indice degli articoli:
"Carissimi": il messaggio del parroco
Famiglie in cammino
40° anniversario di sacerdozio di don GianMario
L'icona dell'incontro mondiale delle famiglie
Un saluto dalla comunità Effatà
Pellegrinaggio in Terra Santa
Victor saluta la nostra comunità
Grest 2012
La bicicletta di Dio
Palio delle Contrade
GSO: il punto
Gioie e dolori, fatiche e speranze si intrecciano continuamente sul nostro
cammino.
I fatti sono diversi; molte sono le situazioni a volte drammatiche che si presentano
nel nostro quotidiano e che provocano domande sul senso delle cose, sulla vita,
sul dolore, sulla morte.
Talvolta gli interrogativi sono talmente duri che si impongono anche alla coscienza
dei più distratti.
Ma dove trovare un po di sollievo?
Da dove incominciare per sanare il nostro cuore?
Una frase del nostro Vescovo Luciano che è stato con noi, nella Domenica
20 maggio, mi pare illuminante: Ogni situazione che viviamo è per
noi una domanda alla quale dobbiamo ancora rispondere alla luce del Vangelo.
La luce della Parola del Signore non è una ricetta, ma un percorso anche
per i cristiani, anche per chi crede, perché la fede in Gesù di
Nazareth interpella la coscienza, chiede accoglienza, illumina le decisioni,
spinge ad assumere le proprie responsabilità e al dono di sé.
La luce del Vangelo non elimina il dolore, ma sana e offre la pace del cuore.
Lo deve fare la Chiesa di ogni tempo e di ogni Parrocchia che spezza il pane
della Parola e dellEucaristia, perché tutti abbiano la vita
in abbondanza.
La Chiesa che indica senza sosta al nostro Paese, alle forze sociali, politiche
e agli uomini di buona volontà la meta del bene comune.
La Chiesa che non smette di credere alleducazione dei giovani, anche i
più lontani.
La Chiesa del Vescovo di Brindisi che alza la voce per tutti e pronuncia parole
di speranza, di verità e di giustizia davanti alla bara di Melissa.
La Chiesa della solidarietà e dellamore con i suoi aiuti Charitas,
che non trema davanti al sisma dellEmilia, perché lamore
è più forte della morte.
La Chiesa in favore della famiglia, perché non perda il senso della festa
che è il tempo per custodire e coltivare i legami, gli affetti,
il rapporto con Dio.
Tutto questo la Chiesa lo chiede, lo offre; non lo impone a nessuno. Ora possiamo
fare nostre le invocazioni del poeta sacro e nellintimo del nostro cuore
esclamare: Il Signore è il mio pastore e nulla mi manca
Anche
se andassi per valle più buia di nulla avrei paura, perché tu
resti al mio fianco, il tuo bastone mi dà sicurezza (Sl 23,1;4).
Don GianMario
torna all'indiceCosa
spinge alcune famiglie a uscire di casa alle 3.30 del mattino, partire in pullman
da Brescia per Milano, percorrere altri 4 km a piedi, raggiungere unarea
aeroportuale, dove insieme a un milione di altre persone vedranno, come un lontano
puntino, un uomo vestito di bianco che parla di impegno e di amore e poi ripercorrere
a ritroso il percorso per tornare a casa?
E la domanda che potrebbe porre chi non ha partecipato, domenica 3 giugno,
alla S. Messa a Bresso (MI) per la conclusione del VII Incontro mondiale delle
famiglie, tenutosi a Milano a partire dal 30 maggio.
Per noi che ceravamo le risposte a questa domanda sono molteplici.
Innanzitutto, è stato lepilogo di un cammino che con altre famiglie
abbiamo intrapreso lo scorso ottobre, vivendo esperienze di approfondimento,
preghiera e condivisione che hanno permesso di riflettere sul tema dellIncontro
Mondiale Famiglia: il lavoro, la festa.
E' stato un cammino che ha iniziato a creare una "rete" di famiglie,
che ci ha disposto a percorrere "in cordata" il nostro santo viaggio,
che ha rinvigorito il sentimento di apertura verso chi incontriamo anche quotidianamente
ma che spesso non notiamo neanche.
Lungo questo cammino abbiamo potuto scoprire che i problemi di una famiglia
somigliano molto a quelli di altre e lesperienza di chi ha già
superato certe difficoltà è un aiuto per chi le sta affrontando.
Abbiamo sperimentato che ogni età può essere di supporto allaltra:
le famiglie più giovani con il loro entusiasmo risvegliano l'animo di
chi ha spento limpeto iniziale; il vissuto delle famiglie più rodate
può ridimensionare la fatica che si fa per poca esperienza.
Dopo nove mesi di incontri, nei quali ci siamo confrontati con la Parola, illustrata
da don GianMario, ritrovarsi insieme a partecipare ad un banchetto eucaristico
internazionale, circondati da famiglie e bandiere di tutto il mondo, ha introdotto
in una dimensione straordinaria il nostro impegno ad essere fedeli alla nostra
vocazione.
E stata una gioia grande sentire il Papa esprimere con fermezza che la
famiglia, formata da uomo e donna, fondata sul sacramento del matrimonio è
un valore per luomo e per tutta la società.
Parole che fino a qualche decennio fa sarebbero state condivise da larghe maggioranze
(e addirittura sarebbero sembrate ovvie), di questi tempi hanno un significato
quasi eversivo, controcorrente rispetto al comune sentire.
Ci ha dato grande conforto linvito del Santo Padre ad accrescere il sentimento
di accoglienza e vicinanza nei riguardi di chi vive il suo essere famiglia nella
dolorosa esperienza della separazione.
Essere su quella spianata in tantissimi ci ha dato consapevolezza che la vocazione
dell'amore familiare, pur non essendo facile da vivere, è una realtà
meravigliosa, è una forza che può veramente trasformare il mondo.
L'emozione di avere il successore di Pietro a due passi mentre "spezza
il pane", in memoria di Cristo, circondato da famiglie, ci ha ricordato
la dimensione di gioia e di festa che deve caratterizzare ogni nostra eucaristia
settimanale.
Il Papa ha indicato le vie per crescere nell'amore: mantenere un costante rapporto
con Dio e partecipare alla vita ecclesiale, coltivare il dialogo, rispettare
il punto di vista dellaltro, essere pronti al servizio, essere pazienti
con i difetti altrui, saper perdonare e chiedere perdono, superare con intelligenza
e umiltà gli eventuali conflitti, concordare gli orientamenti educativi,
essere aperti alle altre famiglie, attenti ai poveri, responsabili nella società
civile. Sono tutti elementi che costruiscono la famiglia.
Un ultimo motivo: abbiamo vissuto un'esperienza di festa!
Il Papa ricordando che la Domenica è il giorno della famiglia, ci ha
invitato a vivere assieme il senso della festa, dell'incontro, della condivisione,
anche nella partecipazione alla Messa. Domenica giorno del Signore, oasi in
cui fermarsi per dissetare la nostra sete di Dio. Sono parole che ci accompagneranno
sempre a partire dall'appena iniziato periodo estivo.
Carmine
La nostra Comunità ha vissuto con gioia, domenica 10 giugno, la festa
per il 40° dell'ordinazione di Don GianMario: è stato un momento
di sincero affetto e di ringraziamento nella semplicità!
Grazie a Dio che ha accompagnato il nostro Don lungo il cammino di questi 40
anni, un grazie alle Comunità dove è stato chiamato ad operare
nel suo servizio pastorale, che hanno contribuito alla sua crescita e formazione.
Un grazie ai suoi compagni di ordinazione che hanno fatto pervenire messaggi
di saluto.
Un grazie a lui che ha vissuto con fedeltà e serio impegno la sua consacrazione
sacerdotale.
La Comunità della Parrocchia Maria Madre della Chiesa ha pensato di agevolare
Don Biemmi nel suo cammino, regalandogli ... una bici!
Licona
che presentiamo in questo numero de La Bussola è stata realizzata da
padre Marko Ivan Rupnik, artista gesuita famoso per aver realizzato incantevoli
mosaici in Vaticano e nelle basiliche di Fatima, San Giovanni Rotondo e Lourdes.
E diventata l'icona ufficiale degli Incontri mondiali delle famiglie ed
è stata presentata in occasione dellIncontro di Milano con spiegazione
del cardinale Ennio Antonelli, già Presidente del Pontificio Consiglio
della Famiglia.
Un arco ellittico inquadra la composizione e ne accentua la dinamica dallalto
verso il basso. Sporge dallalto la mano aperta di Dio Padre, da cui proviene
ogni dono e ogni bene. Dal suo nimbo di gloria piovono fasci di luce sulle persone
della Santa Famiglia e discende su Maria il fuoco dello Spirito Santo.
In asse con la mano del Padre e la fiamma dello Spirito, si erge in piedi, in
grembo a Maria seduta, e cammina sulle mani di lei verso di noi Gesù,
il Figlio di Dio fatto uomo, fissando lo sguardo intenso su di noi, mentre con
la mano sinistra scosta il manto protettivo della Madre e con la destra mostra
il rotolo del Vangelo, che viene ad annunciare.
Anche Maria ci fissa con i suoi grandi occhi, mentre con le mani aperte ci dona
Gesù.
Accanto a lei San Giuseppe, suo sposo, in piedi rivolge lo sguardo a Dio Padre,
per poterlo degnamente rappresentare sulla terra. Ogni paternità sulla
terra ha la sua origine nella paternità in cielo e a quella è
chiamata a conformarsi. La mano destra, portata al cuore, indica lamore
e la responsabilità, con cui Giuseppe si prende cura di Gesù e
di Maria. La mano sinistra regge un bastone con un verde germoglio, simbolo
della stirpe regale di Davide, alla quale appartiene il Messia, e segno della
fedeltà di Dio alle sue promesse.
Nella Santa Famiglia di Nazareth il cielo incontra la terra e la Trinità
divina trova la più perfetta immagine umana. La Chiesa si sente interpellata
a diventare sempre più famiglia, per manifestare mediante lamore
reciproco la presenza di Cristo al mondo.
Le famiglie sono chiamate ad essere unite e aperte, a preparare i figli per
il loro futuro e la loro missione, senza trattenerli con amore possessivo.
Nellicona le pietre, gli smalti, i colori e la luce concorrono a dare
uno splendore pieno di energia, evocando un mondo trasfigurato, vivificato dallo
Spirito.
Sullo sfondo le pietre, più sottili e chiare in alto, più grosse
e scure in basso, suggeriscono un moto discendente. Nelle vesti delle figure
le pietre sono allineate in modo regolare e armonioso, ma tendono sempre ad
avere maggiore consistenza verso il basso. Maria sopra la tunica blu, colore
dellumanità, indossa un manto porpora, orlato di rosso, colore
che lantichità cristiana ha sempre attribuito a Dio. Si vuole così
indicare che Maria con la divina maternità è stata unita a Dio
in modo singolarissimo.
Al contrario, Gesù veste una tunica rossa, simbolo della divinità
che da sempre gli appartiene, e sopra di essa un manto blu, per indicare lumanità
che ha assunto nel grembo di Maria.
San Giuseppe porta vesti a colori più tenui, per sottolineare il suo
riserbo e la sua laboriosità, un manto verde, colore del mondo creato
e una tunica ocra, colore della missione paterna.
Nei volti e nelle mani le pietre si saldano a formare una superficie compatta,
liscia e luminosa, che allude al corpo trasfigurato e spiritualizzato.
Infine larco ogivale tronco colloca la Santa Famiglia al centro della
storia della salvezza, indicata con il suo inizio nel paradiso terrestre, una
fioritura di colori vivaci, nel pennacchio di sinistra, e con il suo compimento
nella Gerusalemme celeste, intessuta di ori e marmi nel pennacchio di destra.
Così viene richiamata limportanza del matrimonio e della famiglia
nel disegno di Dio e nello sviluppo storico del genere umano.
Betlemme 30/05/12
Rev.do e carissimo Don Gianmario,
un saluto fraterno e affettuoso da tutti noi di Effetà.
Abbiamo ancora in cuore i sentimenti di gioia e amicizia provati durante la
tua visita a Effetà accompagnato dai tuoi parrocchiani/pellegrini. Abbiamo
conversato insieme, ci siamo scambiati alcune nostre esperienze di vita, abbiamo
consolidato ancora una volta la nostra amicizia e solidarietà.
In quelloccasione a nome di tutta la tua parrocchia ci hai offerto un
dono in denaro per noi inaspettato, ma alquanto gradito!!!! SHUKRAN!!!!
Tutto è frutto della generosità e solidarietà di tanti
tuoi amici, generosità che diventa amore concreto che rende felice e
fa sorridere chi è in difficoltà e dona inoltre coraggio e serenità
a chi opera con loro.
Attualmente stiamo affrontando nuovi progetti educativi a favore dello sviluppo
dei nostri alunni sordi: abbiamo bisogno di coraggio e amici che ci sostengono.
Le parole per esprimere tutta la nostra riconoscenza non sono sufficienti diciamo
solo GRAZIE, unito ad una promessa di preghiera a Betlemme dove è nato
Gesù e dove ancora la sua presenza è viva.
Con un sorriso e un abbraccio da tutti i nostri bimbi e ragazzi, con stima
Sr. Carmela Dal Barco
Esercizi spirituali?
Università della terza età?
Corso intensivo di catechismo?
Riscoperta del senso della vita?
Tutto!!!
Quanto segue, è il mio vissuto con le emozioni provate durante il pellegrinaggio
in Terra Santa, tenutosi dal 26/04 al 03/05/2012.
Sono passati sessanta giorni e ancora credo di aver fatto un bel sogno:
non di aver in realtà calpestato il suolo di Nazareth,
navigato sul lago di Tiberiade,
toccato il Muro del Pianto,
celebrato una Santa Messa a Cana di Galilea,
cantato in una Grotta al Campo dei Pastori,
riconfermato il Battesimo sulle rive del fiume Giordano,
percorso la Via Dolorosa
Interrompo un attimo lelenco delle meraviglie (già 7) per precisare
che il tutto era accompagnato dalla lettura di brani del Vangelo, inerenti i
fatti e i luoghi da parte di don GianMario o don Luca.
Nella mia seppur non lunghissima vita quante volte avrò sentito questi
brani?
Eppure lì avevano un altro sapore; dopo il rientro in parrocchia ogni
volta che sento nominare il Monte Tabor, Cafarnao, lAnnunciazione, il
deserto di Giuda, il Getsemani, il Cenacolo, Gerusalemme, Betlemme.
cerco
con lo sguardo altri componenti la comitiva e trovo che sono tutti memori e
commossi per lesperienza vissuta.
Lunedì 30 Aprile dopo il pernottamento a Betlemme, di buon mattino, siamo
in viaggio verso Gerusalemme, don GianMario intona Lauda Jerusalem,
le cinque coriste lo seguono accompagnate da Flavio con la sua inseparabile
chitarra, poco a poco anche molte altre voci dapprima timide, si uniscono al
coro. Io sono un po afona, infatti non so da dove mi sia venuta tanta
voce. Effetto commovente (Dominus Johannes Marius dixit!)
Anche il giorno dopo presso la basilica di S. Anna, il Don per dimostrare che
la pur semplice architettura ha unacustica perfetta, invita le coriste
presenti a cantare insieme a lui:
Tu mi guardi dalla croce. Momento indimenticabile.
Altro punto forte, la camminata sulle mura di Gerusalemme, faticosa ma suggestiva.
Il mio elenco è volutamente incompleto ma devo aggiungere ancora una
tappa molto significativa:
a Betlemme presso le Suore di Effeta, Casa voluta da Papa Paolo
VI° per bambini audiolesi, abbiamo portato in dono lofferta raccolta
durante le Cene povere quaresimali.
Che dire poi dellaffiatamento nato tra i vari pellegrini? Nei momenti
di trasferimento in pullman, o in quelli conviviali o di coda per visite a siti
importanti non mancava mai loccasione per una battuta scherzosa, un gesto
di solidarietà, di amicizia, una confidenza, un suggerimento, un incoraggiamento,
un complimento, una critica bonaria. Tutte opere di misericordia corporali e
spirituali, meglio di una seduta di psicoterapia.
Grazie ancora a don GianMario, teologo, storico, psicologo diplomatico
Penso che il viaggio abbia avuto su tutti i partecipanti un effetto positivo,
per la sottoscritta addirittura un miracolo.
Luciana Gianotti
Come ricambiare il Signore per tutto il bene che mi ha fatto?
(Sal. 116,12)
Cari fratelli e sorelle della parrocchia Maria Madre della Chiesa.
Un GRAZIE MILLE non esprime tutto il sentimento di gratitudine a ciascuno di
voi per tutte le belle cose che Dio ha operato nella mia vita attraverso la
vostra testimonianza di fede, di fedeltà e di amicizia.
Vorrei ringraziare per primo Dio, per avere fatto incrociare il mio cammino
con il vostro e averci fatto compagni di viaggio, per aver arricchito la mia
vita con la vostra vita e avermi fatto crescere nella fede e nell'amore a Lui.
Un grazie con tutto il cuore al nostro caro parroco Don GianMario per avermi
aperto le porte della comunità parrocchiale, perché mi ha fatto
sentire come a casa, per la accoglienza in questo anno di pastorale, per le
parole d'incoraggiamento, i bei consigli e la pazienza che ha avuto nei mie
confronti.
Grazie alle catechiste, i coordinatori degli adolescenti e giovani per fedeltà
e costanza nei vostri impegni. La vostra dedicazione, amore e creatività
al servizio che fate per i ragazzi mi hanno dato molto conforto.
Grazie ai bambini, adolescenti, giovani, alle famiglie per la vostra amicizia!
L'incontro con voi è stato un incontro di grazia. Ho sperimentato la
gioia e l'esperienza di Dio testimoniate alla società e al mondo di oggi:
da questo incontro esco più cresciuto nella mia fede e consacrazione
religiosa.
Nella nostra parrocchia mi sono trovato come a casa: il vostro Ciao Víctor
mi ha fatto sentire come fossimo fratelli, o amici da tanti anni. Il "va
töt bé?" era un segno della vostra vicinanza e amicizia. Sono
state innumerevoli le attività ed esperienze che abbiamo condiviso, abbiamo
vissuto insieme un intenso anno pastorale: porto tutto quanto nel cuore e ne
faccio tesoro.
Non so dove il Signore mi porterà in futuro, ma la esperienza fatta con
voi mi aiuterà ad affrontare con fede e speranza il cammino da percorrere.
Amici, il Signore continui a benedirvi, con ogni tipo di benedizione e vi faccia
fedeli testimoni del suo amore.
Un forte abbraccio fatto preghiera per ognuno di voi
Arriedìs
RESTIAMO ANCORA SOTTO LO STESSO CIELO
VICTOR CORDOVA GONZALE C.S
MISSIONARIO DI SAN CARLO - SCALABRINIANO
IL TEMA: PASSPARTU'.
Questanno, il Grest aveva come titolo Passpartù. Questa
parola deriva dal nome di una chiave speciale, chiamata passe-partout
che, al contrario delle chiavi comuni, si usa per aprire molte serrature. Chi
ha ideato questo titolo non intendeva farci pensare a quell'arnese, ma voleva
comunicarci che una parola, detta al momento giusto può aprire il cuore
di chiunque, potremmo definirla una parola passpartù.
Don GianMario, una mattina, prima di far cominciare i giochi, ci ha letto un
brano del Vangelo che narra di un centurione romano che va da Gesù e
gli racconta che il suo servo è a letto paralizzato e soffre molto. Allora
Gesù gli dice che andrà in casa sua e lo guarirà, ma il
centurione dice queste parole: "Signore, io non sono degno che tu entri
sotto il mio tetto, ma di soltanto una parola e il mio servo sarà
guarito".
Questa lettura ci ha fatto capire che Gesù non ha bisogno di tanti giri
di parole (come per esempio in questo episodio per guarire il servo), ma gliene
basta una, bella, buona, detta al momento giusto, per fare accadere qualcosa
di importante o per comunicare un pensiero.
I GIOCHI.
Come sempre, la parte più coinvolgente del grest è costituita
dai giochi e quest'anno abbiamo giocato proprio tanto. Intervistando alcuni
bambini sembra che il gioco più divertente del grest 2012 sia stato pallagavettoni
e in generale i giochi dacqua, perché ci si divertiva, ci si bagnava
e ci si rinfrescava. Invece, tra i giochi più strani, i più apprezzati
sono stati scalpo e roverino.
E' importante ricordare che, il mercoledì della terza settimana, si sono
tenute le "Olimpiadi del Grest", che prevedevano lo svolgimento di
quattro specialità di atletica: corsa a ostacoli, staffetta, resistenza
e velocità, tutti si sono impegnati molto e ci siamo proprio divertiti.
BALLI E CANZONI.
Passiamo ai balli e alle canzoni che appassionano sempre molti dei partecipanti
al Grest. I più divertenti sembrano essere stati "Alfarock"
e "Super mascherina", mentre il più particolare e strano è
stato sicuramente "Bla Bla Bla".
GEMELLAGGIO CON IL "VILLAGGIO PREALPINO".
Uno degli aspetti più particolari di questo Grest 2012 è stato
il cosiddetto gemellaggio con i ragazzi del Grest del Villaggio Prealpino, che
mercoledì 20 giugno sono venuti a trovarci nel nostro oratorio, visita
ricambiata dal nostro gruppo martedì 26.
Questo scambio di visite ha cercato di avvicinare i ragazzi di queste due parrocchie
e in parte c'è riuscito con gesti semplici come l'offerta reciproca della
merenda o la condivisione di giochi più vari e strani, che sono stati
macchiati però da qualche polemica, a testimoniare che si può
ancora fare di meglio.
Questa esperienza è servita, comunque, a tutti noi da insegnamento: è
stato infatti un momento mai vissuto nei Grest degli anni scorsi che ci ha permesso
di fare nuove amicizie, conoscere i punti forti e deboli nostri e degli altri
e renderci conto di quanto siamo fortunati ad avere un oratorio con un ampio
salone e ambienti che pochi si possono permettere.
Tuttavia secondo noi entrambe le parrocchie possono ancora migliorare l'organizzazione
di questi incontri. Personalmente siamo stati colpiti, al Villaggio Prealpino
dal momento di chiusura della giornata, avvenuta con una semplice preghiera
che crediamo riassuma il vero significato del Grest. In particolare la frase:
aiutaci a parlare bene degli altri. A cui aggiungeremmo il commento di Don Pietro:
"O piuttosto diciamo ciò che abbiamo da dire in faccia agli altri".
Ed è anche quest'ultimo principio che dovrebbe essere rispettato da chi
ha consigli per migliorare l'organizzazione di questo Grest.
BAMBINI E ANIMATORI.
Come in ogni Grest sono fondamentali i rapporti di amicizia che si instaurano
sia tra i bambini, sia tra gli animatori, sia tra animatori e bambini. Ovviamente
a noi piacciono animatori simpatici, che ci siano vicini e che ci assistano
in ogni momento di bisogno; caratteristiche presenti in molti, ma carenti alcune
volte in qualcuno dei nostri "amici più grandi", quando si
lascia trascinare dalla competitività.
In generale, gli animatori si sono sempre dimostrati disponibili anche con i
bambini più vivaci. Grazie al loro impegno le nostre giornate sono sempre
state ricche di svago e di giochi. Ed è giusto ricordare che alcuni di
loro hanno ritagliato un po di tempo per noi malgrado siano stati impegnati
per lo studio.
Secondo un breve sondaggio eseguito tra i bambini del nostro Grest l'animatore
preferito è Mimmo, definito un grande amico dei ragazzi, a cui si dovrebbero
ispirare tutti gli altri animatori, ma che, come tutti noi, sicuramente può
ancora migliorare.
GIORNATE IN PISCINA.
Un punto di forza di questo Grest 2012 è stata la serie di gite al parco
acquatico TibiDabo. Forse sono state un po' troppe, ma i ragazzi hanno avuto
modo di trascorrere serene giornate, divertendosi tra bagni e scivoli, beccandosi
a volte qualche scottatura, provocata dal sole che ha reso buona parte delle
tre settimane torrida e afosa.
Crediamo che il momento più divertente di queste uscite, concluse giovedì
28 giugno, sia stato il pranzo. Era l'occasione in cui molti bambini si aggregavano
in gruppetti sotto un solo ombrellone e, mentre morsicavano panini o pizze,
scherzavano tra loro, raccontandosi gli avvenimenti della mattinata o pianificando
il programma di attrazioni del pomeriggio.
CONSIDERAZIONI FINALI
Uno dei comportamenti più curiosi e interessanti del grest è stato
quello di Don GianMario che sia con la pioggia sia con il sole è sempre
rimasto con noi bambini, intenti a giocare con gli animatori. Ci ha sempre controllato
come un angelo custode, anche nelle giornate alle piscine del "Tibidabo",
malgrado il sole cocente e lafa.
Secondo noi il grest di questanno, come in passato, ha permesso di divertirci
un mondo.
E unesperienza molto bella, un'occasione per vivere molte ore serene
in compagnia di tanti cari amici e ci sentiamo di proporla a molti altri bambini.
In queste 3 settimane abbiamo avuto la possibilità di stare insieme,
evitando di passare il nostro tempo libero con giochi elettronici o pc.
Oltre a partecipare come utenti vorremmo presto viverlo come animatori.
Ringraziamo vivamente tutti coloro che si sono impegnati per realizzarlo.
Andrea, Giulio e Lorenzo
In una calda sera di fine estate, un giovane si recò da un vecchio
saggio: "Maestro, come posso essere sicuro che sto spendendo bene
la mia vita? Come posso essere sicuro che tutto ciò che faccio
è quello che Dio mi chiede di fare?". |
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Sono
state vissute diciotto edizioni del nostro Palio delle Contrade, ma mi sento
di poter affermare che lo spirito di fondo anche quest'anno non è stato
tradito.
Anzi, per molti aspetti ho notato come una brezza di rinnovamento, una iniezione
di nuova linfa in un tronco ben saldo che offre riparo all'esigenza di ritrovarsi,
di incontrarsi e di dare ai più piccoli motivo di stupore e di gioco.
Innanzitutto, i rinnovati bagni e i "locali-cucina" hanno dato un
decoro decisamente nuovo all'ambiente oratoriale, mostrandosi come un bel biglietto
da visita agli ospiti che ogni sera hanno gremito oratorio e stand gastronomico.
Poi tante piccole, ma interessanti, novità:
Ad esempio, la nuova "baby-dance" che ha richiamato la curiosità
e la gioia di tanti bambini come non si vedeva da alcuni anni; importante è
stato il reclutamento di nuovi giudici di gara che ha permesso un ricambio delle
forze impegnate nell'allestimento delle serate; l'esperimento di nuovi speaker
a commentare i giochi ha concesso un po' di riposo alla storica "Voce del
Palio" e forse segnerà una strada per l'esordio di nuovi commentatori
sportivi!
Il nuovo coordinatore dello stand, i ragazzi alla consolle audio e lesperimento
della pittura su magliette confermano che tante persone hanno voglia di spendersi
e anche tra i giochi è passata l'aria rinnovatrice.
Il riproporre un tradizionale momento da sagra come "la pentolaccia"
ha consentito ai nostri bambini di provare un'emozione che nessun videogame
può simulare; la pallagavettoni per ragazzi ha aperto ai più piccoli
una competizione che da anni appassiona gli adulti; il percorso misto è
stato un buon mix di momenti già sperimentati. Tutto condito dalle altre
prove ben apprezzate da giocatori e spettatori.
Dal punto di vista sportivo, poi, è stato un Palio dall'andamento estremamente
equilibrato. Registriamo che Il distacco tra le contrade è stato tra
i più contenuti di sempre.
Da ricordare: la vittoria nel "Bicierù" dei Verdi che interrompe
- in quella specialità - la serie di vittorie dei Gialli; il gran colpo
proprio della contrada gialla nel gioco del Pompiere (con jolly) e la titanica
impresa dei Rossi con i "fratelloni Zanola" nell'atteso e seguitissimo
lancio dell'uovo.
Su tutti, però, il "filotto" di tre giochi in fila vinti (uno
con jolly), tra la quarta e la quinta serata, che ha permesso agli Azzurri di
piazzare lo spunto decisivo per portare a casa per l'ottava volta il "drappo".
Come sempre lo spettacolo dei bambini impegnati nei giochi e nella baby-dance
da solo è valso il costo del biglietto (si dice così, anche se
sappiamo che assistere al Palio nel nostro oratorio è gratis!).
Vedere tanti ragazzini tra i 12 e i 14 anni impegnati nel servizio ai tavoli
e osservare le tante persone serenamente presenti alle serate è una conferma
che il senso di questa manifestazione c'è ed è insito anche nelle
nuove generazioni.
In conclusione, un sentito ringraziamento ai tanti che si sono "sbracciati"
per la riuscita di tutto l'evento che, dalla passeggiata enogastronomica fino
al brindisi finale, hanno contribuito a rendere viva la nostra "famiglia
oratoriale". Bar, fuoco, cucina, pesca, servizio, pulizie, giochi, capitani,
speaker, squadre, semplici spettatori, don: tutti hanno dato il massimo per
realizzare una vera festa all'ombra del campanile.
Ultima annotazione spetta alla risposta al biglietto trasportato da un nostro
palloncino e giunto in Trentino (su questa Bussola ne trovate il testo n.d.r.):
è un'ulteriore conferma che il Palio unisce, avvicina, ispira i cuori
al bene.
Carmine
IL VIAGGIO DEL PALLONCINOConcludiamo lampio spazio dedicato al Palio 2012 con la notizia
del biglietto spedito dal Trentino in risposta ad uno dei messaggi di
speranza e di pace che i nostri bambini del catechismo hanno affidato
ai palloncini, lanciati la sera di inaugurazione dei giochi.
|
a cura del GSO Casazza
Per il nostro Gruppo Sportivo il mese di giugno significa prevalentemente Palio,
ma non solo
Coppa Leonessa e tornei amichevoli hanno tenuto impegnati molti nostri atleti,
che hanno portato alto il nome del GSO Casazza in giro nella provincia bresciana.
Una menzione speciale va tributata alla squadra del nostro GSO che per ultima
ha fatto il cambio tra scarpini di calcio e infradito da spiaggia: lUnder
14.
Dopo un buon campionato, ha vinto il torneo di San Zeno ed è arrivata
alla finale di Coppa Leonessa della categoria. Non è riuscita a superare
lultimo ostacolo, ma ha collezionato nelle fasi preliminari una serie
di partite entusiasmanti.
Lo staff, composto da Marco Pacini, Roberto Lombardi e Luigi Romuli, ringrazia
tutti i ragazzi per lanno sportivo vissuto insieme e per limpegno
profuso. Rivolge un caro saluto a coloro che lanno prossimo lasceranno
la squadra per limiti di età: Alan e il CAPITANO Pietro Alesci, un ragazzo
veramente doro, sempre presente, sempre collaborativo!
Per
tutta la squadra lappuntamento è stabilito per inizio settembre,
in vista della nuova stagione, con la ripresa della preparazione che partirà
con il ritiro in montagna, per unesperienza formativa e di
gruppo.
Per il resto, si pensa già al futuro. E stata avviata la campagna
acquisti per reclutare nuovi collaboratori che abbiano la passione e la
disponibilità necessarie per seguire le nostre rappresentative giovanili,
vero e unico fiore allocchiello. Gary per gli juniores ed Emanuele per
gli under 8 sono i primi rinforzi per la nostra squadra di alleducatori, ma
cè spazio per chi vuol sbracciarsi e accogliere i ragazzi della
parrocchia in un ambiente oratoriale quanto più possibile aperto alla
formazione dei giovani.
Cè bisogno di tante persone che abbiano nel cuore un significato
dello sport in oratorio inteso non come semplice momento per passare il tempo,
per sfogo.
Occorrono altri uomini e donne che, insieme a chi opera bene già da anni,
accompagnino la crescita dei nostri ragazzi, li facciano sentire amati, diano
loro la consapevolezza di trovarsi in una realtà speciale,
dove il divertimento e la gioia spensierata si incontrano con il rispetto e
il misurarsi con i propri limiti, per migliorare.
Il compito è arduo, ma affascinante; le forze sono poche, ma le sostiene
il più grande Tifoso.
Buone vacanze a tutti.