La Bussola - Casazza
luglio 2012

indice degli articoli:
"Carissimi": il messaggio del parroco
Famiglie in cammino
40° anniversario di sacerdozio di don GianMario
L'icona dell'incontro mondiale delle famiglie
Un saluto dalla comunità Effatà
Pellegrinaggio in Terra Santa
Victor saluta la nostra comunità
Grest 2012
La bicicletta di Dio
Palio delle Contrade
GSO: il punto

Carissimi,

Gioie e dolori, fatiche e speranze si intrecciano continuamente sul nostro cammino.
I fatti sono diversi; molte sono le situazioni a volte drammatiche che si presentano nel nostro quotidiano e che provocano domande sul senso delle cose, sulla vita, sul dolore, sulla morte.
Talvolta gli interrogativi sono talmente duri che si impongono anche alla coscienza dei più distratti.
Ma dove trovare un po’ di sollievo?
Da dove incominciare per sanare il nostro cuore?
Una frase del nostro Vescovo Luciano che è stato con noi, nella Domenica 20 maggio, mi pare illuminante: “Ogni situazione che viviamo è per noi una domanda alla quale dobbiamo ancora rispondere alla luce del Vangelo”.
La luce della Parola del Signore non è una ricetta, ma un percorso anche per i cristiani, anche per chi crede, perché la fede in Gesù di Nazareth interpella la coscienza, chiede accoglienza, illumina le decisioni, spinge ad assumere le proprie responsabilità e al dono di sé.
La luce del Vangelo non elimina il dolore, ma sana e offre la pace del cuore.
Lo deve fare la Chiesa di ogni tempo e di ogni Parrocchia che spezza il pane della Parola e dell’Eucaristia, perché “tutti abbiano la vita in abbondanza”.
La Chiesa che indica senza sosta al nostro Paese, alle forze sociali, politiche e agli uomini di buona volontà la meta del bene comune.
La Chiesa che non smette di credere all’educazione dei giovani, anche i più lontani.
La Chiesa del Vescovo di Brindisi che alza la voce per tutti e pronuncia parole di speranza, di verità e di giustizia davanti alla bara di Melissa.
La Chiesa della solidarietà e dell’amore con i suoi aiuti Charitas, che non trema davanti al sisma dell’Emilia, perché l’amore è più forte della morte.
La Chiesa in favore della famiglia, perché non perda il senso della festa che è il tempo per “custodire e coltivare” i legami, gli affetti, il rapporto con Dio.
Tutto questo la Chiesa lo chiede, lo offre; non lo impone a nessuno. Ora possiamo fare nostre le invocazioni del poeta sacro e nell’intimo del nostro cuore esclamare: “Il Signore è il mio pastore e nulla mi manca… Anche se andassi per valle più buia di nulla avrei paura, perché tu resti al mio fianco, il tuo bastone mi dà sicurezza” (Sl 23,1;4).

Don GianMario

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FAMIGLIE IN CAMMINO
LA S. MESSA CON IL PAPA PER IL VII INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE

Cosa spinge alcune famiglie a uscire di casa alle 3.30 del mattino, partire in pullman da Brescia per Milano, percorrere altri 4 km a piedi, raggiungere un’area aeroportuale, dove insieme a un milione di altre persone vedranno, come un lontano puntino, un uomo vestito di bianco che parla di impegno e di amore e poi ripercorrere a ritroso il percorso per tornare a casa?
E’ la domanda che potrebbe porre chi non ha partecipato, domenica 3 giugno, alla S. Messa a Bresso (MI) per la conclusione del VII Incontro mondiale delle famiglie, tenutosi a Milano a partire dal 30 maggio.
Per noi che c’eravamo le risposte a questa domanda sono molteplici.
Innanzitutto, è stato l’epilogo di un cammino che con altre famiglie abbiamo intrapreso lo scorso ottobre, vivendo esperienze di approfondimento, preghiera e condivisione che hanno permesso di riflettere sul tema dell’Incontro Mondiale “Famiglia: il lavoro, la festa”.
E' stato un cammino che ha iniziato a creare una "rete" di famiglie, che ci ha disposto a percorrere "in cordata" il nostro santo viaggio, che ha rinvigorito il sentimento di apertura verso chi incontriamo anche quotidianamente ma che spesso non notiamo neanche.
Lungo questo cammino abbiamo potuto scoprire che i problemi di una famiglia somigliano molto a quelli di altre e l’esperienza di chi ha già superato certe difficoltà è un aiuto per chi le sta affrontando.
Abbiamo sperimentato che ogni età può essere di supporto all’altra: le famiglie più giovani con il loro entusiasmo risvegliano l'animo di chi ha spento l’impeto iniziale; il vissuto delle famiglie più rodate può ridimensionare la fatica che si fa per poca esperienza.
Dopo nove mesi di incontri, nei quali ci siamo confrontati con la Parola, illustrata da don GianMario, ritrovarsi insieme a partecipare ad un banchetto eucaristico internazionale, circondati da famiglie e bandiere di tutto il mondo, ha introdotto in una dimensione straordinaria il nostro impegno ad essere fedeli alla nostra vocazione.
E’ stata una gioia grande sentire il Papa esprimere con fermezza che la famiglia, formata da uomo e donna, fondata sul sacramento del matrimonio è un valore per l’uomo e per tutta la società.
Parole che fino a qualche decennio fa sarebbero state condivise da larghe maggioranze (e addirittura sarebbero sembrate ovvie), di questi tempi hanno un significato quasi eversivo, controcorrente rispetto al “comune sentire”.
Ci ha dato grande conforto l’invito del Santo Padre ad accrescere il sentimento di accoglienza e vicinanza nei riguardi di chi vive il suo essere famiglia nella dolorosa esperienza della separazione.
Essere su quella spianata in tantissimi ci ha dato consapevolezza che la vocazione dell'amore familiare, pur non essendo facile da vivere, è una realtà meravigliosa, è una forza che può veramente trasformare il mondo.
L'emozione di avere il successore di Pietro a due passi mentre "spezza il pane", in memoria di Cristo, circondato da famiglie, ci ha ricordato la dimensione di gioia e di festa che deve caratterizzare ogni nostra eucaristia settimanale.
Il Papa ha indicato le vie per crescere nell'amore: mantenere un costante rapporto con Dio e partecipare alla vita ecclesiale, coltivare il dialogo, rispettare il punto di vista dell’altro, essere pronti al servizio, essere pazienti con i difetti altrui, saper perdonare e chiedere perdono, superare con intelligenza e umiltà gli eventuali conflitti, concordare gli orientamenti educativi, essere aperti alle altre famiglie, attenti ai poveri, responsabili nella società civile. Sono tutti elementi che costruiscono la famiglia.
Un ultimo motivo: abbiamo vissuto un'esperienza di festa!
Il Papa ricordando che la Domenica è il giorno della famiglia, ci ha invitato a vivere assieme il senso della festa, dell'incontro, della condivisione, anche nella partecipazione alla Messa. Domenica giorno del Signore, oasi in cui fermarsi per dissetare la nostra sete di Dio. Sono parole che ci accompagneranno sempre a partire dall'appena iniziato periodo estivo.

Carmine

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40° ANNIVERSARIO DELL'ORDINAZIONE SACERDOTALE DI DON GIANMARIO BIEMMI

La nostra Comunità ha vissuto con gioia, domenica 10 giugno, la festa per il 40° dell'ordinazione di Don GianMario: è stato un momento di sincero affetto e di ringraziamento nella semplicità!
Grazie a Dio che ha accompagnato il nostro Don lungo il cammino di questi 40 anni, un grazie alle Comunità dove è stato chiamato ad operare nel suo servizio pastorale, che hanno contribuito alla sua crescita e formazione.
Un grazie ai suoi compagni di ordinazione che hanno fatto pervenire messaggi di saluto.
Un grazie a lui che ha vissuto con fedeltà e serio impegno la sua consacrazione sacerdotale.
La Comunità della Parrocchia Maria Madre della Chiesa ha pensato di agevolare Don Biemmi nel suo cammino, regalandogli ... una bici!

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ICONA DELL’INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE


L’icona che presentiamo in questo numero de La Bussola è stata realizzata da padre Marko Ivan Rupnik, artista gesuita famoso per aver realizzato incantevoli mosaici in Vaticano e nelle basiliche di Fatima, San Giovanni Rotondo e Lourdes. E’ diventata l'icona ufficiale degli Incontri mondiali delle famiglie ed è stata presentata in occasione dell’Incontro di Milano con spiegazione del cardinale Ennio Antonelli, già Presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia.
Un arco ellittico inquadra la composizione e ne accentua la dinamica dall’alto verso il basso. Sporge dall’alto la mano aperta di Dio Padre, da cui proviene ogni dono e ogni bene. Dal suo nimbo di gloria piovono fasci di luce sulle persone della Santa Famiglia e discende su Maria il fuoco dello Spirito Santo.
In asse con la mano del Padre e la fiamma dello Spirito, si erge in piedi, in grembo a Maria seduta, e cammina sulle mani di lei verso di noi Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, fissando lo sguardo intenso su di noi, mentre con la mano sinistra scosta il manto protettivo della Madre e con la destra mostra il rotolo del Vangelo, che viene ad annunciare.
Anche Maria ci fissa con i suoi grandi occhi, mentre con le mani aperte ci dona Gesù.
Accanto a lei San Giuseppe, suo sposo, in piedi rivolge lo sguardo a Dio Padre, per poterlo degnamente rappresentare sulla terra. Ogni paternità sulla terra ha la sua origine nella paternità in cielo e a quella è chiamata a conformarsi. La mano destra, portata al cuore, indica l’amore e la responsabilità, con cui Giuseppe si prende cura di Gesù e di Maria. La mano sinistra regge un bastone con un verde germoglio, simbolo della stirpe regale di Davide, alla quale appartiene il Messia, e segno della fedeltà di Dio alle sue promesse.
Nella Santa Famiglia di Nazareth il cielo incontra la terra e la Trinità divina trova la più perfetta immagine umana. La Chiesa si sente interpellata a diventare sempre più famiglia, per manifestare mediante l’amore reciproco la presenza di Cristo al mondo.
Le famiglie sono chiamate ad essere unite e aperte, a preparare i figli per il loro futuro e la loro missione, senza trattenerli con amore possessivo.
Nell’icona le pietre, gli smalti, i colori e la luce concorrono a dare uno splendore pieno di energia, evocando un mondo trasfigurato, vivificato dallo Spirito.
Sullo sfondo le pietre, più sottili e chiare in alto, più grosse e scure in basso, suggeriscono un moto discendente. Nelle vesti delle figure le pietre sono allineate in modo regolare e armonioso, ma tendono sempre ad avere maggiore consistenza verso il basso. Maria sopra la tunica blu, colore dell’umanità, indossa un manto porpora, orlato di rosso, colore che l’antichità cristiana ha sempre attribuito a Dio. Si vuole così indicare che Maria con la divina maternità è stata unita a Dio in modo singolarissimo.
Al contrario, Gesù veste una tunica rossa, simbolo della divinità che da sempre gli appartiene, e sopra di essa un manto blu, per indicare l’umanità che ha assunto nel grembo di Maria.
San Giuseppe porta vesti a colori più tenui, per sottolineare il suo riserbo e la sua laboriosità, un manto verde, colore del mondo creato e una tunica ocra, colore della missione paterna.
Nei volti e nelle mani le pietre si saldano a formare una superficie compatta, liscia e luminosa, che allude al corpo trasfigurato e spiritualizzato.
Infine l’arco ogivale tronco colloca la Santa Famiglia al centro della storia della salvezza, indicata con il suo inizio nel paradiso terrestre, una fioritura di colori vivaci, nel pennacchio di sinistra, e con il suo compimento nella Gerusalemme celeste, intessuta di ori e marmi nel pennacchio di destra.
Così viene richiamata l’importanza del matrimonio e della famiglia nel disegno di Dio e nello sviluppo storico del genere umano.

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UN SALUTO DALLA COMUNITÀ DI EFFETÀ A BETLEMME

Betlemme 30/05/12

Rev.do e carissimo Don Gianmario,
un saluto fraterno e affettuoso da tutti noi di Effetà.
Abbiamo ancora in cuore i sentimenti di gioia e amicizia provati durante la tua visita a Effetà accompagnato dai tuoi parrocchiani/pellegrini. Abbiamo conversato insieme, ci siamo scambiati alcune nostre esperienze di vita, abbiamo consolidato ancora una volta la nostra amicizia e solidarietà.
In quell’occasione a nome di tutta la tua parrocchia ci hai offerto un “dono” in denaro per noi inaspettato, ma alquanto gradito!!!! SHUKRAN!!!!
Tutto è frutto della generosità e solidarietà di tanti tuoi amici, generosità che diventa amore concreto che rende felice e fa sorridere chi è in difficoltà e dona inoltre coraggio e serenità a chi opera con loro.
Attualmente stiamo affrontando nuovi progetti educativi a favore dello sviluppo dei nostri alunni sordi: abbiamo bisogno di coraggio e amici che ci sostengono.
Le parole per esprimere tutta la nostra riconoscenza non sono sufficienti diciamo solo GRAZIE, unito ad una promessa di preghiera a Betlemme dove è nato Gesù e dove ancora la sua presenza è viva.
Con un sorriso e un abbraccio da tutti i nostri bimbi e ragazzi, con stima

Sr. Carmela Dal Barco

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PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA
Emozioni e riflessioni

Esercizi spirituali?
Università della terza età?
Corso intensivo di catechismo?
Riscoperta del senso della vita?
Tutto!!!
Quanto segue, è il mio vissuto con le emozioni provate durante il pellegrinaggio in Terra Santa, tenutosi dal 26/04 al 03/05/2012.
Sono passati sessanta giorni e ancora credo di aver fatto un bel sogno:
non di aver in realtà calpestato il suolo di Nazareth,
navigato sul lago di Tiberiade,
toccato il Muro del Pianto,
celebrato una Santa Messa a Cana di Galilea,
cantato in una Grotta al Campo dei Pastori,
riconfermato il Battesimo sulle rive del fiume Giordano,
percorso la Via Dolorosa…
Interrompo un attimo l’elenco delle meraviglie (già 7) per precisare che il tutto era accompagnato dalla lettura di brani del Vangelo, inerenti i fatti e i luoghi da parte di don GianMario o don Luca.
Nella mia seppur non lunghissima vita quante volte avrò sentito questi brani?
Eppure lì avevano un altro sapore; dopo il rientro in parrocchia ogni volta che sento nominare il Monte Tabor, Cafarnao, l’Annunciazione, il deserto di Giuda, il Getsemani, il Cenacolo, Gerusalemme, Betlemme.…cerco con lo sguardo altri componenti la comitiva e trovo che sono tutti memori e commossi per l’esperienza vissuta.
Lunedì 30 Aprile dopo il pernottamento a Betlemme, di buon mattino, siamo in viaggio verso Gerusalemme, don GianMario intona “Lauda Jerusalem,” le cinque coriste lo seguono accompagnate da Flavio con la sua inseparabile chitarra, poco a poco anche molte altre voci dapprima timide, si uniscono al coro. Io sono un po’ afona, infatti non so da dove mi sia venuta tanta voce. “Effetto commovente” (Dominus Johannes Marius dixit!)
Anche il giorno dopo presso la basilica di S. Anna, il Don per dimostrare che la pur semplice architettura ha un’acustica perfetta, invita le coriste presenti a cantare insieme a lui:
“Tu mi guardi dalla croce.” Momento indimenticabile.
Altro punto forte, la camminata sulle mura di Gerusalemme, faticosa ma suggestiva.
Il mio elenco è volutamente incompleto ma devo aggiungere ancora una tappa molto significativa:
a Betlemme presso le Suore di Effeta, “Casa” voluta da Papa Paolo VI° per bambini audiolesi, abbiamo portato in dono l’offerta raccolta durante le “Cene povere” quaresimali.
Che dire poi dell’affiatamento nato tra i vari pellegrini? Nei momenti di trasferimento in pullman, o in quelli conviviali o di coda per visite a siti importanti non mancava mai l’occasione per una battuta scherzosa, un gesto di solidarietà, di amicizia, una confidenza, un suggerimento, un incoraggiamento, un complimento, una critica bonaria. Tutte opere di misericordia corporali e spirituali, meglio di una seduta di psicoterapia.
Grazie ancora a don GianMario, teologo, storico, psicologo diplomatico…
Penso che il viaggio abbia avuto su tutti i partecipanti un effetto positivo,
per la sottoscritta addirittura un miracolo.

Luciana Gianotti

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VICTOR SALUTA LA NOSTRA COMUNITÀ
Lettera aperta

Come ricambiare il Signore per tutto il bene che mi ha fatto?
(Sal. 116,12)

Cari fratelli e sorelle della parrocchia Maria Madre della Chiesa.
Un GRAZIE MILLE non esprime tutto il sentimento di gratitudine a ciascuno di voi per tutte le belle cose che Dio ha operato nella mia vita attraverso la vostra testimonianza di fede, di fedeltà e di amicizia.
Vorrei ringraziare per primo Dio, per avere fatto incrociare il mio cammino con il vostro e averci fatto compagni di viaggio, per aver arricchito la mia vita con la vostra vita e avermi fatto crescere nella fede e nell'amore a Lui.
Un grazie con tutto il cuore al nostro caro parroco Don GianMario per avermi aperto le porte della comunità parrocchiale, perché mi ha fatto sentire come a casa, per la accoglienza in questo anno di pastorale, per le parole d'incoraggiamento, i bei consigli e la pazienza che ha avuto nei mie confronti.
Grazie alle catechiste, i coordinatori degli adolescenti e giovani per fedeltà e costanza nei vostri impegni. La vostra dedicazione, amore e creatività al servizio che fate per i ragazzi mi hanno dato molto conforto.
Grazie ai bambini, adolescenti, giovani, alle famiglie per la vostra amicizia!
L'incontro con voi è stato un incontro di grazia. Ho sperimentato la gioia e l'esperienza di Dio testimoniate alla società e al mondo di oggi: da questo incontro esco più cresciuto nella mia fede e consacrazione religiosa.
Nella nostra parrocchia mi sono trovato come a casa: il vostro “Ciao Víctor” mi ha fatto sentire come fossimo fratelli, o amici da tanti anni. Il "va töt bé?" era un segno della vostra vicinanza e amicizia. Sono state innumerevoli le attività ed esperienze che abbiamo condiviso, abbiamo vissuto insieme un intenso anno pastorale: porto tutto quanto nel cuore e ne faccio tesoro.
Non so dove il Signore mi porterà in futuro, ma la esperienza fatta con voi mi aiuterà ad affrontare con fede e speranza il cammino da percorrere.
Amici, il Signore continui a benedirvi, con ogni tipo di benedizione e vi faccia fedeli testimoni del suo amore.
Un forte abbraccio fatto preghiera per ognuno di voi
Arriedìs

RESTIAMO ANCORA SOTTO LO STESSO CIELO

VICTOR CORDOVA GONZALE C.S
MISSIONARIO DI SAN CARLO - SCALABRINIANO

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GREST 2012:
Raccontato dai bambini che lo hanno frequentato

IL TEMA: PASSPARTU'.
Quest’anno, il Grest aveva come titolo “Passpartù”. Questa parola deriva dal nome di una chiave speciale, chiamata “passe-partout” che, al contrario delle chiavi comuni, si usa per aprire molte serrature. Chi ha ideato questo titolo non intendeva farci pensare a quell'arnese, ma voleva comunicarci che una parola, detta al momento giusto può aprire il cuore di chiunque, potremmo definirla una “parola passpartù”.
Don GianMario, una mattina, prima di far cominciare i giochi, ci ha letto un brano del Vangelo che narra di un centurione romano che va da Gesù e gli racconta che il suo servo è a letto paralizzato e soffre molto. Allora Gesù gli dice che andrà in casa sua e lo guarirà, ma il centurione dice queste parole: "Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito".
Questa lettura ci ha fatto capire che Gesù non ha bisogno di tanti giri di parole (come per esempio in questo episodio per guarire il servo), ma gliene basta una, bella, buona, detta al momento giusto, per fare accadere qualcosa di importante o per comunicare un pensiero.

I GIOCHI.
Come sempre, la parte più coinvolgente del grest è costituita dai giochi e quest'anno abbiamo giocato proprio tanto. Intervistando alcuni bambini sembra che il gioco più divertente del grest 2012 sia stato pallagavettoni e in generale i giochi d’acqua, perché ci si divertiva, ci si bagnava e ci si rinfrescava. Invece, tra i giochi più strani, i più apprezzati sono stati scalpo e roverino.
E' importante ricordare che, il mercoledì della terza settimana, si sono tenute le "Olimpiadi del Grest", che prevedevano lo svolgimento di quattro specialità di atletica: corsa a ostacoli, staffetta, resistenza e velocità, tutti si sono impegnati molto e ci siamo proprio divertiti.

BALLI E CANZONI.
Passiamo ai balli e alle canzoni che appassionano sempre molti dei partecipanti al Grest. I più divertenti sembrano essere stati "Alfarock" e "Super mascherina", mentre il più particolare e strano è stato sicuramente "Bla Bla Bla".

GEMELLAGGIO CON IL "VILLAGGIO PREALPINO".
Uno degli aspetti più particolari di questo Grest 2012 è stato il cosiddetto gemellaggio con i ragazzi del Grest del Villaggio Prealpino, che mercoledì 20 giugno sono venuti a trovarci nel nostro oratorio, visita ricambiata dal nostro gruppo martedì 26.
Questo scambio di visite ha cercato di avvicinare i ragazzi di queste due parrocchie e in parte c'è riuscito con gesti semplici come l'offerta reciproca della merenda o la condivisione di giochi più vari e strani, che sono stati macchiati però da qualche polemica, a testimoniare che si può ancora fare di meglio.
Questa esperienza è servita, comunque, a tutti noi da insegnamento: è stato infatti un momento mai vissuto nei Grest degli anni scorsi che ci ha permesso di fare nuove amicizie, conoscere i punti forti e deboli nostri e degli altri e renderci conto di quanto siamo fortunati ad avere un oratorio con un ampio salone e ambienti che pochi si possono permettere.
Tuttavia secondo noi entrambe le parrocchie possono ancora migliorare l'organizzazione di questi incontri. Personalmente siamo stati colpiti, al Villaggio Prealpino dal momento di chiusura della giornata, avvenuta con una semplice preghiera che crediamo riassuma il vero significato del Grest. In particolare la frase: aiutaci a parlare bene degli altri. A cui aggiungeremmo il commento di Don Pietro: "O piuttosto diciamo ciò che abbiamo da dire in faccia agli altri". Ed è anche quest'ultimo principio che dovrebbe essere rispettato da chi ha consigli per migliorare l'organizzazione di questo Grest.

BAMBINI E ANIMATORI.
Come in ogni Grest sono fondamentali i rapporti di amicizia che si instaurano sia tra i bambini, sia tra gli animatori, sia tra animatori e bambini. Ovviamente a noi piacciono animatori simpatici, che ci siano vicini e che ci assistano in ogni momento di bisogno; caratteristiche presenti in molti, ma carenti alcune volte in qualcuno dei nostri "amici più grandi", quando si lascia trascinare dalla competitività.
In generale, gli animatori si sono sempre dimostrati disponibili anche con i bambini più vivaci. Grazie al loro impegno le nostre giornate sono sempre state ricche di svago e di giochi. Ed è giusto ricordare che alcuni di loro hanno ritagliato un po’ di tempo per noi malgrado siano stati impegnati per lo studio.
Secondo un breve sondaggio eseguito tra i bambini del nostro Grest l'animatore preferito è Mimmo, definito un grande amico dei ragazzi, a cui si dovrebbero ispirare tutti gli altri animatori, ma che, come tutti noi, sicuramente può ancora migliorare.

GIORNATE IN PISCINA.
Un punto di forza di questo Grest 2012 è stata la serie di gite al parco acquatico TibiDabo. Forse sono state un po' troppe, ma i ragazzi hanno avuto modo di trascorrere serene giornate, divertendosi tra bagni e scivoli, beccandosi a volte qualche scottatura, provocata dal sole che ha reso buona parte delle tre settimane torrida e afosa.
Crediamo che il momento più divertente di queste uscite, concluse giovedì 28 giugno, sia stato il pranzo. Era l'occasione in cui molti bambini si aggregavano in gruppetti sotto un solo ombrellone e, mentre morsicavano panini o pizze, scherzavano tra loro, raccontandosi gli avvenimenti della mattinata o pianificando il programma di attrazioni del pomeriggio.

CONSIDERAZIONI FINALI
Uno dei comportamenti più curiosi e interessanti del grest è stato quello di Don GianMario che sia con la pioggia sia con il sole è sempre rimasto con noi bambini, intenti a giocare con gli animatori. Ci ha sempre controllato come un angelo custode, anche nelle giornate alle piscine del "Tibidabo", malgrado il sole cocente e l’afa.
Secondo noi il grest di quest’anno, come in passato, ha permesso di divertirci un mondo.
E’ un’esperienza molto bella, un'occasione per vivere molte ore serene in compagnia di tanti cari amici e ci sentiamo di proporla a molti altri bambini. In queste 3 settimane abbiamo avuto la possibilità di stare insieme, evitando di passare il nostro tempo libero con giochi elettronici o pc.
Oltre a partecipare come utenti vorremmo presto viverlo come animatori.
Ringraziamo vivamente tutti coloro che si sono impegnati per realizzarlo.
Andrea, Giulio e Lorenzo


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LA BICICLETTA DI DIO

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In una calda sera di fine estate, un giovane si recò da un vecchio saggio: "Maestro, come posso essere sicuro che sto spendendo bene la mia vita? Come posso essere sicuro che tutto ciò che faccio è quello che Dio mi chiede di fare?".
Il vecchio saggio sorrise compiaciuto e disse: "Una notte mi addormentai con il cuore turbato, anch'io cercavo, inutilmente, una risposta a queste domande.
Poi feci un sogno. Sognai una bicicletta a due posti. Vidi che la mia vita era come una corsa con una bicicletta a due posti: un tandem. E notai che Dio stava dietro e mi aiutava a pedalare. Ma poi avvenne che Dio mi suggerì di scambiarci i posti. Acconsentii e da quel momento la mia vita non fu più la stessa. Dio rendeva la mia vita più felice ed emozionante. Che cosa era successo da quando ci scambiammo i posti?
Capii che quando guidavo io, conoscevo la strada. Era piuttosto noiosa e prevedibile. Era sempre la distanza più breve tra due punti.
Ma quando cominciò a guidare lui, conosceva bellissime scorciatoie, su per le montagne, attraverso luoghi rocciosi a gran velocità a rotta di collo.
Tutto quello che riuscivo a fare era tenermi in sella! Anche se sembrava una pazzia, lui continuava a dire: «Pedala, pedala!».
Ogni tanto mi preoccupavo, diventavo ansioso e chiedevo: «Signore, ma dove mi stai portando?».
Egli si limitava a sorridere e non rispondeva. Tuttavia, non so come, cominciai a fidarmi.
Presto dimenticai la mia vita noiosa ed entrai nell'avventura, e quando dicevo: «Signore, ho paura...», lui si sporgeva indietro, mi toccava la mano e subito una immensa serenità si sostituiva alla paura.
Mi portò da gente con doni di cui avevo bisogno; doni di guarigione, accettazione e gioia. Mi diedero i loro doni da portare con me lungo il viaggio. Il nostro viaggio, vale a dire, di Dio e mio. E ripartimmo. Mi disse: «Dai via i regali, sono bagagli in più, troppo peso».
Così li regalai a persone che incontrammo, e trovai che nel regalare ero io a ricevere, e il nostro fardello era comunque leggero.
Dapprima non mi fidavo di lui, al comando della mia vita. Pensavo che l'avrebbe condotta al disastro.
Ma lui conosceva i segreti della bicicletta, sapeva come farla inclinare per affrontare gli angoli stretti, saltare per superare luoghi pieni di rocce, volare per abbreviare passaggi paurosi.
E io sto imparando a star zitto e pedalare nei luoghi più strani, e comincio a godermi il panorama e la brezza fresca sul volto con il delizioso compagno di viaggio, la mia potenza superiore.
E quando sono certo di non farcela più ad andare avanti, lui si limita a sorridere e dice: «Non ti preoccupare, guido io, tu pedala!»".

 

Preghiera per il parroco
Signore, noi ti ringraziamo
perché hai dato il tuo sacerdozio a un uomo
e l’hai fatto nostro Pastore.
Egli riconoscendo i propri limiti,
sente un profondo bisogno di te.

Illuminalo e fortificalo nella fede,
guidalo e sorreggilo nella grazia,
perché sia sempre per noi luce e forza,
esempio e incoraggiamento.
Chiamalo sempre più all’amore
affinché sia tuo nella consacrazione
sia nostro nella pastorale sollecitudine.

Donagli idee chiare, concrete, attuabili,
la sua azione sia duttile, tenace, discreta,
la sua intenzione, retta e semplice.
Fa’ che l’insuccesso non lo avvilisca
e il successo non lo renda superbo.
Egli sia il nostro fratello maggiore,
padre, amico e maestro.

Raduna intorno a lui la parrocchia
nella generosità dell’impegno cristiano,
nella collaborazione intelligente e cordiale,
nella carità che ci salda in unità.

Fa’ che in lui vediamo,
stimiamo e amiamo te.
E non permettere che si perda
nessuna delle anime che gli hai affidato.
Amen

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PALIO DELLE CONTRADE
XVIII edizione

Sono state vissute diciotto edizioni del nostro Palio delle Contrade, ma mi sento di poter affermare che lo spirito di fondo anche quest'anno non è stato tradito.
Anzi, per molti aspetti ho notato come una brezza di rinnovamento, una iniezione di nuova linfa in un tronco ben saldo che offre riparo all'esigenza di ritrovarsi, di incontrarsi e di dare ai più piccoli motivo di stupore e di gioco.
Innanzitutto, i rinnovati bagni e i "locali-cucina" hanno dato un decoro decisamente nuovo all'ambiente oratoriale, mostrandosi come un bel biglietto da visita agli ospiti che ogni sera hanno gremito oratorio e stand gastronomico.
Poi tante piccole, ma interessanti, novità:
Ad esempio, la nuova "baby-dance" che ha richiamato la curiosità e la gioia di tanti bambini come non si vedeva da alcuni anni; importante è stato il reclutamento di nuovi giudici di gara che ha permesso un ricambio delle forze impegnate nell'allestimento delle serate; l'esperimento di nuovi speaker a commentare i giochi ha concesso un po' di riposo alla storica "Voce del Palio" e forse segnerà una strada per l'esordio di nuovi commentatori sportivi!
Il nuovo coordinatore dello stand, i ragazzi alla consolle audio e l’esperimento della pittura su magliette confermano che tante persone hanno voglia di spendersi e anche tra i giochi è passata l'aria rinnovatrice.
Il riproporre un tradizionale momento da sagra come "la pentolaccia" ha consentito ai nostri bambini di provare un'emozione che nessun videogame può simulare; la pallagavettoni per ragazzi ha aperto ai più piccoli una competizione che da anni appassiona gli adulti; il percorso misto è stato un buon mix di momenti già sperimentati. Tutto condito dalle altre prove ben apprezzate da giocatori e spettatori.
Dal punto di vista sportivo, poi, è stato un Palio dall'andamento estremamente equilibrato. Registriamo che Il distacco tra le contrade è stato tra i più contenuti di sempre.
Da ricordare: la vittoria nel "Bicierù" dei Verdi che interrompe - in quella specialità - la serie di vittorie dei Gialli; il gran colpo proprio della contrada gialla nel gioco del Pompiere (con jolly) e la titanica impresa dei Rossi con i "fratelloni Zanola" nell'atteso e seguitissimo lancio dell'uovo.
Su tutti, però, il "filotto" di tre giochi in fila vinti (uno con jolly), tra la quarta e la quinta serata, che ha permesso agli Azzurri di piazzare lo spunto decisivo per portare a casa per l'ottava volta il "drappo".

Come sempre lo spettacolo dei bambini impegnati nei giochi e nella baby-dance da solo è valso il costo del biglietto (si dice così, anche se sappiamo che assistere al Palio nel nostro oratorio è gratis!).
Vedere tanti ragazzini tra i 12 e i 14 anni impegnati nel servizio ai tavoli e osservare le tante persone serenamente presenti alle serate è una conferma che il senso di questa manifestazione c'è ed è insito anche nelle nuove generazioni.
In conclusione, un sentito ringraziamento ai tanti che si sono "sbracciati" per la riuscita di tutto l'evento che, dalla passeggiata enogastronomica fino al brindisi finale, hanno contribuito a rendere viva la nostra "famiglia oratoriale". Bar, fuoco, cucina, pesca, servizio, pulizie, giochi, capitani, speaker, squadre, semplici spettatori, don: tutti hanno dato il massimo per realizzare una vera festa all'ombra del campanile.
Ultima annotazione spetta alla risposta al biglietto trasportato da un nostro palloncino e giunto in Trentino (su questa Bussola ne trovate il testo n.d.r.): è un'ulteriore conferma che il Palio unisce, avvicina, ispira i cuori al bene.

Carmine


IL VIAGGIO DEL PALLONCINO

Concludiamo l’ampio spazio dedicato al Palio 2012 con “la notizia” del biglietto spedito dal Trentino in risposta ad uno dei messaggi di speranza e di pace che i nostri bambini del catechismo hanno affidato ai palloncini, lanciati la sera di inaugurazione dei giochi.
Per anni nel nostro oratorio abbiamo sentito narrare di leggendari palloncini, capaci di varcare le Alpi e giungere fino alle lontane terre di Germania, portando all’estero messaggi di fiduciosa fraternità.
Quello atterrato in Val di Non è rimasto entro i confini italiani, ma si è comunque ben comportato, percorrendo molti chilometri, ma soprattutto recando tanto affetto e amicizia.
Chi lo ha trovato tra i boschi ha dimostrato una grande sensibilità, restituendo altrettanta gioia e calore.
In questa pagina viene riprodotto il cartoncino originale, seguito dalla trascrizione del testo.

Revò, 12.06.2012

Ciao, Camilla...
domenica, mentre con il nostro fedele cane Eddy, camminavamo nel bosco, abbiamo trovato il tuo biglietto.
L'augurio di pace e di felicità che tu hai affidato ad un palloncino blu e che è giunto fin quassù, sulle pendici del monte Ozolo, in Val di Non.
IL ritrovarlo ci ha donato grande gioia... grazie a Camilla e a tutti gli amici che hanno avuto questa idea.
Gli auguri più belli di tanta felicità a te, alla tua famiglia e a tutta la tua comunità parrocchiale e che il Signore continui a guidarvi nel suo amore!

AnnaMaria - Pietro - Eddy

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IL PUNTO SPORTIVO

a cura del GSO Casazza

Per il nostro Gruppo Sportivo il mese di giugno significa prevalentemente Palio, ma non solo…
Coppa Leonessa e tornei amichevoli hanno tenuto impegnati molti nostri atleti, che hanno portato alto il nome del GSO Casazza in giro nella provincia bresciana.
Una menzione speciale va tributata alla squadra del nostro GSO che per ultima ha fatto il cambio tra scarpini di calcio e infradito da spiaggia: l’Under 14.
Dopo un buon campionato, ha vinto il torneo di San Zeno ed è arrivata alla finale di Coppa Leonessa della categoria. Non è riuscita a superare l’ultimo ostacolo, ma ha collezionato nelle fasi preliminari una serie di partite entusiasmanti.
Lo staff, composto da Marco Pacini, Roberto Lombardi e Luigi Romuli, ringrazia tutti i ragazzi per l’anno sportivo vissuto insieme e per l’impegno profuso. Rivolge un caro saluto a coloro che l’anno prossimo lasceranno la squadra per limiti di età: Alan e il CAPITANO Pietro Alesci, un ragazzo veramente d’oro, sempre presente, sempre collaborativo!
Per tutta la squadra l’appuntamento è stabilito per inizio settembre, in vista della nuova stagione, con la ripresa della preparazione che partirà con il “ritiro” in montagna, per un’esperienza formativa e di gruppo.
Per il resto, si pensa già al futuro. E’ stata avviata la “campagna acquisti” per reclutare nuovi collaboratori che abbiano la passione e la disponibilità necessarie per seguire le nostre rappresentative giovanili, vero e unico fiore all’occhiello. Gary per gli juniores ed Emanuele per gli under 8 sono i primi rinforzi per la nostra squadra di alleducatori, ma c’è spazio per chi vuol sbracciarsi e accogliere i ragazzi della parrocchia in un ambiente oratoriale quanto più possibile aperto alla formazione dei giovani.
C’è bisogno di tante persone che abbiano nel cuore un significato dello sport in oratorio inteso non come semplice momento per passare il tempo, per sfogo.
Occorrono altri uomini e donne che, insieme a chi opera bene già da anni, accompagnino la crescita dei nostri ragazzi, li facciano sentire amati, diano loro la consapevolezza di trovarsi in una realtà “speciale”, dove il divertimento e la gioia spensierata si incontrano con il rispetto e il misurarsi con i propri limiti, per migliorare.
Il compito è arduo, ma affascinante; le forze sono poche, ma le sostiene il più grande Tifoso.
Buone vacanze a tutti.

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