La Bussola - Casazza
S.Pasqua 2014

"TESTIMONE E’ CHI “HA VISTO” IL SIGNORE"

indice degli articoli:
"Carissimi": il messaggio del parroco
Un bellissimo ricordo e il rimpianto per un momento durato 30 anni
Crocefisso! Collocazione provvisoria: Buona Pasqua
Resurrexit
Sacramento della prima Riconciliazione per i ragazzi del Gruppo Cafarnao
Cena Povera
Protagonisti della celebrazione
Rogo della vecchia
Il rosario meglio del telefonino
GSO: il punto

Carissimi

E’ la quarta Pasqua che celebro con voi. Sono commoventi le parole appassionate con cui S. Giovanni, apostolo, inizia la sua lettera: “Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita… noi lo annunciamo anche a voi” (1Gv 1,1-3).
Per divenire “testimoni” di Cristo, non è però indispensabile aver camminato con Gesù di Nazareth, lungo le strade della sua terra. Per essere testimoni è necessaria una “visione”. Quale?
Come? “La fede è cieca”, si sente dire.
Non è vero: se è cieca, è creduloneria, è oscurantismo irrazionale.
La fede cristiana è esattamente il contrario: è un “vedere” più chiaro e più lontano, al di là di ciò che appare.
Non tutti possiedono questo sguardo penetrante e spirituale. Solo gli occhi illuminati da Cristo sono in grado di scorgere, al di là di ciò che può essere constatato con i sensi e verificato con gli strumenti scientifici, le realtà del mondo di Dio.
Nel Venerdì Santo, tutti a Gerusalemme hanno visto, inchiodato sulla croce, un uomo giustiziato e sconfitto.
Solo qualcuno, nel mattino di Pasqua, ha saputo proiettare lo sguardo al di là di quella morte e ha visto Cristo Risorto. Solo chi oggi ha questi occhi beati può essere testimone credibile del Signore. “Testimone” è colui che è passato dalla morte alla vita, chi può confermare che la sua esistenza è cambiata e ha acquistato un senso da quando è stata illuminata dalla luce della Pasqua, chi fa l’esperienza che la fede in Cristo dà senso alle gioie e ai dolori ed è capace di illuminare i momenti lieti e quelli tristi.
Le realtà di questo mondo sono ingannevoli: non è facile riconoscere la perla preziosa fra le paccottiglie proposte dagli imbonitori. Gli abbagli sono pericolosi, i miraggi illudono, le fantasmagorie seducono. Solo chi ha visto il Signore Gesù Risorto è in grado di dare il giusto valore a questo mondo.
A tutti auguro una Buona e Santa Pasqua!

Don GianMario

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UN BELLISSIMO RICORDO E IL RIMPIANTO PER UN MOMENTO DURATO 30 ANNI

Nel 1984 Don Giacomo Bendotti, da poco giunto come parroco nella nostra parrocchia, manifestò, fra i suoi primi desideri, quello di istituire un coro che avrebbe animato i momenti più significativi della liturgia.
Lanciò l’appello: molti furono coloro che risposero con entusiasmo. La comunità era ancora giovane e si sentiva il desiderio di aggregazione e condivisione.
Il nostro primo maestro fu lo stesso Don Giacomo che, a dire il vero, aveva la pretesa che imparassimo tutto e subito.
Quando in un secondo tempo arrivò Barbara Da Parè (la nostra Barbarella), la musica cambiò.
Giunse anche, mandato dal cielo, Mario Sora, organista non vedente e amico impareggiabile: per anni fu al nostro fianco.
Se le esecuzioni non erano perfette, lo era l’atmosfera creatasi nel gruppo.
In seguito, per impegni diversi, alcuni componenti ci lasciarono.
Nel 2000, il coro subisce una svolta: arriva da Vallio il maestro Massimiliano Sanca.
Salta subito all’occhio la sua professionalità e serietà.
Ci mettiamo di “buzzo buono” e il tempo che passa conferma i miglioramenti della nostra corale.
Purtroppo, cominciano i dolori, i dolori veri e propri. Alcuni cantori “se ne vanno”, altri attraversano situazioni che li allontanano, anche se a malincuore.
I ripetuti appelli per coinvolgere nuove forze, soprattutto più giovani, cadono nel vuoto. Piano piano, poiché sulla terra niente è eterno, il coro se ne va …
Con queste due righe voglio salutare con affetto coloro con i quali ho condiviso questa bella e importante parentesi di vita.

Tina Vallarella

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Crocifisso! Collocazione provvisoria:
BUONA PASQUA!

“Nel duomo vecchio di Molfetta è riposto un grande crocifisso di terracotta.
L’ha donato, qualche anno fa, uno scultore del luogo. Il parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l’ha addossato alla parete di un locale della sacrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta “Collocazione provvisoria”.
La scritta, che in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell’opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il parroco di non rimuovere per nessuna ragione il crocifisso di lì, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito.
Collocazione provvisoria!
Penso che non ci sia formula migliore per definire la croce: la mia, la tua, non solo quella di Cristo.
Coraggio, allora, tu che soffri inchiodato su una carrozzella. Animo, tu che provi i rimorsi della solitudine. Abbi fiducia, tu che bevi al calice amaro dell’abbandono.
Non imprecare, sorella che ti vedi distruggere giorno dopo giorno dal male che non perdona. Asciugati le lacrime, fratello che sei stato pugnalato alle spalle da coloro che ritenevi tuoi amici. Non tirare i remi in barca, tu che sei stanco di lottare e hai accumulato delusioni a non finire. Non abbatterti, fratello povero che non sei calcolato da nessuno. 
Coraggio! La tua croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre “Collocazione provvisoria”.
Anche il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della croce. C’è una frase immensa che riassume la tragedia del creato al momento della morte di Cristo: “Da mezzogiorno alle tre si fece buio su tutta la terra”. Forse è la frase più scura della Bibbia. Per me è una delle più luminose.
Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio.
Solo allora è consentita la sosta sul Golgota! Al di fuori di quell’orario, c’è divieto assoluto di parcheggio.
Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio.
Coraggio allora, fratello che soffri.
C’è anche per te una deposizione dalla croce. C’è anche per te una pietà sovrumana.
Ecco già una mano forata che schioda dal legno la tua. Ecco un volto amico, intriso di sangue e coronato di spine, che sfiora con un bacio la tua fronte febbricitante. Ecco un grembo dolcissimo di donna che ti avvolge di tenerezza.
Tra quelle braccia materne si svelerà, finalmente, tutto il mistero di un dolore che ora ti sembra assurdo. Coraggio.
Mancano pochi istanti alle tre di pomeriggio! Tra poco, il buio cederà posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali, e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga. Un abbraccio!
Auguri a ciascuno di voi! Buona Pasqua!”

don Tonino Bello


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RESURREXIT (E’ risorto)

Il canto “Resurrezione” (Gen Rosso) che da anni, puntualmente nelle Messe del giorno di Pasqua, viene eseguito dai cori parrocchiali di tutta Italia, ha suscitato in me una “folgorazione” quando, ragazzino delle medie, l’ho ascoltato per la prima volta.
Era uno dei “cavalli di battaglia” del coro giovani della mia parrocchia che con chitarre elettriche, pianola e batteria “ci dava dentro” con energia e gioia tali da coinvolgere e sconvolgere.
Pasqua (di “alcuni” anni fa!): con frenesia il batterista, prima della Messa, entra in sacrestia, prende un foglio … deve scrivere qualcosa di importante. Con un pennarello “ricama” una parola: “Resurrexit”. Soddisfatto, incolla quel cartello sulla “gran cassa” della sua batteria e per quel giorno diventa il nome del gruppo musicale. E’ un vezzo delle band di quegli anni e capisco che per i giovani del coro ha grande importanza identificarsi in quella parola.
Di quel termine latino mi colpisce quel qualcosa di misterioso e affascinante che porta in sé... tutti approvano quella scelta e inizia la Messa solenne. L’energia e la gioia che trasmette l’esecuzione di quel canto me lo rende unico e mi dà il senso più forte che l’evento Resurrezione può trasmettere.
Sento che la resurrezione di Gesù è una festa che va al di là del momento cioccolattoso delle uova con sorpresa o dell’occasione per fare un gran pranzo, in attesa della gita fuori porta del giorno dopo.
Il ritmo scandito dai giovani del coro mi dice che è festa, l’intrecciarsi nel canto delle voci maschili e femminili esprime lo stupore dei primi testimoni della resurrezione: è manifestazione di gioia comunitaria straordinaria, sentita con fede da quei giovani di pochi anni più grandi di me!
Al termine della Messa, il congedo mi entra nel cuore: “La gioia nel Signore risorto sia la nostra forza …”. Nella testa e nell’anima risuonano i versi del canto … che gioia ci hai dato … ti avremo per sempre…

Carmine

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Sacramento della Prima Riconciliazione per i ragazzi del Gruppo Cafarnao

Dovevate vederli, domenica 31 marzo, sul sagrato della nostra chiesa! I ragazzi del gruppo Cafarnao, così emozionati, così pieni di “santa trepidazione”, in attesa di celebrare per la prima volta nella loro vita l’incontro con la Divina Misericordia!
Si sono preparati a questo appuntamento e lo hanno vissuto, nel proficuo tempo di Quaresima, accompagnati da papà e mamma e da tante persone, presenti per l’occasione. Sono stati sostenuti dalla preghiera dei catechisti e di tutta la Comunità e tale sostegno siamo sicuri non verrà meno nel proseguimento del loro cammino di iniziazione cristiana.
La loro esperienza e l’esempio del Papa che ha mostrato il suo accostarsi alla confessione può essere un invito per noi tutti a fidarci dell'amore del Signore e lasciarci abbracciare da Lui per ripartire "a tutta vita".

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Cena Povera

Cosa spinge circa 70 persone, per tre mercoledì sera, a lasciare la propria casa e partecipare in oratorio ad una cena a base di un trancio di pizza e acqua (o un tè caldo)? E restare lì, in silenzio, pregando insieme e riflettendo sulla Parola di Dio?
Forse il desiderio di sperimentare un momento di “famiglia” e condividerlo con i fratelli.
Oppure la voglia di stare in oratorio e viverlo come luogo di preghiera (ossia, ciò che il termine “oratorio” più propriamente significa). Ciascuno ha la sua motivazione e a ciascuno lo Spirito suggerisce il modo più appropriato per prepararsi alla Pasqua.
Quest’anno abbiamo avuto anche la “novità” della presenza di alcuni nostri giovani che si sono offerti nel servire la “cena”.
Certo è che da qualche anno la nostra comunità ha fatto proprio questo evento e interviene con sincera partecipazione a momenti così preziosi che (lo sappiamo ormai molto bene!) ”aiutano a creare uno stile evangelico, sobrio e alternativo”.

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PROTAGONISTI DELLA CELEBRAZIONE

Resoconto degli incontri serali di P. Giorgio Grassi (francescano conventuale)
a cura di Carmine

Quante volte vivo la Messa come un obbligo, un'abitudine, una tradizione, un peso a cui non mi sottraggo, ma di cui dimentico il senso, il significato, il valore? Ripeto meccanicamente gesti e segni liturgici, ma li sento vuoti? O, ancora, uscito da Messa non mi sento minimamente cambiato? E quante volte questo mio sentire viene trasmesso alle giovani generazioni che percepiscono l'incongruenza del mio agire?
Nei primi due mercoledì di Quaresima la nostra comunità ha ospitato padre Giorgio Grassi che ci ha ricordato quale straordinaria realtà sia la celebrazione eucaristica e quale dono è per la nostra vita se vissuta "da protagonisti".
Tra i tanti spunti di riflessione proposti nelle due serate, mi permetto di sottolinearne alcuni.
"Io vado a celebrare la Messa": chi celebra è l'Assemblea sacerdotale dei chiamati da Cristo (di cui faccio parte), il prete è soltanto colui che presiede. La consapevolezza di essere Assemblea sacerdotale che - chiamata - celebra il mistero di Cristo, rende il celebrare la Messa una splendida vocazione!
Celebrare: significa dare importanza a qualcosa, dedicare una parte del mio tempo per qualcuno di importante.
Nella liturgia, la Chiesa (cioè tutti i battezzati) sempre celebra l'evento pasquale: Gesù morto, risorto e questo viene concretizzato attraverso segni simbolici che richiamano realtà più profonde rispetto a quello che appare.
"Non vado a Messa per pregare da solo, ma prego, celebrando, in comunione con la Chiesa".
Ogni celebrazione stabilisce due relazioni: 1. con Dio che mi chiama, a cui rispondo; 2. con gli altri, con i quali formo l'Assemblea sacerdotale. Mi sposto da casa, vado verso la chiesa, inizio l'accoglienza degli altri con un saluto, un sorriso, una parola. Ma il primo passo per la celebrazione è il silenzio che mi dà la possibilità di entrare in intima comunione con il Signore.
Il sacerdote mi saluta ufficialmente con la stupenda espressione "il Signore sia con voi", a cui replico insieme ai fratelli con una affermazione molto significativa "e con il tuo spirito", con la quale riconosco che, attraverso lo Spirito Santo, chi presiede l'assemblea è lì per me e per la Chiesa.
Tutti siamo riuniti insieme, io con gli altri per incontrare l'Altro, Dio che mi dice sono qui per te. La ritualità mi dà la possibilità di oltrepassare la soglia, mi "stacco" da me stesso per entrare nello "spazio" di Dio.
La celebrazione è un'azione comunitaria, ma non tutti possono fare le stesse cose, per questo sono previsti alcuni compiti, "uffici" o "ministeri".
IL PRESIDENTE dell'Assemblea: ha il compito di presiedere la celebrazione. Il presidente è colui che è preposto per unificare l'Assemblea e far sì che le azioni siano coordinate attraverso la comunicazione a mezzo di parole e gesti. E' una realtà istituzionale, rappresenta l'azione di Cristo stesso ed è chiamato ad esercitare il suo ruolo attraverso le parole previste nella liturgia (non è necessario usarne altre, perché rischia di cambiarne la sostanza).
A servizio dell'Assemblea sono i vari gruppi (Lettori, Corale, Ministranti…) chiamati a svolgere dei "ministeri". Le virtù indispensabili per eseguire un ministero possono riassumersi: avere spirito di servizio senza vanità, non cadere nell'improvvisazione, mostrare coerenza fra ministero e vita.

LE PARTI DELLA MESSA

Riti di Introduzione

La prima parte della celebrazione ha lo scopo di far sì che quel gruppo di persone riunite diventi manifestazione del mistero della Chiesa: realtà assembleare che si dispone a celebrare la memoria del Signore. Il canto iniziale permette ai miei sentimenti di defluire dal cuore per lasciarlo libero di accogliere l'azione di Dio.
Liturgia della Parola:
E' un atto di culto che opero verso Dio che mi vuole parlare e che attraverso le Letture mi dà la possibilità di ascoltare una Buona Notizia per la mia vita. Per questo è importante l'ascolto e la lettura con cui rendere viva la Parola scritta. L'ascolto non è un atto passivo, ma devo accogliere la Parola come seme che porterà frutto.

Liturgia eucaristica

La preghiera eucaristica è il cuore, il culmine della Messa che inizia con il Prefazio (il racconto di un evento importante della storia della Salvezza) che riguarda ciascuno di noi tutti presenti e ribadisce la motivazione del nostro essere lì: rendere grazie e fare memoriale della morte e resurrezione di Cristo.

Riti di Comunione

ci consentono di sperimentare concretamente la dimensione comunitaria. Iniziano con il Padre Nostro, la preghiera insegnata da Gesù che rivolgiamo come fratelli, uniti nell'amore del Padre. Trovano il loro culmine nella partecipazione al banchetto eucaristico, al cui gioia viene espressa dal canto che accompagna quel momento. E' importante il "silenzio" dopo la Comunione che consolida l'intimità con il Signore.
Riti di Conclusione: congedo "Ite Missa Est"
Ci ricorda il mandato di Gesù agli Apostoli, il senso missionario del nostro essere fedeli. Inizia la "Messa di testimonianza" di ciò che si celebra che deve essere vissuto.

P. Giorgio ha concluso con quello che ritiene il congedo più significativo:
"Testimoniate con la vostra vita ciò che abbiamo celebrato, andate inizia la missione".


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ROGO DELLA VECCHIA

Anche quest’an-no abbiamo bruciato “la Vecchia”!!
Non c’è stato niente da fare! Abbiamo provato anche a celebrare un processo diverso, più moderno, quasi un “talent show”, con tanto di giuria di qualità e televoto! Tutto per assicurare equità (?) e parità (!?) di trattamento…
Ma l’emblema della paura e della negatività è stato avvolto dalle fiamme e ridotto in cenere!
Il simbolismo di questa tradizione popolare invita - a metà quaresima – ad annientare la “Vecchia” che è in noi: le brutture del cuore che il fuoco dell’amore cancella.
Così, la serata del “giovedì grasso” nel nostro oratorio è trascorsa nella consueta atmosfera familiare, con tanti bambini che - dal processo, al rogo - hanno rinverdito l’interesse e la partecipazione al tradizionale appuntamento.
Per l’ottima riuscita dell’evento sono state tante le forze che si sono messe in campo e ciascuno ha dato il proprio contributo con grande passsione.
Sono doverosi i “grazie” a: Marino e Roberto (creatori del “fantoccio”, protagonista della serata); i volontari del gruppo Val Carobbio (attenti alla sicurezza di tutti i partecipanti); i ragazzi che hanno animato, in teatro, un memorabile processo (finalmente seguito e partecipato da tutto il “popolo di Casazza”); quanti hanno messo a disposizione l’ottimo vin brulè e le tante persone che hanno offerto tempo e fatica per deliziare i nostri palati con pane e salamina e altro …
Ma soprattutto un sentito ringraziamento va a chi ha partecipato con entusiasmo e gioia, sentimenti che palpitavano con evidenza in tutti i bambini presenti … da 0 a 99 anni.

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Il rosario meglio del telefonino

segnalato da Stefano

La corona del Rosario sia la nostra inseparabile compagna. Portiamola sempre con noi: in casa, in chiesa, in viaggio. Come i più fanno oggi col telefonino! Il telefonino permette la comunicazione solo se c'è campo; la corona del Rosario ci mette sempre in contatto con l'Alto e con l'altro. Col telefonino può capitare che l'altro non sia al momento "raggiungibile" o che sia occupato; col Rosario arrivi dritto al cuore di Gesù e della Madre. Col telefonino può accaderti che l'altro non gradisca di sentirti e non risponda; col Rosario l'udienza è immediatamente accordata e non c'è chiamata che venga respinta. Col telefonino puoi imbatterti in una fredda segreteria telefonica, che registra e non dà risposta; col Rosario trovi sempre un cuore caldo che ti accoglie ed una voce amica che ti parla. Col telefonino varchi le frontiere del mondo; col Rosario penetri nei Cieli. Il telefonino può anche trasmettere messaggi che turbano o feriscono, seducono o minacciano; il Rosario trasmette solo parole di amore e di benedizione, di lode e di implorazione Il telefonino costa molti soldi; il Rosario chiede solo un poco di amore. Sei tu che "ricarichi" il telefonino consumando denaro; il Rosario invece "ricarica" te gratis. Troppi stanno col telefonino incollato all'orecchio; chi ama è felice di far scorrere fra le dita i grani del Rosario, quasi intessendo con Maria un serto di rose per Gesù.

tratto da: www.lacrimedamore.it

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GSO: IL PUNTO

Per il nostro Gruppo Sportivo è arrivato il momento più “caldo” dell’anno … e non solo dal punto di vista meteo: i campionati hanno terminato la prima fase e si possono già stilare i primi bilanci, mentre la seconda parte della stagione sta per avviarsi con interessanti novità!
Ma andiamo con ordine.
Il tennistavolo anche quest’anno ha coinvolti un bel gruppo di ragazzi e ci ha regalato ottimi risultati: in particolare, il secondo posto assoluto in classifica nel torneo individuale provinciale categoria giovanissimi (Nicolò).
Per il calcio, categoria Open, il campionato si è concluso con un “giallo”. La nostra squadra ha chiuso al secondo posto in classifica, in condominio con la B.B.M. (pari punti, pari confronti diretti) e per sapere se avrà guadagnato la promozione al campionato di livello superiore dovrà attendere la decisione della Commissione CSI che deciderà in base al criterio della graduatoria “fair play”.
I Top Junior hanno terminato il campionato con un impressionante “crescendo rossiniano”, cogliendo successi a ripetizione, a conferma del buon valore del gruppo che si prepara a disputare il torneo “Coppa Leonessa” nelle prossime settimane.
Gli Allievi sono riusciti a conquistare un prestigioso secondo posto nel girone che ha aperto loro le porte dei quarti di finale della fase provinciale, dove affrontano un vero osso duro, rappresentato dal Gso Castello.
Gli Under 10 ha concluso la loro prima avventura agonistica con belle prestazioni, compattando un ottimo spirito di gruppo e acquisendo la giusta esperienza per l’imminente campionato “primaverile” che li vedrà impegnati a partire da fine aprile.
Capitolo a parte merita la “nuova realtà” della squadra Under 8 (ragazzini di 7/8 anni) che costituiscono per il nostro GSO una piacevolissima novità.
Si è creato un primo, piccolo gruppo che parteciperà al campionato primaverile CSI di categoria, ma speriamo che sia il primo germe per la fioritura di una nuova generazione di atleti che tenga sempre alto il nome del Gso Casazza (ma, soprattutto, che si diverta a fare sport all’ombra del campanile!).
La conclusione del campionato invernale degli Under 12 è una storia che ha vissuto direttamente tutta la nostra comunità, nel pomeriggio di domenica 6 aprile.
Il nostro Oratorio, infatti, ha ospitato le finali provinciali CSI (al mattino abbiamo accolto le finali Under 10) ed è stata un’esperienza straordinaria!
Una giornata di incontri sportivi e umani, con tantissime famiglie a seguire i propri “campioncini” e vivere momenti di piacevole aggregazione: tutto si è svolto in un’atmosfera di grande familiarità e reciproca simpatia! Doveroso ringraziare quanti si sono prodigati allo stand, al bar e nell’organizzare l’evento per rendere il tutto piacevole e ospitale.
Tornando all’aspetto tecnico, la nostra squadra ha proposto momenti di “bel calcio”, entusiasmando i numerosi tifosi presenti e ha colto un prestigioso 3° posto finale, che premia l’impegno dei ragazzi, regalando loro anche l’accesso alla fase regionale della “Danone Cup”, torneo di livello nazionale.
La giornata delle finali CSI è stata una sorta di prova generale di quello che potremo vivere al prossimo Palio delle Contrade che festeggerà i suoi primi 20 anni a partire da giugno!
La collaborazione di tutti sarà preziosa, ma ancor di più lo sarà l’entusiasmo che potremo esprimere in quei giorni, insieme al desiderio di condividere un momento di famiglia in oratorio.

Serena e gioiosa Santa Pasqua dal GSO CASAZZA