15 maggio 2011 - IV domenica di Pasqua

UNO STILE DI VITA
riflessioni in attesa delle Cresime e Prime Comunioni

Domenica 5 giugno, verrà celebrato il sacramento della Confermazione o Cresima e Eucarestia presieduto dal patriarca di Gerusalemme, in visita alla nostra parrocchia. Come già scritto su queste pagine, mons. Fouad Twal è il vescovo cattolico di rito latino nella città di Gerusalemme, luogo dove don Gian Mario ha avuto l’opportunità di conoscerlo e stimarlo. Con grande gioia anche i nostri ragazzi lo accolgono onorati della sua presenza. E’ per loro anche il giorno della cresima, un tempo si diceva “Divieni soldato di Cristo!” e chissà se il vescovo imporrà la sua spada di cavaliere, visto e considerato che è anche priore dell’ordine equestre del Santo Sepolcro! Il percorso di preparazione ai sacramenti è durato cinque anni, così come previsto dal “Cammino di Iniziazione Cristiana”, nuovo indirizzo pastorale seguito dalla Diocesi bresciana, fortemente voluto dal vescovo precedente mons. Sanguineti e sostenuto dall’attuale pastore, mons. Monari. Il progetto è frutto dell’opera dell’Ufficio Catechistico, che muove i suoi passi sulla linea di un’iniziativa della Conferenza Episcopale (CEI): a livello nazionale è unico nel suo genere, su Google “ICFR” compare solo per la diocesi di Brescia: senz’altro un primato, nel suo genere. Il progetto ha coinvolto completamente le famiglie dei bambini, che attraverso degli incontri formativi curati dai catechisti della parrocchia (che a loro volta devono seguire un percorso formativo), sono divenuti “primi catechisti”. Un coinvolgimento che è senz’altro simbolico, visto che i primi formatori sono ancora i genitori, che da più di cinquant’anni ormai, sono parte attiva e “combattente”, insostituibili nella formazione cristiana dei ragazzi. Un “combattimento” pacifico ovviamente, ma che spesso deve diventare determinato e risoluto: per i genitori “post-atomici”, come mi piace definirli, questa difficoltà attraversa momenti critici e per questo il confronto e la condivisione sono quanto meno necessari. La formazione delle nuove generazioni passa senz’altro attraverso lo stile di vita che si vive in famiglia e questo determina non solo la “forma mentis” ma anche la “forma cordis” (la forma del cuore). E’ quello che capisco tutte le volte che parlo con i miei figli, senz’altro con Luca, che anche lui riceverà a breve i sacramenti. E’ lui stesso che ricorda le parole della catechista: “Ci vuole uno stile”. Per accettare Gesù ed accoglierlo nella propria vita, ci vuole uno stile, un terreno preparato. Altrimenti ci si ferma alla festa: un fenomeno episodico bello e coinvolgente che però non ha nulla da dire alla mia vita. Per fare un esempio: della mostra di Matisse a Brescia, parlano giornali, si vede la pubblicità, ci sono testimonianze entusiaste di chi ci è andato: senz’altro un evento che merita per la levatura dell’artista. Voglio pensare a due tipologie di visitatori: i primi sono coloro che quando si parla di arte manifestano una certa sensibilità, vorrebbero conoscere, sapere ma c’è sempre così poco tempo. “Vedo di organizzarmi e mi vado a vedere Matisse” se riescono ad andarci ne tornano soddisfatti e lo raccontano agli amici. I secondi sono gli studenti dell’Accademia di Belle Arti: o almeno quella parte di studenti che manifestano un forte interesse verso l’arte perchè vorrebbero che questa diventasse la loro vita. Matisse lo conoscono perchè l’hanno appreso dai libri, dalle lezioni di storia dell’arte. Per loro l’occasione della mostra diventa un’occasione irripetibile: “toccare con mano” (attenti agli allarmi!) l’opera dell’artista che hanno studiato da anni. La riflessione diventa interessante se qualcuno del primo gruppo dei “curiosi” decide di appassionarsi all’arte e si iscrive in Accademia e poi magari diventa un grande artista. Mentre capita che lo studente di arte percepisce in Matisse un’immensa sproporzione e si tiri indietro per andare a fare il tramviere. Qui sta il segreto della vita: sapere raccogliere le sfide, anche quella di Gesù è una sfida ed è una sfida ad un certo mondo contemporaneo, che dice c’è uno spazio per qualsiasi cosa. Mi dispiace, perchè invece Gesù vuole tutto.

Marek

SCOPRIRE LA FELICITA'
I bambini del gruppo Giordano si avvicinano per la prima volta al sacramento del Perdono

Il gruppo Giordano quest'anno conclude l'anno catechistico con la Prima Confessione. Domenica 22 maggio, alle ore 15.00, i bambini si accosteranno per la prima volta al sacramento del Perdono. Durante l'anno abbiamo scoperto come Gesù ci voglia bene e come ci inviti personalmente a condividere con Lui tutti i momenti della nostra vita. Il cammino di preparazione ha coinvolto anche le famiglie negli incontri settimanali, centrati sul tema della scoperta del volto del Padre. In particolare, l'approfondimento della parabola del Padre Misericordioso ha offerto ai genitori la possibilità di confrontarsi e di riflettere sul Perdono gratuito che è un grande segno di speranza.
Noi catechisti, anche con l'aiuto di qualche papà o mamma, che si sono offerti per "animare" il gruppo, abbiamo imparato insieme, nelle varie attività proposte, a vivere come fratelli che si amano e che si perdonano. E' stato percorso un bellissimo viaggio alla scoperta della fede, di Gesù, di Dio Padre, dello Spirito Santo e della Chiesa: il tutto attraverso il gioco.
GIOCARE è un segreto che tutti abbiamo in fondo al nostro cuore e così anche noi abbiamo "giocato" alla luce della Parola di Gesù, alla riscoperta del battesimo e come lo possiamo ancora rivivere oggi.
Come tappe abbiamo affrontato i Dieci Comandamenti, che sono un aiuto a vivere bene con noi stessi e con gli altri. E' seguito il tema delle Virtù, come doni di Dio che ci mettono in moto per puntare sempre in alto, verso il Cielo: sempre "giocando", stavolta come con i MEMORIES, sorprendendoci a vicenda nelle spiegazioni che seguivano nell'abbinamento delle tessere del gioco.
La S. Messa domenicale è stata vissuta come l'esperienza d'incontro tra Dio, noi e la Comunità che ci accoglie e la abbiamo approfondito anche durante gli incontri di catechismo, individuando alcune azioni che si sviluppano in essa: CI RADUNA, CI PARLA, CI NUTRE, CI INVIA.
I bimbi hanno portato in famiglia il loro amore, cercando di aiutare con generosità la mamma o il papà in qualche gesto concreto. Ma anche con momenti di riflessione comune o giocando, cercando di portare sempre Gesù lì accanto, per non lasciarlo solo in un angolino della casa.
Le catechiste
Sandra, Mariangela, Katia

L'IMPORTANTE È PENSARE
circa i referendum del 12 - 13 giugno 2011

Ognuno è libero di pensarla come vuole. L'importante è pensare!!
Puoi votare "sì", puoi votare "no", puoi non recarti alle urne.
Il referendum abrogativo è l'unico strumento, oltre alle elezioni, che ci fa sentire parte attiva di questo Stato. Il referendum avrà quattro quesiti. Ve li elenco in maniera molto stringata.

Primo quesito (Acqua):
Vuoi eliminare la legge che dà l'affidamento a soggetti privati o privati/pubblici la gestione del servizio idrico?

Secondo quesito (Acqua):
Vuoi eliminare la legge che consente al gestore di avere un profitto proprio sulla tariffa dell'acqua, indipendente da un reinvestimento per la riqualificazione della rete idrica?

Terzo quesito (Centrali Nucleari):
Vuoi eliminare la legge che permette la costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano?

Quarto quesito (Legittimo Impedimento):
Vuoi eliminare la legge che permette al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri di non comparire in udienza penale durante la loro carica?

Come per ogni referendum per essere valido occorre che si rechi alle urne il 50% +1 degli aventi diritto, cioè 25 milioni di persone.

L'importante è pensare!!

CAMMINO DI FORMAZIONE DEL CONSIGLIO PASTORALE

La raccolta delle segnalazione dei candidati al Consiglio Pastorale, svoltasi il 16 e il 17 aprile, è stata un vero successo di partecipazione e una dimostrazione che – sebbene piccola – la nostra Comunità è viva e particolarmente sensibile alle esigenze pastorali. Un po’ di numeri per capirci: - 900 sono state le preferenze espresse dal nostro “corpo elettorale”; - 104 sono stati i nomi segnalati all’attenzione della Commissione Elettorale nelle schede raccolte, a dimostrazione che molte sono le persone ritenute particolarmente in grado di contribuire positivamente al progresso della vita comunitaria; - 30 sono le persone che hanno accettato di candidarsi, mettendosi in gioco fino in fondo, mettendoci “la faccia”, disposti a perdere quel poco di proprio a vantaggio di tutti. Il lavoro della Commissione Elettorale è stato “corposo”, sia nelle operazioni di spoglio delle schede (che a volte riportavano grafie poco intelleggibili e a volte nomi di difficile identificazione), sia nel contattare i “proposti”, ciascuno dei quali è stato personalmente raggiunto per poter esprimere o negare la propria disponibilità alla candidatura. Per chi ha accettato, adesso, si apre la possibilità di far parte del Consiglio Pastorale, organo di corresponsabilità dei fedeli, dedito alla ricerca, allo studio delle iniziative pastorali da suggerire al Parroco e alla Comunità. Don GianMario ha incontrato i candidati venerdì 29 aprile, sottolineando che il Consiglio serve per “camminare insieme, in quanto da soli ci si spaventa e… si torna indietro. Insieme ci si rincuora e le fatiche si sciolgono”. Ha ricordato che non è un organo deliberativo (l’ultima parola spetta sempre al Parroco), ma è uno strumento importante per cogliere le reali istanze e i piccoli/grandi bisogni delle tante realtà di cui si compone la Comunità Parrocchiale. I membri del Consiglio dovranno distinguersi per virtù cristiane, quindi ha ricordato il don: “Non c’è spazio per la supremazia di potere, gli interessi economici, i pettegolezzi!”. Sabato 21 e domenica 22 maggio, all’uscita dalle SS. Messe siamo chiamati a indicare le persone che diverranno i “membri eletti” del Consiglio Pastorale. Ci verrà consegnata una scheda che riporterà già stampati i nomi dei candidati, suddivisi in tre fasce d’età. Per votare è sufficiente fare una croce sul nome del candidato. Si può esprimere un solo voto per ciascuna lista. Risulteranno membri eletti i 4 candidati di ciascuna lista che avranno ottenuto il maggior numero di voti. Ai 12 così eletti si aggiungeranno 6 persone nominate direttamente dal Parroco. In questo modo avremo: 18 laici designati e un membro di diritto (il Parroco) per formare i 19 membri del nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale. Partecipare alla votazione significa farsi strumento nelle mani del Signore, per collaborare all’azione pastorale ed è un attestare che la disponibilità offerta da chi si è candidato è comunque sostenuta da tante persone… da tutta la Comunità.
Carmine

IL PUNTO SPORTIVO

a cura di Carmine




Trofei per il GSO della stagione agonistica che volge a conclusione.

Il primo in ordine di tempo è la "Coppa Disciplina" attribuita alla nostra rappresentativa under 14.
Si tratta di un riconoscimento che mai nella storia del GSO Casazza è stato conquistato da una squadra giovanile ed è una gran bella soddisfazione per chi si impegna da anni nel proporre sport ai nostri ragazzi. Tante sono state le difficoltà che questa squadra ha dovuto affrontare, ma i valori del rispetto delle regole e degli avversari sono stati sempre presenti nei nostri giovanotti e, alla fine ... i frutti si vedono!! Mister Pacini e i suoi collaboratori (Sergio, Luigi e Roberto) stanno facendo proprio un buon lavoro!
Tra l'altro, dal punto di vista tecnico e del carattere questa squadra riesce a prendersi belle soddisfazioni anche nel torneo di Coppa Leonessa che sta affrontando.

Una partita straordinaria è stata quella disputata proprio dagli under 14, mercoledì 11 maggio, contro i pari età dell'oratorio San Giacomo.
Alla fine del primo tempo, il punteggio segnava uno svantaggio per i nostri (1-6) che comunque avevano giocato bene e sfiorato più volte il gol. Al riposo lo scoramento sembrava prendere il sopravvento, ma il secondo tempo è stato "galantuomo" e pazientemente, "credendoci fino in fondo", la rimonta si è materializzata fino al 6-6. Sulle ali dell'entusiasmo i nostri ragazzi realizzavano l'insperato, ma meritato vantaggio (7-6). Solo a trenta secondi dal triplice fischio il punteggio è incredibilmente ritornato in parità con il gol del 7-7. Per regolamento, le squadre si sono subito dopo affrontate nella "lotteria dei rigori" ed è stato in questa occasione che i protagonisti dell'incontro hanno esibito tutte le loro migliori capacità tecniche: quasi nessuno sbagliava e la lunga teoria di realizzazioni si è conclusa solo dopo più di trenta rigori calciati. Al termine, il tripudio è stato per il Casazza che vedeva il tabellino finale segnare uno straordinario 16-15 in suo favore. Anche l'arbitro ha fatto i complimenti ai protagonisti della partita, affermando che non aveva mai assistito a "una cosa del genere"!

- Gli Allievi, intanto, seguendo le direttive di Mirco e Marino, proseguono nel cammino della loro Coppa Leonessa e hanno la seria intenzione di andare molto avanti.
- I più piccoli, impegnati nel Torneo Polisportivo under 8 e under 10, hanno affrontato sabato 7 maggio la prova di marcia di regolarità sulle colline di Concesio, vivendo una bella esperienza di sport, immersi nella natura.
Oggi, conclusione del torneo a Calcinato con premiazioni finali e... COPPA FINALE!

Comunque, i migliori trofei sono sicuramente la serenità e le gioia dei nostri piccoli/grandi atleti, che anche quest'anno hanno potuto vivere lo sport all'ombra del campanile, in un ambiente il più accogliente possibile. Noi del GSO ci mettiamo tutte le nostre forze perché ciò accada oggi e negli anni futuri.

ANGELI SILENZIOSI

La pulizia, il decoro, gli arredi della nostra chiesa e del nostro oratorio sono presi in cura da una nutrita schiera di “angeli silenziosi” che, sotto l’attenta direzione di don Gian Mario, operano affinché tutto sia pulito e accogliente nell’ambito parrocchiale. Qualcuno avrà anche notato le opere di tinteggiatura di alcune strutture in oratorio e sono da ricordare i tanti interventi volti a rendere sempre più ordinato ogni ambiente. A quanti si spendono per queste attività e sono molti e continuano ad operare nel silenzio è doveroso porgere il nostro sentito ringraziamento, magari impegnandoci a rispettare di più gli spazi parrocchiali e a valorizzare l’impegno di chi li mantiene efficienti e puliti. Grazie!

ICONA MADRE DI DIO DELLA PASSIONE

Dal giorno dell’ingresso di don GianMario, nella nostra chiesa è collocata nel presbiterio una splendida icona, copia certificata conforme ad una bizantina del XV secolo. Ci sembra che il mese di maggio sia il momento più indicato per dare qualche informazione in più su questa opera.

Prima, però, una breve premessa sulle Icone. Nella tradizione della Chiesa dei primi secoli, l'icona costituisce un elemento importantissimo nella vita di fede e di preghiera dei cristiani. L'Antico Testamento è caratterizzato dal divieto di raffigurare Dio, in quanto con il peccato originale l'uomo, creato a immagine (in greco «eicon», cioè letteralmente icona) e somiglianza di Dio, aveva calpestato e deturpato in sé questa immagine, e non era più degno di contemplare il volto divino. L'Incarnazione di Cristo restituisce dignità all'uomo e lo reintegra nella figliolanza di Dio. L'icona è appunto espressione dell'Incarnazione di Cristo, rende la visibilità del Dio che «è venuto ad abitare in mezzo a noi». L'icona, in quanto espressione del mistero dell'Incarnazione, non può considerarsi semplicemente arte sacra, ma fonte della Rivelazione, quasi alla pari con i Vangeli: «Quello che il Vangelo ci dice con le parole, l'icona ce lo svela attraverso le linee e i colori», dicevano i Padri della Chiesa. Sul lato interno della tavola di legno in genere si effettua uno scavo, chiamato “scrigno” che segna lo stacco tra il piano terrestre e quello divino in cui viene posta la raffigurazione. L’icona, quindi, non è un’opera d’arte, ma principalmente un’opera di testimonianza religiosa. Al pittore di icone non interessa riprodurre staticamente l’uomo e la natura, ma svelarne l’Essenza. L’icona è una finestra sull’Eternità è un Luogo d’incontro, ha la funzione di santificare l’anima del credente tramite la preghiera e la vista. E’ più di un’immagine: è un mezzo efficace per poter conoscere Dio, la Madre di Dio e i Santi. I pittori di icone erano monaci che univano, allo studio della pittura, la penitenza e l’ascesi spirituale. Nella loro opera fanno una confessione delle verità di fede e non cercano un proprio concetto di bellezza, ma la Verità che discende nell’Icona e si riveste delle sue forme. Le regole dell’arte iconografica, perciò, non erano create dai pittori, ma custodite e tramandate dalla Chiesa.
Le immagini di queste pitture non hanno la funzione di suscitare emozioni umane, ma di far percepire la realtà soprannaturale anche a chi è privo di specifiche conoscenze, purché animato da fede e sete spirituale.

ICONA Amolyntos, detta anche Madre di Dio della Passione. L’icona presente nella nostra chiesa presenta la tradizionale iconografia della «Madre di Dio della Passione». Mostra ai lati dell’aureola della Madre a sinistra e a destra due angeli che recano gli strumenti della Passione, rispettivamente l'arcangelo Gabriele (con la lancia, la spugna e il vaso di aceto) e l'arcangelo Michele (con la croce). Gli arcangeli hanno le mani velate, in segno di adorazione, il significato è duplice: il riconoscimento che nel Bambino è presente il Dio-fatto-uomo, e che la passione è la manifestazione della potenza redentrice divina. Cristo si volge verso la croce. Il Bambino con un gesto commovente, colmo di confidenza, pone le sue manine nella mani della Madre, afferrandosi al suo pollice, quasi per cercare un rifugio rispetto al dolore della Passione che lo attende. Al tempo stesso, la Madre rivolge a noi lo sguardo, richiamando la nostra attenzione allo scopo di indicarci il Figlio “via, verità e vita” con le dita stese della mano destra. In questa icona la mano accosta al gesto della testimonianza anche una sfumatura di tenera compassione e un moto di offerta: la Vergine acconsente al sacrificio del Figlio perché l'uomo sia salvato. Così, nel partecipare alla Passione di Cristo, la Madonna, nuova Eva, diventa la Madre di tutti i viventi. Il simbolismo della passione-resurrezione è presente nel Bambino, che perde il sandaletto nel gesto improvviso, causato dal timore della passione, ma la cintura rosso vivo è simbolo dell'energia divina. Alla morte allude anche la tunica del Bambino, con i ricami le cui forme ricordano la decorazione del lenzuolo funebre, a cui fa da contrasto il manto. Il Cristo sofferente, umiliato nella morte è già tuttavia, nel contempo, il Risorto, che «con la morte ha calpestato la morte, donando la vita a quanti erano nei sepolcri». Il simbolismo dei colori è di fondamentale importanza nell’icona: in questa raffigurazione, secondo i canoni consueti, l'arcangelo Gabriele porta le vesti degli stessi colori del Cristo adulto, i colori dell'incarnazione: la tunica rossa (segno di divinità) e il manto blu (segno dell'umanità) infatti stanno a significare che Dio si è rivestito della condizione umana per salvare, assumendola, l'umanità. La Madre di Dio ha le vesti dei colori opposti: il manto rosso porpora, segno della dignità divina, ricopre la tunica blu della condizione umana. Da ultimo l'oro, non è un colore, ma un valore luminoso, simbolo della luce divina, della realtà trasfigurata, nell'icona gioca un ruolo dominante, inserisce le figure nell'atmosfera dell'eternità, le investe del riflesso del divino, le rende partecipi della gloria ultima. Sul manto della Madre di Dio sono ricamate tre stelle, antichissimo simbolo siriano della verginità. Le iscrizioni che si leggono sull'icona sono quelle tradizionali dell’iconografia: al fianco del volto della Madre il suo titolo onorifico aggiunto dall’iconografo, “Amolyntos” (Immacolata); accanto al Bambino la dicitura “IC XC” forma abbreviata di Gesù Cristo; inserito nell’aureola di Gesù il simbolo di Dio, ingenerato e imperituro, “o ? ?” tre lettere greche traducibili come “è sempre stato”, “è” e “sempre sarà”; sopra l’aureola alla Madre “MP TY” forma abbreviata di Madre di Dio. Tali iscrizioni non hanno un valore didascalico, ma certificano l’identità del raffigurato e ne invocano la presenza all’interno dell’icona stessa. Da ultimo, è importante ricordare che questa raffigurazione può considerarsi testimone dell’unità delle tradizioni che ci legano all'Oriente cristiano. Infatti, l’icona, che a partire dal Rinascimento viene dimenticata nel mondo occidentale, nasce originariamente come patrimonio comune della Chiesa indivisa, esprime la fede della Chiesa universale nella divinità e nell'umanità di Cristo. Oggi il recupero dell'attenzione verso l’icona è uno dei segni più belli della tensione all'unità, della domanda a Gesù perché la sua gloria si manifesti nel mondo, perché si riveli «Cristo tutto in tutti».

PALIO DELLE CONTRADE:
Pronti a partire!

Venerdì 3 giugno avrà il suo via l’edizione n. 17 del Palio e, senza tema di smentita, il momento della mitica “Passeggiata eno-gastronomica”, sarà il miglior inizio che si possa immaginare, percorso previsto: Verdi – Rossi – Gialli – Azzurri. Già si vedono i “capitani” aggirarsi per le vie del quartiere e contattare i migliori chef e le migliori artiste della cucina per vincere quella gara che non dà punteggio, ma che è quella a cui tutti partecipano più volentieri. L’aspetto gastronomico - vale la pena evidenziarlo – non si ferma certo alla prima serata, anzi …! Ogni sera del Palio lo “stand gastronomico” saprà far fronte alle richieste delle “buone forchette” del quartiere e non solo. Il portico dell’oratorio ed ogni spazio libero sono pronti a trasformarsi in luogo di incontro, di riavvicinamento tra tante persone che, pur abitando vicine, non trovano l’occasione per parteciparsi gioie e preoccupazioni. I ragazzini anche quest’anno sono attesi dalla consueta, magnifica “pesca”, ricca di giocattoli che, dopo un breve periodo di riposo, sono pronti a “rimettersi in gioco”. Pronta a far sognare, poi, la sempre più ricca lotteria, con estrazione domenica 12 giugno, prima del Lancio dell’uovo! Ovviamente, il centro di tutte le serate insieme del Palio è dato dai giochi che daranno vita a sfide avvincenti e a confronti sempre “simpaticamente agonistici”. Anche quest’anno il Gruppo Sportivo ha cercato di coinvolgere ogni fascia di età, cercando di non escludere nessuno, rendendo possibile lo “scendere in campo” di chiunque ne abbia voglia. Per quanto riguarda i giochi, dando un’occhiata al programma, si possono notare alcuni piacevoli “ritorni”! E’ il caso del “bigliardino umano” e della “staffetta 6x100” che tanto hanno appassionato giocatori e spettatori negli anni scorsi. A questi momenti più tipicamente sportivi si accosteranno l’ormai “classico” Musichiere, il “tenerissimo” Pompiere e il gioco che da solo vale il prezzo del biglietto (se ci fosse un biglietto da pagare!!): il “senza età” Lancio dell’Uovo!!! Tutti … ma proprio tutti siamo chiamati a portare il nostro entusiasmo per dotare il nostro Palio della più brillante cornice che si possa immaginare. Possiamo renderlo un magnifico dono da presentare a don GianMario che vivrà il suo primo Palio a Casazza. Non importa il colore, non importa il nome della Contrada … ciò che vale è seguire l’evento avvolgendo gli “atleti del momento” di tutto l’affetto e l’attenzione possibile.
Buon Palio a tutti!!!
GSO CASAZZA

l'albo d'oro
le foto della precedente edizione

CORI DI PASQUA
 

Ho avuto la grazia di partecipare alle celebrazioni del Triduo Pasquale e del giorno di Pasqua e la mia preghiera, insieme a quella di tante altre persone, è stata accompagnata dai canti di tre cori dallo stile musicale decisamente diverso tra loro.
Sono stati momenti di grande intensità e in ciascuno ho provato quanto fosse dolce farsi prendere per mano dal canto e seguire quei suoni che riempivano il cuore.
Credo che sia una ricchezza per la nostra Comunità avere avuto la possibilità di vivere liturgie animate da una simile varietà di canti.
La Corale Parrocchiale, diretta dal maestro Massimiliano Sanca, è stata perfetta nel proporre, in armonia con le azioni liturgiche, le più belle espressioni della tradizione musicale della Chiesa che rappresenta un patrimonio inestimabile, in quanto i canti sacri eseguiti sono stati veramente parte integrante e necessaria della liturgia, arricchendola di solennità nelle celebrazioni, specialmente in quella della "veglia di Pasqua".
Il coro della Messa domenicale, guidato da Flavio Gatti, è sempre un prezioso strumento che permette all'assemblea di esprimere più dolcemente la preghiera, partecipando al canto, ma sa diventare espressione di gioiosa solennità nelle liturgie dei "momenti forti". La Messa della domenica di Pasqua è stata un'esplosione a gloria del Cristo Risorto che ha reso presente una straordinaria energia quasi palpabile.
Infine, il "Coro Africano di Brescia", diretto da Narcisse Monga, che con l'esecuzione "a cappella" di canti liturgici e di altri inni tradizionali ha completato il quadro. Il senso del ritmo e della melodia sostenuti esclusivamente dalla voce umana hanno espresso in modo unico il senso della lode e della preghiera che coinvolge tutta la persona nel suo anelito verso l’infinito.
Non c’è da giudicare quale espressione sia migliore o quale più apprezzata, perché tutti i tre cori hanno reso presente nella nostra chiesa momenti di vera manifestazione a gloria di Dio e per la santificazione dei fedeli (che, in fondo, è l’unico scopo della musica sacra).
Grazie a questi cori abbiamo sperimentato come sia vero che il canto diventa preghiera e, allo stesso tempo la preghiera diventa canto a maggior lode di Dio.
Possiamo solo ringraziare il Signore della straordinarietà che abbiamo potuto vivere nella nostra Parrocchia e dire il nostro “grazie” ai gruppi che ci hanno accompagnato e che hanno espresso un senso di unità e partecipazione di grande esempio per tutti.

Carmine

GREST ORATORIO

Un titolo con una parola composta, in linea con quelli degli ultimi anni. Il baleno è il lampo, il fulmine che per un tempo brevissimo scarica energia e luce.“In un battibaleno” si dice per indicare la velocità di un’azione o del tempo che passa.
Tempo è soprattutto misura dell’esperienza, dell’interiorità di ciascuno.
Quello che in realtà sperimentiamo è il tempo che scivola via, il tempo vola e si fa fatica ad affrontare le questioni più importanti. Il tempo che corre è allora una giustificazione per sfuggire alle responsabilità.
L’immagine di riferimento è un disegno simpatico.
Al centro degli ingranaggi di un orologio non c’è un meccanismo, c’è una persona. Un bambino che “tiene in mano” il tempo e prova a governarlo.
È questo che vorremmo trasmettere ai bambini con l’esperienza estiva, perché imparino che il tempo è percezione di sé, è da mettere in gioco ed è uno spazio nel quale mettersi in gioco.
Senza perdersi troppo: una bambina si alza a battere un colpo. Proprio perché viviamo lo scorrere del tempo, abbiamo bisogno di farne un tesoro prezioso.
Il tempo scorre via rapido: ai bambini – attraverso l’esperienza estiva – vorremmo insegnare quanto è prezioso perché imparino a spenderlo bene.
Non è inutile ricordare che le attività estive si caratterizzano per il fatto di essere vissute in comunità: una comunità fatta dai piccoli che, nelle sere d’estate, sa raccogliere e unire famiglie e adulti.
Una comunità che continua a chiedere a ciascuno di spendersi per costruire trame e relazioni buone.