallanzani.

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L'altra Via Crucis

Quante “Via Crucis” ho vissuto nella mia vita ... Ma l’esperienza provata venerdì 18 marzo con “L’altra Via Crucis - Dialogo di Gesù con il Padre” ha lasciato in me proprio il segno! Alberto Zacchi (che ha scritto e mirabilmente interpretato la meditazione) ha portato nella nostra chiesa una straordinaria “presenza di Cristo”, rendendo palpabile la fatica, il dolore, l’amore che hanno accompagnato Nostro Signore su per il Calvario. Dare voce ai sentimenti che può aver provato Gesù in quei momenti, descrivendolo in costante dialogo con il Padre è un’operazione che scava profondamente in chi la ascolta. Lascia senza fiato il grido “PADRE” che lacera la fitta trama, intessuta fino alla 11^ stazione! Quella parola “Padre”, ripetuta continuamente nel corso dell’intenso dialogo, ha ridestato nei presenti il senso più vero della storia della Passione e - in fondo - della nostra “storia” di figli di Dio. Solo riponendo ogni istante della vita nella amore del Padre e confidando nella sua misericordia può aver significato l’esistenza. Grazie di cuore ad Alberto Zacchi per il dono di un’interpretazione di enorme spessore, ma anche grazie per aver dato evidenza alla “Associazione A.GE.MO. 18 Onlus” che rappresenta un punto di incontro per le famiglie con figli affetti da una malattia genetica molto rara: la sindrome da alterazione del cromosoma 18.

Carmine

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Cresima e Prima Comunione

Seguendo le indicazioni del rinnovato piano di iniziazione cristiana della Diocesi di Brescia, quest'anno i nostri ragazzi che celebreranno la Cresima e il loro primo incontro con Gesù Eucaristia vivranno un'esperienza diversa da quella dei loro coetanei degli scorsi anni. Sabato 14 maggio, si ritroveranno in Cattedrale insieme ai candidati alla Cresima di altre parrocchie della Zona nord, per ricevere dal Vescovo l'imposizione delle mani e il sigillo crismatico, segni del sacramento della Confermazione. Successivamente, domenica 15 maggio, nella nostra chiesa parrocchiale vivranno il primo incontro con la Divina Eucaristia alla presenza di tutta la Comunità. Negli ultimi anni siamo stati abituati alla celebrazione unitaria della Cresima e Prima Comunione, in un'unica liturgia, presieduta dal vescovo o da un suo delegato. E' stato osservato che questo modo di celebrare può generare il fraintendimento di considerare culmine della celebrazione la Cresima e non permette di cogliere e assaporare le particolarità di ciascun sacramento. Per far percepire anche cronologicamente la progressione dei momenti sacramentali e rendere evidente che apice dell'iniziazione cristiana è la partecipazione al banchetto eucaristico, come Comunità abbiamo aderito quest'anno al modello di celebrazione disgiunta. Come in tutte le cose “nuove”, ci potranno essere delle difficoltà di adattamento da parte di alcuni, ma sembrava importante sperimentare questa modalità. I ragazzi potranno sentirsi inseriti, in unità con il vescovo, nella grande famiglia diocesana accogliendo i doni dello Spirito Santo con la liturgia in Duomo; rinnovati dallo Spirito, saranno accolti dalla nostra Comunità per condividere il Pane del Cielo nella famiglia parrocchiale. Il Gruppo Emmaus di quest'anno è formato da diciannove tra ragazzi e ragazze, che hanno compiuto il loro “bravo percorso” di preparazione ai sacramenti con gli incontri settimanali di catechismo, dove sono emerse le difficoltà tipiche dei ragazzi di questi tempi. Per alcuni, la fatica a mantenere la concentrazione e il silenzio, l'incostanza nella partecipazione, la poca perseveranza nella frequentazione della S. Messa hanno manifestato il disagio di un tempo irto di ostacoli per la maturazione spirituale. Ma possiamo testimoniare che molti ragazzi hanno esternato quello che definiremmo un “istinto spirituale” straordinario, proponendo risposte o quesiti che denotano un impressionante desiderio di amicizia con Gesù. Come ogni anno, qualcuno chiede: “Ma questi ragazzi sono davvero preparati per i sacramenti?”. La risposta – credo – sia custodita solo nel cuore di ciascuno di loro! Davvero, però, pensiamo che si debba riporre fiducia nell'azione dello Spirito e ritenere che la forza dei sacramenti che vanno a ricevere sia così forte che può inondare di luce la loro vita. Certo, è dopo il 15 maggio che inizia il vero cammino a cui il Signore li chiama! E non potranno essere lasciati soli. Padrini, famiglie, Comunità sono chiamati ad accompagnarli nel vivere la fede in maniera sempre più profonda e originale! L'inevitabile “svolazzare via” del dopo-catechismo non deve trovarci supinamente rassegnati: dipende (ciascuno per la propria parte) anche da noi! I Catechisti

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Traslocando dal Sud al Nord

Qualsiasi evento destinato a scombinare la nostra routine è nel contempo prologo ed epilogo di un essenziale frammento dei nostri giorni, accolto poi per qualche tempo da un angolino della nostra memoria. Un trasloco, poi, già dai suoi preliminari origina un’intensa e concreta concitazione personale, che annulla del tutto per parecchi giorni il proprio quieto vivere. Dalle suppellettili familiari salta fuori con prepotenza quell’eccessivo inutile serbato da anni, mentre ogni pausa scaturita dal frettoloso riordino del causato disordine, rallenta i tempi previsti per la decisione finale di eliminare o di serbare ancora quanto rinvenuto. Non é per nulla agevole, infatti, sfogliando vecchi documenti, lacerare tutto all’istante senza eccessivi rimorsi, eludendo un pur sollecito flashback delle vicende ad essi collegate.
Certe immagini remote emergono inattese, associate ad un frammento del nostro lontano l’altro ieri, sollecitandoci nostro malgrado a rivivere ciò che forse avevamo dimenticato. Affiorano le memorie di attimi sereni e di quelli… da dimenticare, le foto dell’infanzia dei figli lontani, ormai adulti, delle ricorrenze festeggiate, e quelle dei nipotini germogliati con lo stesso impietoso ed inarrestabile ritmo che continua a consumare anche la nostra esistenza di anziani. Qualche vecchia agenda, accantonata senza alcun perché, sfogliandola ci fa anche rileggere però certe scrupolose annotazioni, con le spese oculate di allora.
Che si stesse meglio quando ci si lamentava di star peggio, è ormai un luogo comune, avvalorato però dagli immancabili dilemmi della nostra attuale quotidianità. Intanto nuovi dettagli dei nostri giorni già trascorsi continuano a stuzzicare la nostra curiosità, mentre origina ulteriori varchi utili l’indecisione di sostare a riflettere, o tirare innanzi in fretta, con un deciso calcio a quell’importuno passato che talvolta riesce soltanto ad alimentare vani rimpianti.
Giunge poi il momento di emigrare dall’ambiente ormai consueto, verso una nuova città già saggiata dai nostri figli, ma abbastanza lontana dalla nostra terra natia. E’ una differente realtà sociale quella che ci ospiterà, di certo lontana anni luce dai nostri normali costumi. Decidiamo di accogliere l’intimo invito a chiudere decisamente ogni trascorsa, deludente parentesi di tollerata inciviltà altrui, iniziando a vivere un’esperienza inedita, per annodare insolite relazioni e magari qualche auspicabile e non raro affetto sincero.
Proveremo a riprendere l’impegno d’essere di valido esempio, per attuare una civile convivenza collettiva, intraprendendo dialoghi costruttivi con persone ancora sconosciute, il nostro nuovo prossimo. Il tempo ancora da spendere quaggiù ci riserva alquanto da svelare, da comprendere e magari da giustificare, soprattutto la disponibilità altrui ad accoglierci così come siamo.

Antonio Capodicasa

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Comunicazione a cura del Consiglio di Quartiere

Il nostro Quartiere ha circa 3.000 residenti, in maggior parte anziani e con difficoltà a prendere i mezzi per spostarsi. Esiste un solo medico "della mutua" (andato da poco in pensione e, fortunatamente, sostituto immediatamente). Per dare la possibilità di andare dal medico in tutta facilità, il Consiglio di Quartiere ha proposto, alla ormai ex ASL ora ASST, l'apertura di un ambulatorio di medici associati presso i locali del Centro Sociale in via Casazza (locali già preposti, quando nati, ormai 30 ???? anni fa, ad ambulatori). Sul modello di molti ambulatori, aperti in alcuni paesi della Provincia di Brescia, lo studio associato potrebbe essere aperto con orari più ampi e, magari, con medici anche specializzati in patologie varie, così da rendere più facile (senza chiedere nulla a nessuno) la visita dal dottore. Inoltre, si potrebbe liberare un appartamento di proprietà dell'Aler, attualmente utilizzato in via "provvisoria" dal medico.  Il Consiglio di Quartiere sta portando avanti il progetto anche con l'aiuto della dott.ssa Albini, delegata alla Sanità del Comune di Brescia.  Si spera che a breve la Dirigenza dell'ex ASL risponda ai vari quesiti posti sulla fattibilità del progetto e, successivamente, verrà indetta un'Assemblea di Quartiere 
DA QUESTO MESE ABBIAMO CAMBIATO LE DATE DEGLI INCONTRI:
Il primo giovedì dei mesi dispari (per cui Maggio, Luglio, Settembre e Novembre),
alle ore 20:30 al Centro Sociale, ci sarà il Consiglio,
mentre il primo giovedì dei mesi pari (per cui Aprile, Giugno, Agosto, Ottobre e Dicembre)
e TUTTI i terzo giovedì del mese, sempre alle ore 20:30 e al Centro Sociale, ci saranno le Commissioni.
Ovviamente, in caso di necessità, potrà essere convocato il Consiglio in qualsiasi momento. Tutte gli incontri sono aperti al "pubblico" con diritto di parola, chiaramente.

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GSO:IL PUNTO

Tra passato e futuro



Giorni speciali … Quelli che, in questo periodo, sta vivendo il nostro Gruppo Sportivo! Da una parte è, in un certo senso, rivolto al passato che viene celebrato e premiato dal CSI il prossimo 2 aprile con il conferimento del “discobolo”; dall’altra parte, è rivolto al futuro, rappresentato dalla seconda parte della stagione agonistica, dal Palio delle Contrade e dalla programmazione per la prossima annata sportiva. Possiamo ben dire che non ci si annoia! E i tanti anni di sport oratoriale vissuti nella nostra parrocchia lo dimostrano. Sfogliando l’album dei ricordi (e le foto delle nostre squadre in più di 40 anni) possiamo veder sfilare le varie generazioni di giovani, impegnati nelle discipline sportive più tipiche: pallacanestro, calcio, atletica e sci nei primi anni, a cui si sono presto aggiunte pallavolo e tennistavolo. Dal campo in terra battuta a quello in erba sintetica; dalle divise di gioco “strette” (caratteristiche degli anni ’70 e ’80) alle maglie con il nostro logo… la passione per coltivare i valori dello sport in oratorio non è cambiata ed è destinata a non cambiare.
Il pranzo che si terrà nel salone, domenica 3 aprile, vuole essere un gioioso ritrovarsi, portando in tavola i giorni di sport condiviso e la voglia di proseguire la strada per manifestare il piacere di riunirsi all’ombra del campanile.

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