La Bussola - Casazza
ottobre 2013
"CREDO NELLO SPIRITO SANTO, CREDO NELL’UOMO"

indice degli articoli:
"Carissimi": il messaggio del parroco
Prime impressioni
Maria Madre della Chiesa
Catechismo
Consiglio Pastorale Parrocchiale
In bici contro il tempo
La tenerezza
GSO: si ricomincia a giocare

Carissimi,

In questo “Anno della Fede” , ogni volta che proclamo il “CREDO”, mi colpisce sempre questa affermazione: “Credo nello Spirito Santo che è il Signore e dà la vita”.
Lo Spirito, il misterioso cuore del mondo, il vento sugli abissi, il fuoco del roveto, l’amore in ogni amore, è il Signore perché dà la vita, perché presiede alle nascite e alle gestazioni.
Quando inizia qualcosa, quando germoglia qualcosa, quando è il giorno di una nuova creazione, lo Spirito è presente e sostiene la vita.
Chi crede davvero nello Spirito non può perdersi d’animo mai, nemmeno quando la sua vita personale o quella collettiva gli apparisse come una terra arida, senza segni di vita, senza trasalimenti, un grembo invecchiato e sterile, perché lo Spirito può aprire, in noi e fuori di noi, i germi ardenti di una nuova creazione.
C’è un Dio in noi, che fa vivo e sostiene ogni germoglio di vita. Lo avevano proclamato i Salmi: “Mandi il tuo Spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra” (Sal. 104,30).
Anche se la terra ci appare piena di ingiustizia, di sangue, di follia, di crisi, di fame, proprio per questo Spirito che riempie ogni cosa, posso e debbo credere ancora nell’uomo e nella sua sterminata fatica; posso e debbo credere ancora nell’amicizia e nella fedeltà, nella parola degli uomini.
E posso e debbo credere anche in me stesso e vedermi come una culla di germi divini che attendono la loro risurrezione nel sole.

il vostro parroco,
Don GianMario

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Prime impressioni 

Sono nuovo a questa comunità e sono nuovo nel mio ruolo di pensionato “ irresponsabile”: nel senso che non ho la responsabilità della conduzione pastorale della parrocchia, che lascio volentieri al parroco don Gianmario, molto competente e preciso.
In un mondo che cambia rapidamente, ho sentito l’esigenza di lasciare la conduzione della parrocchia, che ho guidato per quasi vent’anni, a chi può rinnovarla e aggiornarla alle nuove esigenze soprattutto dei giovani e delle famiglie giovani. A una certa età è difficile aggiornarsi con tempestività ai tempi che corrono. Credo che con tutta la buona volontà si arriva sempre in ritardo e si è di intralcio al cammino della comunità. Perciò ho presentato al vescovo le dimissioni per raggiunti limiti di età tenendomi però a disposizione per un diverso servizio alla diocesi.
Per essere utile ancora alla chiesa bresciana con le energie che mi restano, il vescovo Luciano mi ha destinato come aiuto al parroco e alla comunità di questa parrocchia Maria Madre della Chiesa, numerosa e piena di attività. Ora sto prendendo visione e conoscenza delle persone, delle attività e dell’impostazione pastorale. Don Gianmario mi aiuta con premura e costanza. Abbiate pazienza anche voi tutti della comunità cristiana: molte persone ho incontrato personalmente, si sono presentate con i loro nomi e ruoli; ma non riesco a memorizzarle nella loro individualità e funzione. Poi vedo molta gente in chiesa alle celebrazioni, all’ oratorio nelle varie attività, tra poco ci saranno i ragazzi e i giovani al catechismo: sarà un’impresa impossibile individuare tutti, anche col tempo: non abbiatene a male.
Certamente ho già visto una comunità viva e attiva in ogni settore: molte sono le strutture pienamente funzionanti e ben tenute, con molte persone addette ed entusiaste, consapevoli e responsabili, creative nelle attività esteriori e nella animazione della liturgia, della preghiera, della formazione catechistica e spirituale, tutte unite al parroco e tra di loro. Questa è già una efficace testimonianza di vangelo vissuto e predicato al quartiere Casazza. Con questa azione quotidiana siamo missionari, come ci richiama il vescovo Luciano nella lettera pastorale che viene presentata in questi giorni alla chiesa bresciana e alla nostra comunità. La missione evangelizzatrice ha bisogno di istruire nella dottrina cristiana, ma per avere l’ascolto della predicazione e della catechesi bisogna accreditarsi l’amicizia e la credibilità mediante la carità e il dialogo fraterno quotidiano.
Ora sta a me prendere gradualmente il mio posto in questa azione che è già in atto per dare il mio modesto contributo e non intralciare l’opera in corso. La lunga esperienza acquisita nella mia precedente azione pastorale può essere un vantaggio, ma anche un freno ad accettare le novità e le caratteristiche proprie di questa nuova realtà consolidata dalla vostra tradizione, che deve avere tutto il rispetto e la stima.

don Francesco


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Maria Madre della Chiesa 

Intitolare la neonata parrocchia a Maria Madre della Chiesa, nel 1967, fu una scelta di assoluta modernità e Don Angelo Zanola, primo parroco, spiegò quella decisione dicendo che l’atmosfera che si respirava in quegli anni, di poco successivi alla conclusione del Concilio Vaticano II, i cui lavori erano stati affidati dal papa alla intercessione di Maria, lo aveva particolarmente sollecitato a mettere sotto la protezione della Vergine la sua Comunità Parrocchiale. “Il fatto che non ci fosse, a livello diocesano, alcuna chiesa con quel titolo e la fiducia che, dove c'è la mamma anche le tensioni si trasformano in atteggiamenti armoniosi”, convinsero don Angelo a proporre di dedicare la nostra chiesa a Maria Madre della Chiesa.
A parlare ufficialmente della “maternità di Maria verso la Chiesa” fu per la prima volta Papa Paolo VI, nel 1964, che proclamò “Maria SS. Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo di Dio, tanto dei fedeli come dei pastori che la chiamano Madre amorosissima, e vogliamo che con tale e soave titolo d'ora innanzi la Vergine venga ancor più onorata e invocata da tutto il popolo cristiano”.
Attribuire alla madre di Gesù il titolo di “Madre della Chiesa” fu un recepire quello che la tradizione popolare faceva da secoli, rivolgendo a Maria il proprio pensiero come alla Madre di tutti i seguaci di Cristo.
E’ possibile, a buon diritto, attribuirle questo titolo per varie ragioni storiche e teologiche che possono riassumersi in tre realtà: 1) Maria è madre di Gesù che è capo del “corpo mistico” che è la Chiesa; 2) a Maria, da Gesù crocifisso, fu affidato il discepolo prediletto, simbolo di tutti i fedeli in Cristo; 3) Maria insieme agli Apostoli riceve, il giorno di Pentecoste la forza dello Spirito Santo che alimenta e ravviva la Chiesa nascente.
A noi cristiani del XXI secolo Maria fa ancora da mamma e - come ogni mamma - educa i figli alle “cose belle e sante”; indica loro qual è la strada per avere una vita piena e felice; è di esempio con la propria vita; prega e insegna a propri figli a rivolgersi al Signore con fiducia.
La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce l'unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l'efficacia. Infatti ogni salutare influsso della beata Vergine sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, da essa attinge tutta la sua efficacia. Noi crediamo che la santissima Madre di Dio, nuova Eva, Madre della Chiesa, continua in cielo il suo ruolo materno verso le membra di Cristo.


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CATECHISMO

Venerdì 4 ottobre è ripresa ufficialmente l’attività del catechismo, mentre il via della tradizionale biciclettata di inizio anno pastorale è stato fissato per sabato 5.
Anche quest’anno non mancano le difficoltà ad accompagnare questo aspetto formativo fondante della Comunità Parrocchiale e anche quest’anno grande è l’impegno che viene richiesto a quanti prestano la loro opera come catechisti ed educatori. Ovviamente, alle spalle di quel manipoli di volontari che “in prima linea” affronta il “buon combattimento” della trasmissione della fede, ci sarà tutta la Comunità che, facendo leva sulla preghiera e sull’esempio di vita, deve accompagnare il cammino di iniziazione cristiana che non conosce soste, né traguardi definitivi.
Domenica 6 ottobre sarà celebrato il rito del “mandato ai catechisti” e proprio questo momento liturgico è il segno dell’unione che deve sempre accompagnare l’opera di catechesi: la Comunità dà incarico ad alcuni di svolgere più direttamente il ruolo di “trasmettitore”, ma mantiene la prerogativa di essere custode e motore della missione di annuncio al mondo della Lieta Notizia.
Nel corso dell’anno, normalmente alla Messa delle 10.30, saranno celebrati alcuni riti che vedranno protagonisti i ragazzi (e, in qualche caso, anche i genitori): sono tappe fondamentali del cammino che hanno intrapreso. Tutti dovremmo sentirci coinvolti da questi momenti e viverli con partecipazione, riscoprendo quei valori che hanno segnato il nostro cammino e ascoltando il tanto che hanno da dire al nostro modo di vivere la fede.
Anche quest’anno il venerdì sarà il “Giorno dell’Annuncio”: a partire dal pomeriggio, i gruppi di catechesi si incontreranno, in un crescendo che parte dai più piccoli fino a sera, quando i giovani si troveranno per confrontarsi nella loro esperienza di cristiani “adulti”.

I Catechisti


 
 
 
 
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Consiglio pastorale parrocchiale

Lunedì 23 settembre, dopo aver rivolto a Don Francesco David il saluto e il ringraziamento del Consiglio, ai presenti è stata consegnata la Lettera Pastorale 2013-2014 del Vescovo di Brescia "Come il Padre ha mandato me, così io mando voi".
Don Francesco ha illustrato alcuni passi della Lettera che ha come tema la "missione" della Chiesa. Ha sottolineato come nel Primo Capitolo il Vescovo ricorda che la missione parte da Dio Padre e Creatore. La creazione è già un atto "missionario", in quanto la creazione non è un atto esclusivamente "iniziale", ma è un atto continuo di effusione dell'amore di Dio per le sue creature. Gesù è espressione piena dell'amore di Dio: è inviato dal Padre per manifestare il nome e il volto di Dio.
Ma se Gesù persona è inevitabilmente limitato, tuttavia la sua missione continua nel mondo "nel tempo e nello spazio" attraverso i discepoli che formano la Chiesa. Il Vescovo parla della Chiesa bresciana che incarna "qui e ora" la missione che Gesù ha affidato ai Discepoli: l'annuncio della Resurrezione. Ma questo annuncio di gioia non va fatto solo a parole, ma deve essere retto dalla testimonianza della Comunità. Tutta la Comunità cristiana, ogni cristiano è essenzialmente "missionario": Dio vuole la Salvezza di tutti gli uomini, desidera che tutti arrivino alla conoscenza della Verità.
Il Consiglio Pastorale ha ricordato Don Francesco deve studiare il modo di incarnare questa testimonianza e, citando il Card. Martini, ha detto che ”la Chiesa deve interrogarsi per capire quale ipotesi interpretativa della realtà può dare al mondo di oggi”. Compito del Consiglio è analizzare la situazione e dare indicazione alla Comunità. Quindi, sono stati stabiliti alcuni appuntamenti di riflessione sulla Lettera Pastorale per renderla strumento vivo per la Comunità. Dopo aver definito i momenti che caratterizzeranno la nostra Festa Patronale (che trovate indicati su questa Bussola n.d.r.), è stata presentata una breve relazione sul Grest 2013 ed è stato evidenziato il valore positivo dell'accoglienza che la nostra parrocchia ha mostrato durante il grest stesso che ha coinvolto tanti giovani e ragazzi.

Il Segretario

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In bici contro il tempo

Sì, è proprio così che si può definire la super iniziativa che ha coinvolto i ragazzi del gruppo ministranti della nostra parrocchia, domenica 8 settembre: una lunga corsa in bicicletta contro il tempo … in tutti i sensi!
Da molti anni sono chierichetto e ho sempre sentito dire che noi ministranti siamo dei prediletti, perché abbiamo il privilegio di servire da vicino il Signore durante le celebrazioni eucaristiche, stando presso la mensa e sentendo la vicinanza fisica di Gesù sull'altare. E proprio a questi "prediletti" era stato diramato dal Don l'invito all'uscita in bici, che poi è stato allargato a quei ragazzi della parrocchia che hanno voluto partecipare con gioia e spirito di avventura.
Anzitutto velocità ed entusiasmo ci hanno accompagnato lungo tutto il percorso che, tra battute divertenti e rapide pedalate, ci ha portati in Centro. Senza nemmeno accorgersene la lunga comitiva è arrivata fino in piazza del Duomo e lì il tempo ci ha colto di sorpresa con un acquazzone incredibile che ha provveduto a lavare per bene tutti i partecipanti prediletti.
Tutti inzuppati, abbiamo velocemente "parcheggiato" le biciclette sulla facciata del Duomo e ci siamo recati all'interno della Cattedrale, dove abbiamo avuto l'onore di procedere ad una piccola visita, avendo come "guida" esperta Don GianMario che ci ha fatto notare tanti particolari interessanti.
Abbiamo potuto apprezzare anche la capacità di Luca nel leggere in latino che, essendo una "lingua morta", è servita per comprendere le iscrizioni sulle lapidi dei vescovi bresciani sepolti in Duomo (scherzo! … Ma non riferite questa battuta alla mia profe!).
Usciti dalla Cattedrale, visto che la pioggia continuava ininterrottamente a scendere su noi prediletti, ci siamo immediatamente diretti sul trampolino perfetto per un meraviglioso tuffo nel passato tra i resti romani e la storia: il Duomo Vecchio o Rotonda.
All'interno, siamo riusciti a scorgere, sempre con l'aiuto del nostro Don, l'antico sistema di riscaldamento romano e, a dir la verità, avremmo voluto pure che funzionasse ancora, dato che la pioggia non cessava e la temperatura non smetteva più di abbassarsi.
E' stato molto istruttivo riscoprire quella fantastica realtà che noi bresciani, spesso, dimentichiamo di possedere.
Usciti dalla vecchia Cattedrale, sempre sotto la pioggia battente, riprese velocemente le biciclette "parcheggiate" e osservate le gocce procedere senza sosta, abbiamo abbandonato l'idea di tornare "alla base" con i nostri mezzi e abbiamo deciso di rientrare "in sella" alla nuova metropolitana. Ingombrando l'ascensore e l'intera stazione con le nostre bici e, timbrando ripetutamente una trentina di biglietti in modo mai visto prima, siamo riusciti, se pur divisi in due turni, a salire su treni già pieni di decine di poveri passeggeri che ci osservavano in maniera stranita e incuriosita.
Finalmente, con fatica siamo tornati in oratorio, violando in massa la regola (da noi sconosciuta fino a quel giorno) che impone di non salire in bici sulle scale mobili della stazione. Giunti all'ombra del nostro campanile ci siamo fiondati sui buonissimi panini che rappresentavano la nostra, direi meritatissima, merenda.
Non sono il primo a dire che è stata un'esperienza eccezionale da tutti i punti di vista, molto importante per rinsaldare i legami tra i giovanissimi di questa nostra comunità parrocchiale, che - prediletti o no - certamente vorrebbero sempre più spesso vincere la pigrizia e provare ancora simili meravigliose esperienze che insegnano tanto e rallegrano nel viverle insieme.

Giulio

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La Tenerezza 

di Cesare

«Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta…».

«Quando era ancora lontano,
il padre lo vide e, commosso, gli corse incontro,
gli si gettò al collo e lo baciò».
Abbiamo appena meditato questa Tua parabola
e mi piace riconsiderarla alla scuola di S. Francesco,
del quale abbiamo appena celebrato la festa.
Tu, Gesù, ci vieni dalla pietà e dalla tenerezza del Padre.
Quindi, Tu sei la tenerezza del Padre
che si rivela a noi e ci insegni:
«Quando pregate, dite così: Padre nostro…».
Questa era la Tua preghiera, Gesù,
ma era anche la preghiera di frate Francesco:
«D’ora in poi potrò dire liberamente:
Padre nostro, che sei nei cieli».
E Tu, Gesù, per farci comprendere
la tenerezza del Padre sali al Golgota,
Francesco alla Verna, Calvario serafico.
Ma per giungere al Calvario e alla Verna
quanto duro ed esigente il cammino!
Raggiungerò la cima di questi monti
se mi metterò alla ricerca
dell’unità col cuore tenero del Padre,
attraverso l’umiltà e lo spogliamento
- dei beni, degli affetti, degli interessi, dei sottovalori -.
S. Francesco ci fa capire che Tu, Gesù,
sei l’unica via che porta al Padre,
Tu ce l’hai rivelato come Padre
e Francesco riscopre la sua tenerezza,
rifacendo con Te lo stesso esigente cammino
di liberazione e di donazione.
La liberazione che Tu ci hai donato e insegnato
si chiama redenzione che diviene la riscoperta
e la riconquista del primitivo disegno d’amore di Dio,
della primitiva, originaria tenerezza del Padre,
che era andata perduta a causa del peccato.
Che lungo cammino, per ritrovare quella Tenerezza
che tutti ci unisce!
È il cammino meraviglioso e terribile,
grandioso, contraddittorio e lacerato
della storia di noi uomini che ci facciamo lupi.
Solo in Te, Gesù, le storie s’incontrano
e s’incontrano la Tenerezza
che ci genera all’esistenza
e la tenerezza che ci riconquista al cuore del Padre.
Per questo basta a Francesco rifare la via di Cristo
per ritrovarsi nella luce originaria del Padre,
con tutti gli uomini. E con tutto il creato.
Io sento l’immenso bisogno di essere certo
della Tenerezza del Padre, che, sola, mi fa scoprire
il nostro unico volto di uomini.
Sono certo che la pietà dell’uomo per l’uomo
non vale da sola a salvare.
Vale, se è la Tua pietà per tutte le persone umane.
Proprio per questo è, come la Tenerezza del Padre,
pietà che non esclude nessuno.
Per farci comprendere queste realtà vivissime
Tu ci hai donato Papa Francesco
che continuamente ci corre incontro
e ci parla della tenerezza del Padre,
e raccomanda al clero di
“mostrare il volto dell’accoglienza cordiale”,
che è il volto del Padre nostro.



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GSO:IL PUNTO

Si ricomincia a giocare


Lo scorso fine-settimana le nostre rappresentative giovanile di calcio a 7 hanno vissuto un antipasto di quella che sarà la nuova stagione agonistica, confrontandosi con squadre pari età, nel Torneo organizzato nel nostro oratorio, giunto quest’anno alla 3^ edizione. E’ stata l’occasione per “scaldare i motori”, affinare l’affiatamento, provare schemi… insomma fare una sorta di prova generale per i nostri atleti piccoli e grandi. Oltre l’aspetto tecnico, tante cose positive hanno caratterizzato il torneo. In primo luogo, il clima di grande amicizia e cordialità tra le varie squadre (ragazzi e accompagnatori) che riconcilia con il calcio e fa capire come - senza troppi discorsi - lo sport vero riesce a far emergere valori umani e cristiani, riempiendo i cuori dei ragazzi e l’oratorio. Proprio questo aspetto va sottolineato: vivere negli ambienti oratoriali simili tempi di festa dà senso all’opera di tante persone che (forse senza neanche saperlo) realizzano un momento pastorale importante e permette di far sperimentare il vivere la Comunità. Per questo, va tributato un sentitissimo grazie a coloro che in due giorni hanno sostenuto con passione e fatica la manifestazione. E’ sempre straordinario vedere ogni volta quanta gente si lascia coinvolgere gratuitamente nei vari servizi (cucina, cassa, arbitraggio…) per rendere tutto piacevole e fruttuoso. Anche gli atleti del tennistavolo hanno avuto modo di confrontarsi, domenica 22 settembre a Coccaglio, nella prima prova del campionato provinciale e i primi risultati fanno ben sperare... Ottobre è il mese della ripresa di tutti i campionati e, come è consuetudine, cercheremo di rendere partecipi i lettori de La Bussola, aggiornandoli sulla “vita sportiva”. A tutti chiediamo soltanto di “fare il tifo” per le nostre squadre, ma non tanto con gli incitamenti dagli spalti (sempre indispensabili nello svolgimento dei confronti agonistici…) quanto piuttosto con la preghiera, la benevolenza, la simpatia, affinché dirigenti, alleducatori, genitori ed atleti respirino quel sentirsi parte di un gruppo fondato sulle solide fondamenta cristiane che la tradizione dell’oratorio replica di anno in anno.

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